Ci sono, a volte, opinioni che vanno smentite, giudizi a priori, o presunte verità che si infrangono di fronte al filtro dell'esperienza: quello che credevi valido prima ora ti appare in tutt'altra maniera.
E ci sono periodi della vita in cui tutto ciò diventa più palese, più evidente, forse perché, semplicemente hai più occasioni per confrontarti con le tue precedenti certezze, prive di reali e solide basi, forse perché ti costringono ad una crescita e ad un adattamento costante.
Ovviamente sto parlando della maternità...
Si cresce tanto, insieme ai figli, sin da subito, non si scappa. Si cresce però con cognizione di causa e consapevolezza solamente se si ha la pazienza e la volontà di prestare loro attenzione, orecchio e sguardo, se si prova a percepire il mondo dal loro punto di vista, attraverso i loro strumenti.
Quello che impari tra le altre cose è quali strumenti mettere a loro disposizione per facilitare la loro conoscenza del mondo, per affinarne le capacità logiche e comunicative.
Per quanto mi riguarda, sin da molto presto, complice una sorella-zia che di bambini piccoli se ne intende per lavoro e vocazione, ho iniziato a rapportarmi alla pupa e al gioco con lei attraverso lo strumento del libro.
Il libro, io ritengo sia uno strumento fantastico, multifunzionale, pratico.
Un libro da leggere, fin da tenerissima età (noi, dicevo, abbiamo iniziato intorno ai 10 mesi) può essere un'attività rilassante per una madre che impazzisce dietro a un bambino con una soglia di attenzione minima, e dall'altro lato insegna al bambino a mantenere l'attenzione più a lungo su un'unica attività.
Per me un buon libro per bambini deve gode re di alcuni requisiti imprescindibili:
essere facilmente trasportabile, ché in viaggio o in giro per sale d'attesa può salvarti la vita più di qualsiasi giocattolo, che stufa presto;
essere maneggiabile, e non maneggevole: maneggiabile si intende che deve essere resistente ad urti, cadute, strappi, trazione, sbatacchiamenti... insomma, da battaglia. Un bambino deve essere libero di sfogliarlo e toccarlo da solo, anche senza l'intervento di un adulto senza minarne l'integrità;
essere sintetico, sia per quanto riguarda il testo che le immagini: il testo deve essere facilmente memorizzabile, comprensibile, ma soprattutto, non stufare, sovrabbondando di troppi aggettivi e avverbi (poco utili alla sostanza della storia) e descrizioni. (Non dimentichiamo poi che alla mamma toccherà leggerlo più e più volte anche in uno stesso giorno, quindi, l'essenzialità è basilare).
Per quanto riguarda le illustrazioni, dopo essermi fatta una certa gavetta, devo dire che, per quanto riguarda i bambini molto piccoli (prima fascia di lettori: sotto i 2 anni), un'immagine per essere fruibile e godibile da un bambino deve essere:
Coerente con il testo, così da esemplificare la lettura;
Intellegibile: una grafica eccessivamente elaborata, costruzioni complesse e ridondanti di elementi non necessari penalizza la comprensione della scena; per questo anche molti illustratori di libri per bambini elaborano uno stile volutamente "infantile", almeno solo in apparenza, poiché mutua solo alcune tecniche rappresentative dal disegno dei bambini, per esempio forme molto semplici, spazialità appiattita, un forte schematismo.
Non fuorviante: perché mi sono ritrovata troppo spesso davanti a illustrazioni brutte di cavalli che parevan cani, formiche simili a scimmie, difficilmente identificabili anche per un adulto, che del mondo dovrebbe già possedere una conoscenza e un bagaglio di nozioni abbastanza completo, figuriamoci per un bambino che quel bagaglio di nozioni inizia solo ora a costruirselo, e come è normale che sia, già è tanto se in due anni di vita può aver visto un paio di volte una mucca, figuriamoci un elefante o una scimmia...
Fatto questo lungo preambolo, arriverò a parlare di quel che mi premeva: i libri a tre dimensioni (anche detti pop-up).
Allora (come esordisce sempre la pupa quando si accinge ad aprire uno dei suoi libretti): partiamo dal presupposto che a me non sono mai piaciuti, pur avendone maneggiati assai pochi in vita mia.
E' che questi libri, fragilissime filigrane di cartone, origami progettati per aprirsi a corolla ad ogni nuovo voltarsi di pagina, mi sembravano contravvenire in primo luogo al punto 2 del mio prontuario: un libro del genere in mano a un bambino finisce assai presto in coriandoli, oppure, se il genitore è ordinato e maniaco della disciplina e del controllo, lo mostrerà al bambino SOLO ed esclusivamente dalle sue mani -guardare ma non toccare- e smorzerà con toni aspri qualsiasi intervento esuberante della sua irruenta manina appiccicaticcia di banana e yogurt.
A me piace che mia figlia possa prendere da sola i suoi libri, sfogliarli per conto suo, e ultimamente la sorprendo sempre più spesso a confabulare tra sé mentre ne scorre le pagine. Dal suo punto di vista... sta leggendo!
Mi piace che prenda dimestichezza con questi preziosi strumenti-compagni di gioco-porte per mondi immaginari fin da piccolissima. Per questo non mi è mai piaciuta l'idea di un libro fragile, da non-sfogliare, o sfogliare coi guanti.
Secondo: un libro di per sè è già un oggetto dotato di molteplici dimensioni.
C'è la dimensione narrativa, temporale, della storia che si dipana sotto le sue dita, attraverso le pagine.
C'è quella spaziale, delle illustrazioni bidimensionali, me nelle quali lui/lei imparano a individuare e a immaginare la profondità, simulata dalla prospettiva del disegno.
C'è quella materica, del libro fatto di pagine, che è un oggetto solo, ma è anche tanti oggetti, perché a ogni nuova svolta di pagina si apre una nuova visione, un diverso momento della narrazione, diversi ambienti e personaggi diversamente atteggiati.
C'è quella sonora, della voce della mamma (o dell'adulto) che legge, che interpreta, e ogni volta è come uno spettacolo che viene messo in scena ogni sera su uno stesso soggetto, ma mai uguale alla volta precedente; la scrittura, per loro ancora misteriosa e intellegibile, si traduce in linguaggio e suoni, talvolta musicali, ritmati, in rima o anche in canzoni.
A volte c'è la dimensione musicale dei libri con cd, ma lì già siamo ad un livello più complesso dal semplice libro.
Insomma io non la vedevo proprio la necessità di introdurre nel libro la terza dimensione. La vedevo più come un vezzo raffinato assai più gratificante per gli adulti che per i bambini, o almeno adatto a bambini un po' più grandi, ma comunque abbastanza superfluo.
Poi è successo che ne abbiamo ricevuto uno in regalo, ed è stato questo:
Titolo: La gallina sbarazzina
Autore:Jack Tickle
Editore: De Agostini
Voto: 8
Niente di che: il solito tema trito della fattoria e dei versi degli animali, che la pupa conosce ancora prima di dire "mamma" (infatti la prima parola "sensata" che ha detto è stata "bé-bé").
I vari animali sono accompagnati da filastrocche un po' sceme, dalla metrica pure un po' forzata, ma poco male: per lo meno hanno il pregio di essere brevi e concise.
Il pregio del libro dunque sta tutto nelle immagini, e devo dire che i disegni sono proprio graziosi e simpatici, e anche la loro animazione (a mezzo pop-up) è realizzata in maniera originale e divertente, a volte geniale!
L'asino che tira fuori la lingua quando raglia, la gallina che fa l'uovo, il topolino che si nasconde dentro a un coccio di vaso per sfuggire alle grinfie del gatto...
Devo dire che mi sono ricreduta: La gallina sbarazzina è una delle fisse della pupa del momento, ed ora che inizia ad essere un po' più grande e consapevole della funzione delle cose (e con i libri ha ormai una dimestichezza assodata) riesce a sfogliarlo anche da sola senza rovinarlo, e si diverte un sacco a far muovere le allegre bestiole, una volta che è riuscita a penetrare il meccanismo di causa-effetto che lega il voltar pagina con il moto della testa della mucca.
Solo una perplessità su questo libro: ma chi cavolo l'ha scelto il titolo? (E secondo quale criterio???)
E ci sono periodi della vita in cui tutto ciò diventa più palese, più evidente, forse perché, semplicemente hai più occasioni per confrontarti con le tue precedenti certezze, prive di reali e solide basi, forse perché ti costringono ad una crescita e ad un adattamento costante.
Ovviamente sto parlando della maternità...
Si cresce tanto, insieme ai figli, sin da subito, non si scappa. Si cresce però con cognizione di causa e consapevolezza solamente se si ha la pazienza e la volontà di prestare loro attenzione, orecchio e sguardo, se si prova a percepire il mondo dal loro punto di vista, attraverso i loro strumenti.
Quello che impari tra le altre cose è quali strumenti mettere a loro disposizione per facilitare la loro conoscenza del mondo, per affinarne le capacità logiche e comunicative.
Per quanto mi riguarda, sin da molto presto, complice una sorella-zia che di bambini piccoli se ne intende per lavoro e vocazione, ho iniziato a rapportarmi alla pupa e al gioco con lei attraverso lo strumento del libro.
Il libro, io ritengo sia uno strumento fantastico, multifunzionale, pratico.
Un libro da leggere, fin da tenerissima età (noi, dicevo, abbiamo iniziato intorno ai 10 mesi) può essere un'attività rilassante per una madre che impazzisce dietro a un bambino con una soglia di attenzione minima, e dall'altro lato insegna al bambino a mantenere l'attenzione più a lungo su un'unica attività.
Per me un buon libro per bambini deve gode re di alcuni requisiti imprescindibili:
essere facilmente trasportabile, ché in viaggio o in giro per sale d'attesa può salvarti la vita più di qualsiasi giocattolo, che stufa presto;
essere maneggiabile, e non maneggevole: maneggiabile si intende che deve essere resistente ad urti, cadute, strappi, trazione, sbatacchiamenti... insomma, da battaglia. Un bambino deve essere libero di sfogliarlo e toccarlo da solo, anche senza l'intervento di un adulto senza minarne l'integrità;
essere sintetico, sia per quanto riguarda il testo che le immagini: il testo deve essere facilmente memorizzabile, comprensibile, ma soprattutto, non stufare, sovrabbondando di troppi aggettivi e avverbi (poco utili alla sostanza della storia) e descrizioni. (Non dimentichiamo poi che alla mamma toccherà leggerlo più e più volte anche in uno stesso giorno, quindi, l'essenzialità è basilare).
Per quanto riguarda le illustrazioni, dopo essermi fatta una certa gavetta, devo dire che, per quanto riguarda i bambini molto piccoli (prima fascia di lettori: sotto i 2 anni), un'immagine per essere fruibile e godibile da un bambino deve essere:
Coerente con il testo, così da esemplificare la lettura;
Intellegibile: una grafica eccessivamente elaborata, costruzioni complesse e ridondanti di elementi non necessari penalizza la comprensione della scena; per questo anche molti illustratori di libri per bambini elaborano uno stile volutamente "infantile", almeno solo in apparenza, poiché mutua solo alcune tecniche rappresentative dal disegno dei bambini, per esempio forme molto semplici, spazialità appiattita, un forte schematismo.
Non fuorviante: perché mi sono ritrovata troppo spesso davanti a illustrazioni brutte di cavalli che parevan cani, formiche simili a scimmie, difficilmente identificabili anche per un adulto, che del mondo dovrebbe già possedere una conoscenza e un bagaglio di nozioni abbastanza completo, figuriamoci per un bambino che quel bagaglio di nozioni inizia solo ora a costruirselo, e come è normale che sia, già è tanto se in due anni di vita può aver visto un paio di volte una mucca, figuriamoci un elefante o una scimmia...
Fatto questo lungo preambolo, arriverò a parlare di quel che mi premeva: i libri a tre dimensioni (anche detti pop-up).
Allora (come esordisce sempre la pupa quando si accinge ad aprire uno dei suoi libretti): partiamo dal presupposto che a me non sono mai piaciuti, pur avendone maneggiati assai pochi in vita mia.
E' che questi libri, fragilissime filigrane di cartone, origami progettati per aprirsi a corolla ad ogni nuovo voltarsi di pagina, mi sembravano contravvenire in primo luogo al punto 2 del mio prontuario: un libro del genere in mano a un bambino finisce assai presto in coriandoli, oppure, se il genitore è ordinato e maniaco della disciplina e del controllo, lo mostrerà al bambino SOLO ed esclusivamente dalle sue mani -guardare ma non toccare- e smorzerà con toni aspri qualsiasi intervento esuberante della sua irruenta manina appiccicaticcia di banana e yogurt.
A me piace che mia figlia possa prendere da sola i suoi libri, sfogliarli per conto suo, e ultimamente la sorprendo sempre più spesso a confabulare tra sé mentre ne scorre le pagine. Dal suo punto di vista... sta leggendo!
Mi piace che prenda dimestichezza con questi preziosi strumenti-compagni di gioco-porte per mondi immaginari fin da piccolissima. Per questo non mi è mai piaciuta l'idea di un libro fragile, da non-sfogliare, o sfogliare coi guanti.
Secondo: un libro di per sè è già un oggetto dotato di molteplici dimensioni.
C'è la dimensione narrativa, temporale, della storia che si dipana sotto le sue dita, attraverso le pagine.
C'è quella spaziale, delle illustrazioni bidimensionali, me nelle quali lui/lei imparano a individuare e a immaginare la profondità, simulata dalla prospettiva del disegno.
C'è quella materica, del libro fatto di pagine, che è un oggetto solo, ma è anche tanti oggetti, perché a ogni nuova svolta di pagina si apre una nuova visione, un diverso momento della narrazione, diversi ambienti e personaggi diversamente atteggiati.
C'è quella sonora, della voce della mamma (o dell'adulto) che legge, che interpreta, e ogni volta è come uno spettacolo che viene messo in scena ogni sera su uno stesso soggetto, ma mai uguale alla volta precedente; la scrittura, per loro ancora misteriosa e intellegibile, si traduce in linguaggio e suoni, talvolta musicali, ritmati, in rima o anche in canzoni.
A volte c'è la dimensione musicale dei libri con cd, ma lì già siamo ad un livello più complesso dal semplice libro.
Insomma io non la vedevo proprio la necessità di introdurre nel libro la terza dimensione. La vedevo più come un vezzo raffinato assai più gratificante per gli adulti che per i bambini, o almeno adatto a bambini un po' più grandi, ma comunque abbastanza superfluo.
Poi è successo che ne abbiamo ricevuto uno in regalo, ed è stato questo:
Autore:Jack Tickle
Editore: De Agostini
Voto: 8
Niente di che: il solito tema trito della fattoria e dei versi degli animali, che la pupa conosce ancora prima di dire "mamma" (infatti la prima parola "sensata" che ha detto è stata "bé-bé").
I vari animali sono accompagnati da filastrocche un po' sceme, dalla metrica pure un po' forzata, ma poco male: per lo meno hanno il pregio di essere brevi e concise.
Il pregio del libro dunque sta tutto nelle immagini, e devo dire che i disegni sono proprio graziosi e simpatici, e anche la loro animazione (a mezzo pop-up) è realizzata in maniera originale e divertente, a volte geniale!
L'asino che tira fuori la lingua quando raglia, la gallina che fa l'uovo, il topolino che si nasconde dentro a un coccio di vaso per sfuggire alle grinfie del gatto...
Devo dire che mi sono ricreduta: La gallina sbarazzina è una delle fisse della pupa del momento, ed ora che inizia ad essere un po' più grande e consapevole della funzione delle cose (e con i libri ha ormai una dimestichezza assodata) riesce a sfogliarlo anche da sola senza rovinarlo, e si diverte un sacco a far muovere le allegre bestiole, una volta che è riuscita a penetrare il meccanismo di causa-effetto che lega il voltar pagina con il moto della testa della mucca.
Solo una perplessità su questo libro: ma chi cavolo l'ha scelto il titolo? (E secondo quale criterio???)
Ci sto mettendo una vita, ma piano piano sto illustrando i libri che costituiscono la personale piccola biblioteca della pupa: ci tengo a precisare (giusto per chi non mi conoscesse per quella minchiona che sono) che non sono una studiosa né un'esperta di pensiero cognitivo né di pedagogia. Le mie osservazioni su questo argomento sono puramente empiriche e speculative, e riflettono un mio personale parere in merito.
E' che per i libri per l'infanzia ci ho proprio un chiodo fisso: mi piacciono troppo, se no non avrei resistito ad una loro lettura reiterata incessante e continua per mesi e mesi!
Se vi può interessare leggere le altre recensioni consultate pure l'etichetta Libri di pupa.
Qui trovate la libreria completa della pupa su Anobii, con le recensioni scritte da miafiglia-piccolo-genio-letterario di suo proprio pugno (e vabbé, non credeteci allora!).
Qui invece trovate il link all'iniziativa I venerdì del libro, di Homemademamma: se non la conoscete andate a dare una sbirciata. E' un secolo che voglio partecipare e non lo faccio.
Chissà se accetterà il contributo di questo mio post oceanico...
Intanto benvenuta allora e grazie di questo bellissimo post! Jessica
RispondiEliminaGrazie per il benvenuto e per il "bellissimo post"... spero di non essere stata troppo prolissa, ma era da tempo che mi ripromettevo di esprimere queste mie riflessioni sui libri per piccolissimi, che a mio parere necessitano di un capitolo a parte all'interno della macrocategoria "libri per bambini". Spero di essere riuscita a chiarire il mio pensiero.
EliminaA presto!
Molto interessanti queste tue considerazioni: le condivido in pieno!
RispondiEliminaAnche io non ho mai molto amato i pop-up, e finora vedo che anche D. non li ha ancora "compresi" in pieno, ma c'è tempo :)
Sbirciando tra i tuoi post ho visto che i nostri bimbi hanno molti libri in comune: pensa che Guarda c'è un buco l'abbiamo (ri)letto stamattina prima di andare al nido: lo so a memoria ;)
Io credo che l'offerta dei libri per bambini piccoli in libreria sia molto limitata, e che gira che ti rigira trovi sempre gli stessi libri, da anni (soprattutto per quantoo riguarda quelli di buona qualità). Infatti il Libro coi buchi è un classico,e "Ambleto" è uno dei personaggi che la pupa ha amato di più (in effetti è simpaticissimo!)
EliminaE riguardo al saperli a memoria, siamo almeno in due(tre se consideriamo anche la pupa).
Allora ti metto alla prova... (non sbirciare):
"Ma non è un buco, che idea balzana!" Risponde il...
;D
Picchio, è la mia tana!
Elimina(non posso sbirciare, non sono a casa :D)
Dimenticavo, "per colpa tua" mi sono iscritta ad aNobii :)
EliminaBenissimo! ;D
EliminaEcco, Amleto e in generale molti libri delle edizioni la Coccinella sono nostri compagni di avventure quotidiani. La penso esattamente come te: la Purulla ormai ha una trentina di libretti, e ora che è lei a scegliere e a portarmi quello che desidera leggere con me è una meraviglia :)
RispondiEliminaLa pupa invece sta iniziando ad assaporare il piacere della lettura individuale (anche se nella maggior parte dei casi leggiamo ancora insieme) ed è spassosissima! Anche perchè, se li ho imparati a memoria tutti io, come minimo li ha imparati pure lei, e non avrà proprio bisogno dell'ausilio della parola scritta per "leggerli"!
Eliminacredo di avere della tua stessa collana "la scuimmietta pasticciona" o qualcosa del genere... non me lo ricordo bene perché a alla casa al mare.
RispondiEliminaperò ti dico che la testa della tartaruga del po up ha avuto vita brevissima: concordo con te sulla terza diensione, può essere un vezzo per bimbi intorno a 5-6 anni, altrimenti è una mezza tortura per una mamma bibliotecaria!!!
Mezza tortura è proprio il temrine esatto!
EliminaAnche io nutro una specie di ossessione circa il rispetto dell'integrità dei libri, e però al tempo stesso non mi va di penalizzare il suo libero approccio alla lettura e alla manipolazione dei libri. Pop-up mi sembrava non poter mettere d'accordo le due cose.
Però ci sono alcuni pop-up (come questo) evidentemente pensati per lettori più giovani, che si presentano più semplici ed estremamente maneggevoli (come questo qui), e con soddisfazione devo dire che lei ha dimostrato di possedere più tatto e disciplina di quanto non avrei mai sperato...
Mmmmm io devo essere d'accordo con te :-D
RispondiEliminaPurtroppo a me i libri pop up mi piacciono tantissimo. Uniscono la passione per l'illustrazione e la fissa (lavorativa) per la cartotecnica. Se unisco illustrazione a fustella... ecco il mio lavoro ideale :-D
Però sono completamente d'accordo con la tua disamina! Ho provato a comprarene a Di, forse troppo presto... e la gioia più grande, dopo averlo guardato 5 o 6 volte è stata proprio quella di smontarlo, per vedere cosa ci stava dietro. E' vero che è stato molto tempo fa, ma in generale secondo me la terza dimensine nei libri, prorio come dici tu, è un surplus non sempre digeribile.
Attualmente siamo in fissa con Rosso Micione, arriviamo a leggerlo anche tre o quattro volte solo prima di dormire. Però per me è un libro bellissimo, qindi la fatica alla fine è relativa.
(odio girare con le macchinine intorno al divano invece!! ossignore se non lo sopporto!)
Ah ah ah! E' che tu sei una femminuccia, ovvio che non possa soffrire i Gran Premi di F1! (cosa ci sarà di bello in quegli scemi che girano sempre sullo stesso circuito? Mah!)
EliminaIo invece sono in sintonia con quasi tutti i giochi della pupa, forse perchè l'ho plasmata a mia immagine e somiglianza? L'unica cosa che mi mette davvero in crisi sono i giochi con le bambole, ma per fortuna non sembrano entusiasmare neppure lei!
Il punto rispetto ai pop-up è che tu li consideri da un punto di vista artistico-estetico, e non ci sono dubbi che molti di essi siano dei veri e propri capolavori di ingegneristica cartacea.
Io invece stavo parlando di loro da un punto di vista pratico-utilitaristico, ed è davvero uno strazio dover leggere con lei un libro la cui stessa conformazione la porterebbe ad esplorarne più a fondo i meccanismi e però doverle impedire di farlo in maniera troppo turbolenta, che poi è l'unica che conosce. Ci sarà tempo per imparare il rispetto per gli oggetti. per il momento ritengo più importante l'esplorazione manuale (Oh, be: il rispetto per i libri e gli altri giochi glie lo sto già insegnando, ma non pretendo certo che tratti un libro come un'adulta!).
Il Rosso Micione mi manca! (ma è una specie di Amleto?) :)
Eccolo qua! Noi siamo ancora nel tunne, ma piace molto anche a me! http://www.bohempress.it/rossomicione.htm
EliminaMi piace molto il tuo post...delle riflessioni che condivido!
RispondiEliminaGrazie! Detto da te lo considero un grande onore! :)
EliminaBenvenuta tra noi. E grazie per il tuo ottimo contributo!
RispondiEliminaGrazie Stefania. Non mi aspettavo un'accoglienza così calorosa! :D
EliminaCiao,
RispondiEliminabenvenuta tra noi! Altro che non accettare il tuo contributo, mi ci butto a pesce ;-)
Mi sono piaciute molto le tue riflessioni.
Riguardo ai pop-up a me e PF piacciono molto anche se penso che debbano essere proposti ad un certa età in modo che il bambino li possa "godere" appieno da solo, senza adulti che gli dicano di stare attento o che si sostituisciano a lui e soprattutto senza paura di romperli.
Mi sono fermata a riflettere su quanto hai scritto in merito al testo "sintetico". Da una parte sono d'accordo con te, ma dall'altra mi accorgo che al mio PF sono sempre piaciuti i libri con testi (chiamiamoli) ricercati, pieni di parole difficili e a volte perfino prolissi. Non so: sul piano teorico concordo con te, ma PF mi ha spiazzata.
Un bacione e ancora benvenuta!
Paola
Evidentemente ho sottovalutato il piacere che alcuni bimbi possono provare all'ascolto e al suono della parola. Caspita! PF dev'essere sicuramente un bambino molto curioso e disposto verso l'ascolto, e io devo ancora imparare a non trarre conclusioni affrettate dalle mie personali esperienze.
EliminaLa pupa sta imparando ultimamente a seguire anche i racconti un po' più strutturati e svincolati dall'immagine diretta, da canzoni o filastrocche, diciamo a partire da Natale (lei ora ha 20 mesi).
prima di allora quando affrontavamo la lettura di uno di questi libri più "Impegnativi" (ad esempio quella di un libro di favole dei Grimm illustrate) mi toccava esemplificare al minimo essenziale la storia, ma proprio in due parole e mezzo per stare dietro a lei che non vedeva l'ora di correre all'illustrazione successiva. Più passa il tempo più la lettura di quel libro inizia a farsi più accurata e particolareggiata, quindi credo sia un discorso di soglia di attenzione e capacità di astrazione del racconto verbale dalle figure. Magari ci sono bambini che raggiungono prima certi obiettivi.
Però volevo precisare che queste osservazioni si riferiscono ai libri destinati proprio della primissima fascia di lettori, perchè è quella di cui ho fin ora esperienza.
Grazie per essere passata qui e per le tue parole!
Molto felice di essere stata "ammessa" al venerdì! :D
Ma che bello Suster, e benvenuta!
RispondiEliminaGrazie cara Povna, purtroppo dubito di riuscire a tenere il vostro regolare passo settimanale... ma cercherò di rifarmi viva, prima o poi, con qualche altro librone impegnato tipo Giulio Coniglio va al mare o Pimpa e il sole... Lo so lo so che potrei dedicarmi a letture un po' più rilassanti, ma amo mettere alla prova le mie capacità intellettuali. che ci vuoi fare! ;D
RispondiEliminaciao Suster, che bello, benvenuta nel club del VdL! :)
RispondiEliminami è piaciuta molto la tua analisi: accidenti mi sembra passata un vita da quella fase. qui siamo a 4 e tutto cambia, i pop up sono i suoi e miei preferiti e il tuo di oggi lo abbiamo (molto carino)
Anche io come Owl rimango affascinata dal progetto cartotecnico, dalla grafica, ma anche dai messaggi.
Sulla lunghezza dipende molto dall'età e dall'abitudine all'ascolto. io ho sempre letto precocemente e descritto ampiamente le figure e a mia figlia puoi leggere un romanzo dato per bimbi dagli 8 che non si stanca, anzi....ma le cose cambiano repentinamente, a volte poi le piace ripescare libri per bimbi piccolissimi e leggerli e rileggerli anche 3 volte di fila!
mi piace molto l'espressione che hai usato: crescere insieme ai bambini, la velocità la stabiliscono loro :)
ciao!
Spero che i pop-up mi riservino ancora altre gioie e riescano a farmi ricredere completamente del mio iniziale scetticismo. non è che non mi piacciano: è che li ritengo dal mio modo ortodosso e puritano di considerare la lettura, già "altro" dal libro. ma mi rendo conto che è solo un mio pregiudizio: nulla vieta che la pura lettura possa essere col tempo affiancata ad altri tipi di intrattenimento e divertimento, o, come dite voi, dall'appagamento di un sentire estetico o dall'apprezzamento della maestria tecnica che c'è dietro. E' poi vero che i libri per l'infanzia di oggi sono sempre più spesso illustrati da artisti di professione, che arricchiscono il valore del libro in sé dell'apporto di una grafica eccellente.
EliminaRiguardo alla sinteticità: hai ragione, ho generalizzato troppo su questo punto. Però, guarda, io la ritengo una virtù fondamentale almeno per quanto riguarda il primo approccio alla lettura, ma anche qui non posso che basarmi sulla mia singolare simpatia per alcuni e non per altri dei nostri libri.
A pesnarci bene non si tratta, come tu dici di "lunghezza" o "brevità". Ci sono libri estremamente poveri di testo che detesto allo stesso modo, perchè non raccontano niente, quando potrebbero sfruttare meravigliosamente temi assai fecondi e illustrazioni spettacolari. Si tratta però di evitare il superfluo: ciò che non aggiunge niente alla storia e l'apppesantisce.
Ti faccio un esempio, l'incipit di uno dei libri che più mi stanno sulle palle tra i nostri:
"Che verso fai? Ho chiesto alla civetta in una notte di calma perfetta. Lei stava lì, sul ramo sola sola, lisciandosi le penne civettuola. Poi sbattendo le ali, da lassù..."
Uff! Io lo trovo dispersivo e poco interessante. Ma come tu dici, ci sono bimbi che invece apprezzano le lunghe descrizioni.
E poi ci sono libri lunghissimi ma di piacevolissima lettura (come le filastrocche delle fiabe illustrate da Richard Scarry! Fantastico!)
Sarà anche che noi abbiamo iniziato a leggere con i libri cantati (tipo 44 gatti, La tartaruga...) e quindi siamo abituate a un tipo di lettura più ritmato, meno discorsivo.
Però se un testo annoia in primis la mamma, va a finire che lo nascondo pur di non doverglielo leggere! :D (ebbene sì, l'ho fatto...)
Da feticista del libro-oggetto quale sono, anch'io ho sempre esitato a proporre i pop-up alle mie bimbe, per timore che li facessero a pezzi. Tuttavia, devo ammettere che alcuni sono davvero trooooppo belli, e non ho resistito ad acquistarli. Certo, ogni volta che la piccola (17 mesi) si volge alla scoperta di uno di questi sto all'erta (non sia mai che decida di emulare la sorella che, alla stessa età, riuscì a strappare la copertina di un libro della biblioteca togliendomi un paio d'anni di vita e costringendomi a un lavoro certosino di incollaggio. Penso però che il fatto di vedermi così sconvolta sia servito a H., visto che da allora ha sempre trattato i libri con rispetto e cura).
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