venerdì 7 novembre 2014

Due libri da non perdere (secondo me).

Venerdì del libro. Ce la posso fare.
Ieri pomeriggio visto il maltempo imperante su gran parte della penisola, e nella fattispecie qui, ho approfittato dell'occasione di una lettura ad alta voce per bambini notificatami dalla mailing-list della biblioteca comunale e ho portato le bimbe a fare un po' di esercizio intellettuale.
La lettura in realtà è stata un po' una pena, causa drappello di madri cialtrone con figli scatenati al seguito che hanno improvvisato una piccola performance da orda barbarica all'interno dell'area di lettura, rendendo vano qualsiasi tentativo di seguire.
Ma siccome non sono qui per lamentarmi dell'altrui ignoranza, che poi se gli fai notare che magari quello non è proprio il luogo in cui lasciar scatenare lo spirito apocalittico dei propri figli, che se uno non è in grado di gestirli se li tenga a casa propria, ti rispondono pure merda, che sono bambini, cosa vuoi pretendere da loro, siccome questo, dicevo dunque, lo metto solo per inciso, tanto per, e vado avanti.

Dunque in questa amena circostanza ho preso atto che siamo in ritardo sulla riconsegna di alcuni libri presi in prestito tempo fa, che mi riproponevo di segnalare qui, solo che poi non ho mai tempo e il tempo passa.
E allora prima di riconsegnarli ecco, ci provo (preambolo più che superfluo).

Due libri che mi hanno colpito per la resa grafica e l'essenzialità schietta del racconto, senza secondi intenti, senza velleità pedagogiche o messaggi sottesi, ma per il puro gusto di inventare storie partendo da elementi curiosi, e lasciando un po' che la storia si racconti da sé.

Sono questi due:




TitoloUn leone a Parigi

Autore/illustratoreBeatrice Alemagna

EditoreDonzelli Editore

Età di lettura: dai 2 anni ai 99 (poco adatto ai centenari)




Albo illustrato di grande, grandissimo formato. Enorme direi.
Non c'entra nemmeno nella libreria di legno delle bimbe, motivo per cui sono felice di non averlo acquistato, ma solo preso in prestito, perché detesto i libri messi di piatto sopra gli altri, che non vogliono stare al loro posto. In fondo in fondo sono una dannata maniaca dell'ordine.
A parte questa pecca del tutto soggettiva, il libro è obiettivamente una chicca; si lascia sfogliare con un piacere che pochi altri libri sanno dare.
Sarà per quelle ampie vedute urbane che ti propone a ogni nuova pagina, sarà per la qualità stessa della carta, spessa e ruvida, quasi da stampe da collezione, o forse per quel sapore un po' retrò delle illustrazioni, un po' naive un po' dada, il segno visibile  della penna, le ombre tratteggiate a china, gli inserti fotografici a collage su fondali infantilmente bidimensionali, in uno spazio prospettico però perfettamente inquadrato e reale, profondo.

Tutto ciò spiazza un po' all'inizio, come il leone annoiato che cerca il brivido della novità nella grande metropoli, e che all'inizio ci si sente un po' fuori luogo, ma poi piano piano inizia a trovare anche del bello in tutto quel  mondo brulicante di vite, distante e indifferente, e alla fine si sente così a casa che decide di fermarsi lì.
E' un po' così per tutti quei luoghi che nascondono il loro vero spirito sotto la patina dell'immagine da cartolina universalmente diffusa, che fa da schermo, e ti impedisce di entrarci subito in comunione profonda e autentica.
E' necessaria un'esperienza più intima, più soggettiva e individuale, forse, per conoscerli davvero.

Anche io come il leone non ricevetti un'ottima impressione dalla città di Parigi, con le sue colossali prospettive stradali e il prevalere ossessivo di quel grigio uniforme ovunque.
Forse mi è mancata l'occasione di quell'incontro individuale che invece ha avuto il leone di questa storia, ma quel che è vero è che l'immagine interiore dei luoghi si costruisce anche attraverso i racconti portati via da altri, e poi narrati, e uditi e ripetuti, e che le emozioni e i sentimenti provati da altri a contatto con quei luoghi, in parte diventano anche i tuoi, di te ascoltatore e viaggiatore passivo di luoghi e storie, e io non potrei più trovarmi davanti alla basilica del Sacre Coeur di Montmartre, al museo Pompidou e soprattutto al monumento del leone di Piazza Denfert-Rochereau, senza aver presente alla memoria le immagini di questo libro, che vuole proporsi come una sorta di guida turistica elementare della città, ma che è anche qualcosa di diverso: più una guida turistica "emotiva" che mostra come l'autrice percepisce questi luoghi, e così te li fa amare.

Per i bambini la storia si pone più come il pretesto per conoscere alcuni degli scorci e dei luoghi più celebri della città, e un'invito alla scoperta, al viaggio, alla conoscenza.
L'immaginario di Mimi, 4 anni, riguardo la città di Parigi intanto si va formando più sulla base delle letture fantastiche e bizzarre dei racconti letti finora e che qui vi si ambientano, che su una reale coscienza geografica, e io mi chiedo cosa significherebbe per lei una visita in loco ora, dopo infinite visioni de Gli Aristogatti, dopo Monsieur Hulot e dopo questo leone girovago e ramingo a spasso per boulevard.
Riconoscerebbe i luoghi? Cercherebbe il piedistallo con la statua del leone in ogni piazza della città? Avrebbe la sensazione di aver conquistato uno dei luoghi del suo immaginario?
Chissà. Intanto mi piace continuare ad alimentare le sue fantasticherie coi racconti di luoghi che le possano dare la dimensione di un mondo grande e vastissimo e vario, da esplorare e scoprire, di luoghi lontani da andare a cercare e conoscere, e poi magari anche amare.

Il leone in visita a Montmartre (la mia preferita)
Il libro piace, secondo me, più a i grandi, che ne apprezzano forse meglio il valore artistico, ma riesce a parlare anche ai piccoli.

Poi:


TitoloCrictor il serpente buono

Autore/illustratoreTomi Ungerer

EditoreElecta Kids

Età di lettura: Dai 3-4 anni

Il bello della biblioteca è che ti fa scoprire autori che altrimenti, dal profondo della tua inesperienza editoriale, continueresti tranquillamente ad ignorale, senza sapere mai cosa ti sei persa.
Così mi ritrovo tra le mani questo volume che già dalla veste tipografica della copertina mi rievoca atmosfere di un secolo ormai trascorso.
Apprendo solo poi, curiosando tra le notizie riguardanti l'autore, che questo è effettivamente un libro risalente agli anni '50-'60 del secolo scorso, da poco ripubblicato in questa edizione italiana da Electa Kids.

Ed ecco cosa si dice sul sito della casa editrice di questo Tomi Ungerer per me fino all'altro ieri praticamente uno sconosciuto:
Nel 2002 è stato decretato dal premio italiano Andersen il miglior autore di libri per ragazzi "per essere uno degli indiscutibili maestri della grafica internazionale, per la versatilità alta e fervida della sua attività artistica, per aver contribuito a rinnovare, già dagli anni Sessanta, la concezione dell'albo illustrato per l'infanzia".
Non ho molto da aggiungere dunque per presentare cotanto maestro, ma mi gongolo comunque per esser riuscita ad intercettare nel marasma editoriale più o meno aggiornato in cui versa il settore per l'infanzia della biblioteca, questo bel volume, una curatissima edizione recente che, consapevole del proprio valore storico e artistico, fa sfoggio di un impeccabile stile grafico, deliberatamente vintage, di un'ottima qualità della carta, pagine spesse e ruvide, come piacciono a noi, lettori esigenti, per valorizzare le grandi illustrazioni a inchiostro, la cromia ridotta all'essenziale, ai soli toni di verde e rosso.
La storia del pitone Crictor, inseparabile compagno di vita dell'anziana Madame Bodot, è quasi altrettanto lineare ed essenziale, ma ricca di spirito e di ironia, di un non-sense che non richiede di essere spiegato ma solo goduto, che un po' mi ricorda quello delle strisce umoristiche uguali a se stesse da decenni sulla settimana Enigmistica... ma un po' più raffinato!

Crictor e Madame Bodot (irresistibili!):



Crictor premiato per il suo coraggio:


Spero di aver offerto spunti di lettura interessanti per grandi e piccini.
Il mio consiglio è: esplorate, apprezzate, assaporate, non aspettatevi sempre qualcosa dai libri, ma lasciatevi trasportare nel loro universo. Ogni tanto per puro piacere.

Questa è sempre Suster per I venerdì del libro (al link le altre proposte di questa settimana), rubrica a cui saltuariamente partecipo.

Queste sono le altre recensioni di libri per bambini sul blog.

Qui c'è la libreria di Mimi su Anobii.

E per chi fosse interessato, qui c'è anche la mia (sebbene io non la aggiorni da tempo...ahem).

9 commenti:

  1. Le tue segnalazioni sono per me delle assolute novità: vedrò di recuperarle anche io in biblioteca!

    (Il mio pensiero su certi comportamenti in biblioteca è uguale al tuo!)

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    1. Spero non ti deludano! :-)

      (Che si fa? Legnate sui denti? Alle madri però. I bambini li incaprettiamo... e dopo questo commento verrò bannata da blogspot)

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    2. Arrivati oggi e già divorati!
      Crictor eletto a lettura della buonanotte!

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  2. simpaticissimo il tuo modo di raccontare e raccontarti
    buona domenica
    ti seguirò con assiduità
    simonetta

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    1. Grazie Simonetta, mi fa un immenso piacere che tu mi abbia trovata simpatica, perchè per la verità a volte temo di sembrare pedante quando faccio di queste presentazioni di libri, o saccente, peggio ancora.
      A presto!

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    2. Cia sus,

      quindi scusa -entro a gamba tesa senza che c'entri nulla col tuo post- ma alla fine niente partenza? Qui al Pesino InBuco etc sono partite le letture delle fiabe di cui ti parlavo, per tutto il mese di Novembre. Se ti va organizziamo e ci andiamo insieme ;).


      Susibita

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    3. Sì e no... comunque siamo qui ora. Certo si può fare! va be' ti scrivo in privato.

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    4. (c'entra invece, ché pure io parlavo di letture ad alta voce qui, per inciso!)

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