martedì 22 febbraio 2011

Cosa succede al di là del Mediterraneo?


Da tre giorni siamo sintonizzati con la parabola su Al-Jazeera, Al-Arabiya, Al-Maghrebiya... canali Libici (due), anche per farci un'idea dei meccanismi di oscuramento messi in atto dal Potere, quello con la P maiuscola, che è immortale e imperituro, quello che logora, ma non si logora (avete presente: Il mio nemico non ha divisa, ama le armi ma non le usa...)
Ogni tanto guardiamo anche qualche tg italiano, tanto per farci un'idea di come le notizie cambino a seconda della campana che suona.
Hasuna non si stacca dal televisore dieci minuti. E dal telefono.
Continua a tentare di chiamare laggiù. Mamma, Ali, Bilgasim, il dottor Kairi...
Non so se per lui è più angosciante il non ricevere risposta o l'aver constatato che ora i numeri che lui compone risultino inesistenti.
E intanto in tv si ripetono all'infinito le stesse immagini di gente massacrata per strada.
E la gente telefona in diretta ai girnalisti di Al-Jazeera, 24 su 24 collegati con la Libia, e raccontano quello che vivono, e che vedono.
Raccontano di Soldati mercenari neri, africani assoldati apposta dal regime per scatenare l'inferno nelle strade.
Di civili presi di mira da elicotteri, di bombardamenti sui centri abitati, alla faccia dei comunicati ufficiali che parlano di depositi di armi in mano ai rivoltosi.
Di proteste pacifiche soffocate nel sangue, come del resto annunciato dal lungo discorso del figlio dottore del Colonnello, che con fare da arringatore ha spiegato come il popolo abbia costretto il governo a intervenire nella maniera più drastica, senza lasciare loro altra possibilità di scelta.
Di migliaia, e non già di centinaia di morti.
Di città isolate, strade interrotte, acqua ed elettricità tagliate, comunicazioni inesistenti.
Le linee telefoniche sono isolate in tutto il paese.
Qualcuno racconta di aerei caccia italiani.
Il nostro presidente del consiglio e il nostro ministro della difesa ci dicono di non preoccuparci (quando mai?), che le operazioni in atto sono mirate a difendere gli ineterssi italiani in Libia e a consentire il rimpatrio dei connazionali.
Del resto, c'è sempre il pericolo che i fondamentalisti islamici prendano il potere, e in un'area così vicina a noi come la Libia, questo sarebbe assolutamente da evitare!
E così, mentre si proclamano sdegnati per la feroce guerra mossa dal Potere contro la popolazione, mettono avanti entrambe le mani e pure i piedi, espongono attenuanti, si  dichiarano all'oscuro dei fatti e parlano delle "conseguenze economiche" che la rivolta potrebbe comportare per le nostre imprese in Libia.
Ma siamo impazziti?
Stiamo perdendo del tutto il senso della realtà?
Quale rivolta? Chi è il terrorista in questo momento?
Nel giro di tre giorni un paese fino ad allora in pace sta venendo martoriato da bombardamenti, la gente massacrata da squadroni della morte assoldati per seminare il terrore, sparando a tutto ciò che si muove.
Si usano proiettili esplosivi.
I medici  che chiamano descrivono le condizioni disperate dei feriti.

Ancora su Al-Jazeera: si susseguono telefonate di chi è riuscito a raggiungere l'Egitto, o la Tunisia, o di quelli che sono ancora lì, e che riescono ad allacciarsi alle reti telefoniche dei Paesi vicini. Perchè ora su tutto il Paese c'è il totale black-out dell'informazione.
In mancanza di giornalisti (quelli che sono andati sono stati fatti prigionieri, e hanno negato tutto, fino all'ultimo morto), queste testimonianze sono l'unica finestra che ci rimane sulla realtà dei fatti.
Chiama un padre in lacrime, che urla la sua rabbia contro un governo che permette, anzi, che organizza l'annientamento del suo stesso Popolo, la distruzione del suo setsso Paese, in difesa di chissà quale diritto di comandare che si è autoattribuito e che detiene ormai da 42 anni.
Fino a dove può arrivare la follia di un singolo?
Come può un leader, armare e indirizzare la mano di un esercito di stranieri prezzolati contro la sua gente, sguinzagliare questi signori della morte sulla terra in cui è nato e che dovrebbe pure amare, al di là dei vantaggi che da essa è riuscito a trarre per sè e per la sua famiglia dopo una dittatura durata per più di due generazioni?

Ancora una persona telefona e chiede  con insistenza perchè: limada? Limada? Limada? Ripete, e io capisco solo questo: perchè? E me lo chiedo anche io.

Telefona un soldato, uno di quelli che hanno disertato, rifiutandosi di sparare sulla propria gente disarmata.
Racconta di esecuzioni di massa nell'esercito: giustiziati quelli che non volevano attaccare i civili, corpi bruciati, fosse comuni. Non è di centinaia di morti che si parla, ma, come dicevo, di migliaia.

Hasuna segue tutto, poi mi traduce, poi smette, si perde nell'ascolto delle notizie, si arrabbia da solo, e tenta ancora di chiamare a casa.
Io sto lì con lui e capisco poco. Cerco di stargli vicina e non so come poterlo fare.
E' nella sofferenza che senti maggiormente di amare una persona.
Nel silenzio carico di tensione, nell'impotenza di non potergli dare sollievo e conforto.
Una mia mano si allunga a toccargli il braccio, e lui, come mi aspettavo, si ritrae.
Questo è il suo dolore.
Mi chiede se voglio che metta il tg italiano, in maniera che possa seguire anche io, che non capisco l'arabo.
Gli dico: non ti preoccupare.
-Come, non ti preoccupare! Vorrei vedere te al mio posto!
Non è quello che intendevo, ma non è questo il momento di discutere.
Mi immagino al suo posto: sapere tutte le persona che ami in pericolo di morte, e non poter far niente. Non solo: non poter nemmeno comunicare con loro. Non sapere se: sono vivi, stanno bene, hanno paura, se hanno bisogno di lui. Non poterli sentire ancora una volta che potrebbe anche essere l'ultima.

Lui è arrabbiato. E' arrabbiato soprattutto con l'informazione, con il governo italiano, che tentenna e non osa schierarsi apertamente, è arrabbiato perchè non riesce a comunicare con nessuno e sostiene che anche in Italia abbiano oscurato i siti internet e impedito le comunicazioni telefoniche.
Non posso fare a meno di chiedermelo anche io: ma da che parte stiamo? E spero di non dovermi rispondere che, in questo Paese "democratico" in cui viviamo, gli interessi di alcuni vengano prima dei principi basilari di umanità e libertà.
Quello che è successo in Libia è qualcosa di aberrante: un popolo manifesta la propria opposizione a un regime che è in carica da decenni esercitando con la violenza la propria supremazia  e raziando quando poteva raziare. Quei manifestanti vengono attaccati con le armi e sterminati perchè hanno osato esprimere un'opinione, esercitare una libertà. Dopo di che, in maniera sistematica, viene annientato a suon di bombe e attacchi aerei qualsiasi altra velleità di alzare il capo e dissentire. Attraverso il terrore. E cecchini addestrati hanno l'incarico di dissuadere la gente ad uscire dalle loro case, pena la morte.
Quali sono le libertà che diciamo di difendere e pretenderemmo di esportare in Paesi più arretrati ideologicamente e politicamente?
Si farà un'altra missione di pace a suon di fucili e mitraglia? Non è questo il pericolo più grande per la nostra libertà? Quello cioè che chi comanda possa decidere indiscriminatamente della sorte di un intero popolo senza doverne rendere conto a chicchessia?


Solo fino a qualche giorno fa, dopo le rivolte scoppiate in Egitto e in Tunisia, parlando al telefono con mio fratello Ergino, lui mi chiedeva se pensavo che anche in Libia potesse succedere qualcosa di simile. Io gli risposi: ma figurati se in Libia la gente si muove! Sono 42 anni che hanno la dittatura, e tutto sommato a loro va bene così.
Avevo in testa il ricordo di un Paese rilassato e sonnacchioso, come l'avevo visto io da visitatrice andando laggiù qualche anno fa. Di un popolo che viveva la sua vita senza porsi troppe domande, senza particolari aspirazioni, tanto il pane in tavola è comunque assicurato.
Quando, qualche giorno più tardi, anche un po' delusi, con Hasuna guardammo in internet le prime manifestazioni a Bengasi, ci son sembrate le baruffe di quattro gatti, o, come si dice in francese: la mouche qui péte (la mosca che scureggia). Certo non avremmo mai immaginato che si potesse scatenare un casino simile.
Questo dimostra quanto Suster capisca poco di dinamiche storiche.
Suster non capisce molto di politica internazionale, ma racconta quello che vede e che sente, e anche quello che prova, perchè vive assieme alla persona che ama l'angoscia e la rabbia di vedere la propria terra devastata impunemente in tre giorni di delirio di onnipotenza di un pazzo.

Questo post non c'entra molto con Pisa & love, ma in questo momento non mi pareva il caso e non mi sentivo in vena di scrivere amenità, poichè da tre giorni stiamo col fiato sospeso, gli occhi alla tv.
C'entra un poco sì con love, anche se parlo di war, perchè sento questo dolore anche mio, e forse non mi indignerei tanto se non mi trovassi coinvolta emotivamente con questo Paese, come sono.
Perchè è vero: le atrocità che ci colpiscono di più sono quelle che ci riguardano più da vicino. Se potessimo, ignoreremmo tutto ciò che nel mondo ci può dispiacere, e farci sentire in fondo anche un po' colpevoli, perchè tutto sommato ci accontentiamo del nostro angolino di mondo fatto di piccole cose, dove la continuità della nostra vita ci sembra assicurata a durare, e non minacciata da eventi funesti improvvisi.
Ma vorrei usare questo piccolo spazio per ricordare a chi mi legge di guardare a ciò che succede intorno a noi, lontano o vicino che sia, con un po' di partecipazione, crecando di tener presente che ogni stima di morti che sentiamo fare in tv equivale a un numero di vite identiche alla nostra, violentemente falciate dalla feroce follia di un potere ottuso, madri e padri che piangono, fratelli, amici, mogli e mariti, figli rimasti orfani.
Le stragi della storia non appartengono solo al passato. Tanto di cappello alla memoria delle morti  passate, ma non indifferenza per quelle presenti.

Se potete ditemi cosa ne pensate.

15 commenti:

  1. le notizie che aspettavo sono arrivate e sinceramente non mi aspettavo da te parole diverse. Anche in me l'interesse e l'angoscia sono scoppiati quando sono iniziate le prime stragi in Libia quindi anche il mio "piccolo mondo" si è aperto nel momento in cui la questione ha toccato una delle persone vicine al mio cuore.
    Sempre con voi e sempre a disposizione con la speranza che tutto finisca presto!

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  2. Mamma mia...capisco quanto deve essere brutto avere parenti lontani (e io ce l'ho) e non sapere cosa sta loro succedendo mentre in tv vedi l'inferno...deve essere atroce..quindi un abbraccio a tuo marito!!! Purtroppo quello che è successo in Egitto ha scatenato una rivolta che ha infiammato tutto il mondo arabo oramai...la gente ha visto che si può cacciare i tiranni e sperare in qualcosa di meglio e non vuole rinunciarci...è solo che in queste guerre interne purtroppo la gente omune che vuole più libertà è quella che ci rimette sempre e comunque...mi dispiace tanto davvero per tuo marito...io ho parenti in Brasile e ogni volta che sento di qualche inondazione o uragano...tremo come una foglia...posso solo immaginare tuo marito come si senta!!!!

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  3. La storia è una ruota che gira e si finisce sempre li...con l'avere al potere dittatori psicopatici.
    Io non ho votato e non voterò mai per questi maiali.
    (solo noi italiani ci facciamo scivolare tutto addosso...ma che senso avrebbe manifestare da sola per governi di merda??!!)
    Ok...queste cose mi scaldano davvero.
    "La guerra del pane"deve toccare tutti,mi dispiace moltissimo per la tua situazione,,,
    L'escalation è stata questa..Tunisia,Egitto,Libia e tantissimi altri posti non menzionati o censurati.
    Considero eroi intanto quei piloti di aerei ai quali è stato ordinato di bombardare sulla folla..eloro per tutta risposta sono volati a Malta chiedendo asilo politico piuttosto che fare una carneficina..anzi...continuarla..
    E comunque l'Ue ci ha dato il benservito dicendo che l'italia se accoglie i profughi rimane da sola perchè nessuno li vuole e si scaricano la coscienza mandando aiuti umanitari...
    Ok Suster mi scuso,mi sono dilungata molto,vi sono vicina!

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  4. Questo post c'entra moltissimo, con Pisa and Love, perché sono le parole di una donna viva, che ha gli occhi aperti, che pensa e ha una sensibilità. Da quando ti leggo ti segue anche il mio compagno, a volte citiamo i tuoi post e ridiamo. Sei entrata un po' in casa nostra, anzi siete entrati. E a legger questo mi sento un po' a casa tua, seduta con voi sempre che i gatti abbiano lasciato posto, impotente. Però vicina, per quel che può servire.

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  5. Grazie Suster per questa testimonianza.
    Io non ho parenti in questi paesi ma sono comunque incollata alla tv, perchè sento che sta accadendo qualcosa di importante.
    Vedere oggi qualcuno che muore per difendere la propria libertà non può non toccarci e non farci riflettere.

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  6. Condivido il tuo post su fb, sperando che qualcuno tra le persone che conosco ti legga e capisca, come ho capito io.
    giuppy

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  7. Grazie grazie grazie a tutte!
    IN questi giorni è stata dura. Ora i "pupi" dormono stravolti(soprattutto il padre, che non dormiva da due giorni). E pure i gatti per fortuna (no panzumen l'ho buttato fuori perchè s'ingroppava il fratello). Colgo l'occasione per leggere e rispondere:
    @amichetta: grazie! Lo so che tu ci pensi sempre e ci sei vicina

    @finalmentemamma: è terribile sapere che i tuoi cari sono in pericolo di vita e non potersi nemmeno assicurare che stiano bene. C'è da diventare pazzi. Non avevo mai provato una cosa simile. Uno dà per scontato che basti alzare una cornetta del telefono...

    @ciucciorock: sono d'accordo con te. La storia ci regala la dimostrazione che al male non c'è mai fine, e che l'umanità continua a non imparare dai propri errori. Però anche cose come quei piloti che sono fuggiti...sarà poco ma basta a farti credere ancora che ci sia speranza.

    @Che bello! Son contenta di essere entrata in casa vostra! Sei la benvenuta nella mia, e i gatti dovranno smammare una volta tanto.

    @Madamadorè: Vedere oggi qualcuno che muore per difendere la propria libertà... è vero! Anche io l'ho pensato, vedendo in tv quei giovani con le bandiere sfidare l'esercito armato. Dovrebbe farci riflettere soprattutto oggi, che siamo nel 150esimo dell'unità d'Italia.Allora altri giovani morirono per i loro ideali...

    @Giuppy: grazie anche a te infine. felice di averti offerto l'appiglio per entrare dentro alla questione da un punto di vista un po' diverso.

    Ci tenevo a ringraziarvi una per una!

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  8. ..Anche se vivo in Olanda, seguo ogni giorno le evoluzioni della situazione..tra un capitolo e l'altro della mia tesi..sbircio sempre su le news in internet alla ricerca di aggiornamenti...e sperando di vedere la scritta: "Il Popolo Libico e' finalmente libero" !!

    Sono in pena per Hussein e anche per tutti gli amici a Pisa che amano Hussein e Suster..!!

    Un abbraccio forte,

    Riccardo

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  9. Grazie Ricca! Colgo l'occasione per dire che ieri sera infine è riuscito a contattare la mamma: fortunatamente stanno tutti bene, perchè erano nella casa in campagna, appena fuori Misurata. Anche se da tre giorni barricati in casa con tutti i bambini non dev'essere facile, e senza luce nè acqua ancora meno. Speriamo che questa storiaccia finisca presto e nel modo più indolore possibile...

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  10. La cosa che mi ha colpito di più, qualche giorno fa è stata la notizia di quei militari volati a Malta, senza autorizzazione, disertando, per non dover sparare sulla propria gente. Questo mi ha dato veramente l'idea dell'orrore che sta succedendo. Seguo poco i tg, ultimamente davvero non ce la faccio a vedere orrori, ma il mio cuore annichilisce davanti a quello che sento. E ancora rimango ammirata davanti al sacrificio che sa fare l'essere umano, davanti al coraggio che sa tirar fuori, per riavere la propria libertà.

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  11. Ho subito pensato a voi, cari amici miei, quando ho seguito la notizia al tg.
    Mi dispiace molto che, dopo tanti anni di lotte e tentativi di libertà, la storia faccia ricorso e i popoli si ritrovino ancora oggi ad essere sottomessi ad un regime. Come si può ottenere la libertà? Da principio, ogni tentativo di ribellione al potere ha generato sangue. Allora non si dovrebbe cercare di ottenere qualcosa, per paura di mettere in pericolo le vite? Parlo facile io, che sto a casa mia, nel mio paese che, per quanto schifoso sia, mi permette di alzarmi la mattina e fare footing nel parco. Maledette dittature! Sembra che il potere sia solo da una parte. Siamo tutti uomini. E' forte Tizio, come sono forte io? No!
    Perchè cosa ne può sapere, una madre, di come si spari, di come si comprino le armi e di come si distruggano le masse di fondamentalisti...
    A chi comanda, non si può rispondere con le parole, purtroppo.
    E la morte genera morte.
    E noi siamo il paese vicino, che anni fa è stato aiutato dalla Libia. Mia zia, è nata lì e se lo ricorda bene.
    Mi è passata la fame.
    Vi stringo forte.

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  12. Ester, condivido in pieno!

    dada: ti è passata la fame? E non hai visto le foto che mi ha portato hsuna dalla manifestazione dell'altro giorno.. meglio non vederle, sono davvero terrificanti. Quando il corpo umano diventa carne da macello. Mi chiedi se è meglio la schiavitù e la pace che la libertà che si paga col sangue. Beh, in un mondo utopico sarebbe bello che ogni popolo potesse esercitare la libertà di autodeterminarsi senza dover per questo venir sterminato. Nella realtà credo che la Storia dimostri che la libertà sia il sommo ideale per il quale baattersi e morire. Non sono per la pace a tutti i costi. Non sono per i deserti chiamti Pace, come diceva uno che le conseguenza di queste paci unilaterali le aveva scontate sulla sua pelle, più di 2000 anni fa. Certo, morire per un ideale, non so se io oggi ce la farei, ma molte madri di cui tu parli l'hanno fatto, sì. L'essere umano è assai più forte dei propri limiti fisici. Dici che con la non-viloenza non si vincono le guerre? Beh, un tizio di nome Gandhi ha dimostrato il contrario.

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  13. Ciao Suster,
    Dada mi ha portato sultuo blog perché anche io oggi ho parlato di quello che succede dall'altra parte del mediterraneo (tra l'altro io sono siciliana, la libia è per me + vicina rispetto al veneto in cui oggi abito..)
    Condivido tutto quello che scrivi...
    Ho organizzato un appuntamento per questo pomeriggio alle 18, per i nostri fratelli libici... parli di Gandhi... quindi credo che parliamo la stessa lingua...

    http://cosatipreparopercena.blogspot.com/2011/02/questo-e-un-appuntamento-uniti-per-i.html

    un abbraccio forte a te e a tutta la tua famiglia

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  14. Ciao Susanna.
    Per quello che vale vi ho pensato moltissimo in questi giorni e mi chiedevo proprio come stessero Hasuna e la sua famiglia, e ora purtroppo lo so.
    Mi pare di aver capito che almeno ad oggi sono riuscti a parlarsi, e ne sono contenta, anche se cambia poco.
    No so che dire, niente da aggiungere a quello che hai scritto, solo un abbraccio grande a tutti e due, vi sono vicina. :)
    Giulia Sis

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  15. Ciao Giulia! che piacere sentirti!La vicinanza di tutti quelli che ci conoscono in questo momento è una cosa che mi sorprende piacevolmente e che mi allarga il cuore. Sembra poco invece è tantissimo. IO esercito un po' la funzione del filtro, poichè lui ancora non ha tanta voglia di sentire persone da rassiucurare, quando è il primo a non sentirsi affatto tranquillo. Misurata è liberata. Strage di civili a Misurata. Cosa pensare di tante notizie talvolta contraddittorie? Francamente non lo so. Il post s'intitola "Cosa succede di là dal mediterraneo", ma ancora non riesco ad avere chiara la situazione di cosa realmente stia succedendo, e continuo ad augurarmi che, qualsiasi cosa sia, si concluda presto per il meglio. Un abbraccio
    Sus.

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