martedì 30 aprile 2013

Che Liberazione!



Per il 25 aprile avevo in programma un post celebrativo, ma avvenimenti esterni me ne hanno impedito, e ritardato il completamento, perciò pubblico in ritardo.
Forse potrà suonare profano, o addirittura blasfemo, che io scriva un post del genere in occasione di una ricorrenza come questa, ché la Patria, la Libertà, la Storia, la lotta partigiana etc etc... eppure io vorrei ricordare che per me quel giorno intercorreva anche il primo mese dalla mia personale Liberazione: la liberazione del mio utero, ché vi garantisco, in riferimento al singolo individuo, non ha niente da invidiare in quanto a importanza, alla Liberazione da una qualsiasi dittatura politica in relazione a un popolo.

Non ci credete? Beh: è da vedere.
Un utero presidiato notte e giorno da un picchetto di occupanti, siano essi pure in numero di uno, è una forma di dittatura sul tuo stesso corpo a cui non puoi sottrarti, e nemmeno opporti con la lotta armata, a meno di non voler compiere un gesto folle e compromettente della tua stessa salute, oltre che di quella di tuo figlio/a ivi residente in pianta stabile.
Ci sono stati giorni che avrei tanto e volentierissimo desiderato di poter deporre il pancione anche solo per poche ore, e recuperare un minimo di libertà di movimento, prestanza fisica, e capacità di muovermi dal punto A al punto B senza doverne avere poi ripercussioni gravi a livello di enorme spossatezza serale. Quando anche dover andare a fare la spesa diventa un supplizio, mi chiedo davvero come si possa anche solo ipotizzare che quello della gravidanza sia uno dei momenti più belli della vita di una donna...
Non di questa donna, per lo meno: questo è sicuro!

Che poi, sia chiaro, ogni gravidanza è un discorso a sé: ricordo che quando ero incinta di Mimi, ho goduto di un generale stato di benessere fino press'a poco all'ultima settimana, e andavo vanagloriandomi di non aver ancora deposto la bicicletta, fino all'ultimo, e che volendo mi ci sarei recata anche all'ospedale, a partorire, in sella alla mia bicicletta.
Brutta idiota che non ero altro: se avessi saputo cosa significa davvero essere in travaglio!
Ma lasciamo stare: questa seconda gravidanza basterebbe di per sé a dissuadermi dalla tentazione, che non nascondo essere, ahimé, ancora persistente, di ritentare l'esperimento di un terzo figlio... Eh, sì, lo ammetto: sono un caso disperato.
La gravidanza però... più ci penso, più si pone come validissimo deterrente all'insano proposito, assai più del parto, anche se, e prima o poi ve ne parlerò, sempre che a qualcuno interessino questi noiosissimi interminabili resoconti di sala parto...  anche se...pure quello... potrebbe essere sì un deterrente... ma te la sbrighi nell'arco di una giornata, e poi te lo getti alle spalle e cerchi di pensarci il meno possibile.
E avanti col perpetuarsi della specie!

Ma la gravidanza! Uff!
Si parte con i due mesi standard di nausee, e sonnolenza, e morte fisica, avversione agli odori, inappetenza, attacchi di fame violenta e incontinente, che poi ti conducono a cibarti dei cibi più insalubri e a nuovi attacchi di nausea... Poi pare di stare meglio, ma è solo l'inizio. Dopo arrivano i bruciori di stomaco, il reflusso, la difficoltà a digerire anche il più esiguo spuntino, l'affanno a respirare, i dolori lancinanti alle costole, le infezioni di varia natura ai tuoi apparati inferiori, i valori del sangue sballati, le turbe di umore, il rischio di diabete gestazionale, i crampi notturni, le notti insonni, le varie sindromi psicotiche (vedi istinto del nido, depressione pre-parto, ansia pre-maman, la sindrome del baby-shopping, la sindrome della mamma-olistica e chi ne vuole aggiungere inventi pure, che tanto si fa sempre in tempo ad ampliare la rosa dei sintomi).

Insomma: tanto di cappello a chi è persino riuscita a stilare una lista bella rifinita e tonda tonda delle dieci cosa da rimpiangere della gravidanza (ma che poi ha avuto l'onestà di pubblicare anche la lista delle cose da NON rimpiangere).
Perché poi ti dicono: "Lo vedrai, dopo, se non ti mancherà il pancione!"
Mancarmi? Suvvia non scherziamo. Non immaginate la gioia di scoprire, a qualche giorno dal parto, che riuscivo finalmente ad infilarmi e allacciarmi le scarpe semplicemente piegando il busto, e senza fare tutti quei contorcimenti affannosi a cui mi obbligava la mia poderosa pancia.
Ma insomma: occorre che scriva presto anche io un'utile decalogo ordinato sui vantaggi e gli svantaggi della gravidanza, così, dati alla mano, chiunque vorrà potrà trarne un bilancio, e valutare se ne vale la pena... di rimpiangere il pancione! Cosa avevate capito?
A presto, care gravide e non.
Una buona Libera-azione a tutte voi.
E scusassero il ritardo, eh! (Dovuto a cause -ormai- esterne a me.)

PS.
E intanto: pannolini misura 2 e vestitini taglia 1-3 mesi.
Il primo cassetto da svuotare (e pensare che tanto ho tribolato per riempirlo!) e tutine di cotone con ricci e ochette a rimpiazzare quelle di ciniglia, sì: proprio quelle che comprai per Mimi in un settembre che sembra ora remoto, col cambio di stagione, dopo l'estate, e che ora calzano a pennello alla piccola fatina.

Nessun commento:

Posta un commento

Che tu sia un lettore assiduo o un passante occasionale del web, ricevere un commento mi fa sempre piacere, purché inerente e garbato.
Grazie a chi avrà la pazienza e la gentilezza di lasciarmi un segno del suo passaggio.