domenica 20 febbraio 2011

Strage in camera da letto

Vincent Van Gogh, Notte stellata, 1889
Immaginate di vedermi: la sera, sempre più stanca, avvicinarmi alla tanto agognata ora della nanna (la mia).
L'ordine dei fattori in casa nostra è più o meno il seguente:

ore 20.00: pappa della pupa, con più o meno strilli correlati;

ore 21.00: ritorno del babbo macellaio e disimpegno della Suster, che se non l'ha ancora fatto, finisce di preparare una cena per due non troppo impegnativa. A seguito consumazione del pasto serale con pupa annessa all'uno o all'altro genitore, o, se tutto va bene, beatamente lasciata libera a razzolare su terreni idonei al suo equilibrio precario;

ore 22.00 circa: nanna di pupa, che può occupare un lasso di tempo variabile dai 5 minuti alla mezz'ora.

Ma, come da regola matematica, cambiando l'ordine dei suddetti, il risultato rimane lo stesso.

Può sovente capitare che l'addormentamento si dimostri più impegnativo e lungo del previsto, che la mamma si dimostri più stanca e morta di sonno di quanto potesse lei stessa immaginare, e che le nenia che mormora alla bambina, mentre pieni di sonno ha gli occhi, si dimostri più efficace e soporifera di quanto lei stessa sia in grado di sopportare.
Quindi l'imbarazzante conseguenza: Suster si auto-addormenta sul divano in compagnia delle pupa che le ronfa sulla panza.
Oppure: Suster depone la pupa nell'apposita carrozzina, ma, colta da un desiderio irrefrenabile di materasso, dice a se stessa che, prima di uscire dalla camera, vuole assicurarsi che la pupa sia addormentata sul serio, e che quindi aspetterà due minuti comodamente adagiata sul letto per poter intervenire tempestivamente in caso di improvviso risveglio di lei. Ma come c'era da immaginarsi sarà risvegliata dal suo stesso russare due ore più tardi tutta infreddolita e rattrappita, si trascinerà fuori dalla camera con due occhi da tossica perché non si è ancora tolta le lenti a contatto, le quali sono diventate un tutt'uno con i suoi globi oculari, passerà in cucina dove Hasuna si è perso nei meandri dei programmi tv in seconda serata, crollerà sull'unica sedia rimasta ancora libera, perché sull'altra ronfa soddisfatto uno dei due gatti a scelta, rovescerà la testa all'indietro e riprenderà esattamente dal punto in cui l'aveva lasciato incompiuto il suo canto notturno, che ha ben poco a che vedere con quello dei pastori erranti d'Asia.

Com'è e come non è, 'sta povera sfigata riuscirà ancora, con enormi sforzi fisici e spirituali, a raccogliere le sue ultime energie, tirarsi su dalla comodissima posizione assunta, constatare che la tv sta intanto trasmettendo servizi in lingua araba da parabolici canali del Brunei, e dirigersi nuovamente verso la camera da letto, dove finalmente giacerà, orba di tanto spiro, percossa e attonita, muta.

Forse perché della fatal quiete tu sei l'immago a me sì cara vieni, o sera! Diman tristezza e noia recheran l'ore...
Così, tra reminsecenze letterarie, s'annega il pensier mio, scivola Suster nell'oblio di dolci sonni, incredula del fatto che la garzoncella scherzosa stasera ancora non s'è mai destata dal suo stato soave.. Stagion lieta è cotesta! Che stanotte sia la notte buona?

Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l'altro tace...

SPATATRASH PATATRACK BRAAAAMM!!!

Ommioddio, cos'è accaduto mai? Che fu? Ch'è stato?
Non so come mi ritrovo sull'attenti: ai miei piedi giace un casino senza pari.
La mensola venne giù.
E con lei l'intero microcosmo che ospitava.

Georges Braque, Natura morta con Le Jour, 1929
Qualcosa del genere, sì, però peggio.
Consolo l'inconsolabile pupa, raccolgo l'irraccoglibile bordello e faccio una stima dell'inestimabile danno.
Penso che il nostro stereo, orgoglio di Hasuna, sia deceduto nell'impatto col pavimento.
Il mio pc, che trovavasi sulla scrivania sottostante la mensola, era invece per fortuna illeso (se no ora non starei scrivendo questo post).

Come se il danno non bastasse, aggiungiamoci la menata di Hasuna che arriva a letto, si infila sotto le coltri, e... aspetto: strano che non dica ancora niente.
E infatti:
- Lo sapevo che quella mensola non reggeva.
Taccio. So dove vuole arrivare.
- Quella mensola era l'unica cosa che hai messo tu qui dentro.
Incalza. Ora la palla sta a me. Dialetticamente ho sempre la meglio: dopo tutto, gioco in casa. Ma stavolta mi scarseggiano gli argomenti.
- Non l'ho messa nemmeno io: avevo una panza di nove mesi all'epoca, come avrei potuto?
Bisbiglio in un sibilo per non svegliare di nuovo la creatura.
- Qualcuno l'avrà messa. Io sono sicuro che non l'ho messa io: lo sapevo che questo muro di merda non teneva.
- L'ha messa Totto (ndr: mio fratello).
- Ah, ecco. Perché glie l'hai chiesto tu.
- Beh, se tu l'avresti fatto meglio, potevi metterla tu: te l'avrò chiesto dieci volte.
- Non è questo il discorso: non sono mai stato d'accordo con questa mensola! Non era il suo bosto.
- Beh, allora trovane un altro per lo stereo.
- Tanto ormai è da buttare.
(Touché. Quindi è colpa mia. Meglio cambiare argomento.)
- E ora come farà Zorro a salire sul soppalco?
- Gatto di merda!
Ecco: quando non ha più voglia di discutere, deve insultare il mio gatto.
- Almeno lui è capace a saltare. Panzumen non ce la fa neppure ad arrivare alla scrivania.
- Scommetto che ora è stato Zorro che ci è saltato sopra e l'ha fatta crollare!
- Beh, meglio ora, che non c'era sotto la pupa. Ti immagini se cascava una volta che sotto ci stava la carrozzina con lei dentro? Se fosse stato davvero lui dovremmo essergli grati. Zorro ha salvato la pupa!
E ho vinto un'altra volta!

Così è andata: la nostra casa ci sta dando chiari segni di insofferenza, e ci sta letteralmente crollando addosso.
Prima la strage in cucina, poi il letto, e adesso questo.
Che sia animata e abbia deciso di muoverci un mobbing spietato?
Beh, staremo a vedere. Chi la dura la vinca, dico io.
E noi siamo parecchio motivati a restare, anche perché non sapremmo dove altro andare.

8 commenti:

  1. suster mi fai sempre ridere....noi ci stiamo trasferendo in una casa più grande se serve vi ospitiamo!

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  2. Grazie! Per ora resistiamo. Speriamo solo che il prossimo a venir giù non sia il soppalco... non tanto per le assi di legno, che non sono poi tanto pesanti, quanto per tutto il ciarpame che ci teniamo sopra...

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  3. :DDD mitica come sempre! ma almeno le lenti a contatto dopo tutto ciò te le sei levate? io dopo che il nano mini mi ha cacciato un dito nell'occhio 10 mesi fa non le ho più messe...

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  4. Beh, le lenti a contatto possono fare da scudo per eventuali incidenti del genere, oltre che dimostrarsi utilissime quando si tagliano le cipolle. Sto mettendo i miei occhi a dura prova: loro non le tollerano quasi più. Io del resto non tollero gli occhiali... dobbiamo per forza di cose scendere a compromessi!

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  5. Ma adesso ogni volta che i tuoi post si faranno attendere io staró in pensiero!
    Mmmmh... Quando ti va fai pure una deviazione, che una tazza in più per il tè c'é ;)

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  6. Grazie per l'invito.. dove hai detto che rimane casa tua?

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  7. Ciao Sus,
    stavo per rispondere ad un altro post molto più serio ma ho lasciato stare. Credo che tu sai bene quanto vi siamo vicini. Mi limito solo a dirti che la comunicazione è molto importante per conoscere persone, fatti, modi di pensare, realtà lontane e sconosciute; possiamo crescere e migliorare soltanto attraverso la conoscenza e nulla è migliore di quello che si può conoscere direttamente dalle persone che vivono determinate situazioni.
    Ma ti scrivo su questo post per farti una domanda: che io sappia questo è almeno il secondo crollo, chi aveva montato lo scolapiatti? :)))
    un bacio Alberta

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  8. A ha ha ha ! ho capito dove vuoi arrivare! no, non era stato Totto quella volta! lo scolapiatti lo abbiamo ereditato dalla casa, e la sottoscritta aveva rimediato con una soluzione molto arrangiata ad un semi-crollo di qualche anno fa. Colpa mia.
    Grazie per la tua partecipazione alle vicende di cui parli. Spero che la mia piccolissima testimonianza possa avere aperto finestre su questa realtà a qualcuno che passava sbadato accanto all'ennesima dimostrazione di orrore che la storia contemporanea ci ragala. Un abbraccio.
    Sus

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