venerdì 20 settembre 2013

Morte dell'estate.

L'estate muore in un autunno bizzarro.
In un autunno dolcissimo, avrei detto qualche tempo fa, prima dell'arrivo di queste piogge melancuniose.
Ora ci regala giornata piene di una luce dorata che investe chiome ancora frondose dei grandi platani che svettano sopra i tetti della città, nell'orizzonte della nostra terrazza.
Tanta poesia in questa morte d'estate, come in tutti i canti del cigno.
Ma comunque ne abbiamo avuto abbastanza, dell'estate dico.

Proprio non capisco quei tizi che ancora se ne stanno in spiaggia a prendere il sole di settembre che ci mostrano insistentemente al telegiornale.
Basta, è ora di voltare pagina.
Qui più prosasticamente parlando, siamo tutte in spirito di nuovo inizio.


Sono giorni un po' di attesa trepidante e un po' di sfiancante ristagno.
Sono giorni sempre di sonni a corrente alterna, o proprio assente, di combattimenti strenui per l'addormentamento pomeridiano, che per la grande inizia ad essere non più tanto necessario, ma indispensabile per la mamma, che continua ad anelare attimi di completa solitudine con se stessa.
E va bene che Mimi ora è in un periodo sì.
Molto autonoma, molto simpatica, molto ragionevole, diplomatica, collaborativa nel limite del possibile.
Gioca da sola in camera mentre scrivo queste righe. Abbiamo un po' litigato per il fatto che si rifiutava di farsi mettere a letto con la sorella. Poi le ho detto che se non voleva dormire, che se ne stesse per i fatti suoi e non mi rompesse l'anima fino al risveglio dell'altra. Lei ha replicato: "E babbene, mamma. Adesso facciamo la pace?"
Come fa uno a rimanere arrabbiato con cotanta paracula?
Aspettiamo l'inserimento alla sofferta scuola materna. Eh, sì: ancora stiamo aspettando.
Siamo le ultime degli ultimi oramai.
Tutti i bambini, di tutte le scuole, di tutta Italia hanno già cominciato da un pezzo.
Ma queste maestre nuove hanno avuto l'alzata d'ingegno di inserire i bambini a tre per volta, che in una classe costituita essenzialmente da treenni di nuovo pelo, nel numero di 24 significa otto inserimenti in tempi successivi. Ovvero ancora: i primi bambini hanno cominciato praticamente un mese prima di lei. Non vedo come la cosa possa avvantaggiare l'ingresso di Mimi in un contesto in cui gli altri hanno avuto già tutto il tempo per "fare gruppo" tra loro.
Ma pazienza. Ci adatteremo.
Nutro già parecchie riserve con questa nuova scuola, ma vi risparmierò (per ora).
Mi chiedevo solo se, visto che i bambini erano tutti nuovi, non sarebbe valsa la pena di inserirli se non tutti assieme, almeno a gruppi un po' più consistenti, tipo iniziando almeno con 10 bambini, e poi aggiungendo di 4 in 4, di 5 in 5... Mah! No perché va be' che non lavoro, io, ma se invece avessi avuto un lavoro a cui star dietro mi sarebbero girate la palle a bestia, ad aspettare questi tempi.

E poi, e poi... e poi basta: lei si rompe di stare a casa ancora.
Tutte le sue amichette hanno già iniziato e lei continua a chiedermi: "Mamma, ma allora è arrivato settembre?" "Sì." Le rispondo. "Allora quando vado alla ccuola materna?"
Eh!
Ecco, finché non si fa questo passo, per me è come non essermi ancora scrollata di dosso del tutto l'estate e quindi aspetto.
Aspetto i primi venti davvero freddi per tirare fuori la roba pesante e fare l'inventario dei guardaroba delle pupattole, che crescono sempre, a ritmi diversi, ma crescono entrambe. Una a ritmo di valzer, un due tre, a scatti più o meno cadenzati, l'altra a ritmo di pentathlon, da una stagione all'altra bruciando taglie su taglie, al punto che tra un po' mi sa che userò gli stessi abiti per l'una e per l'altra.
Fortuna che almeno i gatti la pelliccia se la mutano da sé, e hanno smesso di disseminare pelame a ciocche e a gomitoli.

E poi?
E poi grandi cambiamenti anche per quanto riguarda la piccolona.
E' una piccolona, non c'è dubbio: non certo una piccolina.
Mimi ha detto che è cicciona come un pomodoro, e devo dire che mai paragone fatto calzò più a pennello di questo.
Con questo mese abbiamo iniziato il tanto temuto svezzamento e devo dire che finora è andata indolore. Lo ricordavo peggio.
Siamo ancora alle creme di riso mais e tapioca, sia chiaro, ma pare ben avviato.
Afferra il cucchiaio con forza e spatascia tutto in giro. Ma gradisce.

Fallito tentativo di emancipazione dalla tetta, per una che si addormenta praticamente solo attaccata alla suddetta.
Mamma che però da tre settimane combatte con gli esiti catastrofici della dentizione sui propri malcapitati capezzoli. E sì che di denti ancora non se ne vedono, ma la ragazza sfoga su di loro (sui capezzoli materni) il proprio malumore legato al crescente fastidio gengivale, gengive dure come pietre afferrano e strattonano, masticano e strapazzano la mammella genitoriale e questa cosa alle lunghe mi sta convincendo a deporre l'investitura a sacra tetta dispensatrice di nutrimento.
La fanciulla è tosta, e non demorde tuttavia.
Quando le ho proposto il biberon mi ha riso in faccia. E poi s'è incacchiata di brutto e ha iniziato a tirare manate a destra e a manca (e quel che manca a destra non manca a manca). Il carattere di certo no, non ci manca.
Ma è allegra e ride a tutti, e ballonzola sul sedere felice. Ogni tanto si cappotta e precipita da qualche moderata altezza, e allora sì che strilla, ma se no non ne ha motivo e non lo fa.
Neppure quando si sveglia la notte. Non finirò mai di ringraziare la sorte per questo. Lei non strilla mai senza motivo. Ma lancia urletti e gridolini a 1500 Hz. Urletti e gridolini di gioia, ma pur sempre a 1500 Hz.
Non avrei mai pensato che prendersi cura di un bambino piccolo potesse essere così piacevole.
Ogni tanto bisogna lasciare che la vita ti sorprenda. A volte ti premia per questo, ma bisogna anche avere culo, sia chiaro.
Ci avviamo al compimento del sesto mese di vita così come l'estate si avvia alla suo definitivo tramonto astronomico. Lei, che è nata al principio della primavera ha conosciuto finora due stagioni.
Quella che si conclude è stata in fin dei conti un'estate di cui magari non serberò il ricordo di grandi viaggi, posti nuovi, di vacanze in luoghi remoti e ignoti, ma malgrado tutto ciò serena, e in cui abbiamo finalmente avuto l'occasione affatto scontata di stare tutti insieme, anche se il motivo che è alla base di ciò non è forse dei più esaltanti (eh, sì: d'ora in avanti siamo ufficialmente disoccupati entrambi).
Ma animo, cerchiamo di non disperare e aspettiamo ancora, cercando di capire come e dove andare a parare, per andare a vanti.
Nel frattempo che aspetto, mi godo questo strascico di clima vacanziero, nell'attesa di riempire il mio tempo con altre cose, altri ritmi, impegni, persone, scuola, traguardi, amicizie, stagioni e ancora stagioni.
E nell'attesa della prossima, ecco una carrellata della nostra, ridotta ad istantanee telefoniche.
Buona fine e buon inizio a tutti.

(Marina di Pisa)

Capriccio di fine estate.
(A noi due, Instagram, ti ho fregato! Wahahahaha!)

Sulla riva del mare mi sono seduta e.

Il grande tuffo (da non confondersi col Grande Puffo)


Orizzonti.

Pisanità

(Tirrenia)

Ombrelloni al tramonto.

La principessa e il suo cavaliere.

Quando la spiaggia tace.
(San Rossore)
Romantica Mimi.

(Parco della Pace, Vecchiano, PI)



(Marina di Pisa)


(azienda agricola, Gello di San Giuliano, PI)





(Le foto mobili di Mimi, seconda puntata)

Da mangiare agli affamati (uomini o capre che siano).





Tre a caso.

(Borse e rughe se la scialano ancora sulla mia faccia, ma aspetta che mi ripiglio e gli farò vedere io chi comanda qui!)

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