lunedì 27 gennaio 2014

Nostalgia del divino Mercurio.


Sarà che sono antica, ma porca la miseria, neanche a volerlo fare apposta, mi chiedo come si possa evolvere sempre verso soluzioni meno funzionali.

Fatti: la pupa piccola raffreddata e catarrosa e con qualche linea di febbre da tre giorni. Pessimi giorni e notti da incubo. Lei tossisce, non mangia, non dorme, e non lascia dormire. In ogni caso si lamenta con voce tanto flebile e rassegnata che stringe il cuore.
Ora mi chiederete, quanto ha di febbre? Come fa ogni volta il mio bravo pediatra, a cui rispondo puntualmente in maniera approssimativa: "Non tanta, diciamo intorno ai 37°C" oppure "Eh, un bel po', saranno 38, 38 e mezzo, o anche 39!" E comunque aggiungo sempre, dopo una pausa: "Non l'ho misurata".

mercoledì 22 gennaio 2014

Il tesoro nascosto.

Sarebbe molto più facile se ogni volta che viene a trovarci qualcuno tu non facessi la scontrosa almeno per la prima ora e mezza, se non si dovessero aspettare ogni volta i tuoi tempi e i tuoi modi di avvicinamento, lasciarti decantare in camera, aspettare che tu arrivi da sola, quando senti che l'attenzione si è spostata da te ai discorsi "da grandi", e allora, piano piano, ti affacci, cercando di ricondurla su di te, per tappe, interferendo fastidiosamente.

Sarebbe infinitamente più facile se non si dovesse sempre star lì a corteggiarti, cercando il verso giusto dal quale prenderti, per tentativi, sondando strade, argomenti che possono far breccia nella tua voglia di comunicare e di concederti agli altri, quella voglia che si avverte fremere in ogni tua fibra, ma che tieni al guinzaglio, finché non lo decidi tu, finché finalmente non ti sentirai a tuo agio, finché non ti passa il malumore che forse neppure tu ti spieghi, di non riuscire a dominare la situazione, lo straniamento dovuto alla novità, al dover colmare lo scarto dall'ultimo incontro, riallacciare il rapporto.

martedì 21 gennaio 2014

Tre mondi.


M. C. Escher, Tre mondi, 1955

Specchio d'acqua, superficie, riflesso.
Ma l'acqua è anche volume, contenitore. L'acqua è anche fluidità, elemento mobile per eccellenza, fluttuante.
Fluttuano al suo interno creature guizzanti. Fluttuano le foglie morte sulla sua superficie. Fluttuano le immagini riflesse, restituendoci visioni ora nitide ora incerte, dissolvenze concentriche, tremolanti, ad ogni guizzo affiorante dalle profondità, ad ogni nuova foglia che atterra, volteggiando, sulla sua superficie.

giovedì 16 gennaio 2014

Il nostro 2013 in pics&links. Ovvero: l'ottima occasione per recuperare quello che speravate di esservi persi.

L'anno appena trascorso è stato strano.
Leggero e impalpabile, è scivolato via senza che nessuno ci facesse caso, lasciandomi anche poco tempo per fermarlo scrivendo troppo, ma significativo, importante, puntellato di nuove acquisizioni, prese di coscienza, crescita, momenti significativi, consolidamento di noi come famiglia.
Ho scoperto in me una forza che non credevo di possedere: la forza di sdrammatizzare, di affrontare, di andare avanti anche se ci sono stati passaggi faticosi, quando i rapporti a volte si complicano, la comunicazione diventa difficile, la rete delle relazioni si trasforma in un groviglio intricato di spini e rovi i cui è facile pungersi, graffiarsi...


martedì 14 gennaio 2014

M'Artedì. Alberto Savinio.


Alberto Savinio, Monumento marino ai miei genitori, 1950.

La settimana scorsa ho accolto il suggerimento di Polar Bear, e così eccomi qua con Alberto Savinio.
Apprezzo la scelta perché tra tutti gli artisti metafisici trovo sia il più ironico e dissacrante.

Ho trovato questo dipinto tardo: un ritratto dei suoi genitori, un ritratto che, fedele agli intenti della corrente metafisica, ha valore più simbolico che non affettivo o commemorativo.
Mi colpisce perché qui mancano gli elementi giocosi presenti in quasi tutte le opere dell'artista, che tende sempre a smorzare l'austerità e a buttare sul ridicolo molti temi classici della tradizione.
Invece qui mi sembra di avvertire come una tensione sotterranea, di coinvolgimento emotivo e di sacro, come tutto ciò che pertiene alla nostra infanzia, ancestrale, intoccabile, percorso da sottili conflitti inespressi.
Eppure, anche, la caricatura, il bozzetto, il grottesco.

lunedì 13 gennaio 2014

L'una e l'altra (un'apparente dualità).

Una funziona a carburazione lenta, dorme fino a tardi e si sveglia sempre di pessimo umore. Non vuole che si alzi subito la serranda, indugia a letto e a volte mugola che vorrebbe dormire ancora. Bisogna fare attenzione a come la si avvicina, altrimenti morde, e son dolori per le ore a seguire. Si procede cautamente, per tappe graduali, ed assecondando gli umori variabili e precari.
L'altra si sveglia all'alba, e appena sveglia è già a mille, inizia a vocalizzare e pigolare, cinguetta e gorgheggia, scalpita e freme per iniziare l'esplorazione del mondo intorno, distribuisce pernacchie e sputazzi, rimbalza e molleggia allegra su materassi e pance materne, annaspa tra le coperte finché non ti costringe ad alzarti, con lei. Ma non riesci mai ad arrabbiarti sul serio. Anche se non sono neppure le sei.

venerdì 10 gennaio 2014

Il lago dei cigni: Ciaikovskij in Bignami.

Come avevo accennato altrove, quest'anno la Befana è stata molto attesa, e colei che era attesa non ha disatteso alle aspettative in lei riposte, portandoci in volo un libro di cui Mimi si era innamorata in libreria, ma che la madre aveva di soppiatto ricollocato sullo scaffale in maniera truffaldina senza acquistarlo. Alto tradimento.
La delusione di lei una volta rincasate è stata tale e tanta, e il senso di colpa così bruciante, che ha poi dovuto per forza di cose rimediare.

E così è arrivato questo libro:

Titolo: Il lago dei cigni

Autore: Lesley Simms

Illustratore: Anna Luraschi

Editore: Usborne

Età: da 2 anni

Voto: 7 1/2


giovedì 9 gennaio 2014

Le cinéma. Storia di una prima volta.

Un'astinenza è stata interrotta. Un digiuno è stato sciolto. Non importa il come o il dove, l'importante è, ed è proprio il caso di dirlo, avere rotto il ghiaccio.
E non importa neppure che in mezzo a tutto quel ghiaccio io mi sia ampiamente rotta ben altro, in maniera metaforica, chiaro, trattandosi di attributi sessuali che di nascita non possiedo (un paradosso semantico dei nostri tempi, vedi te).
Comunque, l'importante, si diceva, è aver posto fine al lungo e doloroso esilio.
Un tempo portavo con scrupolosa metodicità quasi quotidiana, la mia pancia gravida a stazionare incastrata tra le poltrone malmesse di un piccolo cinema d'essai per durate di tempo variabili. La quasi totalità della mia cultura cinematografica la devo in effetti a quei nove mesi che precedettero la nascita di Mimi.
Poi l'orrendo baratro.

martedì 7 gennaio 2014

M'Artedì? Quasi dimenticavo!


Ray Caesar, Tea with me and he, 2013.

Allora, dov'eravamo rimasti?
Ah, già.
Ho saltato un appuntamento. Perdonatemi, del resto dubito che molti di voi che ancora mi leggete se ne saranno accorti. Ho tradito la rubrica prima ancora di cominciare. Il fatto è che ho avuto problemi a rintracciare le opere dell'artista segnalatomi da The Polite Polar Bear.
Che non sono ferratissima sugli artisti contemporanei l'avrete intuito.
Ecco il motivo che mi spinge oggi a riprendere in mano questa rubrica con un artista attualissimo, conosciuto dietro segnalazione di una mia cugina erudita, che sarebbe questo Ray Caesar, autore dell'opera di cui sopra.

domenica 5 gennaio 2014

Il bello delle feste (sì, sul serio).

Gennaio da che ne ho memoria è il mese che più mi sta sulle palle.
Infinito, lunghissimo, girgio e triste, freddo e noioso. Il lunedì dell'anno solare in pratica.
L'unica cosa di bello che ha, se proprio vogliamo giocare a fare gli ottimisti, è che una volta che ci sei arrivato non può fare a meno di passare, e poi tornerà solo tra altri 11 mesi.
Magra consolazione, visto che subito dopo ti attende febbraio, che forse è altrettanto tedioso, ma almeno ha la decenza di durare solo 28 giorni, 29 se proprio ti dice sfiga, ma comunque ti risparmia pur sempre quei 3-4 giorni di uggia che possono fare un po' la differenza, ed ecco: ti svegli ed ecco sei a marzo, e mentalmente lo associ già a uccellini che cinguettano e prati fioriti, e al profumo di mimosa che ti stordisce a ondate.
Ma torniamo a noi.