giovedì 13 novembre 2014

Assetti familiari. Post a contenuto informativo e puramente cronachistico.

Alcune cose sono cambiate nella nostra quotidianità, o stanno cambiando.
Niente di sensazionale, ma son pur sempre cambiamenti che ridefiniscono tempi, ritmi, e abitudini.
E mi danno la misura del tempo che trascorre, e di loro che crescono, della vita che evolve.
La prima cosa è che, anche se qui l'ho scritto solo en passant, arrivò la tanto attesa telefonata dall'Ufficio Servizi Educativi, ad annunciarmi che si era liberato un posto per Rania in un nido.
Le parole esatte furono: "telefono per darle una bella notizia" e prima ancora che esordisse con questa frase l'impiegata, io sapevo già perché chiamasse, e quindi la sua frase a effetto avrebbe anche potuto risparmiarsela per altre occasioni, ché a dire il vero io un po' quella telefonata me l'aspettavo prima o poi, e nemmeno con troppa ansia o impazienza, perché non sentivo urgente l'esigenza di liberarmi di mia figlia quel tot di ore necessarie a sbrigare faccende ordinarie e straordinarie.


Si sa che a qualsiasi equilibrio uno tende ad abituarsi, anche quello che all'inizio ti sembra il più inumano, e all'inizio l'idea di riscombussolare di nuovo tutto mi si figurava più come l'ennesima fatica da affrontare che come una liberazione piovuta dal cielo.
Quindi, ahimè non diedi la giusta soddisfazione all'impiegata del Comune Servizi Educativi, di cui avrebbe anche avuto diritto, perché rimasi per un poco in silenzio a riflettere su cosa quella telefonata (che sentivo mi sarebbe arrivata prima o poi) dovesse significare.

Allora insistette lei: "E ha diritto anche al posto letto!"
Al che mi scossi e dissi bene bene, sono contenta.
Poi mi informai su quale fosse il nido e ringraziai, che sarei venuta a firmare l'accettazione del posto.
Insomma diffidente sono diffidente di mio, poi anche un poco di più in seguito al ricordo di come andò l'inserimento al nido di Mimi, mi ero detta in cuor mio che se pure per un altro anno avessi dovuto tenere Rania a casa, poco male, piuttosto che buttarla in pasto a pedagoghi burocrati stanchi e demotivati che me la rendessero a fine mattinata tutta un fascio di nervi e incapace di slacciare la presa del mio polpaccio.

Ma andai comunque al primo incontro con la responsabile, per vedere la struttura, e poi al secondo, dove sarei dovuta presentarmi senza la prole per un colloquio con l'insegnante e invece mi presentai con, e dissi che le bimbe tanto potevano aspettarmi fuori nell'ingresso a disegnare mentre io colloquiavo, e invece ogni dieci secondi venivo richiamata da urla di sevizie e tentati omicidi di loro che si scannavano.
Mi segnai le date dell'inserimento e il materiale da portare a scuola, asciugamano cambi e tutto il resto.
Stilai perfetti incastri di spostamenti per i miei necessari va e vieni da Roma affinché non turbassero il tranquillo svolgersi dello stesso inserimento e infine, pronta nello spirito come nella mente, nella migliori delle mie vesti zen, mi sottoposi con lei al temuto ingresso nel mondo.

Se fossi stata una brava blogger, puntuale e sollecita come lo ero un tempo, e forse anche troppo, avrei speso una mezza mattinata che finora non ho avuto per scrivere qui le mie impressioni su quella struttura che rappresentava per me una novità rispetto all'esperienza fatta con Mimi, una piacevole novità aggiungerei.
Magari poi lo farò, per ora dirò che le più pessimistiche delle mie previsioni (che però non erano catastrofiche perché sono dopotutto un'ottimista recidiva) si infransero contro un ambiente confortevole e davvero, per la prima volta, umanamente a misura di bambino.
Oggi, a tre settimane dall'inizio di questo inserimento, posso dire finalmente: "Beh? Tutto qui?!"
Perché Rania dorme lì da ieri; la recupero nel primo pomeriggio e insieme andiamo a riprendere Mimi. E non fa una piega quando la lascio al mattino.
Lei mi saluta con un finto bacio dato a qualche centimetro dalla mia guancia, che suona tipo "Mmmà!" Poi nel suo idioma intrascrivibile mi saluta con la mano dicendo: "Athn, mammaa!" Che a quanto pare si intende per "Buona giornata, cara madre, ci vediamo più tardi. Non preoccuparti di me. Starò benissimo qui, con tutti i miei BIBBI. A dopo".

Quindi me ne vado fiera in sella alla mia povera bicicletta, da poco reduce da intervento riparativo ad una cosa chiamata "forcella", intervento che mi ha risparmiato di doverla sostituire con una ugualmente usata ma in buono stato che probabilmente avrei pagato intorno agli 80 €, prezzo che comunque, mi dicevo per trovare un alibi, avrei ammortizzato in breve tempo, perché equivalente grossomodo ad un pieno di benzina, invece, fortuna che esiste ancora di gente onesta signora mia, il biciclettaio mi dice "Ma qui basta cambiare la forcella", e me la cavo con 12. Sono cose che ti fanno avere ancora fiducia nel mondo. E nei biciclettai.
Come quel caldaista che mi telefonò dicendo che la caldaia che io già gli avevo fatto comprare per installarla al posto della vecchia, a mio dire inservibile, lui non l'avrebbe installata, ché si rifiutava di mettermene una praticamente uguale a quella che c'era già, ché bastava fare un po' di manutenzione e sfiatare i tubi e via.
Voi che fareste a un uomo così?
Io l'ho pagato. Mi sono limitata a questo, ché poi magari nella vita privata capace che è cialtrone e inaffidabile come tutti  molti maschi, io però lui l'avrei anche baciato, al limite, o almeno in quel momento credevo di poterlo fare senza problemi.

Tornando alla mia bici, in questi giorni di accompagnamenti a scuola e nidi, scioperi delle insegnanti e assemblee sindacali, rientri alle 10.00 e recuperi a mezzogiorno, uscite alle 16.00 e palestre alle 17.00, si è riconfermata nel ruolo di mia fedele compagna.
Doppiamente sculata per il fatto che il nido di Rania si trova a pochi metri dalla materna di Mimi, ed entrambi costituiscono i vertici per così dire  di un triangolo, un po' sghembo ma confortevole, che ha il terzo in casa nostra.

Così striangolo allegramente da casa a scuola al nido a casa al nido a scuola a casa, con la pioggia e anche col sole, nel freddo umido mattutino pedalando e cantando Heidi e La Tartaruga un tempo fu un animale che correva a testa in giù.
La pista ciclabile scompare a un certo punto nel nulla lanciandomi contromano addosso alle auto provenienti da dietro la curva in senso inverso, ma poco male perché mi infilo quasi subito nel cortile dei "BIBBI" di Rania, ove mi accolgono simpatici animali salutandomi allegri dalle mura di cinta su cui sono dipinti.
E tutt'a un tratto mi ritrovo con tutto questo tempo tra le mani, con tutta questa libertà d'azione che quasi un poco mi chiedo che ne farò.

L'altra cosa che non ho ancora detto è che tra un poco tornerà il beduino, per una pausa familiare, e fino a data ancora da destinarsi, ma intanto è un gran sollievo, da un lato.
dall'altro c'è una parte di me che ha detto, sottovoce e quasi bisbigliando ma tanto io l'ho sentita lo stesso: "E che cazzo, proprio ora che avevo finalmente mezza giornata libera per starmene finalmente per gli stracazzi miei?!"

E' terribile, la natura umana, ragazzi.
E'proprio vero: uno non è mai contento.

- Io odio il beduino!
- Io odio il nido!
- Io odio la vita!
(Amo solo il caldaista)

6 commenti:

  1. Come ti capisco, oh, come ti capisco!
    Eternamente scontenta pure io.
    Meno simpatica di puffo brontolone, però.
    Felice che la famiglia sarà presto riunita, faccio il tifo affinché tutto vada come sperate.

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    1. Non per me! Puffo brontolone mi è sempre stato sulle palle, come quelli che si lamentano sempre e che non sono mai contenti.
      Ma c'è qualcosa nel non veder sempre tutto rosa e fiori che ha del sano, secondo me: sei consapevole che ciò che desideri ha sempre due facce, e che quando ottieni qualcosa c'è sempre qualcos'altro che lasci andare, per questo un poco titubi all'inizio e poi alla fine accogli il nuovo con consapevolezza di cosa comporterà, senza entusiasmi infantili e tragiche ricadute dopo; sei anche consapevole di ciò che hai, e quindi anche contenta in fondo.
      Puffo brontolone invece esclude tutto a priori, è un dannatissimo disfattista!!

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  2. hahaha mi e' piaciuto il commento finale: come ti capisco! Orai avrete preso i vostri ritmi, e il rientro del marito e' sempre un po' uno scompiglio, anzi forse piu' dell'inserimento al nido...anche a noi capita, quando DH torna da un viaggio lungo, di starci fra i piedi e di scocciarci per qualsiasi cosa. Poi si ritorna a ingranare come famiglia. Eppero' stica', un po' di tempo per se ci sta bene!! ;-)
    Bello il post su Modi, ci mancavano i tuoi post sull'arte!

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    1. Ma davvero è piaciuto? Io temo sempre di essere pedante quando scrivo post un po'... come dire? Ambiziosi? Boh.
      Beh, grazie. Mi fa un immenso piacere sapere che è stato apprezzato!

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  3. ahahhah bellissimo il commento finale!
    Leggendo il racconto ti ho immaginata nelle strade di Pisa a scorazzare con la tua bici :) la prossima volta che vengo nelle tue pause andiamo a berci del buon caffè? :) vorrei poterti anche restituire il tuo libro di persona :)

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    1. Basta sapere quando ci sei tu. Io le mie pause me le organizzo ;-)

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