lunedì 29 novembre 2010

Il mio primo coiffeur... babbo!

Alla pupa necessitava dare un taglio alla frangia, che ormai le scendeva sugli occhi tipo quei cagnetti odiosi originari dello Yorkshire...

...Ci pensa babbo!!! che oltre ad essere macellaio, pizzaiolo, perito elettronico, naturalista, manovale, imprenditore, è anche un po' parrucchiere.

Ecco a voi.....

...La scodella!!

Buona la prima. ovvero: mandando le tette in vacanza

Attenzione attenzione: grande notizia!
Ieri la pupa ha fatto il primo pasto da persona "adulta"!
Come risultato non è andata poi tanto male, considerato come scalciava felice e spalancava la bocca all'arrivo del cucchiaio..
Evviva! Esperimento riuscito!
Certo bisogna ancora migliorare, visto che dopo una decina di cucchiaiate c'era più pappa nel collo di mia figlia che nel suo stomaco, mentre quella nella ciotola non sembrava esser diminuita neanche di mezzo centimetro... poi a un tratto combio di registro: lei ha iniziato  a fare la matta e siamo dovute passare al biberon col latte, ma insomma: accontentiamoci!


Il fatto è che le mie tette da circa un mesetto hanno smesso di collaborare, e così anche il momento della pappa, che prima rappresentava per mamma un'oasi felice tra tentativi falliti di ninne e pianti disperati, era diventato frustrante e irritante, con la pupa che rovesciava indietro la testa irrigidendosi tutta e urlando a squarciagola, molto contrariata della vanità dei suoi sforzi di suzione, dato che loro producevano sempre meno.
Però in qualche modo finora ci eravamo arrangiate, lei adattandosi a diminuire il numero delle poppate e la quantità di latte erogato, io integrando qua e là con misturie varie di latte in polvere senza lattosio dal sapore nauseabondo migliorato dall'aggiunta di latte di riso.
Da qualche giorno lo sciopero delle tette si è intensificato, e credo che sia proprio giunta l'ora di mandarle in pensione...o se preferiamo: in vacanza, dato che in fondo ho (solo) 29 anni...
Quindi il dottor Z. ha decretato: basta latte! Si passa alle pappe...


...E squadra che vince non si cambia...
In effetti, l'ha detto anche Z.: la mistura lette in polvero lattosio-free e latte di riso bio di mia invenzione tutto sommato pereva funzionare, malgrado la deviazione dal rituale ortodosso dello svezzamento.
Il problema è:
  1. la pupa non digerisce il latte in polvere normale, quello della COOP che le davo quando aveva 0 mesi mentre aspettavo che iniziasse la produzione autoctona, chissà perchè quando l'ho provato a 3 mesi ho ottenuto tre sboccate di vomito che al confronto l'Esorcista è acqua fresca. Z. avrebbe a riguardo una sua teoria che però non ho ben capito e che eviterò di riportare qui, tanto non interessa a nessuno.
  2. Il latte senza lattosio e senza soia, vale a dire quello che ho comprato quando ero a Roma alla modica cifra di 20€ e 20 centesimi per 250 gr. di prodotto fa veraminte schifo, in questo non posso dare torto alla pupetta, abituata al prelibato latte di mamma, e lei non ne vuol sapere.
  3. Il latte di riso non è proprio un alimento pensato per i bambini: è quello che compriamo io e Hasuna da quando Z. mi ha proibito di bere quello ordinario, assieme al formaggio vaccino, alla carne di manzo e a un sacco di altri alimenti proibitissimi per le mamme che allattano, perchè a sentir lui era proprio il lattosio che io assumevo il responsabile delle coliche della pupa. Quindi ci siamo dati al latte di riso, ma di questo latte di riso non bisogna abusare perchè pare causi stipsi e poi non contiene tutte le proteine di cui la pupa ha bisogno crescendo.
E quindi ecco la mia mistura... Mezzo biberon così e mezzo cosà.
Se non che: oggi ho provato a diminuire la dose del riso in favore del lattosio-free.
Non l'avessi mai fatto: mi sono vinta mezz'ora di urla e strilli disperati, pupa in lacrime col rischio di essere denunciata alla protezione ai minori da chiunque si trovasse nel raggio di mezzo chilometro da casa nostra, tre biberon, un pentolino, due bicchieri e una decina di cucchiai e cucchiaini sporchi, nel tentativo di rimediare al danno.
E questo è il campo di battaglia a guerra conclusa:

Neanche la pappa oggi ha riscosso un gran successo. I cucchiaini ingurgitati stavolta penso siano stati un numero inferiore a 6, e il biberon con la pappa scaldato a bagnomaria e dimenticato lì fino a raggiungere una temperatura che oscillava intorno ai 100 °C, dopo mezz'ora di squotimenti e travasi non sembrava ancora aver raggiunto un livello di tepore gradevole alla pupa, la quale intensificava strilli e convulsioni, diventava rossa e faceva sgorgare dagli occhioni copiosi lacrimoni da stringere il cuore di chiunque, figuriamoci di una mamma colpevole di aver chiuso l'erogazione del proprio latte alla propria creatura di appena 4 mesi... Senso di colpa ben tornato!
E pensare che ci ho messo tanto amore a preparare questa prima pappina:
prima, secondo le minuziose indicazioni di Z., preparare il brodo, mezzo litro d'acqua per una patata e una carota;
far bollire fino a che la quantità di brodo non si sia dimezzata, poi colare il brodo eliminando patata e carota;
aggiungere farina di mais e tapioca, uno o due cucchiai all'inizio, tenendo conto del fatto che ciascuno di quei cucchiai ha il valore di circa 1 €, considerato il prezzo della confezione, poi un cucchiaino d'olio d'oliva, mais o soia, e mezza confezione di tacchino liofilizzato, vale a dire che il grosso volatile oriundo delle Americhe si presenta incredibilmente sotto forma di polvere bianca all'interno di una bottiglia mignon sigillata come un flacone di insulina. Quando si dice: tutta natura!
Miscelare il tutto e somministrare con cucchiaio o tettarella alla pupa di turno...
...In bocca al lupo! (o al pupo?)

Quando la pupa non c'è, i gatti...

Dato che oggi ha piovuto, come c'era da aspettarsi, a farsi fottere il mio proposito di una bella gita domenicale familiare a spasso per la Toscana tutti insieme appassionatamente, visto che è da un bel po' di tempo che non ci concediamo un giretto fuori porta io e Hasuna, che nemmeno io ricordo più da quanto.
Comunque avevo deciso di cogliere l'occasione del brutto tempo, più io in piedi dalle sette del mattino, e pupetta di nuovo a letto alle otto, per postare alcune foto qui.
Solo che, disdetta di tutte le disdette, dopo un paio di ore passate al pc, con dovute interruzioni in mezzo, ho litigato col programma e, non so come, mi si è cancellato il post nel maldestro tentativo di migliorare la formattazione delle foto. Così dopo aver svariate volte imprecato mentalmente, ho mollato tutto molto arrabbiata.
Comunque siccome so'testarda e chi la dura la vince, ecco qui: oggi volevo parlarvi di Zorro.

Zorro ha una predilizione tutta speciale per gli accessori della pupa:

Povero Zorro! Credo sia affetto dalla sindrome del primo figlio: da quando è nata la pupa non perde l'occasione per rivendicare il proprio primato al mio affetto, e lo fa  non solo occupando puntualmente, come gli studenti che protestano contro la riforma della scuola, i luoghi preposti ad ospitare questa nuova chiassosa e invadente coinquilina, che ancora non si è capito bene che posto occupi nella dinamica familiare, ma anche:

- saltandomi in grembo sempre mentre la sto allattando;

- conficcandomi le unghie nelle gambe quando cerco invano di calmarne i pianti disperati, e sballonzolo con lei in braccio per la casa, mentre lui ormai da più di mezz'ora siede pazientemente davanti all'armadietto dove teniamo le scatolette di bocconcini per gatti, ovvero la sua cena, che nessuno si è ancora preso il disturbo di servirgli;

- insistendo perchè gli venga aperta la porta di camera dove io ho appena messo a dormire la suddetta pupa, e una volta dentro (perchè alla fine gli ho aperto, temendo che i suoi richiami accorati per farsi aprire possano svegliare la pupa dormiente) prorompendo in una serie di poderosi MIAO-MIAOOO, che  non possono sortire altro esito che il risveglio tanto temuto. 

Oltre a questo Zorro continua, come ha sempre fatto, a:

- saltarmi sulle spalle mentre mi lavo i denti, e costringendomi così a rimanere piegata a novanta gradi, onde evitare che lui si aggrappi con gli artigli alla tenera carne del mio dorso per non scivolare quando io mi risollevo;

- svgliarmi la mattina con graziosi colpetti di zampa sulla faccia, accompagnati da teneri piccoli miao-mià, e, qualora ciò non bastasse, insistere iniziando a passeggiare sulle parti molli del mio corpo su cui le sue zampette a punta di spillo affondano che è un piacere, prendendo poi a sprimacciare come un cuscino le mie tette, scegliendo infine un puntio strategico sempre del mio corpo, ove accoccolarsi, ad esempio la faccia, avendo cura di posizionare il suo ameno culo in prossimità della mia bocca;


- dopo essere stato ripetutamente catafiondato dal letto, salire sulla scrivania, perennemente ingombra di ogni sorta di oggetti più o meno inutilizzati, dall'orsetto soft della pupa alla mia pila di libri non letti, dai bavaglini sporchi al cellulare di Hasuna in carica, passeggiare su e giù rovesciando portapenne e bottiglie di plastica vuote, infine accovacciarsi sul mio maglione appallottolato sul coperchio del mio portatile, in bilico tra cinque numeri di National geografic a cui sono abbonata ma che da mesi neppure riesco ad aprire e le mutande pulite che devo ancora rimettere nei cassetti; da qui il nostro avventuroso gatto passa in genere alla mensola sovrastante, ugualmente stracarica di suppellettili d'ogni sorta e facendo un casino della madonna perchè nel frattempo ha fatto cadere anche due o tre cd e un paio di caricabatterie che giacciono lì orfani di chissà quali telefoni, zompare sul soppalco, che un tempo accoglieva i nostri sonni, ma che ora è diventato un ulteriore luogo ove accumulare ingombranti e scatoloni, su cui il nostro Zorro inizia a farsi rumorosamente le unghie. E a questo punto mi arrendo e sono costretta ad alzarmi;

 

- graffiare insistentemente il vetro della portafinestra della cucina per farsi aprire, supportando stavolta l'eloquente gesto con un MIAO velato da una certa disperazione, come se il fatto di uscire fosse per lui questione di vita e di morte, che piova, grandini o tiri la tramontana. In genere questo accade mentre io mi barcameno con una pupa aggrappata a un braccio cercando nel contempo di scolare la pasta e di rispondere al cellulare;

- rimanere mezz'ora fermo nella fessura della suddetta portafinestra, che alla fine gli è stata aperta, incerto ora se forse non si stava meglio dentro, abbassando le orecchie e rinculando a ogni folata di vento, che lui non sopporta;


- quando infine lo butto fuori esasperata, fare il giro della casa e ripresentarsi fuori dalla finestra del bagno, da dove odo provenire intensissimi MIAO-Miaoo, che non si placano finchè non viene soddisfatta la richiesta;

 
- una volta entrato, fradicio e con le zampe infangate, zompare sul tavolo mentre mi apparecchio un pranzo molto sudato, e, se buttato giù, saltarmi ripetutamente in grembo, improvvisamente bisognoso di coccole, puntarmi le zampe anteriori sul petto, ed esibirsi in una serie di bagnati strusciamenti di muso e testa sulla mia faccia.

Ma malgrado tutto ciò... come posso rimanere in collera con lui?

- Oh, scusate: non mi ero accorto che era già occupato...


- E va bene, stai: ti faccio un po' di posto.
- Prego prego, stavo solo riposandomi un po' sulla mia sdraietta in compagnia del mio elefante!


sabato 27 novembre 2010

Freddo e lavori in corso

dalla terrazza della cucina
Finalmente ha smesso di piovere, cosa che ha permesso a me e alla Pupa un paio di uscite mattutine. Peccato che la pioggia abbia lasciato il posto a un freddo porco maiale, che mi si sono congelate le mani ad andare in bici da casa allo studio della mia dottoressa a farmi fare una ricetta per la mia cistite cronica, che torna anche lei col freddo ogni volta.
Ma non voglio fare qui la cronaca dei miei malanni, nè il bollettino meteo, che a quello ci pensano già i telegiornali, neve a nord, maltempo al sud, alluvioni un po' dovunque.
Ma dal nostro punto di vista questa improvvisa precipitazione della temperatura significa: mettere in pensione il marsupio, cosa che avevo già pensato di fare dopo l'ultimo giretto fatto al mercato, primo giorno di sole dopo tre settimane di diluvio, bambini ovunque, mamme munite di ovetti, carrozzine e passeggini si sono riversate tra i banchi del nuovo e dell'usato, mentre io, povera sfigata, arrancavo con i miei 6 chili di pupa appesi al collo e intanto mi logoravo d'invidia per non potermi muovere con altrettanta facilità e per non potermi fermare per più di quattro minuti a cercare le mutande che mi piacevano onde non suscitare proteste molto sentite dalla mia esigente passeggera, la quale pretende che la mamma le garantisca un continuo beccheggio tale da conciliarle un dolcissimo sonno.
Ma in fondo a me il marsupio risultava molto comodo, prima di tutto perchè mi sposto in bicicletta, non avendo io altro mezzo di locomozione, e il marsupio mi consente di portarmi dietro la pupetta in bici. Secondo poi perchè abitiamo al secondo piano senza ascensore, e scendere con l'ovetto significa fare almeno due viaggi su e giù, prima per portare le ruote, poi l'ovetto con pupa dentro, che nel frattempo si è già rotta di aspettare e inizia a frignare. Molto molto scomodo direi.
Ma tornando a noi: tanto freddo e giornate sempre più corte significa anche che usciremo sempre meno, e meno paranoie per me quando non avrò voglia di sobbarcarmi la fatica del trasbordo suddetto, e vorrei tanto rimanermene a casa, ma in fondo, mi dico, bisogna approfittare delle belle giornate che poi chissà quando ricapita di poter portare fuori la bimba, e poverella, sempre chiusa in casa è normale che poi sclera. Così complicata e contraddittoria è la psiche materna, che trova sempre un motivo per sentirsi poi in colpa, qualsiasi cosa decida di fare.
In realtà non credo che alla Pupa interessi molto, dato anche che ogni nostra passeggiata si risolve con lei che se la dorme, e io che sfacchino in giro per Pisa sempre col mio piccolo fardello di gioia appresso. Lei sembra più interessata alle visite che riceviamo, e lo dimostra sfoderando enormi sorrisi agli eventuali ospiti... sempre che non le girino le palle proprio quel giorno, perchè allora non ci sono santi: gli ospiti scapperanno a gambe levate dopo essersi sorbiti un'ora di pianti disperati e dopo aver tentato invano di dar sfoggio delle loro capacità di ammaliare la pupa, agitato insistentemente pupazzi e sonagli sulla faccia di mia figlia, con l'unico risultato di innervosirla ancora di più, e intensificare la qualità e la quantità delle urla.
Che poi ci siamo ormai adagiate in questa routine casalinga, scandita da poppate e sonnellini, pianti e programmazione televisiva, bagnetti e rari momenti di serena giocosità, tutto filerebbe a meraviglia se non fosse che da settembre siamo assediati da rivoluzioni edilizie che ci coinvolgono in maniera più o meno diretta: una volta ci si affacciano operai alla finestra del bagno mentre siamo intenti ad espletare le nostre funzioni corporali; un'altra volta veniamo svegliati all'alba da vibrazioni non molto ignorabili di martello pneumatico che sembrano provenire da sotto il tuo cuscino, tanto ti scuotono le budella e ti sconquassano il crevello; un'altra ancora torniamo a casa e ci troviamo una rete che chiude l'ingresso alle scale di accesso e scopriamo così che d'ora in avanti per entrare in casa nostra saremo costretti a passare da un corridoio laterale che ci fa prima inoltrare sotto una fitta cortina di frasche, poi transitare proprio sotto la finestra dell'inquilina del piano terra, la mia temuta vicina di casa Lia, che non perdeva occasione già prima per intercettarmi ogni volta che esco o rientro in casa e fermarmi a conversare con lei, interessandosi soprattutto a tutto ciò che riguarda il mio modo di crescere mia figlia, e riuscendo ogni volta a dimostrare che tutto ciò che faccio potrebbe essere fatto, meglio, in un altro modo. Se prima mi era possibile evitarla tenendomi tatticamente alla larga dalla sua finestra e fingendo di non udire i suoi richiami mentre mi allontanavo di corsa a testa bassa, ora mi sarà assolutamente impossibile. Ma , va be', ci si abituerà anche a questo.
Spero solo che i trivellamenti e le martellate pomeridiane e mattutine, che puntualmente arrivano a sorpresa non appena ho finito di mettere a nanna la pupa, finiscano presto. Anche perchè lei si è oramai quasi del tutto assuefatta a tali rumori e riesce a dormire anche in condizioni acustiche estreme, ma io inizio a dubitare che questa situazione non le faccia bene, e forse mi spiego in questo modo il fatto che, dopo una giornata piovosa passata chiusa in casa con il trapano nelle orecchie, la sera la mia frugoletta sia un tantino isterica!

giovedì 25 novembre 2010

Non svegliate quella bimba! ovvero: Quando la Pupa è in letargo

Mi stavo seriamente preoccupando: sono entrata in punta di piedi in camera da letto, mi sono avvicinata alla carrozzina, piano, e ho sentito il suo sonoro respiro leggermente rantolante, non proprio un russare diciamo, ma un respirare molto ma molto pesante.
Come la mamma.
Nella nostra famiglia russiamo un po' tutti: russa il padre, russa la madre, russa la figlia e la sorella (Master), sì, russava pure quella, la famiglia dei russon... avete presente la canzone dei Gobboni? No? Beh, era una canzone della mia infanzia, molto molto stupida, non vale la pena perderci altro tempo sù. Ma qui russano persino i gatti, che hanno ereditato dalla madre, la storica Gattina, un difetto al setto nasale che conferisce al loro naso una caratteristica forma stavolta sì gobba, che li rende molto simili a koala, e che io collego al loro sonoro russare.
Ma quel che è più importante è, stavo dicendo, che la Pupa fortunatamente respirava ancora, ma ancora più importante che sta dormendo da due ore e mezza e se la dorme proprio soda! Tanto che, abituata a dovermi accontentare, se tutto va bene, di un'ora scarsa di libertà, quasi quasi mi sto annoiando, anche se ci sarebbero ancora molte cose da fare, dopo aver pulito un po' casa, lettiere dei gatti, spazzato il pavimento (comprese le due terrazze! WOW!), steso il bucato, lavato tutine di Pupa, spedito due e-mail, fatto una breve telefonata, cazzeggiato in giro per il web, e ora che sto qui scrivendo questo post mi accorgo che è già passata l'una, ora della poppata, e forse è meglio che continuo ad approfittarne e mi intavolo anche un po' di pranzo....
No, davvero: voi forse non vi rendete conto dell'evento, ma per me è davvero stu-pe-fa-cen-te! Dopo una settimana di pianti, e strilli, e dai, e dormi, e culla, e ninna, e ripiangi, e ripiglia, e ricomincia con la ninna, e riaddormenta, e MIAO-MIAOOO (Zorro), e risvegliati, e perchè non dormi pupetta mia, e che vuoi, e non hai sonno, e vabbè allora stai sveglia, e stai in collo, e stai in braccio, e nell'ovetto non vuoi stare, e nella sdraietta strilli come un'aquila, ti metto nel marsupio, mamma quanto pesi, e seduta non posso stare che tu di nuovo strilli come un'aquila, allora ballonzoliamo per casa, tu nel marsupio, io con dolori osteoarticolari, muscolari, tendiniti varie, ora basta sono distrutta, stai giù un pochino amore mio nell'ovetto, eh, che ne dici? Waaaaaaaaaaaaa! Credo fosse un no. Allora piangi, dai piangi! Dormire non vuoi, star sveglia neanche, in braccio a mamma no, sonaglio no, ciuccio no, orsetto no, topo no... cosa vuoi eh, amore di mamma? Stai lì che se no ti fiondo di sotto. Piangi pure, io non ne posso più!
Così litighiamo a volte io e lei.
Ma ci tengo a dire che ce la metto davvero tutta prima di sclerare e abbandonarla piangente nell'ovetto per un tempo variabile dai dieci minuti a mezz'ora, necessari perchè i miei sensi di colpa e il mio sopito istinto materno riprendano il sopravvento sullo sfinimento psicofisico.
Forse oggi sta recuperando il sonno perso negli ultimi, terribili, giorni... chissà!
L'importante è che ora dorma!

mercoledì 24 novembre 2010

Denti, Chiacchere E...

Pupa seduta con appoggio
Credo che la Pupa stia mettendo i denti.
Si spiegherebbero così tante cose, come apprendo dal mio manuale per mamme impedite:
  • gli ettolitri di bava, con una media di quattro bavaglini (se si chiamano così un motivo ci doveva pur essere) e due tutine sbavate al giorno, che quando li cambio sono proprio zuppi;
  • i rigurgiti continui, che contribuiscono a tenere alta la media dei cambi di bavaglini e tutine, perchè in più puzzano;
  • l'irritabilità di Pupa, vale a dire la sua totale assoluta completa isteria che manco io quando mi vengono le mestrauzioni;
  • l'insonnia, che include sia difficoltà ad addormentarsi sia i continui risvegli, a scapito della mia schiena e del mio equilibrio mentale;
  • la smania di ficcarsi tutto in bocca: mani, giochi, coperta, mani di mamma, gatti...
  • l'improvvisa dipendenza dal ciuccio giorno e notte, causa anche questa dei continui risvegli notturni e della brevità dei sonnellini diurnio della pupa;
  • il fatto che si massacri l'orecchio, lo tiri, lo gratti, lo strofini, finchè non diventa viola e gonfio come una melanzana, bollente che ci si potrebbe friggere un uovo. 
Inizialmente avevo pensato si potesse trattare di otite, in questa maniera mi spiegavo i repentini cambiamenti di umore  e i continui risvegli che stavano minando la mia salute psicofisica, e quasi speravo di poter così dare una motivazione plausibile ed una diagnosi sicura all'improvvisa trasformazione della pupa in una belva urlante.

Così la scorsa settimana siamo andate dal pediatra dottor Z., sputtanandoci tra l'altro, se è lecito usare tale linguaggio ad una mamma cui si addice il candore, nell'anticamera di Z. l'unica giornata di sole nell'arco di 20 giorni.

Con mio grande sconforto Z. non trova nessun otite, ma mi prescrive un flacone di gocce per la congestione nasale, spiegandomi che potevasi trattare di un eccesso di catarro nelle cavità otorinolaringee, che accumulandosi facevano pressione sull'orecchio causando dolore quando la pupa dormiva in posizione orizzontale. A questo proposito mi diceva di rialzarle la testa quando la mettevo a letto, cosa che ho fatto, e ho pure comprato le gocce per il naso, se pure non fossi rimasta molto convinta della spiegazione, ed anche un tantino delusa per non aver potuto dare un volto e un nome al problema, ma dover andare per tentativi, pure alquanto bislacchi a mio dire (e infatti ho risparmiamo alla pupetta il tormento delle gocce nasali, che tuttavia potrebbero tornarmi utili al primo raffreddore).

Insomma, per farla breve, se avessi aperto prima il mio libro, la Bibbia di tutte le mamme, mi sarei risparmiata tante paranoie (ma finora non avevo trovato il tempo per farlo, ho avuto infatti una settimana alquanto piena...).

Vi trovo infatti scritto:
Il dolore alle gengive può passare alle orecchie e alle guance lungo il percorso del nervo che hanno in comune.
Evviva! Trovata la causa non scomparso però il problema, anche se piano piano oserei dire che la situazione si stia normalizzando, o forse sono io che riesco a tenerle testa con alcuni piccoli stratagemmi da mamma.
Comunque nel frattempo la pupa impara cose nuove e qui le annoto:
  • imparato a pronunciare la consonante D, e recentemente anche la T, per quanto mi chiedo come faccia a pronunciarle non potendosi avvalere dell'uso dei denti, per cui deduco che siano delle vicine parenti delle suddette consonanti dentali, solo che appartengono ad un gruppo più ristretto di consonanti chiamate "gengivali". Poi non si può dire che la pupa sillabi, dato che per ora compone solo parole del tipo: GLGHLDLGNGNGNTLTLVVTLDH! un po' come quando Zorro cammina sulla tastiera.
  • tentativi di stare seduta da sola (vedi foto), per quanto, malgrado gli sforzi, il capoccione tende sempre a trascinarla i avanti, e il più delle volte vince lui.
  • grandi progressi nello strisciamento (vedi foto): ora infatti dura qualche secondo in più prima di ricadere supina e soffocare nel materasso urlando disperata, e pare quasi che si diverta a mettersi alla prova, anche se ancora non ha mai provato ad allungare un braccio per raggiungere i giocattoli intorno (anche perchè non potrebbe sorreggersi con un solo braccio).
  • grandi progressi anche nella manipolazione di oggetti: ora non le basta più guardare la giostrina con le pecorelle, cosa che prima la faceva rimanere ipnotizzata anche un'ora. Ora ha bisogna di toccare le pecorelle, afferrarle con entrambe le mani e poi ficcarsele in bocca.
Vi terrò aggiornata sugli ulteriori sviluppi della questione. Ora scusatemi, ma qualcuno che oggi pomeriggio ha dormito pochissimo (complice anche trapano, o trivella che fosse, e martellate provenienti dal piano di sotto che sembravano però trivellarci e martellarci direttamente il cervello) reclama a suon di strilli e lamenti la mia attenzione. Ed è anche giusto!|
Strisciamento. Grandi sforzi per tenersi sollevata sui gomiti
Caduta in avanti durante tentativo di rimanere seduta senza appoggio.



martedì 23 novembre 2010

Certi giorni

Certi giorni sono la diretta conseguenza di certe notti.
Certi giorni ti alzi sfatta, come se non avessi dormito per niente... e in effetti non siamo tanto lontani dalla realtà.
Certi giorni ti chiedi come farai ad arrivare a sera.
Certi giorni lei si sveglia storta, sarà nervosa tutto il giorno, piangerà per niente, non riuscirà a stare per più di 10 minuti ferma in un posto, vorrà stare sempre in braccio, non dormirà più di 5 minuti di fila, schiferà tutti i suoi giochi, non ti lascerà neanche mangiare in pace, ti farà passare una delle giornate più terribili della tua vita. E il bello è che non capirai perché.
Certi giorni dopo due settimane di reclusione forzata causa pioggia incessante e maltempo di ogni tipo sarai talmente esaurita che ti costringerai a tirarti fuori casa, con pupa a seguito, negli unici 10 minuti di sole e cielo azzurro che  scorgi dalla finestra e non ti pare vero. Peccato che, tempo di vestirti tu, vestire lei, marsupiarla e uscire, che già ha ripreso a piovere e il cielo è di nuovo inspiegabilmente diventato plumbeo, senza speranze di schiarite all'orizzonte. Camminerai sotto l'ombrello con lei appesa al collo per un'oretta sferzata dal vento, mentre lei si sarà addormentata, quindi deciderai di rientrare. Farai appena in tempo a mettere piede in casa, chiudendoti la porta dietro, che lei sarà di nuovo sveglia e arzilla, infatti per queste cose ha una sorta di radar, e tu sarai sfinita, le spalle indolenzite e i muscoli contratti,  e avresti solo voglia di buttarti nel letto.
Certi giorni potresti avere avuto bisogno di farti lasciare la macchina dal tuo uomo, per andare a sbrigare alcune faccende con pupa, ma il cervello non ti aiuterà, ti ha già abbandonato da tempo per le notti insonni che gli hai fatto passare, e questa impresa te ne darà definitiva conferma.
Andrai a fare benzina perché la macchina è in riserva, e ci mancherebbe altro che dovessi rimanere a piedi, sotto la pioggia e con una pupa isterica legata nell'ovetto, fissato come meglio sei riuscita al sedile. Sarai al distributore e dopo svariati tentativi di erogare benzina nel serbatoio della tua auto senza riuscirvi, un tizio verrà a dirti che il distributore è chiuso a quest'ora, e quindi devi prima effettuare il pagamento perché è attivo solo il self service.
Andrai poi alle poste per pagare alcune bollette e perderai un quarto d'ora cercando di far funzionare la macchina per il pagamento automatico dei bollettini, senza riuscirci. Quindi andrai a fare la fila allo sportello e, giunto il tuo turno, ti lamenterai del guasto con l'impiegata delle poste, la quale, solerte ti accompagnerà alla macchinetta e ti dimostrerà che funziona perfettamente; non era lei ad essere rotta ma tu impedita: come hai fatto a non vedere l'opzione "pagamento bollettini" che avresti dovuto selezionare sullo schermo? E' il tuo cervello che non va.
Ne avrai ulteriore conferma quando andrai a ritirare la macchina al parcheggio coperto delle poste, e rimarrai chiusa al passaggio a livello dell'uscita perché il tuo bigliettino viene rifiutato e intanto dietro di te si è già formata una discreta fila di macchine. E intanto pupa si è messa ad urlare legata male nell'ovetto, e tu allora premerai il pulsante assistenza e arriverà la signorina addetta al parcheggio, che ti spiegherà con tanta pazienza che avresti dovuto prima passare al gabbiotto a pagare il pedaggio per questo il tuo biglietto viene rifiutato dalla macchinetta del passaggio a livello, dopo di che ti aiuterà a pagare l'importo dovuto (2 euro) con la tua carta di credito, che in realtà è solo una posta-pay (e per fortuna che non era proprio del tutto vacante) e finalmente potrai tornartene a casa, esausta da questa semplice commissione, che per te si è trasformata in Mission impossible.
Certi giorni ti sentirai già una vecchia rimbambita che litiga con le apparecchiature elettroniche e come appoggia la testa allo schienale della poltrona si addormenta sul posto, con l'unica differenza che tu non possiedi alcuna poltrona, e nemmeno puoi permetterti di addormentarti, anche se lo faresti volentieri, perché hai una pupa urlante di cui occuparti, da distrarre con 18 giochini diversi, mentre il letto sembra trasformarsi in un campo di battaglia ingombro di corpi: ecco lì l'orsetto soft, il topo-carillon, la palla sonaglio, la palla musicale, il mega elefante di ikea regalato da Amichetta, le ranocchie da bagno, la giostrina con le pecorelle, la capra di pezza, abbandonati in disordine mentre tentavano invano di dare il loro contributo alla causa. Mancherà ancora più di un'ora alla prossima poppata e tu avrai già esaurito da un pezzo le tue risorse e la tua energia fisica e mentale.
Certi giorni i minuti non passano mai e tu pensi solo a come sarebbe bello poter scappare lontano, senza bagagli di pupe e pupazzi, senza urla disperate, senza pensieri, senza obblighi, senza orari di poppate, senza tutine sbavate da lavare, senza culi da pulire, vomiti da asciugare, pannolini da cambiare, senza più battaglie per poter consumare seduta il mio minestrone riscaldato al microonde.
Certi giorni ti chiedi se ce la farai, e ti rispondi no, e pensi che impazzirai prima, e forse daranno al telegiornale la notizia dell'ennesima madre psicopatica che è uscita fuori di zucca e ha fatto fuori la figlioletta perché piangeva troppo.
Certi giorni non hai nemmeno più la forza per ironizzare sulla tua condizione, tutto ti sembra tragico e nero, i tuoi orizzonti irremediabilmente ristretti, la tua situazione senza via di scampo, la tua vita da quattro mesi ridotta ad un susseguirsi di giornate più o meno uguali che non vedi l'ora si concludano, e ti senti tagliata fuori dal mondo.
Certi giorni ti sembra che invece di migliorare si sta peggiorando, e proprio quando credevi di esserne fuori, di avere ormai la situazione sotto controllo, sei costretta ad ammettere che non è così, che lei ti tiene sotto il suo controllo, in ostaggio, a tempo indeterminato.
Certi giorni ti sentirai un mostro per averla lasciata piangere a dirotto nella sdraietta per più di mezz'ora, mentre ti preparavi una parvenza di cena, sfinita dai tre quarti d'ora buttati nel tentativo inutile di farla addormentare che ti hanno procurato solo dolori ai muscoli e tendinite  e un mezzo esaurimento nervoso, reso ora totale da questo ennesimo eccesso di pianto incontrollabile.
Certi giorni vorresti poter tornare indietro, a un tempo più spensierato e allegro, quando dovevi render conto soltanto di te stessa, e organizzare il tuo tempo libero era ancora una questione possibile da prendere in considerazione, la precarietà e la povertà non ti spaventavano più di tanto, perché ti sentivi piena di risorse e libera...

Eppure, malgrado questi giorni, sai che lei è la cosa più bella che tu abbia mai fatto.




venerdì 19 novembre 2010

Certe notti

Certe notti la camera è calda e che non si dorme lo decide lei...

questo succedeva nella fattispecie durante il mio ultimo mese di gravidanza (luglio!). Accidenti! E pensare che quelli erano gli ultimi giorni in cui avrei potuto godermi il piacere del dormire senza interruzioni notturne e limitazioni di tempo!
... il giorno prima della scadenza del tempo stimato per il parto ricordo che faceva così caldo, ma così caldo, che proprio non riuscivamno a prendere sonno, e ce ne andammo, io e Hasuna, a cercare un po' di refrigerio in terrazza.
Verso le 6 del mattino andammo a letto (alle 8 avevo appuntamento in ospedale per il primo tracciato).
Alle 7 in punto mi sveglio con una strana sensazione di bagnato... Cavolo: sono diventata  tutt'a un tratto incontinente? O non sarà che mi si sono rotte le acque?

Quella non sarebbe stata l'ultima notte insonne...

Certe notti il caldo non c'entra: quella che non fa dormire è Lei...

E poi si iniziò a combattere con la Pupa. Non i primi 10 giorni di vita: allora dormiva notte e giorno, svegliandosi solo per mangiare.
"Ma questa bambina è un angelo!" diceva mia madre.
"Magari dormissero tutti così i bambini!"
"Non potete proprio lamentarvoi di questa bambina!"
Così ce la stava tirando, mia madre...
Poi si iniziò con le famose coliche, dolorose per noi tanto quanto lo erano per lei.

Ecco come potreva svolgersi una delle mie notti fino a qualche tempo fa:
ore 20.00 -  Tg della sera. Nella mia casetta modesta e un po' cadente mi accingo ad eseguire quelli che il mio manuale guida alla maternità Cosa aspettarsi il primo anno definisce i "rituali della buona notte": metto alla pupa la tutina della notte; abbasso il volume della tv che non spengo, perchè faccia da sottofondo al suo sonno, che sennò al primo rumore quella si sveglia; abbasso anche le serrande, accendo l' abat jour sul mio lato del letto e l'avvolgo con un mio vestito estivo, paralume improvvisato destinato a diventare definitivo nei mesi a venire; avvolgo la pupa nella Coperta Alberta e l'afferro in posizione "ninna"; inizio il dondolamento soporifero che dovrebbe farla cadere addormentata tra le mie braccia. 
ore 21.00 - Sto ancora cullando la pupa, dopo un primo tentativo fallito di rilascio in carrozzina, tre crisi di pianto, un tentativo di prepararmi uno straccio di cena. Ma quando arriva Hasuna? Così gli mollo sua figlia e mi butto sul letto. Aiuto! Non mi sento più le braccia. Mi fa male la schiena. Sto per addormentarmi in piedi ma lei ha gli occhi sbarrati da pazza che mi fissano nella penombra della stanza in maniera inquietante.
ore 22.00 - Dopo altri 5 o 6 tentativi la pupa dorme nella sua carrozzina. Posso finalemnte preparare la cena. In quest'ora in genere torna Hasuna. Mangiamo. Tv (bisogna dirlo: Hasuna è un inguaribile teledipendente: guarda qualsiasi cesso di film americano, dai draghi di komoto assassini all'ennesima versione di invasione aliena, fa zapping selvaggio, segue in contemporanea due o tre fiction, e non spegne la tv fino a dopo l'una). Ecco che stiamo finendo di mangiare, ma no! Cos'è quel verso che sento provenire dalla camera socchiusa? Un mugolio, poi un sinhiozzo... si ricomincia! Altro giro altra corsa!
ore 23.00 - Dopo aver mollato pupa al padre che se la spupazza ignaro di cosa l'attende, e detto: mi stendo 5 minuti, cado in un sonno "piombigno" che finirà solo perchè interrottodue ore più tardi da lui che mi sveglia per mollarmi il nostro amato fardello di gioia, dicendo: deve mangiare, e così ecco che la rifila di nuovo a me.
ore 2.00 a.m. - Sono sulla sedia verde raccattata anni fa da Hasuna da un bidone della spazzatura. Ddetto tra noi: la migliore della casa. L'unica che non ha tutta l'impagliatura distrutta dalle unghie dei gatti, il piano d'appoggio amovibile che se ti ci siedi sprofondi, le gambe che si spezzano e tu precipiti fragorosamente in terra rischiando di romperti l'osso sacro. Ma, soprattutto, possiede una virtù imprescindibile per me ora in questo momento: il dondolio.
Sono sulla sedia verde con la pupa tra le braccia, infagottata nella coperta, e dondolo.
Lei ha chiuso gli occhi. Ancora un po' e proverò a metterla giù. Meglio aspettare ancora qualche decina di minuti, per non affrettare i tempi, e rendere vana tutta la fatica fatta finora.
La metto giù. Lei ha un breve sussulto. Io agito la carrozzina. Lei agita le braccia ed emette una specie di sbuffo. Io le tengo le mani e dico Scccccc! ma non serve. Sta per scatenarsi la crisi di pianto. La ripiglio. Toh Hasuna, pigliala te, che sennò la scaravento dalla finestra 'sta pupa.
ore 4.00 a.m. - Dopo altri 3 cambi di guardia, Hasuna ronfa nel letto. Il mio sonno se n'è andato e ha finalemnte smesso di tormentarmi. Io sono ormai diventata una macchina cullante, addormentante, con nenia in automatico. Potrei andare avanti così fino al mattino. Mi sento carica: ce la farò.
In effetti ce la faccio.
Alle 4.30 la Pupa capitola. Dormirà fino alle 7 o forse anche 7.30. Stavolta ho vinto io!
Magra consolazione.

Certe notti Panzumen che passa sulla tua faccia ti torturerà

Il problema di casa nostra non è tanto il fatto che sia piccola, quanto che sia assai densamente poplata, e che ognuno ha i suoi orari,e questi non favoriscono nella fattispecie il sonno.
Quando la Pupa ha iniziato ad avere orari più civili, sempre prima sono riuscita a metterla a letto da sola, salvo sporadici inconvenienti.
Di notte faceva una o due poppate e funzionava così: la prendevo dalla carrozzina che ancora dormiva, e in uno stato semi-catatonico lei poppava fino a sfinimento. Alla fine ruttino e subito di nuovo giù, rapido e indolore.
Ma a volte capitava che la seconda poppata fosse fatale (ecco il motivo per cui l'ho ben presto abolita).
Ecco cosa poteva accadere in questi casi:
ore 4.00 a.m. - poppata, rutto, carrozzina. Ma la pupa si sveglia.
Faccio finta di niente, le dò il ciuccio, qualche carezzina, un po' di squotimento della carrozzina, e torno a letto candidamente, spegnendo la luce. 
Ma lei non è mi'a scema!
Di star lì da sola non vuole saperne, tanto meno di dormire.

Quindi comincia un lungo e faticoso addormentamento destinato a fallire, perchè di sonno non ne ha per ora: ha dormito 8 ore e adesso ha voglia di giocare: chiacchera ride e si prende gioco allegramente della mamma.
Allora si cambia tattica: pupa nel letto tra me e il padre a guardare la giostrina delle pecore, che la fa gasare molto. Tutto ciò dura un'oretta. 
ore 5.00 a.m. - Il primo sbadiglio è il segnale che posso ripartire all'attacco. Parto con l'infagottamento, il dondolio e alla fine lei è giù nella carrozzina e dorme.
Finalmente posso dormire anch'io. Mi inoltro sotto le coperte, spengo la luce e chiudo gli occhi.
Qualcosa non funziona: non dormo. Mi giro e mi rigiro. Hasuna russa: gli dò una botta. Lo squoto. Lui si gira dall'altra parte e inizia a russare più forte, aggiungendo un sinistro rantolo al suo ritmico russare. Il materassa a molle comprato a 20 € grazie a un'inserzione su Contro Radio, e costatoci anche un viaggio a Firenze a ritirarlo con la mia panza da 8 mesi, si muove come un'onda sotto lo spostamento dei nostri corpi. Devo fare pipì e ho sete. Cerco la bottiglia dell'acqua sul pavimento accanto al letto, ma non c'è. Mi devo alzare. Con cautela per non svegliare la pupa e non dover ricominciare tutto daccapo cerco le pantofole sotto il letto. Negativo. Dietro la porta. Urto qualcosa col piede: è un sonaglino che fa un casino bestiale. Mi alzo finalmente e faccio tutto: bagno, cucina, giacchè ci sto mi mangio pure un cornetto, che ne abbiamo sempre, ce li dà quello del bar accanto al negozio di Hasuna quando chiude la sera che non li ha venduti. Torno a letto e al mio posto c'è Panzumen!
ore 5.00 a.m. - Sono finalmente a letto e ho un inizio di sonno. Ma i gatti si sono svegliati. Ora vogliono che io mi alzi e non c'è storia: è un continuo passeggiarmi sulla pancia, mordicchiarmi i capelli, darmi zampate in faccia, e io dai che li scaravento lontano da me, che mi giro dall'altra parte, che mi inabisso sotto le coperte. Iniziano poi a miagolare: Miao singolo Panzumen, doppio o triplo Miao Zorro.
Alla fine mi devo alzare e li butto fuori tutti e due. Torno a letto ignorando i loro miagolii disperati dal terrazzo.
ore 6.00 a.m. - Suona la sveglia di Master! Si alza Master, che deve aprire il bar alle 7.00. SBAM! porta del bagno. SQUOSCCC! sciacquone. CLOCK CLOCK CLOCK! Tacchi. E così via fino a che esce: SBAM! Fine. Ora magari riuscirò a dormire un'oretta...
MIAO-MIAOOOOOOOO! Master ha fatto rientrare i gatti!!!
ore 7.00 a. m. - Risveglio della pupa. Inizio della mia giornata.
Good morning! Good morning! We've talked the whole night through...
Good morning!Good morning! To you!

Questa notte somiglia a un supplizio che non vuole smettere, smettere mai.

Ora la pupa pareva si fosse normalizzata. Al ritorno da Roma abbiamo avito una settimana di tregua. Invece, da tre giorni il delirio.
Non so da cosa dipenda: lei è isterica, si addormenta con molta sofferenza da parte mia e della mia schiena, sfiorando anche io l'eusarimento nervoso e l'infanticidio.
Si sveglia piangendo non appena perde il ciuccio. Necessita la mano solerte della mamma che dopo aver frugato nelle pieghe della coperta e dietro le orecchie, recupera il prezioso oggetto e lo ricaccia nella boccuccia urlante della sua frugoletta. Dopo, un pochino devo restare vicino a lei per tranquillizzarla e finalmente tornare a letto.
Per quanto tempo?
E chi può dirlo! Mezz'ora? Cinque minuti? Almeno fino alla prossima caduta del ciuccio, vale a dire che in una notte mi alzo dalle 10 alle 25 volte, finchè con mossa strategica non trascino la carrozzina accanto al letto così che al primo sentore della prdita di ciuccio non devo che alzarmi sul letto per metà ed espletare al mio dovere di madre rimanendo comodamente, si fa per dire, a letto. Ma anche così non è che si dorma molto.
Però risparmio energie e non mi si congelano i piedi. E non rischio di azzopparmi inciampando nelle prolunghe che attraversano la camera.
E non rischio di sollecitare il risveglio prematuro di gatti vari.

Morale della storia: è difficile dormire con una pupa piccola, ma lo è molto di più con una pupa piccola e due gatti rompipalle!

Certe notti qui, certe notti qui, certe notti qui...

lunedì 15 novembre 2010

Progressi

Ogni giorno che passa vedo la Pupa fare nuove conquiste, piccole grandi conquiste, cambiamenti che ad un occhio estraneo potrebbero sembrare irrilevanti, a me, che la vedo ogni giorno crescermi accanto, sembrano rivoluzioni.

Questo mese la Pupa ha imparato:
  • a girarsi di lato quando è sdraiata sulla pancia;
  • ad afferrare gli oggetti e a manipolarli per poi cacciarseli in bocca;
  • a tenersi in piedi sulle ginocchia di Mamma se sorretta;
  • a sollevare testa e busto in avanti quando è tenuta dritta in braccio;
  • a stare seduta quasi da sola senza sostegno sulle ginocchia di Mamma;
  • a giocare stando sdraiata a pancia in giù sollevandosi sulle braccia per un tempo discretamente lungo prima diricadere soffocando sul materasso;
  • a cercare la sua palla mentre si trova a pancia in giù nella suddetta posizione;
  • a considerare i gatti e a provare curiosità per loro senza attraversarli con lo sguardo;
  • a carezzare il pelo di Zorro gasandosi molto e a tirarne ciuffi qua e là;
  • a capire la differenza tra Zorro e Panza (Panzumen non se lo lascerebbe mai fare);
  • a guardare la tv commentando i programmi;
  • a emettere suoni articolati e tenere lunghi discorsi del tipo: AAAAAAAAAAAA-GHHHHHHHH-'NGA'NGU;
  • a ridere molto e rumorosamente quando il babbo le fa il solletrico;
  • a provare gusto nel dormire e a farlo senza prima dover sfondare la schiena alla mamma costretta ninnarla in braccio per ore;
  • a fare sonnellini diurni più lunghi di 1\4 d'ora (e a farne anche 4-5 al giorno!);
  • a chiaccherare da sola prima di iniziare a piangere, anche per una mezz'ora di seguito quando si sveglia al mattino, permettendo quindi alla mamma di poltrire a letto ancora per un po';
  • a divertirsi a sguazzare i piedi nell'acqua durante il bagnetto (e gasandosi molto!);
  • a osservare i disegni sulle lenzuola e sulla tovaglia della cucina e a seguirli col dito
...e scusate se è poco: ha acquistato un chilo di peso! (siamo ai 6 Kg e cento, ragazzi! Che pupa!)




venerdì 12 novembre 2010

Suster il ritorno (home sweet home)

E così, eccomi qua!
con la Pupa siamo tornate a Pisa da due giorni, o tre, e già abbiamo rimesso a posto un bel po' di cosette che non andavano: cambiato la pagina del calendario che era rimasto su ottobre, regolato l'orologio della cucina sull'ora solare, che ancora non era stata aggiornata, pulito una dozzina di cacche di gatto sul terrazzo, che intanto avevano preso pioggia ed erano diventate qualcosa di immondo... Che dolce bentornate in casa... però in compenso che bella sorpresa mi aspettava sotto le coperte... cosa avete capito? Hasuna mi ha fatto trovare il più gradito regalo di compleanno, e con sole 3 settimane di ritardo le mie ossa finalmente riposeranno su un materasso decente! Fantastico lattice, dove sei stato tutti questi anni? Tu che rechi conforto alle mie notti sempre troppo brevi...
....devo dire che scrivere con un gatto appollaiato sulla spalla è anche più difficile che farlo con una pupa appollaiata sul braccio sinistro, ma sbarazzarsi di Zorro evitando che si vada a sbragare sulla tastiera ora mi risulta alquanto difficile, e il mio tempo prima che la Pupizza si svegli è sempre contato...
...e devo anche dire però che da quando siamo tornate nella nostra casetta piccina picciò, modesta e un po' cadente, poco comoda e assai poco accogliente, la Pupa dorme di più, si fa pregare di meno, e riesce persino a stare nell'ovetto per tempi discretamente lunghi se munita di ciuccio e/o di topo-carillon, e/o di giostrina soft con animali, o semplicemente a guardarmi mentre sfaccendo e combatto con la stufa... Grandi traguardi questi che mi fanno quasi presagire l'alba di tempi migliori, in cui le mie giornate potranno finalmente articolarsi in maniera più umana, senza dover più levare la cacca dei gatti dalla lettiera con un fardello di ormai 6 Kg e rotti appesi alla panza modello marsupiale, e pranzare stando attenta a non sbrodolare la minestra in testa a mia figlia, e muovermi come un ladro per la mia casa di 20 mq. per paura che il minimo rumore possa turbare la quiete del suo sonno tanto sofferto...
Ma tornando alla stufa... accidenti, ci mancava solo questa! Sembra di essere tornati all'età delle caverne, che di caverna questa casa potrebbe anche avere qualche sembiante, ma per lo meno prima avevamo un fantastico oggetto di nome termostato che bastava impostare su un orario per far sì che i termosifoni si accendessero da una tal ad una talaltr'ora, permettendoti altresì di alzarti al mattino in una casa non proprio glaciale... grande conquista dell'umanità la caldaia a gas!
Ora invece: Hasuna si è messo in testa di comperare al mercatino dell'usato questa fantastica cucina-stufa a legna, che per carità, scalda, risparmi sul gas, però ci vuole un'ora buona per accenderla, e un'altra mezz'oretta minimo perché inizi a scaldare la casa, che poi le due camere continuano ad avere una temperatura sub-polare, mentre la cucina acquista un suo microclima equatoriale con il risultato che ad andare dalla cucina alla camera da letto sembra di attraversare almeno una mezza dozzina di latitudini e allora prima di farlo, conviene coprirsi un bel po'. Va be', ma comunque va bene risparmiare un po' sulla bolletta del gas...
Non fosse che poi per ravvivare la fiamma ogni tanto tocca affacciarsi allo sportello e soffiare un bel po' sulle braci, col risultato che vestiti e capelli puzzano perennemente di  fuliggine e dopo un po' ti manca pure l'ossigeno al cervello, e intanto devi andare dalla Pupa che protesta di là abbandonata sul letto a fissare le sue pecorelle (cosa che normalmente la fa gasare da matti, ma attenzione che non intuisca che stai tentando di distrarla per soddisfare ad un bisogno impellente tuo o della casa).
Comunque, a parte tutto, va bene risparmiare un po' sulla bolletta del gas...
Lasciamo stare poi quando devi andare a fare il carico di ciocchi di legno mentre piove ininterrottamente da quasi una settimana e la legna è fradicia e viscida e piena di lumache...
Ma in fondo, risparmiamo un po' sulla bolletta del gas!
Ed ecco dunque le novità che mi attendevano a questo ritorno a casa, dopo la (poco) rilassante parentesi romana a casa di mamma, che io continuo ancora a considerare un po' anche casa mia, dopo tre settimane di assenza giustificata da mio quasi completo esaurimento fisico e nervoso: una stufa a legna, un balcone smerdato e un materasso coi controrequisiti. Ah! E poi dimenticavo i gatti raddoppiati. Nel senso del peso, non nel senso di numero di unità feline, che quelle per fortuna sono rimaste 2, ma però, che anche se non è proprio corretto grammaticalmente, rende molto l'idea, credo che ormai sfiorino i 12 Kg totali di gatto, che sarebbe sempre l'equivalente di due pupette...
Tutta questa matematica mi fa venire voglia di aggiungere un ciocco alla stufa, che inizia a far freddino...
Ma insomma, visto che il blog è nuovo, e continua a fare un po' schifo, soprattutto perché non ho molto tempo da dedicargli (soprattutto ora che devo provvedere al riscaldamento di casa con alimentazione vegetale), tanto vale che faccia almeno le presentazioni.
Allora in casa nostra siamo in 5, e cioè:
vista aerea della Suster estiva
  1. io, Suster, che qui scrivo
  2. Hasuna, anni 30, macellaio di professione, naturalista di vocazione, sostenitore della stufa a legna, compagno mio e padre della Pupa
  3. Master, anni 37, lavoratrice a tempo super pieno, artista per vocazione, dipinge quadri con soggetto variabile in una gamma più o meno vasta di palle colorate
  4. la pupa, anni, 1/3 (leggi: un terzo), professione bambina, occupazioni preferite: mangiare, dormire, rompere un pochetto le scatole, guardare la giostrina
  5. Zorro, anni 2 e 1/2, professione gatto, preferenze: ama molto il rognone crudo, interessi: entrare e uscire continuamente da una porta all'altra della casa, preferendo per lo più quelle chiuse, aspirazioni: dormire nell'ovetto della pupa; capacità particolare: svegliare la pupa intervenendo con un tempismo da cronografo con un sonoro e poderoso MIAO-MIAOOOO non appena tu hai finito di metterla giù, ciuccio in posizione, palpebra abbassata, e il respiro che scivola lentamente verso il rantolo e poi verso un ritmico russare... (oh, c'è da dire più sui gatti che sugli esseri  umani)
  6. Panzumen, anni 2 e 1/2, professione gatto, grado di parentela: è il fratello di Zorro, ed è il gatto preferito di Hasuna (Zorro è il mio, ma solo perché ho dovuto sopperire ad una ingiustizia iniziale); capacità particolari: è in grado di raddoppiare il proprio peso corporeo nel giro di 48 ore; fobie: terrorizzato da temporali, pioggia, grandine, tuoni fulmini  e quant'altro venga giù dal cielo in condizioni meteorologiche ottimali.
Ecco: questi a grandi linee siamo noi, abitanti  di questa catapecchia stipata zeppa di cose più o meno inutili, fredda d'inverno, incandescente in estate, umida per tutto il resto del tempo, ma infondo...sempre casa è!
il gattume, un bel po' di chili fa...

sabato 6 novembre 2010

Disaster blog

Per cominciare, molto scoraggiata.
E vabbé, che magari non ho scelto proprio il momento più felice per iniziare a tenere un blog, con la pupetta che massimo massimo mi dorme 3 quarti d'ora di fila, prima di ricominciare tutta la storia, puppa, giostrina, marsupio, piantarello, pannolino... senza contare che durante quei famosi 3 quarti d'ora perderà il ciuccio almeno due volte, e questo le causerà tremendi attacchi di abbandono materno, quindi: inizierà a mugolare, prima piano e a brevi singulti,. poi sempre più forte e ravvicinato finchè non arriva la mano solerte della mamma a ricacciarle il ciuccio nella sua boccuccia di rose, tenerle le manine che se no in preda a un disperato autolesionismo si graffia la faccia con le unghiette, tagliate male mentre lei si divincolava sulle mie ginocchia, e si infila le dita in gola provocandosi il vomito... Mentre muovo ritmicamente la carrozzina con il piede e le sussurro il mio soporifero "no-no-nooo", con la schiena piegata a novanta stando ben attenta a che le mie giunture non scricchiolino troppo forte nel rialzarmi provocandone l'improvviso risveglio con espulsione immediata di ciuccio, ecco che se ne sono già andati 10 minuti buoni. Quanto mi rimane ancora di autonomia prima del risveglio definitivo?
Va be, ciuccio a parte: sono due giorni che combatto con questo dannato layout e non ne vengo a capo: ma perchè l'intestazione mi si è spiaccicata nella colonna di sinistra? e come faccio a cambiare le dimensioni alle immagini che inserisco? Il Mio blog per ora fa abbastanza schifo...
Cavolo! Per tutto ciò che riguarda il computer sono proprio una gran pippa! Sono quasi peggio di mio zio di 80 anni, che posta su facebook come un quindicenne...
Ma orsù, ne verrò a capo, prima o poi...
Ora però mi sembra di udire uno schiocco di labbra sospetto provenire dall'altra stanza.... labbra che cercano ciucci?