mercoledì 1 agosto 2012

Post-card della vacanza.

E' risaputo da ché mondo è mondo e da ché l'uomo ha inaugurato la curiosa abitudine di delegare a pezzi di carta il compito di mantenere vivi i contatti con le persone lontane, è risaputo, da ché la scrittura ha sopperito in parte all'inconveniente della distanza visiva e tattile, ponendosi come surrogato dell'inarrivabilità vocale, è appurato e statisticamente comprovato che le cartoline, ovvero le postcards (per dirla alla maniera anglosassone, che fa sempre figo, soprattutto quest'anno che siamo in tempo di olimpiadi), che le cartoline arrivano sempre dopo la persona che le ha spedite.

Ora, senza arrivare ai casi estremi in cui il timbro postale denuncia una chiara volontà fraudolenta del mittente, che pur scrivendo "Qui è tutto bellissimo, ci stiamo divertendo un mondo e ci dispiace che tu non sia con noi", poi finisce per affrancare e imbucare a vacanza finita, dalla buca delle lettere del tabaccaio sotto casa, all'angolo, senza arrivare, dicevo, a questi casi estremi, dovrete convenire con me che questo curioso fenomeno è insindacabilmente inconfutabile: prima arriva il mittente, abbronzato oppure no, poi arriva la cartolina con le smancerie scritte a penna sul retro, il francobollo di sbieco per non coprire il nome del destinatario e l'immagine sul retto di un mare azzurro che più non si può incorniciato da scogliere frastagliate e faraglioni affioranti, a chiudere una caletta di sabbia bianca paradisiaca su cui non si scorge l'ombra di un bagnante, di una sdraio, o di un'anima viva che sia, luogo ovviamente puramente ideale, in cui il vacanziere, se interrogato, dovrà ammettere di non essere mai stato, ma era così pittoresca l'immagine che non mettiamoci a sottilizzare, l'ho presa e basta.



Tutto ciò per giustificare il fatto che anche questo mio post-card arriva con un leggero scarto rispetto all'effettivo rientro fisico della Suster nella sua sede consueta, al tavolo della cucina, sull'incerata fiorata dove è adagiato il suo portatile.
Spero però che apprezzerete almeno l'onestà intellettuale delle mie immagini, tutte rigorosamente ritraenti solo e unicamente luoghi da me personalmente e dal mio piede calcati, e se questo non vi basta ve ne darò la prova.

Dunque, il nostro Luogo della Vacanza, quest'anno, si presentava così, dalla veranda della casa sulla collina:


Una striscia di mare all'orizzonte, dietro un paesaggio di macchie di oleandri e bouganville, tra quinte di rami d'ulivo. Villette residenziali sparse. La collina ventosa, sempre arieggiata, dove travasi la Casa. Teli stesi ad asciugare dall'umido della spiaggia. La nostra vacanza: tutta qui. Un'alternanza continua di spiaggia e casa, mattine e pomeriggi cadenzati dai sonnellini pomeridiani di pupe. Su tutto, la sagoma inconfondibilmente testudinea dell'isola di Tavolara, leit-motive dei luoghi da noi abitudinariamente frequentati.






Il turista che oserà spingersi su questi lidi non potrà fare a meno di notare l'inconfondibile stile "vacanziero" dell'architettura e dell'urbanistica di quaggiù. Sulla collina antistante al nostro punto di osservazione avete un bell'esempio di tipico insediamento vacansiensis, nel particolare carattere edificativo proprio di questa popolosa civiltà itinerante migratoria, che qui si insediò in ere geologiche individuabili tra i 20 e 10 anni or sono, scegliendo come propria culla queste lande assolate, unicamente nei mesi estivi, più adatte alle esigenze sollazzive di queste genti, per il resto dell'anno stanziali in maniera più o meno permanente nelle regioni centrali dell'Italia peninsulare.

C'è da supporre che, se da giugno a settembre, queste colonie vacansiensis arrecano un certo contributo demografico alla zona, per il resto dell'anno essa si presenti quasi o del tutto spopolata, e questo conferisce al luogo una certa aria di non-luogo, un luogo che non vive esattamente di vita propria e attiva, quanto di vita sonnolenta e intermittente, un luogo che si alimenta in virtù delle proprietà estetiche e rilassanti del suo mare, ma che per il resto si riduce ad una serie di aggregati di villette a schiera e complessi abitativi per i pendolari della vacanza.

Chi vorrà esplorare queste lande potrà imbattersi facilmente negli strumenti e nelle suppellettili più in uso da queste particolari popolazioni, le cui misteriose origini non sono ancora a noi del tutto note. Essi si servono soprattutto di calzature dalla suola in gomma che sono soliti chiamare "ciabatte", unguenti e copricapi per proteggersi dal sole inflessibile di questi lidi, alla cui esposizione continuamente si prestano più che volentieri, e di una vasta serie di accessori finalizzati alla comodità e al passatempo.





A giudicare dal ritrovamento di alcuni curiosi sostegni per indumenti, pare che questi esemplari siano soliti espletare alle proprie abluzioni nella parte esterna delle loro abitazioni vacansiensis.


 

I piccoli di homo vacansiensis sono soliti andare incontro ad un progressivo inselvatichimento nelle settimane immediatamente successive alla migrazione del gruppo umano nel Luogo della Vacanza, eliminando ben presto e successivamente tutti i capi di abbigliamento precedentemente in uso nel  contesto civile di origine, e andandosene in giro per terreni impervi seminando oggettistica varia e pipì un po' dove capita.



Può capitare che i piccoli di questa specie, presentino inspiegabili tendenze all'insonnia mattutina, reiterando risvegli sempre più anticipati. Nel qual caso sarà possibile assistere all'irripetibile e ineguagliabile spettacolo dell'alba dall'isola di Tavolara.






La luce caratteristica di questo spettacolare fenomeno astronomico, solo in questa particolare ora del giorno genera ombre tali che persino una formica riesce a proiettarne in terra di notevoli.


Allora tutto diventa un po' più arancione, e persino una giornata che avreste giurato iniziare stortissima, mostra di possedere il suo perchè, se riuscite a trovare qualcosa di bello persino nell'accordanza tra il vostro smalto e il colore delle vostre ciabatte.
La piccola intanto, esegue una danza improvvisata al sole, generata dalla scoperta dell'eccezionale rivelazione: "Mamma, guadda: si è vvegliato il tole!"



23 commenti:

  1. Le poche volte che ho spedito qualche cartolina ammetto di averla imbucata in Italia ;) E spessissimo le ho scritte e nemmeno affrancate nè consegnate a mano (le uso volentieri come segnalibro) ^^'
    La prima cartolina è una meraviglia, seppur casereccia: in quella veranda potrei trascorrere l'estate intera!

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    1. Io ammetto che per me le due settimane trascorse sono state sufficienti, chè non amo troppissimo le vacanze affossate in un unico posto, soprattutto quando è un non-posto come questo, che ti sembra spuntato dal terreno per sbaglio come un bizzarro fungo... Oh, però il mare bello era bello, eh! Solo che io ho un particolare tic sentimentale per l'identità dei luoghi, la loro storia, la loro continuità umana, e questi luoghi della vacanza nati per i vacanzieri ed esaurentisi in quell'unica funzione, mi mettono un po' tristezza... E però, una volta si può fa: soprattutto quando hai una bambina piccola appresso e vuoi passare e farle passare un po' di tempo in famiglia. :)

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  2. Foto stupende!

    P.S. Sono molto curioso e un lettore molto attivo. Mi consigli la tua lettura "Un antropologo su Marte"?

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    1. Oh, sì! Un libro piacevole e interessante, si legge come una raccolta di racconti, più che di casi clinici!

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  3. La mia regione è proprio figa :D
    anche se nonostante i paesaggi stupendi di questa zona in cui sei andata amo maggiormente la parte più selvaggia e quella legata alla sua identità :) ovviamente non disdegnerei qualche giorno anche in questi luoghi per turisti..non fanno mai male ;)

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    1. Cara Mel, anche io, come te, non mi ritrovo troppo in luoghi da turista, per questo l'antropologia dell'homo vacansiensis. Ma cambiando le mie esigenze, con la pupa, bisogna optare per soluzioni che permettano una vivibilità rilassante con una pupa, e favoriscano gli incontri con la famiglia. Ma appena lei sarà un po' cresciuta torno alla vacanza avventurosa in cerca di luoghi più "autentici", promesso! :)
      P.S. La tua costa, di là, la conosco molto meno. MI piacerebbe molto venire un giorno ad esplorarla (evitando accuratamente le sacche di turismo più selvaggio!)

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    1. Il mio relax è finito da un po'. Sono io che son pigra e tardiva! Grazie..

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  5. Che posto, e che foto!
    La tua cartolina la adoro, l'ho messa sul comò e ogni tanto la osservo, scrutando movimenti e personaggi.
    Un bacio.

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    1. Ah ah ah! Addirittura? Beh, ho guardato attentamente anche io, ma non mi ci sono trovata, stai tranquilla! :)

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  6. Beh san Teodoro è turistica ma regala anche delle belle avventure... peccato qualche pazzo abbia ben pensato di bruciare tutti i boschi...

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    1. Noi stavamo sopra Porto San Paolo. Comunque vero è che avremmo potuto, volendo, girare un po' di più, e andare a vedere anche qualche attrazione del posto che meritava (mea culpa per il sito nuragico Vattelappesca...). Ammetto che qui la pigrizia ha fatto la sua parte, più il pensiero di non far perdere un solo giorno di quel mare alla pupa!

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  7. Che belle le tue foto, fanno proprio venire voglia di mare! Anche io sono per visitare il mondo e conoscere posti "veri", però il tuo post mi ha ricordato le villeggiature al mare che facevo da bambina con i miei, in campeggio o in appartamento. E sì erano monotoni dieci o quindici giorni così ma era quella monotonia l'aspetto bello, nel senso che quella situazione marina, in una roulotte o in una casa diversa dalla solita e che quindi ha comunque qualcosa di esotico, diventava per un po' la normalità...ed era una normalità fantastica!
    P.S. Appoggio in pieno la tua lettura, anche "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" è molto bello e interessante.

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    1. Ma infatti quella monotonia per me è andata benissimo. Magari mi sarebbe piaciuto dormire un po' di più, e che ci fossero state meno sfuriate isteriche da parte di... qualcuno. Ma ve bene. E' solo che questi luoghi di villeggiatura nati dal nulla fanno davvero un po' tristezza. Io di Oliver Sacks ho letto solo quello, ma mi piacerebbe approfondire. Alcuni passi di Un antropologo su Marte li ho trovati sorprendenti!

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  8. Io adoro quel mare!
    La mia speranza è di portarci mio marito e i miei figli prima o poi ...
    E amo molto anche i colori dell'alba sul mare.

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    1. Beh, basta volerlo, e organizzarsi. Dai dai! L'alba sul mare, da qualche parte ho sentito che è tra le 20 cose che non so quale rivista americana consiglia di far fare ai bambini prima dei 12 anni (ma suppongo che fosse Carlo Conti), e io così l'ho già depennata. Fiùùùù, che sollievo! Avanti con le altre 19! :)

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  9. Rimandi ad un'estate di un'altra vita...

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    1. ...quando fui donna o prete di campagna? Un mercenario, un padre di famiglia? (FB)(non è facebook! E' Franco Battiato!)

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  10. La scelta d'immortalare certi dettagli è sublime. Complimenti per l'occhio (fotografico e non solo;). Bacioni da EMME (lettrice silenziosa ma presente) :***

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  11. Ehi, a quanto pare sono un asso nel farmi sgamare da gente che in qualche modo ha avuto la fortuna immensa di conoscermi in qualche buffa fase della mia ridicola esistenza... ma è così facile identificarmi nel marasma del mare del web? (certo, se metti in home page il collegamento alla tua pagina fb cosa ti aspetti?). Grazie per i complimenti (immeritati), o misteriosa Emme. E mo' che mi hai messo la pulce nell'orecchio, aspetto un tuo outing!

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    1. Ariècchime! Ora vengo a romperti le palle via mail, sai... PS Sono emozionata come una bimbetta che sta per andare alle giostre. ODDIO!!*.*

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