lunedì 9 marzo 2015

Primavera, piccoli soli e fiocchi di neve.

Avete presente i Denti di leone?


L'anno scorso avevo in mente un post-proposta... un pro-post se mi concedete il neologismo idiota. Passato? Bene, grazie.
Dunque poi smisi di scrivere per un po', e non se ne fece più niente.


Oggi che la primavera si riaffacia, un po' timida, e poi si ritrae, poi torna ad affacciarsi, e poi si ritrae, poi infila un piede nell'uscio, poi lo ritrae... insomma ora che le mie bimbe andando a scuola non si lasciano sfuggire un cespuglio fiorito di fresco, una macchia gialla di un albero di mimosa in lontananza, un'aiuola di margherite sul limitare del marciapiede, captando come avessero le antenne i sentori, tenui, della primavera imminente in città, che è una primavera in sordina tutto sommato, mi ritorna in mente quel progetto, che in fondo era una cosina semplice e carina, un'idea fattibilissima per valorizzare ai loro occhi vogliosi di colori e frementi di cambiamento, il senso di questa stagione che noi tutti associamo alla rinascita.
La primavera in città ha bisogno di un piccolo aiutino, perchè la si possa vedere e sentire, perchè non accada come in quella poesia di Gianni Rodari, la conoscete?

Primavera

Conosco una città
dove la primavera
arriva e se ne va

senza trovare un albero
da rinverdire,
un ramo da far fiorire
di rosa o di lillà.

Per quelle strade murate
come prigioni
la poveretta s'aggira
con le migliori intenzioni:
appende un po' di verde
ai fili del tram, ai lampioni,
sparge dei fiori
davanti ai portoni
(e dopo un momentino,
se li prende un netturbino).

Altro da fare
non le rimane,
per settimane e settimane,
che dirigere il traffico
delle rondini, in alto,
dove la gente
non le vede e non le sente.

Di verde in quella città
(dirvi il suo nome non posso)
ci sono soltanto i semafori,
quando non segnano rosso.
Allora, cosa c'è da fare?
Per prima cosa vi servono dei denti di leone.
Tanti denti di leone.
Se non avete presente i denti di leone, forse può voler dire che li conoscete sotto altro nome.
Quindi sappiate che:
Il taràssaco comune (Taraxacum officinale, Weber ex F.H.Wigg. 1780) è una pianta a fiore (angiosperma) appartenente alla famiglia delle Asteracee.
L'epiteto specifico ne indica le virtù medicamentose, note fin dall'antichità e sfruttate con l'utilizzo delle sue radici e foglie.
È comunemente conosciuto come dente di leone, dente di cane, soffione (l'infruttescenza), cicoria selvatica, cicoria asinina, grugno di porco, ingrassaporci, insalata di porci, pisciacane, lappa, missinina, piscialletto o anche con lo storpiamento del nome in tarassàco.
Ora, per quanto mi alletti utilizzare uno dei pittoreschi nomi indicati da wikipedia per questo povero fiore che non ha fatto mai del male a nessuno perché lo si debba chiamare grugno di porco o pisciacane, vi chiedo scusa se io continuerò ad utilizzare il nome finora utilizzato, ovvero, appunto, dente di leone, che non offende nessuno e se mai nobilita.


Ne raccogliete tanti, o meglio, li lasciate raccogliere ai vostri bambini (dimenticavo che per fare questo esperimento sono necessari dei bambini, va bene anche un solo bambino, in alternativa se vi sentite ancora un po' bambini, siete liberi di farlo da soli. Devo dire che è stato abbastanza emozionante anche per me).
Li potete raccogliere, ne sono certa, anche se vivete in città, come noi, perchè questi fiorellini noi li vediamo spuntare anche negli interstizi dei marciapiedi.
Aiutano la primavera che stenta a farsi trovare, in assenza di violette e di pali della luce fronzuti (visto che vi ho citato Rodari, permettetemi di citarlo ancora, questo è il brano che introduce una delle canzoni che ascoltavo da bambina):
Tema: La primavera.
Svolgimento:
Mi hanno detto che in primavera i prati sono verdi. Ma io i prati li ho visti solo alla televisione e sono tutti grigi.
Mi hanno detto che in primavera spuntano le violette. Io ho guardato attentamente i marciapiedi ogni mattina, ma non ho mai visto le violette spuntare.
Mi hanno detto che in primavera gli alberi mettono foglie e fiori. Nel mio quartiere non ci sono alberi, ci sono soltanto i pali della luce. Ma non mettono né fiori, né foglie.

Una volta a casa, riponete i vostri fiori in un vasetto con dell'acqua, perchè non avvizziscano prima del tempo.
Va bene, in alternativa al vasetto, anche un barattolo di marmellata di fichi vuoto, ma che sia di fichi, vi raccomando!

Dice Mimi, con quella capacità poetica immediata che hanno i bambini, e che poi uno da grande se la deve coltivare perchè non avvizzisca come i denti di leone lasciati a secco, Mimi dice che i denti di leone sono come dei piccoli soli luminosi, e i petali sono i loro raggi. Ed è proprio vero! (Non a caso appartengono, come detto sopra, alla famiglia delle asteracee, ovvero "astri", stelle. Ahem...)

Comunque i vostri piccoli soli radiosi, bel belli nel vostro barattolo di marmellata di fichi, non rimarranno a lungo così asteriformi.
Voi li lascerete nel vaso per un po', diciamo per un paio di settimane, preferibilmente all'aperto, perchè ricevano luce a sufficienza, e ve li dimenticherete, preferibilmente.
Finché un giorno, poi, andrete a vedere e vi accorgerete che i vostri piccoli soli iniziano a cambiare aspetto...



E che il vostro barattolo ora appare di una tristezza senza limiti:




Ma non disperate perchè l'esperimento sta riuscendo alla perfezione!
Eh, sì, perchè di lì a poco (dimenticatevi il barattolo di marmellata ancora per qualche giorno, senza cedere all'impulso di gettar via quella tristezza di fiori avvizziti e rinsecchiti), di lì a poco vi accorgerete che qualcosa sta accadendo all'interno dei denti di leone...
La natura li trasforma dall'interno...


Finché...





Oh, meraviglia!
- Mamma! Guarda! I denti di leone si sono riaperti e si sono trasformati in fiori soffioni!
- Davvero, Mimi? Oh, cacchio! E' vero! Evviva!


Esperimento riuscito! Ora i vostri soli radiosi sono divenuti leggerissimi e impalpabili fiocchi di neve.

Achtung: esperimento sconsigliato ai soggetti con allergie da polline.



E ora: esprimete un desiderio!
E che sia meraviglioso.




Spero che vi sia chiaro il senso di questo pro-post ludico-didattico: il mondo intorno è pieno di fenomeni (piccoli, grandi, banali o eccezionali, che importa?) che aspettano solo di essere scoperti, osservati, esultati; a volte basta un barattolo vuoto di marmellata di fichi.

Ma soprattutto: i desideri sbocciano nell'attesa, ma meglio se ve ne dimenticate per un tempo non ben definito. Una volta volati via, i desideri si impigliano nei capelli e fanno starnutire chi è allergico.
Però ne sarà valsa la pena, vederli sbocciare così, come per magia.
 Non auguro a nessuno di essere allergico ai desideri.

5 commenti:

  1. È un'idea disarmantemente semplice quanto bellissima! Andiamo subito in cerca di Denti di leone :D

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  2. .........io continuo ancora a cercare i denti di leoni e poi, quando sono diventati bianchi e soffici........soffiarli esprimendo un desiderio.......penso proprio che con le tue bimbe mi troverei perfettamente!
    Emanuela

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  3. Bellissimo... l'ultima frase è la ciliegina sulla torta del tuo pro post! :-)

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  4. Grazie a tutte. Sono felice che abbiate apprezzato la nostra proposta primaverile.
    In fondo viene quasi naturale farci qualcosa quando torni a casa sempre con lei mani( le tasche, la borsa, i pertugi delle asole) piene di fiorellini...

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