venerdì 8 maggio 2015

Libri: la ricerca, la scoperta, il ritorno.

Ultimamente riesco a scrivere di libri più che di altro.E' comunque un modo per riordinarsi le idee quando da sola non glie la fai, e dunque: cosa hanno in comune i due libri che voglio presentare oggi?

Poco, si direbbe, a prima vista: una storia naive in tinte accese di bambine aviatrici e surreali regine; un  racconto poetico di equilibri precari, di voli e di spinte, giocato sulla continua interazione con l'immagine, sull'eleganza grafica di linee verticali e orizzontali, di una gamma cromatica ridotta e selezionata.

Due storie che però ho sentito accomunate da un denominatore unico: la ricerca dell'altro che ci si nega, il viaggio, la scoperta infine che quell'altro per noi c'è e c'è sempre stato, anche quando pensavamo di doverlo cercare altrove. 

La regina dei baci



Titolo: La regina dei baci

Autore: Kristien Aertssen (testo e illustrazioni)

Editore: Babalibri

Età: 2-6








Una piccola principessa chiede alla mamma-regina un po' di coccole, ma la mamma è indaffarata, non ha tempo, ed esorta la piccola ad andare a cercare una fantomatica Regina dei Baci.
Questo l'incipit della vicenda.
E così la principessa parte. Monta sul suo sorridente aereo privato e inizia a perlustrare il panorama sottostante in cerca della dimora di questa Regina, così ricca affettivamente da potersi permettere di elargire baci a chicchessìa.
Ma, ahimé, la ricerca non è così facile. La principessa si imbatte in altre emblematiche figure materne: la regina dei dolci nel suo castello-torta, la regina dei gatti, adagiata all'ombra del suo albero-ombrello porta-gatti; la regina dei giochi arroccata nella sua torre-scivolo, quella dei fiori indaffarata nel suo lussureggiante giardino fiorito, e quella della notte, intenta a raccontar storie al riparo della sua tenda-baldacchino alla luce di mille lumini.


Nessuna di loro era quella giusta, ma tutte hanno un dono in serbo per la piccola principessa e un po' del loro tempo da dedicarle.

Seguono le mie bimbe il percorso del piccolo aereo rosso, studiano la topografia immaginaria di questi reami dell'infanzia, di cui è costituito alla fine di tutto il rapporto madre e figlia, in tutte le sue sfaccettature: il gioco, il "fare insieme", il "prendersi cura di", il racconto.

E poi: assaggiano voraci i mille dolcetti sfornati dalla regina delle torte...

La regina delle torte:

...impazziscono a contare gli innumerevoli gatti della regina in questione, perdendo il conto ogni volta e confondendosi alla vista dell'ennesimo felino che fa capolino da dietro un ramo...

La regina dei gatti:

...litigano nella scelta dei pupazzi da preferire nel colorato salotto della regina dei giochi...

La regina dei giochi:

...raccolgono fiori disegnati dalle aiuole della regina dei fiori...

La regina dei fiori:

...e percorrono con le dita la processione di abat-jour disseminate intorno alla tenda della regina della notte.

La regina della notte:

Insomma: un grandissimo coinvolgimento attivo nel percorrere con la principessa le tappe in questo universo-infanzia.
Ma questo universo è mutilo se in tutte queste attività manca ciò che rende univoco ed esclusivo lo stare insieme: l'aspetto affettivo, in tutte quelle meravigliose manifestazioni fisiche ed esplicite che ci vien facile esternare quando ci rapportiamo ai bambini, e che diventano invece così faticose tra adulti...

In tutto ciò che fine ha fatto mamma regina?
Mamma regina ha finito di assolvere ai suoi obblighi lavorativi, è stanca, sfinita, sola, e non si diverte neanche un po': senza la sua bambina è sempre più triste.
E' laggiù, in fondo alla fondo pagina colorata dei colori gioiosi e accesi dell'infanzia, è sbiadita nelle tinte attenuate che dà distanza, l'assenza, e senza interesse si dedica alle consuete attività, la cura delle piante del palazzo, il rassetto di suppellettili senza vita, né il gioco la distrae, né il cibo le dà piacere.
Una vita piena di cose, ma povera di affetti, per quanto attiva possa essere, che senso ha?

La principessa non ha trovato la regina dei baci, ma non le importa: è la sua mamma che vuole.
Nel racconto della regina sola, ha rivisto lei, ed ha capito come anche la sua mamma abbia bisogno di quell'affetto, di quei baci che all'inizio le ha negato, troppo distratta dalla vita, dalle cose dei grandi che impediscono loro di continuare a vedere ciò che è più importante, che non li rendono felici, ma solo più stanchi, soli, e insoddisfatti.


E' bellissima l'immagine dell'ultimo volo della principessa verso la torre da cui la saluta, sventolando un drappo, la mamma regina, e vi commuovereste a vedere come le mia bimbe mi si buttino addosso al termine della lettura e mi ricoprano di moine, un po' con l'intento di volermi consolare e proteggere dalla solitudine e dal grigiore dell'età adulta, e un po' con quello di volersi prendere quei baci che spettano loro di diritto, dopo aver tanto cercato, ed essersi adoperate l'intera giornata appresso alle attività e le pretese di una mamma ora giardiniera ora gattofila, ora pasticcera ora cantastorie, ora compagna di giochi.
E' che ci adoperiamo sempre tanto per il fare, dopotutto il fare insieme sottintende un voler bene, un lasciar spazio, un lasciar provare, una condivisione di lavoro e di intenti.
Solo che, oltre al fare, dovremmo ricordarci ogni tanto di esserci, essere pronte ad abbracciare, disposte a lasciarci strapazzare, avere il tempo per farci sommergere di baci, abbandonarci sul letto alla libera effusione, lasciando scivolare la stanchezza della giornata tra le carezze.
In mezzo a tutto questo fare condividere e inventare, offrirci l'una all'altra, e ribadire che io sono qui con te, per te, e che tutto il resto è secondario.


Nella sua semplicità trovo che questo libro trasmetta un messaggio bellissimo, senza per questo commettere l'errore di rivolgersi agli adulti, perché è sicuramente alle bambine e ai bambini che parla, in primis, spiegando loro quanto l'importanza di un gesto affettuoso non valga solo per i piccoli, e quanto invece tutti siamo indispensabili gli uni per gli altri.

In cerca del vento


Titolo: In cerca del vento

Autore/illustratore: Lindsey Yankey

Traduttore: Bianca Lazzaro

Editore: Donzelli Editore









Una ricerca è alla base anche di questa storia, delicatissima e geometricamente perfetta, nel suo andamento circolare di espansione e di ritorno, nel susseguirsi ritmico degli elementi: un gruppo di fiori soffioni immobili sui loro steli, un aquilone adagiato su una panchina del parco, le altalene, ferme e sospese alle loro catene...
E' una ricerca che si muove sulla scia di segnali: li osserva in ogni oggetto che se ne può far rivelatore, nel movimento, che sempre risulta assente.

L'uccellino azzurro si sveglia un mattino e si accorge che qualcosa non va: non sente il vento, e sente che senza di lui non può spiccare il volo; è così che decide di iniziare a cercarlo.
Ma non lo trova nelle corolle intatte dei soffioni e non lo trova nella pesantezza inerte dei tessuti e delle frange delle sciarpe colorate di una bancarella, né nella verticalità inesorabile dei rami sottili di un salice.
Ne cerca un indizio tra le pagine dei quotidiani degli avventori di un bar, seduti ai tavolini, ma nemmeno un fruscio di carta ne denuncia la presenza.
Persino i panni stesi ad asciugare sui fili da bucato nel vicolo sono fermi, insensibili a qualsiasi vibrazione dell'aria, senza nessuna possibilità di oscillazione.
Non c'è nessuno a far sventolare la bandiera o a giocare con le tende della finestra.

Il vento non c'è, sembra sparito, e con lui sembra si sia fermato il mondo, niente più sembra potersi muovere. Tutto sembra aver perso vita e vitalità.
La ricerca sembra stata vana.
Come può l'uccellino riprendere a volare senza l'aiuto del suo amico a sostenerlo, a guidarlo con le sue correnti, a gonfiargli le ali?
Ma proprio quando sta ormai per perdere ogni speranza di ritrovarlo, si rende conto che...

No, non lo dico.
La scoperta delle ultime pagine potrà sembrare ovvia a noi esperti conoscitori delle leggi fisiche dell'aerodinamica, a noi viaggiatori della terra che ci alziamo ogni giorni sicuri di poter svolgere i nostri movimenti consueti a prescindere dalle condizioni atmosferiche e anemometriche, ma è una scoperta che ci obbliga comunque a considerare quanto a volte tendiamo a dare per scontato.
Una sicurezza che ci viene tolta, un giorno, senza tante spiegazioni né anticipazioni ci spinge a volte a intraprendere lunghi percorsi di ricerca, estenuanti giri di perlustrazione a caccia di quel qualcosa che ci manca per sentirci davvero completi, capaci, in grado di cavarcela.
Sarà questo viaggio a rivelarci di cosa realmente siamo capaci, a infonderci fiducia nelle nostre reali capacità, a prescindere da chi o da cosa avremo accanto per sostenerci.

E quando finalmente sapremo di riuscire anche da soli, ecco che quel qualcosa o quel qualcuno ci sarà.
O non se n'era mai andato?

Solo che non riuscivamo a percepirne la presenza. Senza di esso tutto sembrava fermo e inutile.
Eppure non era lui a far accadere le cose.
Questo almeno il messaggio che mi è parso di percepire dalle pagine poetiche di questo meraviglioso albo, delicato e ardito al tempo stesso, nella costruzione delle sue prospettive surreali, e nei suoi scorci iperreali (il mio preferito, ovviamente, quello dell'arco di pietra che incornicia un'infilata di panni stesi come stendardi su fili sospesi tra le linee di facciata delle case).

Una celebrazione della forza interna alla natura e alla vita, nella continua contrapposizione tra movimento auspicato e stasi, e di nuovo ricerca.
Bellissima la pagina finale con il volo d'uccello (è proprio il caso di dirlo) sopra al giro d'arena dei giardini, dove finalmente, proprio come sulla pista di un circo, ogni elemento recita ormai il suo numero, incalzato dall'alito ritrovato di vento che lo anima: ecco la bandiera gialla sventolare diritta e fiera dall'alto del suo pennone, ecco lo svolazzare dell'aquilone a rombi rosso, e dei panni nel vicolo, l'agitarsi inconsulto dei flessibili rami del salice e delle vele colorate nel laghetto; ecco un palloncino blu, che qualche pagina fa era in mano, docile, a una bambina nel parco. Anche lui è volato via, seguendo a distanza il volo dell'uccellino dalla piume azzurre.

Meravigliosa la grafica di questo libro, la stilizzazione elegante e sobria delle forme e la scelta della cromia ribassata, dei toni tenui, selezionati, prevalentemente del verde e ocra, in cui meglio risaltano gli azzurri e i rossi degli elementi salienti, e si stagliano le accese fantasie delle stoffe delle sciarpe, e delle pareti variopinte della casa al numero 5, dagli infissi delle finestre rosso pompeiano, riconoscibile dalla strada, accanto all'arco, grazie al gatto bianco accoccolato sul davanzale.
Qui c'è un intero mondo costruito con una cura e un amore che si rivelano in ogni tratto d'inchiostro, nella minuziosa ripetizione del molteplice: le foglie degli alberi, i fili d'erba del prato, pur in una visione d'insieme compatta e unitaria.
Le campiture di colore che si fanno linea di contorno, come nella bambina con il palloncino.
Illustrazioni a piena pagina, fogli ruvidi, di grande formato, belli da sfogliare e tenere tra le dita.
Insomma: un albo bellissimo.
Che le mie figlie hanno apprezzato ma senza troppo entusiasmo.
Un'attenzione che non si è fatta partecipazione.
Devo solo capire bene il perché.

Forse questo universo così terso e grafico rimane loro un po' troppo distante e lontano.
La ricchezza e la varietà degli elementi che entrano nel gioco di un nascondino invisibile le ha divertite e incuriosite, ma forse il messaggio criptico della storia non le riguarda troppo da vicino.
Io credo, però, che valga sempre la pena proporre ogni tanto ai piccoli orizzonti un pochino più vasti e prospettive un pochino più insolite di quel che sono abituati a considerare, perché possano prendere dimestichezza con un modo di guardare e rappresentare il mondo che non sia solo descrittivo ma anche lirico e, in qualche misura, spirtuale.




 



Il post partecipa a : I Venerdì del libro.

E qui, per chi volesse:

2 commenti:

  1. Poco male se hai voglia di parlare di libri..io trovo i tuoi suggerimenti molto utili....!grazie!

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  2. Grazie a te.
    È molto gratificante che qualcuno li trovi utili! 😛

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