giovedì 25 novembre 2010

Non svegliate quella bimba! ovvero: Quando la Pupa è in letargo

Mi stavo seriamente preoccupando: sono entrata in punta di piedi in camera da letto, mi sono avvicinata alla carrozzina, piano, e ho sentito il suo sonoro respiro leggermente rantolante, non proprio un russare diciamo, ma un respirare molto ma molto pesante.
Come la mamma.
Nella nostra famiglia russiamo un po' tutti: russa il padre, russa la madre, russa la figlia e la sorella (Master), sì, russava pure quella, la famiglia dei russon... avete presente la canzone dei Gobboni? No? Beh, era una canzone della mia infanzia, molto molto stupida, non vale la pena perderci altro tempo sù. Ma qui russano persino i gatti, che hanno ereditato dalla madre, la storica Gattina, un difetto al setto nasale che conferisce al loro naso una caratteristica forma stavolta sì gobba, che li rende molto simili a koala, e che io collego al loro sonoro russare.
Ma quel che è più importante è, stavo dicendo, che la Pupa fortunatamente respirava ancora, ma ancora più importante che sta dormendo da due ore e mezza e se la dorme proprio soda! Tanto che, abituata a dovermi accontentare, se tutto va bene, di un'ora scarsa di libertà, quasi quasi mi sto annoiando, anche se ci sarebbero ancora molte cose da fare, dopo aver pulito un po' casa, lettiere dei gatti, spazzato il pavimento (comprese le due terrazze! WOW!), steso il bucato, lavato tutine di Pupa, spedito due e-mail, fatto una breve telefonata, cazzeggiato in giro per il web, e ora che sto qui scrivendo questo post mi accorgo che è già passata l'una, ora della poppata, e forse è meglio che continuo ad approfittarne e mi intavolo anche un po' di pranzo....
No, davvero: voi forse non vi rendete conto dell'evento, ma per me è davvero stu-pe-fa-cen-te! Dopo una settimana di pianti, e strilli, e dai, e dormi, e culla, e ninna, e ripiangi, e ripiglia, e ricomincia con la ninna, e riaddormenta, e MIAO-MIAOOO (Zorro), e risvegliati, e perchè non dormi pupetta mia, e che vuoi, e non hai sonno, e vabbè allora stai sveglia, e stai in collo, e stai in braccio, e nell'ovetto non vuoi stare, e nella sdraietta strilli come un'aquila, ti metto nel marsupio, mamma quanto pesi, e seduta non posso stare che tu di nuovo strilli come un'aquila, allora ballonzoliamo per casa, tu nel marsupio, io con dolori osteoarticolari, muscolari, tendiniti varie, ora basta sono distrutta, stai giù un pochino amore mio nell'ovetto, eh, che ne dici? Waaaaaaaaaaaaa! Credo fosse un no. Allora piangi, dai piangi! Dormire non vuoi, star sveglia neanche, in braccio a mamma no, sonaglio no, ciuccio no, orsetto no, topo no... cosa vuoi eh, amore di mamma? Stai lì che se no ti fiondo di sotto. Piangi pure, io non ne posso più!
Così litighiamo a volte io e lei.
Ma ci tengo a dire che ce la metto davvero tutta prima di sclerare e abbandonarla piangente nell'ovetto per un tempo variabile dai dieci minuti a mezz'ora, necessari perchè i miei sensi di colpa e il mio sopito istinto materno riprendano il sopravvento sullo sfinimento psicofisico.
Forse oggi sta recuperando il sonno perso negli ultimi, terribili, giorni... chissà!
L'importante è che ora dorma!

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