Quando ti sposti sulla superficie del globo terrestre molto in latitudine, quello che ti rimane più impresso, soprattutto a distanza di tempo, è la luce. Come cambia, com'è diversa.
Memorie visive, che resistono più dei pensieri, e sono forse più efficaci a rappresentare le tue emozioni, legate alla luce, al cielo, e soprattutto al mare.
Qualche foto...Il mare è stata una delle nostre mete ricorrenti, nel corso dell'intera nostra permanenza.
Del resto, dove altro andare?
Rimarrò a lungo grata a quest'acqua così azzurra, a questi colori così accesi, ricorderò a lungo la luce viva, il vento sulla faccia, questo vento così inesorabile, che ti riempiva le orecchie del suo suono vorticoso e faceva svolazzare lembi di abiti e lunghi foulard, figure femminili che si stagliavano su un'azzurra immensità, un mare così primordiale, la nostra solitaria presenza un po' malinconica, la sensazione di possederlo tutto, ma anche di esserne in totale balia.
Cambiavano gli accompagnatori ma il mare era sempre quello, al massimo mutava la spiaggia, il lido, la sponda rocciosa o sabbiosa, anche la desolazione era la stessa. La luce, quella non mancava mai, e ti toccava sempre strizzare un poco gli occhi.
Con il fratello Ali, Hasuna a volte è riuscito nel suo intento precipuo di andare a pescare, e un paio di volte mi sono accodata a loro due, seguendoli nel porto di Misurata.
Ho scoperto un luogo splendente di colori e cose, svolazzante di vessilli, sciabordante di natanti all'ormeggio, azzurreggiante di profondità aeree e acquatiche, e ho sguinzagliato l'obiettivo, rammaricandomi di non avere una grande libertà di movimento, dovendo rimanere con loro appollaiata sulla punta estrema di uno dei lunghissimi moli frangiflutti del porto, trafficato da innumerevoli piccoli e pittoreschi pescherecci.
Tanto mi era piaciuto il porto, che insistetti per tornarvi.
Stavolta ci accompagnano le mie due
cognate.
Peccato che loro due, schive e pudicissime donne islamiche dai buoni costumi, insieme a me nel porto non avevano tantissima voglia di passeggiare, attendendo i miei scatti ispirati, e inserita la quarta, mi precedono spedite su e giù per moli e banchine allungando il passo ogni qual volta venivamo affiancate o apostrofate da qualche lavoratore del posto al lavoro.
Non doveva essere cosa molto consueta trovare tre donne che si aggiravano da sole nella zona di scalo merci del porto, luogo a quanto immagino di pertinenza esclusiva maschile...
E sì, ammetto di avere un pochino rosicato di questa mia mancanza di autonomia di movimento per fare gli affari miei, ma sicuramente da sola non avrei osato sfidare i pregiudizi maschili dei lavoratori portuali libici. Credo sia stato più prudente fare buon viso a cattivo gioco...
...e accontentarmi degli spettacoli che ho potuto catturare stando anche in loro compagnia, o della loro stessa compagnia come spunto per riprese suggestive.
Poi siccome imbruniva, i gabbiani affollandosi sulla superficie del mare cenavano a pesce, i pescherecci ondeggiavano sulle loro ombre nell'acqua e il cielo si faceva inesorabilmente plumbeo, le onde si son fatte minacciose, il freddo più pungente, e noi siamo rientrati.
Persino le spirali di filo spinato mi sembravano in armonia con tutto il resto...
Buon inizio settimana a voi.