venerdì 29 agosto 2014

Approdo.

Sembra incredibile, ma: sono qui.
Qui che scrivo malgrado l'ora e la stanchezza del viaggio, delle valigie da disfare, delle euforie delle bimbe e dei litigi prima dopo e durante l'arrivo, il bagno, la cena e gli intermezzi vari ed eventuali.
Ho sgridato Mimi per mezz'ora perché sua sorella aveva strappato un bellissimo e raffinato libro pop-up donatole per il compleanno, così, oltre al danno ricevuto, è stata pure cazziata lei al posto della vandala. Ma avrebbe dovuto metterlo a posto, invece di asciarlo alla di lei mercé. Ah, le ingiustizie genitoriali!
Ma non divaghiamo, ché mi ero riproposta post breve e incisivo, e già sul breve avrei i miei dubbi.

Dicevo, da non crederci, riessere qui, a calcare il suolo patrio (di casa), dopo aver girovagato per suoli e case altrui, un po' in prestito, un po' ospiti e un po' senza fissa dimora.
Partimmo come Colombo verso ovest e siamo tornati da est.
Potremmo dire di aver fatto un piccolo giro del mondo a modo nostro, in più tappe e diversi mezzi, più che come Colombo, che malgrado le ottime intenzioni, non ci arrivò, direi come Phileas Fogg, o forse sarebbe più corretto come Magellano?
Sottigliezze.

domenica 17 agosto 2014

Tipologie di automobilisti in cui potreste imbattervi a Roma.

Nella mia città natia trascorriamo la restante parte dell'estate.
Mi era rimasta nell'immaginario l'idea di una Capitale deserta in agosto, quando i frutti dell'esodo vacanziero sono ormai maturi e pronti per il raccolto, un silenzio irreale rotto solo dal ciarlar delle cicale sui frassini ai lati delle grandi strade di percorrenza veloce, l'asfalto bollente che ti si squaglia sotto i piedi, semafori che reiterano i loro oziosi intervalli, e tu che segui in lontananza con gli occhi l'allontanarsi dell'ultima autovettura accompagnata dal rombo del suo motore che va perdendosi nell'etere prima che un'altra possa entrare nel tuo campo visivo e uditivo.

Niente di tutto ciò, neanche qui in periferia.
Un agosto piacevolmente fresco senza esagerare è seguito ai nubifragi di luglio, con solo qualche giorno di afa luciferina, e anche per strada una certa vita, traffico giusto un'anticchia meno che nella restante parte dell'anno (anche se forse parlo così per aver perso la dimestichezza con gli interminabili intasamenti pomeridiani delle vie consolari e delle altre grandi arterie dell'Urbe).
Niente di strano che il livello di stress automobilistico in questa città sia alto, e lo si deduce facilmente per una forestiera come me, per quanto cittadina di ritorno.

mercoledì 13 agosto 2014

La casa tra gli oleandri: il luogo sospeso nel tempo.

Sempre in ritardo lo scritto sulla vita, come è inevitabile che sia, per quanto ti dispiaccia sempre un po', ché vorresti poter fermare e raccontare quelle sensazioni fugaci, quelle impressioni dell'attimo, le luci sul mare al mattino, i colori dell'acqua e quelli delle rocce, l'annuvolarsi improvviso del cielo, e quell'isola che ti si staglia davanti al mattino come al crepuscolo, la linea dell'orizzonte dall'alto della collina dove sorge la casa tra gli oleandri, che ha ospitato le nostre vacanze marittime per due settimane, quell'isola farsi ai nostri occhi diversa nelle diverse ore del giorno e della sera, al mattino come al crepuscolo farsi cupa o stagliarsi nitida sul nostro orizzonte quando il cielo si faceva terso, e l'aria sottile.
Allora la vedevi acquistare profondità e tridimensionalità, e non c'è niente da fare, puoi scattare tutte le foto che vuoi, non riuscirai a riprodurla, quella tridimensionalità, che svelava all'improvviso la sua natura di proiezione ottica, di inganno prospettico, smascherando la finzione di quella tartaruga che tutte noi vedevamo in lei, Tavolara, vista dalla nostra terrazza.