lunedì 13 gennaio 2014

L'una e l'altra (un'apparente dualità).

Una funziona a carburazione lenta, dorme fino a tardi e si sveglia sempre di pessimo umore. Non vuole che si alzi subito la serranda, indugia a letto e a volte mugola che vorrebbe dormire ancora. Bisogna fare attenzione a come la si avvicina, altrimenti morde, e son dolori per le ore a seguire. Si procede cautamente, per tappe graduali, ed assecondando gli umori variabili e precari.
L'altra si sveglia all'alba, e appena sveglia è già a mille, inizia a vocalizzare e pigolare, cinguetta e gorgheggia, scalpita e freme per iniziare l'esplorazione del mondo intorno, distribuisce pernacchie e sputazzi, rimbalza e molleggia allegra su materassi e pance materne, annaspa tra le coperte finché non ti costringe ad alzarti, con lei. Ma non riesci mai ad arrabbiarti sul serio. Anche se non sono neppure le sei.


Una si concede con cautela, non familiarizza all'istante, ma ti studia prima per un po', e a volte corre a nascondersi all'arrivo di un nuovo ospite. E' raro che ti rivolga subito la parola, e se apostrofata direttamente o in maniera troppo brusca, si irrita e mette il broncio, oppure abbassa lo sguardo e alza le spalle e non risponde.
L'altra dispensa larghi sorrisi, improvvisa danze di benvenuto, si dondola e si agita di gioia, esulta festosa quando le si dedica un po' di attenzione, accoglie con riconoscenza uno sguardo concessole e restituisce con generosità.

Una stai attento a come la maneggi, è una guerra per pettinarla e un summit diplomatico per vestirla. Inventa complessi rituali per svolgere le abituali operazioni di quotidiana routine, che conviene assecondare nel limite del possibile, pena lacrime e sangue.
L'altra l'afferri per un piede e la tiri, la rotoli sul letto e la rigiri, la svesti e la rivesti sudando sette camicie perché ferma non ci sta comunque, e ti prende pure per il culo, ma puoi manipolarla come un pupazzo antistress, ché tanto non si scompone, e non batte ciglio sotto la doccia, non pretende la mano da miniaturista quando le districhi i nodi con la spazzola e quando cade sul sedere si fa una bella risata.

Una vaneggia di principesse e cigni, ama le storie, se ne fa raccontare in continuazione, e le racconta a sua volta, ha un esercito di personaggi immaginari con cui riferisce di vivere esperienze surreali, fantastica spesso e volentieri di futuri improbabili, cammina sulla punta dei piedi perché dice di avere i tacchi e spesso intruppa rovinosamente contro spigoli malefici mentre volteggia soave con grazia maldestra per la stanza, considerandosi una ballerina eccezionale.
L'altra sbatacchia, scuote, afferra. Esplora gattonando, si tira in piedi e sperimenta equilibri, impara a cadere e a non farlo, si pone obiettivi da raggiungere e acchiappa tutto ciò a cui arriva. Se non arriva si impegna di più. Se le togli di mano potenziali armi di autodistruzione protesta risoluta. Manipola e studia azioni e reazioni di oggetti e corpi, tira e spinge, alza e abbassa, gira e volta.

Una quando è molto stanca apriti cielo! Diventa intrattabile. Capisci che è al limite perché si elettrizza, come una molla scatta per un nonnulla, cerca lo scontro, e il più delle volte lo trova, è esasperata ed esasperante, non le va bene niente e ogni occasione è buona per dare di matto. Il bello è che quando alla fine sbrocchi ti senti pure in colpa: "Poverina, era distrutta, guarda come è crollata!" (Dopo una giornata di inferno)
L'altra quando è molto stanca, semplicemente, dorme.

Una quando è felice o emozionata, la vedi che freme, porta le mani al petto e improvvisa balzelli e passi di danza, "Che bello mamma, evviva! Sono così felice che facciamo questa cosa!" E tu daresti il tuo regno per quella felicità.
L'altra quando è felice o emozionata arriccia il naso e fa il verso del coniglio, lancia selvagge grida di gioia, ti afferra stretta con entrambe le mani strattonandoti con violenza, butta indietro la testa e ballonzola ritmicamente con tutto il corpo. E quella felicità è tutto il tuo mondo.

Pigiama party.

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