venerdì 24 aprile 2015

Libri: io e l'altro. Che fatica!

Abbiamo per le mani due libri che ci piacciono un sacco, molto divertenti e alla portata di tutte le nostre età, ma che mi sono sembrati anche accomunati da un messaggio non tanto scontato né immediato, poiché affrontano in maniera brillante e scanzonata i temi dello stare insieme, dell'attenzione all'altro e della reciproca comprensione.

Eccoli:

Tartaruga in: I miei amici non mi lasciano dormire.Ovvero: meglio impopolari che insonni.




Titolo: Dormi dormi tartaruga.

Autore: Roberto Aliaga

Illustratore: Alessandra Cimatoribus

Editore: Logos

Età: dai 2 anni







giovedì 23 aprile 2015

Regole d'oro dei bambini per arrivare a scuola in orario (vademecum stilato dalle mie figlie)


Parte Prima: Il risveglio
  • Dal letto non ci si alza di propria spontanea volontà e non prima delle 8 a meno che non sia sabato o domenica.
  • Lunedì non vorrete andare a scuola perché siete stanche, martedì uguale, mercoledì pure, giovedì anche, venerdì idem.

giovedì 16 aprile 2015

C'è vita sulla terrazza.


Mi sveglio con la testa piena di sabbia.
Risultato di un pomeriggio con le bimbe in spiaggia.
Sabbia tra i capelli, sabbia sul cuscino, sabbia nei pensieri.
Testa pesante, occhi pesti, mattine luminose di primavera, pressione bassa, bambine lamentose, noiose, ostruzioniste.
Primavera si riaffaccia sempre faticosa, per quanto bella.
In primavera la mia casa si amplia, le pareti si fanno permeabili, il dentro lascia entrare un po' di fuori e il fuori ci accoglie tiepido e confortevole come un pezzo di dentro.
Tra qualche mese la mia terrazza sarà impraticabile per buona parte della giornata; le sue piastrelle esposte a meridione diventeranno incandescenti sotto gli implacabili dardi del sole estivo che la batteranno per svariate ore al giorno.
Ma ora è il momento più propizio che mai.

venerdì 10 aprile 2015

Parente-si.

Illustrazione di Loretta Serofilli
Casa di mia madre per me e per le bimbe è qualcosa di totalmente differente.
Per me è un tornare, per loro un andare.
Per me è un ritrovare e non ritrovarmi, per loro è un esplorare e una scoperta continua.
Per me è una retrovia, per loro un'avanscoperta.
Per me è fare i conti col noto, col tempo che si accumula a ritmo di decenni, con le dita di polvere che denunciano la vanità del ricordo, della mania di mettere da parte e conservare, di circondarsi di oggetti nell'illusione di costruirsi un'identità, prima, una storia, poi.
Per me è rivedere la mia adolescenza e fare i conti con la passata smania di futuro, con l'ansia di fuggire, con le promesse di riscatto altrove, di affermazione fuori dalla casa paterna, lontano da quegli oggetti noti, accuratamente allineati sullo scaffale a rappresentare i miei anni trascorsi tra quelle mura, in quell'abbraccio a volte soffocante che è la famiglia.