domenica 24 marzo 2013

Scontri generazionali.


Sarà il sentore che qualcosa nell'aria sta cambiando, e non hai ancora ben chiaro cosa: nuovi arrivi, nuovi ritmi, mobili nuovi, e il tentativo maldestro di mandarti al nido senza di me... che ha fruttato, mi hanno riferito, pianto disperato fino al vomito...

Sarà pure che di tuo ce li hai 'sti periodi di nervosismo estremo che tutto è no, e se puoi contraddire in qualche modo lo fai, opposizionista della peggior specie con intervalli di frenetica attività ludico-distruttiva,  fautrice di smaronamenti materni vari e gravi attacchi di stress felino...

Vogliamo giustificarti, almeno in parte?
Sarà che 'sto catarro non ti dà tregua, e non riesci a dormire due ore filate senza farti una buona mezz'ora di tosse che sovente degenera pure in svomitazzate varie su lenzuola e pigiamini... e quando uno perde il sonno, in questo ti capisco eh, possiamo anche fargli passare liscia qualche scenata da pazza furiosa...

Sarà pure un pochetto che è arrivata la nonna a casa, e tu, paraculetta che altro non sei, hai capito benissimo come approfittartene, ché quando ti pare è "Nonna! Nonna!" e quando ti pare è "Mamma! Mamma!", e hai capito benissimo che esistono sottili linee di confine oltre le quali non posso andare per non interferire con il vostro rapporto, pena gravi crisi diplomatiche interne, che la vicenda dei Marò a confronto è acqua di rose...

Sarà pure un po' di tutto ciò messo insieme, come suggeriscono i miei consulenti pedagogici a distanza (leggi: zia Gunchina).

Sarà pure, ma...
Ciò non toglie che in questi giorni sei indiscutibilmente una gran rompiballe, e visto che almeno tu per ora non leggerai queste righe, qui lo posso anche scrivere: a volte mi stai profondamente sulle palle, sappilo!

Tipo quando dopo ogni pipì devo rinfilarti mutande e pantaloni e te ne scappi nuda come ti generai in giro per casa e devo andarti a recuperare sotto il tavolo con la panza che mi struscia a terra.

Tipo quando ti divincoli come un'anguilla mentre tento disperatamente di centrarti la testa con l'apposita apertura della canottiera.

Tipo quando perdo mezz'ora buona a tentare di sgarbugliare quella massa di stoppa che hai sulla sommità del capo e che ci ostiniamo a chiamare capelli e quando finalmente (NB: sempre inseguendoti nel frattempo per casa mentre tu corri dietro a Panzumen o dissemini tovaglie in giro) riesco a sbrogliarne fuori qualche ciocca, ti saltano i cinque minuti e in un raptus isterico ti cacci le mani in testa e vanifichi tutto il mio operato al grido di: "Non le voglio le codine!"

Tipo anche quando ti devo ripetere in tutti i modi e fino allo sfinimento di non seviziare i gatti, che alla fine mi auguro che quelli perdano la pazienza e ti castighino a dovere a suon di unghiate, ma nel frattempo temo per l'incolumità dei tuoi bulbi oculari, ché non sei nemmeno tanto sveglia  e dritta come credi di essere, e piazzi loro sempre il viso ad altezza zampa unghiuta, che se io ti dico "non tirare la coda a Panno", tu stringi più forte, che se quello emette penosi gemiti di dolore e panico, tu ridi e ti ci sdrai sopra, che se Zorro se la dorme tranquillo in qualche angolo remoto della casa tu lo soffochi con il piumone...

Tipo quando ti diverti a fare i dispetti, anche autolesionisti, e ti cacci in bocca qualsiasi schifezza, dalle bustine di cellophane ai croccantini dei gatti, dai frammenti delle sorpresine Kinder non adatti a bambini di età inferiore ai 36 mesi  ai sassetti che stacchi dalla suola delle tue scarpe...

Tipo quando ci metto due ore a farti dormire, e dopo storie varie e canzoncine a manetta mi pigli pure per il culo e mi piazzi le ginocchia nello sterno, o mi infili un piede tra le cosce, e un dito nel naso, e mi lecchi la mano, finché non sclero, e quando finalmente riesco a narcotizzarti e riemergo esausta dalla camera pronta a godermi almeno un'oretta e mezza di libertà pomeridiana, dopo mezz'ora sei già di nuovo sveglia e pronta a rompere la palle come prima e più di prima...

Tipo quando è ora di cena e ti impunti che vuoi fare il bagnetto, facciamo il bagno e dici che vuoi ballare, dobbiamo uscire e vuoi vedele Lobin Hood, ci prepariamo per la nanna e alzi la lagna che vuoi andare sull'olopattino...
E se ti devo mettere il pigiama vuoi la maglietta, e dopo 70 pagine di fiabe in filastrocca frigni che volevi tre libri. Dopo i libri vuoi la canzone della palla (per inciso: quale accidenti sia ancora non l'ho capito), e dopo cerchi il "pupazzo di neve" e dopo vuoi l'acqua e ti autoprovochi la tosse, e dopo dici che non vuoi fare la nanna: vuoi fare la colazione...

Tipo quando ho preso un appuntamento premurandomi di fissare un'ora abbastanza in là da riuscire a fare tutto malgrado il tuo ostruzionismo ostinato, e mi fai arrivare lo stesso in ritardo di mezz'ora perché: i calzini no, e le scarpe le metti alla rovescia, e la giacca la devi mettere tu ma ti incarti con la cerniera e te la prendi con non si sa chi, e quella rosa non la vuoi, vuoi quella blu che è ancora bagnata, e la faccia non te la fai lavare, e la colazione non la vuoi fare ma poi quando finalmente sei vestita e (in qualche modo) pulita, ti viene in mente che vorresti proprio mangiare uno yogurt...

Tipo quando ti sto appresso una mattinata intera, tra giostre e raccolta di fiori a tappeto ai giardini impantanati, e poi torniamo a casa e ti pianti sulle scale e vuoi stare imblaccio, e ti ricordi che non volevi andare con la macchina ma con la bichicletta, e che non volevi andare alle giostre del mercato ma a quelle glandi, e il fiore giallo è caduto dalle scale e pretendi che io scenda due piani a raccogliertelo...

Tipo quando la minestra non la mangi, e mi chiedi la pasta con le zucchine, però poi quando te la faccio la sputi nel bicchiere e dici che vuoi la stracchino sul pane, per poi spalmartelo sulla maglietta, mi fai sbucciare il mandarino e poi te lo infili a spicchi nei calzini, e mi sfinisci perché me lo mangi io, che notoriamente non sopporto gli agrumi...

Tipo quando sto cucinando e tu intanto mi scappi in terrazzo e giù per le scale. Scalza, mentre piove, e devo correre a raccattarti sullo zerbino degli inquilini del primo piano con il soffritto di cipolla che mi si carbonizza nella padella e caricarti su di peso mentre mi gridi "Blutta! Vai via! Sei blutta e scleanzata!"

Va bene tutto, mia cara piccola piantagrane, ma sappi che rimpiangerai questi giorni quando mamma non sarà più tutta quanta per te, e non avrà le energie e il tempo per giocare con te con il didò, e per leggerti dieci libri al giorno, e per fare il puzzle di Biancaneva e per fare le passeggiate i bichicletta...

Magari una parte di te lo ha già intuito ed esprime così la sua indignazione e ribellione?
Forse questa prospettiva dovrebbe o potrebbe straziare la mia fragile coscienza di madre, ma no, al momento sto solo tentando di reprimere l'impulso a strozzarti.

In ogni caso: non mi esasperare o lo sai che fine ti faccio fare?


Ci metto un attimo, eh!

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