venerdì 26 settembre 2014

Libri e identità.

Era un po' che volevo riprendere a parlar di libri.
Prima del "trasloco" lo facevo a cadenze più o meno regolari.
Ora mi piacerebbe riprendere, ma non è facile.
Ci sono tantissimi libri di Mimi di cui mi piacerebbe parlare, e mi perdo un poco nel ricondurli a una logica di fili di discorsi da tirare e temi da affrontare.
Così per cominciare voglio rompere il ghiaccio con un libro apparentemente poco impegnativo, preso in biblioteca qualche giorno fa.


Titolo: Che cos'è un bambino?

Autore: Beatrice Alemagna

Editore: Topipittori

Età: per tutte le età.

Dell'autrice mi ero innamorata dopo i libri delle pulcette, dei quali, ovviamente, dopo il primo, abbiamo avuto i due sequel.
Quindi: ero a caccia di suoi libri da un po' per la verità.
Quello l'ho notato per la copertina, che mi sembrava rappresentasse il tema della multiculturalità.

Invece no: qui si parla, come esplicitamente dichiara il titolo, di bambini, in maniera semplice e poetica.

giovedì 25 settembre 2014

Giardino d'estate.


Il bello di questa casa è la luce.
Questa è la casa in cui abitiamo in affitto, da quando ormai dieci anni fa la trovai per caso, dopo un mese di ricerche e altre 32 visionate, e ci venimmo a stare, io e il beduino.
Allora non feci caso a questa cosa della luminosità, eppure avrei dovuto.
Ho abitato per un anno in un piano terra, devastato dall'umidità, assalito dalla muffa; gli armadi ne erano pieni, i vestiti messi una volta andavano di corsa lavati, mai riappesi alla gruccia, o te li ritrovavi maculati di verde e nero indelebilmente; i panni stesi poi impiegavano giorni ad asciugare. Avevamo uno stretto cortiletto su cui non batteva mai il sole, chiuso tra le mura di casa e la recinzione che ci separava dall'appartamento vicino; lì l'umido ristagnava e il bucato rimaneva perennemente bagnaticcio. In quella casa arrivava un unico raggio di sole al giorno, in inverno; filtrava da un piccolo lucernario a mezzaluna sopra l'uscio di casa, poco dopo l'ora di pranzo, e batteva preciso sullo schermo del televisore, proprio quando mi sedevo in poltrona a guardare Dowson Creek. Poi era la penombra, sempre e comunque.

martedì 23 settembre 2014

Sera del dì di festa.

Immagine rappresentativa domenicale.
Un'altra domenica è passata, e a dire il vero anche un'altro lunedì, ma non posso far altro che aspettare le ore più tarde del giorno, quando la mente è lenta e le membra stanche, per riordinare un po' certi pensieri che mi vengono durante i miei giorni con le bimbe, e se non mi addormento con loro, raccogliere e sviluppare quei pensieri diventa sempre più faticoso e difficile, e rischio di scontarlo con una bel collier di occhiaie livide e  flaccide sotto ciascun occhio per giorni e giorni a venire.
Le domeniche continuano ad essere una dura prova, ma sto imparando a gestirle.
Prima o poi passano anche loro, ed è già lunedì: dopo il prima sveglia-lava-e-vesti-corri-a-scuola la sera siamo tutte e tre talmente lesse che già sono in attesa di un nuovo sabato per recuperare.

giovedì 18 settembre 2014

Di noi tre.


Mimi ha cominciato la scuola da tre giorni.
Il primo giorno abbiamo passato il pomeriggio a casa di un'amichetta, dosato pessimamente le energie, mie e loro, siamo tornate talmente lesse che alle 9 dormivano loro e io rimanevo inebetita davanti alla tv con il commissario Montalbano senza capire niente.
Il secondo giorno ci ha detto la maestra Loredana di non metter loro il grembiule, perché a scuola fa caldo e i bimbi giocano molto e sudano. Il secondo giorno le ho messo quella maglietta rossa a pois che faceva parte dello stock di vestitini di marca smessi, usati pochissimo, arrivateci di recente dalla mamma della mia amica. Mimi è sempre nella classe dei rossi; basta che li vestiate di rosso, come a giugno, perché se no hanno caldo, ha detto la maestra Loredana, che delle due è quella più accomodante, e ora che Agata non c'è, se la sciala.

lunedì 15 settembre 2014

Sul lago.

Settembre è al giro di boa e ci regala scampoli d'estate che un pochino, almeno credo, rinfrancano quanti hanno sofferto le bizze dei trascorsi mesi di una stagione che si è detto esser stata "atipica".
Poi ci sono quelli che come me non riescono ad essere polemici persino con il meteo, e che in fondo, senza darlo troppo a vedere onde evitar pubblici linciaggi, hanno apprezzato il fresco, accolto di buon grado le giornate incerte, fatto buon viso all'arrivo di trombe d'aria in spiaggia, allargato le braccia di fronte al prospettarsi di una nuova ripassata di pioggia.
Un'estate ombrosa, un po' capricciosa, che ci rallegriamo di aver messo a frutto per quanto ci è stato possibile

Sul Lago Trasimeno

sabato 13 settembre 2014

Il garbo della guerriera.


Mi piace Mimi con  indosso quei pantaloni mimetici, che la fanno molto bimba underground, invece che coi soliti vestitini a fiori e ballerine rosa.

mercoledì 10 settembre 2014

La città arrampicata.

Cortona.


Una descrizione di Zaira quale è oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d'una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole. 


domenica 7 settembre 2014

Rientrare è un po' crepare.

Riproduzione fedele della nostra maison (noi stiamo all'ultimo piano).
Siamo tornate alla nostra dimora, nella città palustre, dopo i nostri misteriosi girovagare che mi hanno tenuta occupata per ben tre post, e neppure è detto che io abbia finito.
Siamo rientrate, dicevo, da più di una settimana, e a parte l'attesa un po' impaziente per il rientro a scuola che chissà quante altre persone come me in questo momento, malgrado ciò dicevo, l'approccio graduale è doveroso, per salvaguardare il mio fragile equilibrio psicofisico.
Un momento prima te ne stai sereno, a bivaccarti le giornate tra gite in luoghi remoti, studiandoti gli spostamenti in auto perché coincidano con i collassi diurni della pupetta. Te ne vai in giro col naso per aria e la coscienza sopita, lasciandoti intrigare dalla storia dei luoghi e dal susseguirsi di orizzonti variegati di indaco e turchino, ocra e giallo limone, arancio e cremisi, e tutto il tuo esistere ordinario ti sembra da lì estremamente lontano, trascurabile, e in fin dei conti non così faticoso come ti era sembrato standoci dentro fino a poco prima.
Il trucco è vivere sempre come se tu fossi in vacanza, in fondo non è difficile, dato che tu non lavori, ti dici.
E' che poi rientri ed eccole lì, le beghe noiose da espletare, le bollette nella cassetta della posta, le ricevute delle raccomandate scadute che non hai ritirato, le notifiche di multe del Comune di Olbia che hai già pagato due mesi fa, le faccende pruriginose lasciate in sospeso che ti eri detta, va be, poi a settembre con calma ci penso, i vari appuntamenti da prendere che non hai voglia, e soprattutto, sì va bene in vacanza da una vita perché no, ma qui occorre iniziare a metter mano con cautela al portafogli, che è bello sì andarsene a zonzo per rive e per calli, ma Dio lo sa quanto ho speso di benzina in un mese e mezzo di gironzoli.
Ah, il triste asservimento al dio Denaro.

venerdì 5 settembre 2014

Quel che è tra l'arrivo e la partenza.


Mio fratello quest'anno è andato in vacanza in Croazia. Da solo.
Poi, va be', è andato anche in Normandia con amici, ma tutto ciò non riguarda questo blog, comunque.
E comunque, in Croazia, dicevo, ci è andato da solo, e si è fatto un bel giro.
Gli dico: mandami delle foto.
E lui mi manda delle foto.
Dico: Wow! Scrivendo, non parlando, sul cellulare. Lo scrivo tanto per scrivere qualcosa, la reazione doverosa che chiunque si aspetta in risposta ad una propria condivisione, ma intanto vorrei dirgli e scrivergli qualcosa di diverso, perché questo pensarlo in giro su suolo straniero, la testa leggera, il cuore a zonzo, gli occhi affamati di cose nuove, mi smuove qualcosa dentro e richiama sensazioni sopite, di vite trascorse e cose vissute tipo millenni fa.