giovedì 19 maggio 2016

Tempo sprecato


Io me ne starei qui, sulle piastrelle tiepide della terrazza, scaldate dal sole di maggio.
Me ne starei qui, tra un acquazzone e l'altro, ché di corsa tiro via le lenzuola dallo stendino, prima che diluvi.
Il vento burbero le ha asciugate in poche ore, io farò finta di metterle da parte per dar loro una stirata, poi finiranno nell'armadio così come sono, tanto stirarle che gran perdita di tempo.

Me ne starei qui a veder passare il tempo con le mie bambine che si rotolano sul pavimento, libere di impolverarsi quanto pare loro.
La primavera porta sempre un sacco di polvere e in fin dei conti chi se ne frega se in casa ce n'è a ditate. Credo sia un'accettabile scotto da pagare per la meravigliosa stagione che ogni nuovo anno ci è concessa.

martedì 10 maggio 2016

Memorie sparse e bipolarismi di una donna gravida quasi a termine

Beh... sto per dire delle gran banalità, ma è da non credere come il tempo a volte scivoli via insidioso e silenzioso, veloce che non lo afferri, subdolo che non te ne accorgi, finché...
Dove cazzo è andato a finire tutto questo tempo?
E tu avevi un sacco di progetti, un sacco di cose da fare PRIMA, quando ancora ti sembrava di averne più che a sufficienza. Ma insomma.
Il succo è che il mio tempo è quasi scaduto, e io non è che mi senta proprio preparata al grande salto ma babbé, come dice Rania, che è la diplomatica della famiglia, accomodante per costituzione, e quando fa un guaio smorza ogni incazzatura sminuendone la gravità: "E babbé, mamma, non shuccede nulla". Come darle torto.
Ogni tanto occorre lasciarsi andare al corso degli eventi, dare voce ad un certo fatalismo che risiede negli strati più sotterranei del nostro animo, e allentare il controllo, o almeno quello che crediamo di avere sulle cose, sulla nostra vita, sul tempo, appunto, che non ci sembra mai sufficiente, chissà perché.



domenica 1 maggio 2016

Tra due fuochi. E mezzo.

Malgrado l'assenteismo dal blog, siamo sempre qui, quella più piccola dentro la pancia, le due più grandi fuori a tormentarmi, il beduino che va e viene, io che altaleno secondo il tempo e gli umori e, forse, gli ormoni, secondo la curva energetica del mio bioritmo, che ultimamente è pericolosamente instabile.

Rania è una bambina solare, gioiosa, divertente, piena di energie; è fantastica e simpaticissima, ti riempie le giornate, ma mi mangia il cervello, e, cazzarola, non sta mai zitta.
Ha un volume di voce costante a 120 decibel , mi chiama 830 volte al giorno, mi martella di "perchèèè?", con un accento grave sulla "è" apertissima che spesso non attendono risposta, e se la ottengono la dribblano o la ignorano e si ripropongono all'infinito; mi sfinisce di "Mamma!" di "Ti ricordi quando ero piccola che", di "Ho fame!", di "facciamo qualcosha!", di "Ho un'idea: facciamo che" e francamente ho quasi sempre voglia di sbolognarla.
Certo poi il senso di colpa va a mille, perché, come ho detto, è tenera, adorabile, affettuosa.

Mimi è una bambina molto sensibile e ricettiva, ha attenzioni e delicatezze che mi lasciano sempre col cuore gonfio di gratitudine e grondante rimorso per tutte le volte che calpesto senza tatto quella sua sensibilità così difficile da manipolare, da non urtare, mai ferire. Però ci sono giorni che la prenderei per i piedi e la lancerei lontanissimo da me perché mi annienta, con i suoi sfoghi, i suoi malumori repentini, i suoi isterismi, le sue indisponenze, ché per come la prendi la prendi non va mai bene, e più cerchi la via della conciliazione più lei sceglie la provocazione e rilancia in atteggiamenti stizzosi o fastidiosi.