martedì 9 aprile 2013

Secondo livello: allo start.

Dai dai, presto: ora che dormono tutte e due!
Un post un post! Approfitta finché dura, ché tanto lo sai che non dura molto.
Un post: sì ma da dove comincio?
Che importa, dai, cogli l'attimo! Carpe diem! Loro dormono, i gatti sono fuori, ti guardano imploranti dal vetro della porta-finestra della cucina, ma tu: non cedere!
Ché lo sai che dopo è tutta una lagna per farsi aprire la porta di camera dove "loro" dormono, e miao miao di qua prrr-mià di là, alla fine le svegliano. E dopo lo sai come va: pigli una, molli l'altra, cambi una, l'altra frigna, ripigli la prima, "Mimi devi fare pipì?" "No, mamma, gassie." "Grazie de che? Devi far pipì, Mimi, dai vienila a fare, che mi pari tarantolata" "No, mamma, io sono un gattino che si chiama Misé" "...".

E fai poppare una, l'altra frigna che vuole stare "imblaccio".
"Aspetta che la metto giù, Mimi, e dopo piglio te."
"Mamma imblaccio, imblaccio!"
"Mimi, che dici, me lo fai un disegno, intanto?"
"Mamma imblaccio, mamma imblaccio, mamma!"
"Dai Mimi, prendi i colori: fammi un disegno intanto che lei prende la puppa... Mimi sputa quella roba che hai in bocca... Mimi la smetti di frignare? Mimi, non ti grattare... Mimi piano che la svegli..."
"Mamma imblaccio, mamma imblaccio, mamma imblaccio, mamma imblaccio..."

E' così: un mezzo delirio, ma tu lo sapevi, eri preparata al peggio, e lo sai, tanto: che il peggio non è ancora arrivato.
Mimi s'è presa la varicella, con un tempismo pessimo. Si sveglia in lacrime inveendo contro "i microbi che la pungono".
L'altra rantola nel sonno e si sveglia mugolando ogni tre per due.
Io ho inaugurato il succhia-moccio, antico cimelio d'oggettistica piovutami addosso con l'arrivo della primogenita, accumulata e mai usata con lei, ora sì, con una neonata raffreddata. I famigerati anticorpi del latte materno a quanto pare nel mio caso si sono verificati inadempienti.
Me le gestisco ancora perché non ho ancora cominciato a perdere notti di sonno, faccio i debiti scongiuri e attendo speranzosa la fine dei malanni.
Alcune cose mi sembrano più facili di come le ricordavo, ma ora si fanno più complesse perché non sono più tutta per una, ma una per tutte.
Sono al secondo livello, e la difficoltà aumenta.

E poi attendo anche di riuscire a scrivere qualcosa d'altro di questo bollettino medico.
Ci sono cose che volevo scrivere ma che se non le fermi subito poi svaporano, e tu hai perso l'occasione e finisci a scrivere di varicella e succhiamoccio.
Cose che voi umani non pensavate potessero mai accadere e invece.

Per esempio che non credevate di potervi sciogliere ancora davanti a quei sorrisi involontari a bocca spalancata, ridere di quelle facce buffe, di quelle espressioni accigliate, perdervi nell'azzurro profondo di quegli occhi spalancati che indagano un mondo per loro nuovo e bizzarro, sconosciuto.

Pensavate non ci fosse più posto, pensavate i aver dato, di essere stanche, di non riuscire a ricominciare, di non poter amare altro e tanto. E invece.

Morire di tenerezza per qualcuno che fino a poco tempo fa non sapevate nemmeno che faccia avesse, sentirvi tutto per lei, e sentirvi appagate di questo.

Cose nuove, di un nuovo mai prima sperimentato.

Che in fondo va bene così, che il vostro mondo sia diventato essenzialmente questo, che ruoti in torno a questo: a Mimi dagli occhi splendenti, e a Rania dallo sguardo profondo.


Nessun commento:

Posta un commento

Che tu sia un lettore assiduo o un passante occasionale del web, ricevere un commento mi fa sempre piacere, purché inerente e garbato.
Grazie a chi avrà la pazienza e la gentilezza di lasciarmi un segno del suo passaggio.