Io non amo lo shopping.
Sì, avete letto bene: io odio, lo shopping, direi se fossi il puffo brontolone.
Così il sottotitolo di questo post potrebbe essere, per esempio: I hate shopping, ma in realtà poi mi annoio pure a parlarne in un intero post dedicato, di questo argomento.
E che palle, mo ve lo dico, i post che parlano di shopping!
Non mi piace la parola, non mi piace che ormai la gente la consideri un'attività a tutti gli effetti (i miei hobbies sono: fare shopping...), mi mette in crisi quando me lo impongo, e non la considero un'attività sociale. Tipo: andiamo a fare shopping con le amiche! Yuhùùù!
No, io invece ci vado da sola, come una ladra, nei ritagli di tempo, quando la giornata si preannuncia schifosetta e tanto vale metterla a frutto così, ché non ci ho più pantaloni decenti, tutti mezzi distrutti, o troppo larghi, o macchiati di candeggina, o stinti, o non mi sono mai stati bene ma ho sempre pensato che magari, prima o poi, li metto, e continuano a occupare spazio vitale nei miei scatoli di cartone.
E poi cadi nella distorsione percettiva del "non ho nulla da mettermi" quando in realtà non sai più dove infilare la roba, ad ogni nuova raccolta del bucato dallo stendino, però non trovi mai niente e ti sembri sempre una barbona, o una hippie stagionata, e se poi ti dovesse capitare si sa mai un colloquio di lavoro, così a ciel sereno? Come ci vai? Coi jeans rosa con le toppe degli animali? O con i corsari da Alì Babà bordeaux?
Va be', adesso basta, alla fine ci vai, a fare 'sto cacchio di shopping, ma non ti diverti neanche un po', anzi, un po' ti deprimi, è sempre stato così.
Fai i conti con la tua fisicità, fai i conti con il gusto imperante corrente che non coincide quasi mai col tuo, e soprattutto fai i conti con la tua disponibilità finanziaria, e scopri che dopo, quando secondo gli esperti fashion victims l'acquisto appena effettuato dovrebbe rilasciare nel tuo cervello in astinenza la sua brava dose di endorfina da desiderio di possesso materiale appagato, tu ti senti un pochino più depressa di prima, a pensare che stai a spendere soldi in vestiti che non saprai dove infilare, che domani saranno tutti pieni di peli di Panza e patacche di yogurt e moccio di pupa, e siccome non hai voglia di fare l'orlo ci farai il risvolto in fuori e te li ritroverai sotto le scarpe.
Ma comunque per fortuna i saldi sono proprio agli sgoccioli, e non c'è quasi più niente, così eviti anche di dover scegliere e ti accontenti di quel pochissimo che c'è.
Raschi il fondo del barile, cerchi solo la taglia giusta, il modello non è proprio il tuo genere, ma ti adeguerai anche alla caviglia stretta, tu che dalle medie hai giurato fedeltà alla zampa di elefante, ma ora basta, e ti accorgi con stupore che non ti stanno poi male, anche se la commessa ti guarda strano perchè solo tu puoi acquistare merce in saldo invernale a fine marzo, o ai primi di aprile e ti chiede se non vuoi vedere qualcuno di questi bei "tranch" (???) della nuova collezione. Che glie ne frega a lei, lo dice solo perchè le dicono di far così, ché uno poi per non fare la figura del morto di fame, si sente quasi in dovere di far finta di essere interessato.
-No, grazie, mi servono solo i pantaloni. ... è... per lavoro.
Menti, spudorata, anche se non ce n'era bisogno.
- Ah, che lavoro fai?
Ma che glie ne frega a lei? Non è che mi ha sgamato il bluff, e ora mi vuole smascherare e costringermi a comprare quel tranch? Siccome non so poi mentire tanto, e mi sento crescere il naso, dico l'unica cosa per cui mi siano mai serviti dei pantaloni neri:
- La cameriera in un ristornate.
- Ah, e dove? Qui in città?
- ... No.
Fine. Sono scappata, vergognandomi un po' per aver millantato un lavoro da cameriera inesistente. Potevo dire che facevo la rappresentante di marketing, se proprio volevo inventarmi un impiego, o l'usciere nei tribunali. Quello sì sarebbe figo.
Ma dopo aver raschiato il fondo del barile mi sento appesantita.
Mi sento così stanca ultimamente che la stanchezza mi pare l'unico mio stato d'animo.
Mi stupisco che la gente vedendomi non mi legga in faccia una stanchezza assoluta, che forse in realtà è solo un'idea mia di stanchezza, che magari fuori non trapela.
Stanca in genrale, di niente in particolare.
Stanca della faccia scura del Beduino, dei suoi sospiri sfogliando la posta arretrata, dei suoi pensieri che anche quando non parla glie li leggo in fronte, su quella fronte corrugata in uno stillicidio di linee orizzontali all'ennesima multa per la spazzatura del 2009, e ci leggo: "Chi me lo fa fare di stare in questo paese, massacrarmi di lavoro per non avere mai un soldo, farmi il fegato grosso di bile, salassi di tasse, permessi su carta bollata pure per scaracchiare in terra, norme contraddittorie che sembrano fatte apposta per non poter essere osservate e riscuotere sanzioni, e in sostanza farmi fottere da tutti?"
E il brutto è non avere alternative valide da proporre. Il brutto è non avere un piano B.
Pensi di rimetterti a studiare? Sei matta? Chi te lo fa fare? E poi a che serve?
La verità è che quella è forse l'unica cosa che sai di saper fare bene, ma ora non c'è più tempo: urge un piatto pronto.
Allora ci provi, metti in gioco le tue competenze, anche se ti chiedi a chi possano interessare... ne hai?
Uff... ci sono luoghi che hanno il potere di mandarti l'umore sotto le scarpe.
Uno di questi: l'Informagiovani (ma fino a quando si ha il diritto di essere giovani?). Soprattutto quando la tipa allo sportello è acida e ti risponde a minchia, come se tu dovessi conoscere la dislocazione di tutti gli uffici cui lei avrebbe il compito di instradarti. La cortesia, io medito, dovrebbe far parte del suo lavoro come condizione sine qua non.
E va be'. Cerchi invano informazioni, e ti canti in testa "I don't wanna wait in vane for my job", trovi l'aula dove due anni fa sostenesti l'esame della Provincia e vedi gente riunita. Chiedi se sono lì per l'esame della provincia, ché tu è per quello che sei venuta, anche se ancora non te lo vuoi confessare. No: per la cassa integrazione.
Ah, ecco. Risposta deprimente. D'altro canto, cosa credevi, che la usano solo per quello quell'aula?
Giri chiedi sali scendi e te ne vai carica di stampati ed elenchi, indirizzi e scadenze.
Avresti ancora da fare la spesa, e poi devi fare il bucato in lavanderia.
Non ce la puoi fare perchè hai meno di un'ora e poi vai a prendere la pupa al nido.
Allora niente: ti siedi e guardi i tuoi panni girare piano nell'oblò, e poi centrifugare veloci, e ci rimani davanti ipnotizzata. Rosa celeste turchese fucsia verdino, un bucato molto colorato, quasi niente di nero o di grigio. No: mai diviso il bucato per colori, tutto dentro, anche i bianchi, chè ogni ciclo mi costa 4 euro mica niente.
Aspetti e un poco leggi, ché ti eri portata il libro appresso apposta, e va bene così.
Tanto il giorno dopo pioverà, ma tu ancora non lo sai, e ti illudi che domattina ritirerai i panni asciutti dallo stendino.
Pensavate che avrei parlato solo di shopping?
No, quello non era ancora il fondo del barile.
Ma mi piace girare e girare e perdere il filo logico, seguendo solo l'iter dello stato d'animo.
Per fortuna che oggi almeno piove, così posso crogiolare la mia arrendevolezza in un grigiume solidale.
PS.
Per Roba da gatti questa settimana segnalo il post di Eu.
Mi rimetto ai contributi esterni. Io a 'sta botta ho dato forfait.
Sì, avete letto bene: io odio, lo shopping, direi se fossi il puffo brontolone.
Così il sottotitolo di questo post potrebbe essere, per esempio: I hate shopping, ma in realtà poi mi annoio pure a parlarne in un intero post dedicato, di questo argomento.
E che palle, mo ve lo dico, i post che parlano di shopping!
Non mi piace la parola, non mi piace che ormai la gente la consideri un'attività a tutti gli effetti (i miei hobbies sono: fare shopping...), mi mette in crisi quando me lo impongo, e non la considero un'attività sociale. Tipo: andiamo a fare shopping con le amiche! Yuhùùù!
No, io invece ci vado da sola, come una ladra, nei ritagli di tempo, quando la giornata si preannuncia schifosetta e tanto vale metterla a frutto così, ché non ci ho più pantaloni decenti, tutti mezzi distrutti, o troppo larghi, o macchiati di candeggina, o stinti, o non mi sono mai stati bene ma ho sempre pensato che magari, prima o poi, li metto, e continuano a occupare spazio vitale nei miei scatoli di cartone.
E poi cadi nella distorsione percettiva del "non ho nulla da mettermi" quando in realtà non sai più dove infilare la roba, ad ogni nuova raccolta del bucato dallo stendino, però non trovi mai niente e ti sembri sempre una barbona, o una hippie stagionata, e se poi ti dovesse capitare si sa mai un colloquio di lavoro, così a ciel sereno? Come ci vai? Coi jeans rosa con le toppe degli animali? O con i corsari da Alì Babà bordeaux?
Va be', adesso basta, alla fine ci vai, a fare 'sto cacchio di shopping, ma non ti diverti neanche un po', anzi, un po' ti deprimi, è sempre stato così.
Fai i conti con la tua fisicità, fai i conti con il gusto imperante corrente che non coincide quasi mai col tuo, e soprattutto fai i conti con la tua disponibilità finanziaria, e scopri che dopo, quando secondo gli esperti fashion victims l'acquisto appena effettuato dovrebbe rilasciare nel tuo cervello in astinenza la sua brava dose di endorfina da desiderio di possesso materiale appagato, tu ti senti un pochino più depressa di prima, a pensare che stai a spendere soldi in vestiti che non saprai dove infilare, che domani saranno tutti pieni di peli di Panza e patacche di yogurt e moccio di pupa, e siccome non hai voglia di fare l'orlo ci farai il risvolto in fuori e te li ritroverai sotto le scarpe.
Ma comunque per fortuna i saldi sono proprio agli sgoccioli, e non c'è quasi più niente, così eviti anche di dover scegliere e ti accontenti di quel pochissimo che c'è.
Raschi il fondo del barile, cerchi solo la taglia giusta, il modello non è proprio il tuo genere, ma ti adeguerai anche alla caviglia stretta, tu che dalle medie hai giurato fedeltà alla zampa di elefante, ma ora basta, e ti accorgi con stupore che non ti stanno poi male, anche se la commessa ti guarda strano perchè solo tu puoi acquistare merce in saldo invernale a fine marzo, o ai primi di aprile e ti chiede se non vuoi vedere qualcuno di questi bei "tranch" (???) della nuova collezione. Che glie ne frega a lei, lo dice solo perchè le dicono di far così, ché uno poi per non fare la figura del morto di fame, si sente quasi in dovere di far finta di essere interessato.
-No, grazie, mi servono solo i pantaloni. ... è... per lavoro.
Menti, spudorata, anche se non ce n'era bisogno.
- Ah, che lavoro fai?
Ma che glie ne frega a lei? Non è che mi ha sgamato il bluff, e ora mi vuole smascherare e costringermi a comprare quel tranch? Siccome non so poi mentire tanto, e mi sento crescere il naso, dico l'unica cosa per cui mi siano mai serviti dei pantaloni neri:
- La cameriera in un ristornate.
- Ah, e dove? Qui in città?
- ... No.
Fine. Sono scappata, vergognandomi un po' per aver millantato un lavoro da cameriera inesistente. Potevo dire che facevo la rappresentante di marketing, se proprio volevo inventarmi un impiego, o l'usciere nei tribunali. Quello sì sarebbe figo.
Ma dopo aver raschiato il fondo del barile mi sento appesantita.
Mi sento così stanca ultimamente che la stanchezza mi pare l'unico mio stato d'animo.
Mi stupisco che la gente vedendomi non mi legga in faccia una stanchezza assoluta, che forse in realtà è solo un'idea mia di stanchezza, che magari fuori non trapela.
Stanca in genrale, di niente in particolare.
Stanca della faccia scura del Beduino, dei suoi sospiri sfogliando la posta arretrata, dei suoi pensieri che anche quando non parla glie li leggo in fronte, su quella fronte corrugata in uno stillicidio di linee orizzontali all'ennesima multa per la spazzatura del 2009, e ci leggo: "Chi me lo fa fare di stare in questo paese, massacrarmi di lavoro per non avere mai un soldo, farmi il fegato grosso di bile, salassi di tasse, permessi su carta bollata pure per scaracchiare in terra, norme contraddittorie che sembrano fatte apposta per non poter essere osservate e riscuotere sanzioni, e in sostanza farmi fottere da tutti?"
E il brutto è non avere alternative valide da proporre. Il brutto è non avere un piano B.
Pensi di rimetterti a studiare? Sei matta? Chi te lo fa fare? E poi a che serve?
La verità è che quella è forse l'unica cosa che sai di saper fare bene, ma ora non c'è più tempo: urge un piatto pronto.
Allora ci provi, metti in gioco le tue competenze, anche se ti chiedi a chi possano interessare... ne hai?
Uff... ci sono luoghi che hanno il potere di mandarti l'umore sotto le scarpe.
Uno di questi: l'Informagiovani (ma fino a quando si ha il diritto di essere giovani?). Soprattutto quando la tipa allo sportello è acida e ti risponde a minchia, come se tu dovessi conoscere la dislocazione di tutti gli uffici cui lei avrebbe il compito di instradarti. La cortesia, io medito, dovrebbe far parte del suo lavoro come condizione sine qua non.
E va be'. Cerchi invano informazioni, e ti canti in testa "I don't wanna wait in vane for my job", trovi l'aula dove due anni fa sostenesti l'esame della Provincia e vedi gente riunita. Chiedi se sono lì per l'esame della provincia, ché tu è per quello che sei venuta, anche se ancora non te lo vuoi confessare. No: per la cassa integrazione.
Ah, ecco. Risposta deprimente. D'altro canto, cosa credevi, che la usano solo per quello quell'aula?
Giri chiedi sali scendi e te ne vai carica di stampati ed elenchi, indirizzi e scadenze.
Avresti ancora da fare la spesa, e poi devi fare il bucato in lavanderia.
Non ce la puoi fare perchè hai meno di un'ora e poi vai a prendere la pupa al nido.
Allora niente: ti siedi e guardi i tuoi panni girare piano nell'oblò, e poi centrifugare veloci, e ci rimani davanti ipnotizzata. Rosa celeste turchese fucsia verdino, un bucato molto colorato, quasi niente di nero o di grigio. No: mai diviso il bucato per colori, tutto dentro, anche i bianchi, chè ogni ciclo mi costa 4 euro mica niente.
Aspetti e un poco leggi, ché ti eri portata il libro appresso apposta, e va bene così.
Tanto il giorno dopo pioverà, ma tu ancora non lo sai, e ti illudi che domattina ritirerai i panni asciutti dallo stendino.
Pensavate che avrei parlato solo di shopping?
No, quello non era ancora il fondo del barile.
Ma mi piace girare e girare e perdere il filo logico, seguendo solo l'iter dello stato d'animo.
Per fortuna che oggi almeno piove, così posso crogiolare la mia arrendevolezza in un grigiume solidale.
PS.
Per Roba da gatti questa settimana segnalo il post di Eu.
Mi rimetto ai contributi esterni. Io a 'sta botta ho dato forfait.
Ti capisco.Sia con lo shopping che faccio solo x necessità (commesse odiose che tendono a proporti capi improbabili lontani anni luce dal tuo stile solo perché pensano che ti starebbero bene)...sia per il resto.
RispondiEliminaIo mi chiedo ogni giorno chi me lo fa fare di vivere in Italia? o.o il sistema è così ingiusto. Devi sentirti una persona inutile solo perché qua non esistono possibilità per te.
Una laureata in materie artistiche come te farebbe fortuna in paesi come l'Olanda o il Belgio, dove l'arte è pane quotidiano al pari con l'informatica o l'ingegneria. O tipo me..che ho studiato mediazione perché avevo letto che in Francia era un lavoro stimatissimo e ultra-pagato, così come in Inghilterra. A volte dico "vado" altre nn vorrei lasciare ciò che mi lega all'Italia... un dubbio che mi tormenta da mesi.....
Mel, oh Mel! no, non dire così! No: quelli erano i pensieri del Beduino. Io, per la verità, questo Paese dove non si riesce più a vivere lo amo e non mi vedo altrove, tanto meno in un freddo e grigio Paese del nord-Europa, tutto così preoccupantemente funzionante alla perfezione, tutto così corretto e...legale! scherzo ovviamente, e poi lo so che è un mio pregiudizio quello sui Paesi del nord... ma io senza sole per tanto tempo credo non potrei vivere. Però non potrei vivere nemmeno dove vagheggia trasferirsi lui, a sud, assai più a sud di qua, almeno da un punto di vista culturale, che ci sarà pure il sole, il lavoro, la ricchezza, la ripresa economica, la casa gratis (almeno a sentir lui) e i sussidi statali come se piovesse, ma non puoi fare il bagno a mare in costume, e allora: chi te lo fa fare? ;) (sorriso e occhiolino stanchi)
EliminaMi sto beduinizzando? o.O
EliminaIn fatto di shopping mi trovi d'accordo con te. Tanto che a volte mio marito mi guarda e mi chiede quando cavolo ho l'intenzione di andarmi a comprare qualcosa di nuovo. Il fatto è che non mi interessa. Preferisco tenere i soldi per altre cose. Tipo la lavastoviglie che mi si è rotta ed in 5 c'ho sempre le mani a mollo. Per il lavoro... L'anno prossimo anche la più piccola andrà all'asilo e io non so che fare. Ormai mi sento tagliata fuori dal mondo del lavoro... Bisognerebbe inventarsi qualcosa... Magari ci penserò dopo aver sbrigato tutto quello da sbrigare
RispondiEliminaGrazie. Chissà perchè ma sentirmi in buona compagnia non diventa per me motivo di mezzo gaudio... Però la solidarietà fa sempre piacere.
EliminaSe riesci ad inventarti qualcosa fammi pure sapere (io di idee ne avrei pure, ma non ho la più pallida idea di come metterle in pratica...) :(
Per quanto riguarda lo shopping, sono un po' schizofrenica. In generale non amo andare a perder tempo per negozi, se mi serve qualcosa vado a colpo sicuro nei due negozi di cui mi fido, per modelli e forme. Oppure su internet. Poi ci sono i saldi da intimissimi, e lì ogni stagione compro qualcosa, che poi effettivamente uso, ma altrettanto effettivamente NON MI SERVONO trenta completi intimi. E allora mi interrogo sul mio concetto di consumismo: sono una consumista di mutande.
RispondiEliminaPer il resto, ti dico solo che ti capisco, spero che sia la primavera che mi fa sentire così.
Accidenti! Sei una mutandomane! vacci piano o rischi di esaurire le risorse mutandistiche del nostro Pianeta!
Eliminabeh, scherzi a parte, una scorta ben fornita di mutande è sempre un buon investimento. come insegnavano un tempo le nonne: non si sa mai cosa può succedere, è sempre meglio essere a posto con le mutande.
per quanto mi riguarda ho da poco fatto scorto ad una bancarella cinese, un euro al pezzo, sperando che non mi si biodegradino addosso e non rilascino scie chimiche nelle mie parti intime...
Io ero una di quelle che adorava lo shopping... ora mi domando perchè?
RispondiEliminaPerchè devo spendere dei soldi per andare in negozi stracolmi di roba brutta e accatastata, che non durerà più di una stagione, con commesse inesistenti e incompententi, che magari criticano anche la tua forma fisica? Mi passa sempre la voglia, anche se per il lavoro che faccio avrei bisogno di rinnovare un po' il guardaroba... Sì, il lavoro c'è, ma la voglia di cambiare è tanta, ma poi vengono sempre mille dubbi! Uffa!
Comunque la stanchezza ha preso anche me: maledetta primavera?!?!?
In effetti quest'anno ha avuto fretta di arrivare (la primavera), e quasi sono contenta quando arrivano poi queste giornate uggiose che almeno non contraddicono il mio stato d'animo e non mi fanno sentire una nota stonata rispetto al radioso contesto. O forse è la recessione? boh! chissà...
EliminaQui non piove ancora, e quindi mi sento ancora più stonata...
EliminaAbbi fede: la settimana santa in genere la porta! ;D
Eliminaio vado ot, ma comprare una lavatrice sul lungo periodo non ti costa di meno?
RispondiEliminaForse sì, ma stiamo raccogliendo le forze per metterla a posto... (è un lavoro lungo e faticoso, in casa nostra, risolvere un problema pratico, anche se di piccolissimo calibro. Non ne vado orgogliosa ma la cinghia della serranda è ancora penzoloni e quando la alzo al mattino devo legarla ai pomelli del comò..)
EliminaTi consola che da noi è un problema insormontabile anche cambiare una lampadina? :-))))
EliminaUn pochino, sì... :)
EliminaIl problema è infatti non avere il lusso di avere un piano B. Si sta a filo con quello che si ha, non si hanno spazi di manovra. E allora si sta attenti anche a desiderare e a sperare.
RispondiEliminaIl beduino lo capisco. Capisco ancora di più te che non te ne vuoi andare.
Per lo shopping cara mia, stiamo messe uguali. Io lo odio dal più profondo del cuore. E se c'è qualcosa che proprio mi piace cerco di rendere l'operazione più veloce e indolore possibile.
Uggia pesa anche da queste parti :-)
Oh, ma allora perchè in giro leggo solo entusiastici panegirici allo shopping brado?
EliminaMeno male! Ora mi sento meno anomala!
(PS: Il Beduino lo capisco, non riesco sempre a contraddirlo, o anche solo a contrapporgli argomenti validi per cui valga ancora la pena di "lottare", mi sento schiacciata dal suo malessere, dalla sua esasperazione e soprattutto mi spiace vederlo così, insoddisfatto, mai capace di astrarre da quei problemi che lo inchiodano all'attività, anche quando non c'è. In fin dei conti posso permettermi di disporre come mi pare del mio tempo solo grazie al fatto che lui lavora per tutti e tre... un pochino invidio chi lavora perchè può permettersi almeno di lamentarsi del proprio lavoro. Io devo stare solo che zitta! )
Ah ma allora non sono l'unica a cui sembra che nei negozi vendano cose lontani anni luce da quello che potrei comprare....cose strane, colori improponibili, taglie striminzite, scollature da far impallidire..Dove son finite le semplici magliette, i pantaloni comodi, le gonne non inguinali? Io ormai compro pochissimo e veramente di malavoglia....mio marito occupa l'80% dell'armadio, un 10% per coperte e asciugamani e poi arrivo io con il mio 10% sia estivo che invernale...se poi rimango indietro con le lavatrici mi ritrovo con nulla da mettere...ma preferisco così piuttosto che comprare cose che so non metterei mai.
RispondiEliminaDì al Beduino di prendere la vita con un sorriso in più, che in Italia si sta bene, ha una compagna e una bimba fantastiche e farsi troppi pensieri non serve a nulla se non a immusonirsi e immusonire chi sta vicino, cosa totalmente senza profitto. Per il resto se cerchi lavoro credo sia solo un toccasana per te, aiuta a staccare dalla routine famigliare oltre che dare una mano al budget economico. Tu che hai questo splendido dono della scrittura perchè non tenti con un libro? Che ne so trasformando la tua esperienza in Libia in un libro..in fondo hai avuto un punto di vista raro e dal quale puoi aiutare molti a comprendere meglio quel paese. Un abbraccio
Grazie per i consigli, cara.
EliminaTraggo grande energia e voglia di determinazione da esperienze ed esempi come quello tuo, ma anche di altre persone che ho intorno e che riescono con grande coraggio a rimettersi in gioco sfidando crisi e riforme del lavoro.
In realtà il beduino non è musone di natura (quella se mai sarei io) ma la verità è che dall'apertura della sua attività in poi (ormai sono 5 anni) non ha avuto che batoste, poche vacanze, scarse gratificazioni, un mutuo ancora da estinguere, un conto sempre più esiguo, e un rischio incombente di fallimento. Quindi più che legittimamente medita di cercare il suo futuro altrove (ovvero nel suo Paese di origine, dove le occasioni ora come ora non gli mancherebbero).
grazie anche per i consigli.
Alla fine credo che in un modo o in un altro ne verremo fuori. malgrado i momenti di sconforto, sono un'inguaribile ottimista (chissà che non riesca a guarire di questo passo anche da questa nevrosi!)
Non era nelle mie intenzioni dirti fai così o colà ;), volevano essere solo spunti basati sulla mia esperienza, avere vicino una persona che mi sprona ad essere ottimista quando vedo tutto nero mi aiuta un milione di volte in più di avere vicino qualcuno che condivide con me le mie pene ..... Ne ho passati molti anche io ultimamente di momenti molto down, ma alla fine ringrazio mio marito che, pur condividendo nel cuore le mie preoccupazioni, mi ha fatto venire fuori da questi buchi neri con questa tecnica che all'inizio mi irrita ma poi lo so che è l'unica che funziona con me! So che non sono brava con le parole ma spero di essermi spiegata
EliminaMa io non li ho presi male i tuoi consigli, eh! credo che tu abbia ragione: non bisogna mai dimenticare di relativizzare i propri guai, e tentare di sdrammatizzare. Purtroppo a me riesce difficile quando lui è veramente giù, riuscire a risollevargli l'umore. Il beduino è contagioso, e poi la verità è che ultimamente inizio davvero ad avere paura che le cose per l'attività vadano male (manca tanto così), e che finiamo tutti e tre col culo per terra (e senza piano B!)
EliminaSperiamo che l'atteggiamento fiducioso e positivo dia buoni frutti, perchè per ora è l'unica arma che mi resta!
;) non è facile purtroppo.
EliminaPoi ora i supermercati sono un grosso problema per i piccoli commercianti, bisogna proprio vendere qualcosa di particolare o inventarsi un servizio che al super non c'è per essere scelti rispetto a questi posti dove trovi dalla carta igienica al detersivo al profumo :(
Io sono per i piccoli negozianti, mi danno l'idea di genuino, di prodotto più sicuro, di attenzione alla singola persona, ma purtroppo sono sempre più rari, qui a bergamo negli ultimi 6-7 anni hanno aperto tantissimi enormi centri commerciali...però poi cosa succede? all'esselunga trovo carne tedesca, irlandese...ma di italiano sembra esserci solo la fiorentina e la chianina (a peso d'oro)....ma nel mio paese stanno chiudendo tutte le "botteghe" per colpa di questo nuovo centro commerciale :( e così si è costretti ad andarci, è un circolo vizioso.
Per non parlare poi che qualunque cosa che non sia commestibile viene dalla cina........ma proprio TUTTO!!!Ma il resto dell'Italia, Europa, America, Africa.......nulla???Io non vorrei niente di Cinese in casa mia con quello che si sente che usano per farli, ma poi mi ci ritrovo con tutto....forse i negozi che vendono il made in "resto del mondo" sono troppo costosi per me....
O mamma sto snaturando la mia risposta!Parto per la tangente...
Incrocio le dita per voi, intanto un bel piano B si può incominciare a imbastirlo come stai tentando tu.
MA organizzarci tutte quante per creare un lavoro "online" che sia vicino ai nostri desideri di realizzazione personale?? L'unione fa la possibilità?
Come ammiro quelle super mamme che son riuscite a realizzarsi online, potendo decidere i tempi da dedicare al lavoro e i tempi da dedicare alla casa!
ma provare con un sito internet per la vendita dei prodotti del Beduino nella vostra città con consegna a domicilio? Lui prepara tu prendi gli ordini e con la tua super bici li porti a destinazione :P intanto scrivi un libro, a Roma in metropolitana avevo visto delle pubblicità di un editore che chiedeva di inviargli i propri scritti ma non mi ricordo altro...dato che sono una frana a scrivere non era un msg per me interessante...ma son sicura che se cerchi trovi idee, so anche che si può stampare a proprie spese un libro e fare auto distribuzione in librerie locali e perchè no publicizzarlo qui, io lo prendo ;)
EliminaI prodotti smerciati dal Beduino sono rivolti ad una specifica... nicchia di acquirenti. Purtroppo non troppo facoltosi. ha il suo giro ma è comunque dura. tuttavia se cerchi "negozi che vendono il made in "resto del mondo" ti troveresti bene da lui, anche se alcuni dei suoi fornitori sono, ahimé, cinesi... (ma l'abbiamo scoperto per caso recandoci al magazzino a Parma, durante uno sconclusionato e tragicomico viaggio).
EliminaSei senz'altro una persone ricca di idee e fantasia e ti ringrazio per avermi proiettato in un universo che non so se mi appartiene.
molte persone ultimamente mi stanno consigliando di scrivere un libro, dando per scontato che sia una cosa che io ho pronta nel cassetto, giusto giusto da presentare a un editore volenteroso. ma non è così. A scrivere un libro io ora come ora non mi ci vedo, nè saprei da che parte cominciare e a parte un paio di racconti privi di impegno sul blog non ho mai scritto nulla di creativo in vita mia.
mi piacerebbe scrivere, sì, ma quello a cui penso nei miei sogni è una rubrica d'arte su qualche rivista locale, che magari mi pagasse per andarmene in giro per mostre ed eventi e per raccontare quel che ho visto, ma mi rendo anche conto che è pura fantascienza...
Cercare il lavoro dei propri sogni non è mai facile, ma bisogna tentare per poter dire "almeno ci ho provato". Io sparo a caso idee anche assurde lo so, è che se una cosa non va bisogna cambiare qualcosa, il tipo di prodotto, il servizio...il range di clientela...altrimenti se tutto rimane uguale continua a non funzionare, per quanto questo possa piacere o non piacere, ingegnarsi offrendo qualcosa che possa attrarre per la particolarità e la comodità rispetto che andare in un altro posto, ma non c'è certo bisogno che lo dica io.
EliminaUna rubrica sull'arte? Allora che ti posso dire? Io, che prima di avere la mia bimba non disdegnavo visite ai musei anche se da profana totale ma molto curiosa, leggerei volentieri una rubrica sull'arte dedicata ai genitori e ai figli. Una rubrica fresca, legata alla vita attuale come sai fare tu. Unire il passato con il presente a me piace sempre molto e le cose mi rimangono più impresse. Che in modo semplice ma appassionato informi su eventuali mostre adatte ai bambini delle varie età, che dispensi informazioni su movimenti e pittori come sai fare tu, in modo chiaro e non noioso (scusa ma i contatti che ho avuto con articoli di arte erano veramente difficili da seguire e un pò pesantucci), che magari metta qualche idea per presentare i vari argomenti anche ai bimbi...anzi se dopo roba da gatti inserisci anche la rubrica sull'arte ti seguirei volentieri....Solo questo posso dirti, il tipo di rubrica che una profana come me leggerebbe volentieri.
Poi di sicuro se tante persone ti dicono che hai questo dono della scrittura dovresti rifletterci su, perchè sei in grado di tenerci (oso parlare anche per gli altri che ti leggono, spero mi perdoneranno) interessate a quello che scrivi anche nei post più lunghi e non tutti hanno questo talento è un peccato non provare a sfruttarlo.
Beh per il libro di sicuro non è semplice, ma più o meno la tua esperienza in Libia che pian piano stai mettendo giù in questo blog potrebbero essere benissimo dei capitoli del libro. Le tue esperienze da mamma che racconti sempre potrebbero essere un libro....a me piace leggerti perchè usi un modo di scrivere molto concreto, diretto, chiaro e molto legato ad esperienze concrete...molte delle quali ho vissuto anch'io e mi piace confrontare il tuo punto di vista col mio. Io ero quella che non sarebbe mai partita per la Libia e mi è piaciuto molto invece ricredermi su alcuni aspetti e riflettere su alcune tue annotazioni-osservazioni. Poi delle volte dici le cose talmente schiettamente, senza fronzoli che veramente è un toccasana per il mio umore. Ecco perchè sei entrata tra i blog che seguo veramente.
Che strano e che bello sentirsi descritti da qualcuno che ti conosce per ciò che racconti di te, e chiederti come e quando sei riuscita a comunicare tali e tante sensazioni positive.
EliminaNon ho davvero parole... Grazie! sono quasi commossa (non vabbè, diciamo che sono piacevolmente imbarazzata, come quando ricevi complimenti che ti fanno piacere ma che non sai se meriti)
Mi piace molto soprattutto leggere: "dici le cose talmente schiettamente", a parte concreto diretto e chiaro, tutti aggettivi che mi piacerebbe riferire alla mia scrittura anche se troppo spesso temo si perdano nella mia incapacità a sintetizzare e a rimanere fedele alla traccia, senza troppe inutili divagazioni.
Anche io ti capisco. A me piace fare shopping solo per il Picci e ogni volta che esco per comprarmi qualcosa...torno con qualcosa per lui. Un tempo svaligiavo i negozi, ma avevo un signor stipendio e pesavo la metà di adesso. Credo che dipenda da questo per me, oltre al fatto che ora non ho più tante occasioni per mettermi i tacchi alti o vestiti belli ma poco pratici. Anche io mi sento una barbona. Anche io non sopporto i vestiti grigi, neri, marroni. E sopravvivo nell'anonimato dei jeans e con gli stessi anelli da anni, nemmeno fossi mia nonna. Però la Primavera mi mette voglia di abiti fru-frù e colorati: se trovo qualcosa che mi va, dopo una volta non mi piace più, levo la maschera e torno ai jeans...
RispondiEliminaIN parte mi trascino dietro l'immagine di me adolescente sovrappeso a cui non stava mai bene niente e che comunque non aveva mia i soldi per comprare niente, ma che comunque passava i sabato pomeriggio accompagnando le amiche in lunghe e stupide passeggiate per corsi e negozi. da lì ho sviluppato, credo, la mia idiosincrasia per lo shopping. A me piacciono i vestiti un po' "fuori norma" un po' fricchettoni, ma ora che "cresco" in età mi ci sento un po' meno dentro.
EliminaE comunque come te: trovo immensamente più gratificante comprare cose per la pupetta, per quanto mi renda conto che anche quella è una strada pericolosa...
se avessi una figlia femmina sarebbe la fine per me. Altro che fallimento! a me piace tanto du pareil au meme per i bimbi, ma soprattutto le bimbe! ho scoperto Kiabi da poco e per le bimbe ha cose belle e prezzi abbordabili...Ma se avessi una femminuccia...sono sicura sarebbe come me da piccola: uno zingarO
EliminaMa sai che non conoscevo nè l'uno nè l'altro? ti ringrazio per la (le) segnalazione (i). vedo che in Toscana non esiste questo Kiabi, ma credo che potrei anche convertirmi allo shopping on-line... anche questa sarebbe una strada moooolto pericolosa da imboccare (come lo è stato con i libri!).
EliminaA me piace vestire la Mimi in modo carino, ma senza troppi fiocchetti e cuoricini rosa.
In generale ricordo che da piccola detestavo le gonne, ma lei invece dimostra di apprezzarle molto e si compiace di guardarsi allo specchio quando le metto qualcosa di nuovo e le dico che bella che sei.
Sì, insomma, sfoggia già una certa vanità femminile che io non avevo, ma che non mi dispiace. Nel senso che non sempre i figli devono seguire le orme dei genitori... è anche vero che lei è così piccola che fa sempre in tempo a cambiare crescendo.
uh anch'io odio fare gli orli, anzi proprio non li so fare, e infatti finiscono sempre calpestati i miei pantaloni..
RispondiEliminaE anche DH e' rimasto esterefatto piu di una volta sulla faccenda della carta bollata. Stamattina invece e' andato in comune a fare la carta di identita', e tutto orgoglioso ha esibito la sua brava marca da bollo, per poi sentirsi dire che nooo mica ci vuole la marca da bollo, e perche' mai? Very confusing, eheeh povero DH
Povero Dear! :D
EliminaA quanto ne so io, la marca da bollo per il documento d'identità ci vuole, di 16 euro e qualcosa, se non sbaglio...
Ma tutto è opinabile nel favoloso mondo della burocrazia, eh!
Ah come mi rompo pure io fare "shopping", tanto che rimando sempre; l'ultima volta che mi è piaciuto è stato quando ho speso i soldi del mio stipendio che da anni non guadagnavo. E pensare che un tempo mi piaceva comprare e portare abiti, oggi mi limito a coprirmi anche se i contatti paesani e provinciali mi costringono a fare uno sforzo in più che tra l'altro giova al mio umore e autostima... ma tengo i tacchi nella scarpiera e ogni tanto vado a vederli nella speranza che non siano più così alti ;)
RispondiEliminaCapisco il Beduino, ma capisco bene anche te, che non hai tutti i torti... il mio caso era un po' differente visto che stavo nella capitale e avevo delle vie di fuga (almeno per certi aspetti, per altri non ne ho nemmeno qui e ne vorrei...).
In questi mesi sto cercando pure io un'attività che non sia il cosiddetto impiego e sto facendo un lavoro di analisi e conoscenza (non mistica, molto concreta e pratica, se vuoi ti mando il materiale). Mi sono iscritta a qualche corso on-line e ho concretizzato delle idee (idee eh, non ancora lavori veri...). Hai il dono della scrittura, è un punto da cui partire per mettere a fuoco se non delle soluzioni, delle direzioni da prendere.
Ci aggiorniamo, un abbraccio
Questo lavoro di "analisi e conoscenza" mi incuriosisce. Mi attendo come minimo maggiori delucidazioni!
EliminaHo abbastanza chiare le strade che avrei intenzione di intraprendere, solo che a tratti mi sento molto scoraggiata e demotivata, se penso a quanto potrebbe essere dura, e non portare a nulla. E poi ci sarebbe ancora da investire soldi e studio, studio, studio, e tempo... Diciamo che sono ancora disponibilissima a qualsiasi diversa proposta!
Il tuo caso, credo, forse era un po' diverso per il fatto che il tuo compagno (marito?) condivideva e proveniva dalla tua stessa realtà, e quindi in un certo senso eravate in due ad affrontare la diversità e il senso di estraneità a un ambiente. O forse siete partiti sapendo che comunque la vostra casa era qua, e un pochino avevate già un piano per un futuro? Cosa che noi laggiù non abbiamo, e poi partire significherebbe lasciare la nostra casa qui e quindi non avere più un posto dove tornare...
Rifletterò su questo "dono della scrittura" di cui tutti mi parlate, anche se mi risulta difficile capire come potrei "metterlo a frutto" (forse proponendomi per qualche rivista on line, ma io vedo e scruto: la rete pullula di bravi scrittori, recensori, reporter, che a me fanno le scarpe...)
Grazie. e scusa il disfattismo...
Bene, avere chiaro cosa si vuole davvero fare è già il primo passo...
EliminaMandami una mail dopo pasqua per promemoria, che ti aggiorno. Bye
Anche se ci troviamo all'ultimo posto di questa sfilza di commenti, proprio come l'ultima ruota del carro, sappi che per gli Amici sei sempre bella così come sei, qualsiasi pantalone risvoltato con toppe d'animale metterai!
RispondiEliminaOOOOOOOH! Un commento degli Amici! Che emozione! ma grazie! Gli ultimi saranno i primi, diceva un tizio, anzi: un Tizio!
EliminaE dunque: grazie per l'apprezzamento ai miei pantaloni (o era a me?). Beh, gli Amici, o almeno il loro portavoce, conoscono, credo, il pantalone rosa con gli animali in questione. Il fatto che io non l'abbia ancora indirizzato nel cassonetto significa che per me è molto importante: rappresenta la mia gioventù minchiona e spensierata (almeno nei ricordi così mi pare). Solo che ultimamente inizio a sentire la necessità di creare un'immagine esteriore di me un tantino più "seria", almeno per illudermi di poter essere un pochino credibile.
... ma comunque grazie per il "bella" eh!!!
(Non era un "Bellape'zzìo" vero?)
4 aprile,giovedì della cena del Signore.
RispondiElimina"Prima di mettersi a tavola,Gesù si tolse le vesti, preso un asciugatoio ,se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto..." (Giov. 13,1-5).
Che ci azzecca con il post di Suster? E' che leggendo, ai commenti mi si è sovrapposto il testo di Giovanni,che ,nella celebrazione dei riti pasquali, è ridotto al servizio umile per gli altri. E' vero che in queste risposte non ci sono soluzioni magiche,c'è condivisione di problemi,non c'è nessuna presunzione di giudizio,c'è ascolto senza commiserazione, ci sono alternative alle perplessità e inquietudini di Suster, considerate non un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Forse se Suster avesse continuato ad accontentarsi del lavoro di cameriera,cui ancora pensa per togliersi dagli impicci della commessa curiosa, non avrebbe avuto l'angoscia di pensare ad un piano B inesistente, ma non si sarebbe neppure sforzata di cercare un'alternativa migliore, visti i tempi che corrono, nè avrebbe avuto attorno tante voci amiche che la sostengono e press' a poco le dicono: quando tu vorrai,sei in grado di intraprendere un'attività che ti si confaccia e che valorizzi i tuoi talenti,allora, se vorrai staremo qui a darti una mano.
Grazie di questo esempio di servizio per gli altri e... buona Pasqua a tutte. mam
No cameriera cara Mam, lavoro sempre odiato e detestato, sopportato solo in virtù del fatto che lo vedevo come ripiego "temporaneo", "finchè non finisco di studiare e poi si vedrà", ecco perchè non ho approntato alcun piano B...
EliminaEcco, stavo leggendo il post quando è arrivata la piccola a chiamarmi per l'ennesima volta, facendo cadere il bibe col latte ... sono arrivata a metà! Poi ci torno!
RispondiEliminaPer ora volevo solo dirti che anch'io sono molto stanca! molto!
Orsù, sarà la primavera! Per produrre nuova linfa e generare nuova vita occorre un grande sforzo.
EliminaIo un lavoro ce l'ho, pesantissimo, antipatico e molto stressante. E non mi lamento. Se dovessi cercare un lavoro ora so che sarebbe molto difficile, per lo stato delle cose e perchè con un figlio è tutto un pochino più complesso. Mi dispice moltissimo sentirti così, se potessi fare qualcosa per aiutarti lo farei davvero, ma dentro di me sono anche sicura che qualcosa succederà, per forza.
RispondiEliminaTi ci vedo con una macchina fotografica al collo e un taccuino in tasca, girare per Pisa a cercare spunti per scrivere il tuo articolo della settimana, ti ci vedo davvero. Io credo che dovresti provarci, credo che avresti tutte le carte per farlo benissimo.
Pensaci.
Io amo lo shopping, ma visto che ultimamente fatico ad arrivare alla fine del mese, mi butto solo sulle cose inutili ma che soddisfano la mia fame di acquisti: sciarpine, occhiali da sole di plastica, collane... Il tutto rigorosamente in colori che poi non abbino con neint'altro...
un abbraccio,
giuppy
In realtà ci sono stati tempi in cui ho buttato molti soldi, anche io in molte minchiate, pur non amando in particolar modo l'attività di fare shopping (cioè, andare per negozi, perderci ore, provarsi mille cose...) e pur non guadagnando mai stipendi da urlo. ma avevo meno tempo per spendere, meno idea di come farlo e così lo facevo a cuor leggero.
EliminaNon rimpiango il lavoro che facevo nè quei tempi, in cui non vedevo l'ora di chiudere una fase della mia vita, di poter dire di aver concluso almeno quella, per poter fare altro. E non voglio lamentarmi più. In verità la vita è stata generosa con me, non ho niente da rimproverarle. E' solo di me che non sono troppo soddisfatta, evidentemente avendo di me medesima un'opinione fin troppo elevata, e aspettandomi qualcosa di più, convinta di poterlo fare, se solo trovassi un po' di palle e mi facessi un poco il mazzo... O amgari no, però almeno saprei di averci provato con tutte le forze.
Io, shopping via internet, se proprio devo. Nei negozi mi viene sempre l'ansia. E poi, vuoi perché siamo in tanti e lo stipendio è uno, vuoi perché la casa è piccola e ci stiamo dentro a malapena in mutande (e i loro giochi... e i loro libri...) compro il meno possibile. Buona Pasqua, Suster!
RispondiElimina(Il mio segreto è farli e basta, non arrivare fino a tre...)
Ora sono ai commenti! Torno (due).
RispondiEliminaCondivido molto di questo post, dallo shopping, all’esperienza di quanto sia dura tenere in piedi un’attività in proprio; al limite del fallimento appunto.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il rimettermi in gioco nel mondo del lavoro … a volte ci penso.
Ma per una che riesce a leggere un post in due giorni è difficile anche solo pensare a un post di lavoro (capita la battuta???). Ho una vaghissimissima idea di progetto (adesso si dice così) ma non ho neanchela forza di sognarlo. E’ un momento molto “mpf” anche dalle mie parti, per tanti versi. Mi fa schifo anche l’idea del lamento.
Secondo me le “palle” ce le hai. E’ il contesto –forse- che toglie un po’ di energia.
Amata primavera che smorza gli entusiasmi dell’inverno…
Anch'io così: a tratti faccio progetti, sogno futuri possibili e concreti e sono convintissima, mi dico: che ci vuole? Ora torno a Pisa, trovo un lavoro, risparmio soldi, chiedo un finanziamento. compro casa, apro un agriturismo... poi arrivano momenti che non ho il coraggio neppure di fare un progetto banalissimo, ma neppure pensato, figuriamoci attuato.
EliminaPer quanto riguarda il tempo, che non hai, mi sembra normale, anche io mi chiedo come facciano quelle madri che lavoraano E stanno dietro ai figli. ma credo che quando una lavora, si organizza in modo da trovarselo, il tempo, è solo che ora non ne hai necessità.
Finisco appena di leggere la mail di una mia cugina coetanea che mi scrive:
"Fisicamente impegnata 24ore su 24 ... e mi chiedo dove trovi il tempo di stare dietro al tuo blog."
peccato che lei, oltre a una bimba di 6 mesi ha anche un lavoro e una specializzazione in medicina in direttiva d'arrivo.
Ecco, forse lei non si rende conto che io invece non ho altro che il blog, e diciamo che tutto dipende dalle tue priorità.
Decisamente, è un momento molto “mpf”! Bisognerebbe metterci d'accordo e fare una petizione perchè questo termine venga inserito nel dizionario ufficiale della lingua italiana...
Ero rimasta indietro -amirimettoinpari subito!
RispondiEliminaQuello che mi dispiace più di tutto, ci pensavo proprio ieri, è il clima dimesso in cui ci troviamo a vivere, che per forza di cose spazza via gli entusiasmi. Non è per vittimismo, penso sia un dato di fatto il dover accettare che a causa della crisi economica noi giovani o fantomatici tali ci rimettiamo non solo in opportunità professionali, lavorative e remunerative, ma anche nel "mood" generale che ci fa anche sognare a bassa quota........tutto è diventato un lusso, anche e soprattutto lo shopping perchè non è più possibile prendere le cose alla leggera. Soluzioni in tasca non ne ho, anche la maggior parte dei miei amici è evacuata in nord Europa, ma a me l'idea non alletta. Amo il mio paese ed è qui che vorrei continuare a vivere, anche se è sempre più difficile perchè ci stanno togliendo anche la speranza di un futuro migliore. Solo pochi anni fa mi sentivo di poter fare di tutto, anche cose grandiose, ora invece ho mille paure e la consapevolezza delle troppe difficoltà che ci sono per realizzare un sogno. Che dire?continuiamo a non mollare e tentiamo ancora di crederci.
I pantaloni senza orlo e rigirati li porto anch'io e tutti mi danno della barbona, ma chi se ne.......è più comodo e veloce - ma soprattutto l'orlo non lo so fare!;-)