lunedì 3 gennaio 2011

Nuovo anno nel segno di... (sfiga e altre storie)

Secondo l'oroscopo cinese il 2011 è nel segno del coniglio (lepre o gatto, le versioni differiscono un po' le une dalle altre).
Ora vi dico sotto quale segno è cominciato per me questo nuovo anno.

Nel segno dell'unità familiare.
Il 1° gennaio, a mezzanotte meno due minuti, Hasuna arrivava a Roma Termini con il suo bravo Inter City, e all'una circa mi raggiunge a casa.
Io lo attendevo sul divano guardandomi Blob, e insieme abbiamo così fetseggiato l'inizio dell'anno nuovo pasteggiando a polpettone e pandoro.
Peccato che poi il giorno dopo, manco avessimo fatto i bagordi fino all'alba, il nostro eroe Hasuna, reduce da un tour de force in macelleria, al termine del quale ha marciato fino alla stazione, ha preso al volo il treno che quasi gli sfuggiva sotto il naso, ha viaggiato per 350 Km, è giunto in una Capitale festante e scoppiettante di fuochi e chiassosa di eccessi alcolici, ha coraggiosamente affrontato i disagi di una metropolitana traboccante di giovani vocianti tra spintoni e POOOO-POPPò-POPPOPPòòò-POOO, che ci sta sempre bene anche a Capodanno (vedi anche: "Seven Nation Army" dei White Stripes), è infine emerso incolume ma frastornato e un pochino in stato confusionale dal sottosuolo della periferia romana per raggiungere l'amore della sua vita, che sempre io sono, insomma il nostro eroe dicevo, reduce di tutto ciò, il giorno dopo non si è alzato prima delle 11, quando la pupa finiva già il suo pisolino mattutino, essendosi lei svegliata in gran forma alle 8, puntuale come ogni mattina.
E dopo aver consumato il pranzo rituale della festa tutti insieme appassionatamente, finendo con una teoria di dolci assortiti delle più svariate forme e sapori, ben gradito omaggio della gentil donna di mio fratello Ergino, ci siamo alzati (con molta calma) tutti un bel po' appesantiti, ma Hasuna era scomparso.
Dove sarà finito?
E' rimasto senza fiato, sulla pancia collassato, che beduino sfortunato questo povero Hasuna!
 In effetti era proprio steso, altro che Popoff! L'ho ritrovato sul mio letto tutto ranicchiato un'oretta più tardi che mi chiedeva di coprirlo con una coperta. Ho messo a nanna lui e la pupa concedendomi poi un'oretta di svago. Ma mentre la figlia dopo poco meno di un'ora era di nuovo tra noi, il padre ha ronfato fiono alle 7 di sera.
E poichè noi due da qualche mese a questa parte viviamo vite alterne, tipo la dama che era falco di giorno e il cavaliere che si trasformava in lupo di notte, una volta tolta di mezzo la pupa, sono stata io a crollare davanti all'ennesimo cartone della Pixar in tv poco dopo le 9 di sera.

(Nel segno della catalessi.)


Nel segno dello stordimento cerebrale a suon di cartoni animati.
C'è da dire che da due giorni ci stavamo sparando una serie di lungometraggi Pixar e Dreamworks in tv, e che, tanto per fare qualcosa di diverso, la domenica mattina ci siamo appicciati pure il dvd di Shrek IV, mio regalo di Natale ad Hasuna (che regali impegnativi, eh?!)
Quest'anno c'era mancato però il cinema natalizio.
Per ovvie ragioni: Hasuna era a Pisa, io avevo la pupa da accudire e non abbastanza motivazioni per chiedere alla nonna di tenermela in custodia per un pomeriggio a fin che io potessi andare a tenere viva questa tradizionale forma di intrattenimento natalizio.
L'anno scorso pure ricordo che ci provammo ad andare il giorno di Santo Stefano, ma ci decidemma a muovere i nostri pigri deretani un po' troppo comodamente: al megagalattico centro commerciale Porta di Roma, luogo di perdizione dalle proporzioni inumane, che ospita un super multisala con 14 proiezioni in contemporanea, siam giunti che saranno state già le 8 di sera, quando ormai una fila di inverosimili dimensioni di uomini e donne determinati a non perdere il loro appuntamento annuale col cinema di Natale, si snodava chilometrica e serpentinata nei vasti corridoi dell'edificio e drappelli di spettatori in attesa divoravano secchielli di pop-corn bianchi e gialli sorseggiando cocacole.
La programmazione lasciava parecchio a desiderare: delle 14 sale disponibili, 7  davano Natale a Beverly Hills, 3 La principessa e il ranocchio, 2 Piovono polpette (ma allora, mi chiedo, perchè vi prendete la briga di costruirne 14, cari i miei ideatori di multisala? Non ne bastavano 4 o 5 di sale, magari un po' più grandi di quelle nelle quali ci pigiate tutti spiaccicati sotto lo schermo, o all'estrema sinistra a vedere l'intera proiezione di scorcio?)
Dopo aver fatto 20 minuti di fila non ricordo più per vedere cosa, ci siamo resi conto che  i biglietti disponibili erano quelli per lo spettacolo delle 22.30, e dopo un rapido consulto abbiamo desistito, non senza mio sommo e segreto gaudio, giacchè al mio terzo mese di gravidanza non ero proprio al top della mia forma fisica, e l'odore di burro e di pop-corn mi stava destando le mai sopite nausee.
Questo l'anno scorso.
Quest'anno non ci siamo nemmeno presi il disturbo di fare il tentativo.
Ma l'arrivo tempestivo di Hasuna ha cambiato tutto. Lui aspettava da un pezzo di vedere con me il nostro primo film in 3D, cosa che non avevamo ancora avuto l'occasione di sperimentare. E così, armati di tanta buona volontà, assicuratici che la nonna mi teneva la pupa in custodia per un pomeriggio, al risorgere serale del mio eroico compagno, ci siam messi di buona lena a spulciare le programmazioni del giorno dopo, cosa dove e quando, che fosse in 3D condizione primaria, che fosse entro le 4 del pomeriggio, condizione inderogabile, poichè poi lui aveva il treno di ritorno per Pisa.
Eh, sì: una faticaccia, ma andava fatto. Ora o mai più, animo, forza e coraggio.
Andiamo in 5, io e Hasuna più fratelli e donna di fratello.
Alla fine abbiamo trovato una soluzione accettabile: Megamind, film di animazione in 3D, spettacolo delle 15.00, vale a dire che in sala c'eravamo solo noi e quattro genitori scompagnati con prole a seguito.
Il film siamo arrivati che già era iniziato da 6 minuti, che a dirla così non sembra molto, ma ci siamo persi tutto l'antefatto della storia, come sempre succedeva quando da piccoli mio padre ci portava a vedere i cartoni della Disney, che all'epoca, mica come ora che ne escono 18 l'anno! Così, proprio come ai tempi della nostra infanzia, prima dei multisala, prima del digitale, prima del 3D, prima, prima, prima, rimanevamo a fine proiezione a recuperare l'inizio (mi è successo per La spada nella roccia, per Red e Toby, per Lilly e il vagabondo e non so per quanti altri), anche per Megamind. Ok, ne valeva la pena: ora il film sì che ha acquistato tutto un altro spessore.
Con la vista un po' sfasata dagli occhialini 3D la mente appannata da ore ed ore di cartoni animati usciamo barcollanti.
Oh, sono le 17:15, andiamo che c'è da prendere la metro, poi Hasuna c'ha il treno alle 18 da Termini, se lo perde è un casino che già quando facevo il biglietto su internet erano tutti pieni e ho dovuto ripiegare su un diretto, che sarà sicuramente pieno zeppo quindi meglio che arrivi un po' prima per prendere il posto, o si farà le prime 2 ore di viaggio in piedi.

Nel segno della sfiga

Salutiamo Hasuna in metro, che scende  a Termini con la sua fedele borsa a tracolla.
E qui lasciamo il nostro eroe, mentre noi proseguiamo verso casa, arriviamo, troviamo pupa e nonna in conversazione con zia in visita, e proseguiamo la nostra ordinaria serata come ce ne sono molte.
Ma volete sapere cosa ancora è capitato al prode nostro viaggiatore delle feste?
Mi chiama poco dopo le 7: gli fottero la borsa in treno, e mai furto fu più infelice di questo giacchè soldi non ve n'erano, ma solo vestiti sporchi, sudoku, documenti, tutti, del mio sfortunato consorte, caricabatterie del cellulare, chiavi di casa e, ahimè, della macelleria (e mo' come si fa?), mutande rosse con le renne e la forchetta allungabile per rubare il cibo dai piatti altrui, doni questi di Babbo Natale per il nostro impavido sfigato.
Per lui, incacchiato nero, immagino che viaggio di ritorno deve esser stato, pigiato tra la folla e il puzzo di umanità stipata, che litiga con il controllore da cui cerca di ottenere qualche soluzione al suo problema, ma ottiene solo un beffardo invito a leggere, la prossima volta, i cartelli che mettono in guardia gli incauti viaggiatori dai borseggiatori, che arriva a destinazione stanco e con le palle girate, che passa, ancora, in questura a fare la denuncia dei beni sottratti, che intanto prende progressivamente coscienza delle seccature che da questo gli deriveranno: le chiavi della macchina, azz'! OK, andrà a lavoro a piedi. E dovrà crecare un fabbro che gli apra la saracinsca e la porta del negozio, cambiare le serrature...
Povero Hasuna mio! Non c'è da stupirsi se la sera al telefono mi annuncia che domenica prossima, contrariamente a quanto aveva inizialmente deciso, non verrà a prenderci, e che dovremo quindi anche noi tornarcene in treno. E del resto, come avrebbe potuto se le chiavi della macchina se le fotterono e l'altra copia ce l'ho io, qui?

Ok 2011, inizi proprio bene! Ho capito di che pasta sei fatto: a noi due!
(Nel segno della sopravvivenza)

1 commento:

  1. Brava!così si fronteggia il nuovo anno!certo che il tuo è iniziato davvero alla grande1;-)
    cara, nel tuo commento da me sei stata troppo gentile, m'hai fatto un'analisi che manco un critico, mi è piaciuta troppo (chettelodicoaffà).
    Spero di non deludere le tue aspettative e mi avete messo una voglia di rimetterci le mani che non puoi capì.Grazie mille del tuo sostegno.
    p.s. Ma un incontro io e te, no?
    Pensaci, direi che geograficamente ci siamo :-)

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