Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per la pupa.
Ecco come volevo intitolare quest'oggi. Ma poi mi son detta: meglio lasciare le idiozie fuori dal titolo, che poi mi becco gli accidenti dei ricercatori su Google interessati a tutt'altro.
La pupa fa piccoli passi, e non sto parlando solo di passi mataforici.
Eh, per ora sono solo passi accompagnati dalle mani della mamma, ma sempre più spesso la vedi che tenta esperimenti di equilibrio.
Fa così: si bilancia bene sui piedi, si drizza sulle ginocchia, poi, come chi si appressa ad eseguire un numero da circo spettacolare, molla la presa con le mani dal punto di appoggio, drizza anche la testa e ti guarda, sguardo a metà tra la sfida e l'aspettativa di plauso.
E se il messaggio non è ben chiaro, ti invita pure a batterle le mani, battendole lei per prima, come il tizio che anima il pubblico nei programmi televisivi, anche se questo esercizio poi contribuisce non di rado a farle perdere l'equilibrio.
Lei comunque continua a gattonare.
Adora le scale: sono state il suo sport preferito durante la permanenza a casa della nonna.
E a proposito, casa di nonna è stato teatro di tuta una serie di piccoli passi, anche metaforici stavolta, verso l'acquisizione di una maggior autonomia. Così, all'improvviso, si dorme, si mangia, si viaggia, si gioca, si comunica in maniera nuova.
E a volte mi viene da pensare, quando la guardo compiere queste prodezze: "Ma tu, da dove accidenti sei uscita?
Perchè io non la conoscevo nemmeno, un anno fa, questa persona, e ora è qui, così familiare, così indispensabile al mio quotidiano, ché mi aggrappo a lei come all'unica cosa che sia in grado di dare un senso a queste mie giornate sfasate, senza obiettivi, senza dei ritmi fissi che le scandiscano...
Va be', ma parlavo di lei, che ha quasi un anno, e una personalità che a me ne basterebbe la metà per sentirmi forte, e ascolta e impara e ripete tutto, vigile, e mi insegue per casa trascinandosi dietro le scarpe (le mie!) che sono la sua passione (accidenti, da chi l'ha presa questa? Non da me, certo), e pretende che io me le metta. Scarpe indossate solo una volta in vita mia e poi archiviate nella loro originale scatole di cartone, lei le riesuma.
"Ecco, mamma, oggi mettiti queste".
E io lo faccio, solo per farla contenta.
Cosa non si fa per i figli.
E ancora mi viene da dirle: "Ma tu, da dove caspita sei uscita fuori?"
(Master, dando un'occhiata allo schermo del pc: "Ma la vuoi finire di fotografarti i piedi? Mi sembri psicopatica! Feticista, come si dice?"
"E' il dovere di cronaca, Master, il dovere di cronaca".)
Avevo iniziato con la seria intenzione di annotare i piccoli passi compiuti da pupa negli ultimi tempi, ma... Non mi regge la concentrazione, oggi. Non sono in vena, non mi sento ispirata. Languo a tapparelle chiuse, e aspetto lei che si svegli con il petto di tacchino a stufare al vapore nella pentola del couscous, per lei.
Porzionerò. Non il tacchino. I passetti della pupa. Passo passo. Giorno giorno. Abbiate pazienza. A volte mi sovviene la vanità del tutto. Perdo il senso di ciò che faccio e perdo il filo.
Ne esce roba tipo questa. Meglio chiuderla qui. Passo e chiudo.
Ecco come volevo intitolare quest'oggi. Ma poi mi son detta: meglio lasciare le idiozie fuori dal titolo, che poi mi becco gli accidenti dei ricercatori su Google interessati a tutt'altro.
La pupa fa piccoli passi, e non sto parlando solo di passi mataforici.
Pupa, della tribù dei Piedineri. |
Fa così: si bilancia bene sui piedi, si drizza sulle ginocchia, poi, come chi si appressa ad eseguire un numero da circo spettacolare, molla la presa con le mani dal punto di appoggio, drizza anche la testa e ti guarda, sguardo a metà tra la sfida e l'aspettativa di plauso.
E se il messaggio non è ben chiaro, ti invita pure a batterle le mani, battendole lei per prima, come il tizio che anima il pubblico nei programmi televisivi, anche se questo esercizio poi contribuisce non di rado a farle perdere l'equilibrio.
Lei comunque continua a gattonare.
Adora le scale: sono state il suo sport preferito durante la permanenza a casa della nonna.
E a proposito, casa di nonna è stato teatro di tuta una serie di piccoli passi, anche metaforici stavolta, verso l'acquisizione di una maggior autonomia. Così, all'improvviso, si dorme, si mangia, si viaggia, si gioca, si comunica in maniera nuova.
E a volte mi viene da pensare, quando la guardo compiere queste prodezze: "Ma tu, da dove accidenti sei uscita?
Perchè io non la conoscevo nemmeno, un anno fa, questa persona, e ora è qui, così familiare, così indispensabile al mio quotidiano, ché mi aggrappo a lei come all'unica cosa che sia in grado di dare un senso a queste mie giornate sfasate, senza obiettivi, senza dei ritmi fissi che le scandiscano...
Va be', ma parlavo di lei, che ha quasi un anno, e una personalità che a me ne basterebbe la metà per sentirmi forte, e ascolta e impara e ripete tutto, vigile, e mi insegue per casa trascinandosi dietro le scarpe (le mie!) che sono la sua passione (accidenti, da chi l'ha presa questa? Non da me, certo), e pretende che io me le metta. Scarpe indossate solo una volta in vita mia e poi archiviate nella loro originale scatole di cartone, lei le riesuma.
"Ecco, mamma, oggi mettiti queste".
E io lo faccio, solo per farla contenta.
Cosa non si fa per i figli.
E ancora mi viene da dirle: "Ma tu, da dove caspita sei uscita fuori?"
(Master, dando un'occhiata allo schermo del pc: "Ma la vuoi finire di fotografarti i piedi? Mi sembri psicopatica! Feticista, come si dice?"
"E' il dovere di cronaca, Master, il dovere di cronaca".)
Avevo iniziato con la seria intenzione di annotare i piccoli passi compiuti da pupa negli ultimi tempi, ma... Non mi regge la concentrazione, oggi. Non sono in vena, non mi sento ispirata. Languo a tapparelle chiuse, e aspetto lei che si svegli con il petto di tacchino a stufare al vapore nella pentola del couscous, per lei.
Porzionerò. Non il tacchino. I passetti della pupa. Passo passo. Giorno giorno. Abbiate pazienza. A volte mi sovviene la vanità del tutto. Perdo il senso di ciò che faccio e perdo il filo.
Ne esce roba tipo questa. Meglio chiuderla qui. Passo e chiudo.
A me piacciono tanto questi fili che sembrano tirati a caso. Sarà che anch'io sto un po' sfasata in questi giorni ma mi ha fatto emozionare il tuo aggrapparti alla pupa. Conosco la sensazione.
RispondiEliminaCi sono volte che se non ci fosse Di mi sembrerebbe di galleggiare nel vuoto come il mio unico neurone...
A noi ce piace pure la roba come questa!!!!!!!
RispondiEliminaUn abbraccio
ma che cosa carina....i primi passetti, anche la mia sta inziando ed è bellissimo vederla diventare più grande, davvero stupendo!!!!un bacione alla donna dalle mille scarpe e feticista e alla bimba tribu dei piedi neri!!!!!
RispondiEliminaIo appartengo alla tribù dei PiediNeri, dal momento che amo stare scalza il più possibile.
RispondiEliminaSono belli questi post, gocce di un mondo intero che sono le nostre creature.
noi siamo di una tribù diversa: piedi zozzi. Potremmo riunirci un giorno:)
RispondiEliminaindispensabile: che bella questa parola, che io non uso mai per nulla (ok, nicotina esclusa) e per mia figlia invece mi sembra perfetta :)
RispondiEliminagiuppy
Sono talmente tanti e diluiti nel tempo, i loro progressi, che è difficile star loro dietro! Tenerne di conto serve, per non ritrovarci a pensare "ma tu chi sei?" quando incontriamo per casa esserini che l'anno prima faticavano persino a tenere gli occhi aperti!
RispondiEliminaPedini da mangiare (dopo un bel bagno!!!)
Anche i commenti, a volte, escono un pò così... sarà il caldo!
Grazie per stare sempre dietro ai miei deliri, o voi che mi seguite!
RispondiElimina@Simply (cambio di nick?): no no, sfatiamo subito una leggenda: non ho mille scarpe. Credo di averne 7 paia in tutto, tra invernali e estive, comprese le ciabatte di gomma. Il fatto è che di quelle 7 paia ne uso diciamo 3 (comprese la ciabatte di gomma). Le altre ristagnano, in attesa di occasioni per essere usate... o della pupa!
Mafalda e Debbie: anche io, perennemente neri, pur lavandoli di continuo, ma è che la mia condizione naturale tra le tre opzioni proposte è quella illustrata nella foto numero 1, quindi si risporcano subito!
@Owl & emily:grazie per la solidarietà e comprensione. Quando il pensiero non fila, le giornate inconcludenti, la pupa furiosa... Argh!
@Giuppy: per me in questo momento è più che mai necessaria per farmi sentire nella giusta collocazione, poichè a momenti mi sembra di non avere altro su cui investire, sentirmi realizzata, utile a qualcuno, indispensabile anche io forse... anche se mi chiedo se non sia un poco egoistico questo amore materno volto all'autorealizzazione.
@tri: eppure, per quanto io abbia tutto il tempo a disposizione per osservarla crescere, e la osservi giorno dopo giorno compiere i suoi piccoli passi, pure rimango spiazzata quando faccio io un passo indietro per rimirarla nell'insieme, e vedo il prodotto finito come qualcosa di altro da me. sempre un po' destabilizzante, ma confesso che dà un gran sollievo!
Passo di qua per la prima volta: complimenti il tuo blog è davvero bello.
RispondiEliminaPer non parlare di questo post intriso di infinita dolcezza...
Grazie Hill, anche per l'apprezzamento di quest'ultimo appunto sconclusionato...
RispondiElimina