sabato 27 novembre 2010

Freddo e lavori in corso

dalla terrazza della cucina
Finalmente ha smesso di piovere, cosa che ha permesso a me e alla Pupa un paio di uscite mattutine. Peccato che la pioggia abbia lasciato il posto a un freddo porco maiale, che mi si sono congelate le mani ad andare in bici da casa allo studio della mia dottoressa a farmi fare una ricetta per la mia cistite cronica, che torna anche lei col freddo ogni volta.
Ma non voglio fare qui la cronaca dei miei malanni, nè il bollettino meteo, che a quello ci pensano già i telegiornali, neve a nord, maltempo al sud, alluvioni un po' dovunque.
Ma dal nostro punto di vista questa improvvisa precipitazione della temperatura significa: mettere in pensione il marsupio, cosa che avevo già pensato di fare dopo l'ultimo giretto fatto al mercato, primo giorno di sole dopo tre settimane di diluvio, bambini ovunque, mamme munite di ovetti, carrozzine e passeggini si sono riversate tra i banchi del nuovo e dell'usato, mentre io, povera sfigata, arrancavo con i miei 6 chili di pupa appesi al collo e intanto mi logoravo d'invidia per non potermi muovere con altrettanta facilità e per non potermi fermare per più di quattro minuti a cercare le mutande che mi piacevano onde non suscitare proteste molto sentite dalla mia esigente passeggera, la quale pretende che la mamma le garantisca un continuo beccheggio tale da conciliarle un dolcissimo sonno.
Ma in fondo a me il marsupio risultava molto comodo, prima di tutto perchè mi sposto in bicicletta, non avendo io altro mezzo di locomozione, e il marsupio mi consente di portarmi dietro la pupetta in bici. Secondo poi perchè abitiamo al secondo piano senza ascensore, e scendere con l'ovetto significa fare almeno due viaggi su e giù, prima per portare le ruote, poi l'ovetto con pupa dentro, che nel frattempo si è già rotta di aspettare e inizia a frignare. Molto molto scomodo direi.
Ma tornando a noi: tanto freddo e giornate sempre più corte significa anche che usciremo sempre meno, e meno paranoie per me quando non avrò voglia di sobbarcarmi la fatica del trasbordo suddetto, e vorrei tanto rimanermene a casa, ma in fondo, mi dico, bisogna approfittare delle belle giornate che poi chissà quando ricapita di poter portare fuori la bimba, e poverella, sempre chiusa in casa è normale che poi sclera. Così complicata e contraddittoria è la psiche materna, che trova sempre un motivo per sentirsi poi in colpa, qualsiasi cosa decida di fare.
In realtà non credo che alla Pupa interessi molto, dato anche che ogni nostra passeggiata si risolve con lei che se la dorme, e io che sfacchino in giro per Pisa sempre col mio piccolo fardello di gioia appresso. Lei sembra più interessata alle visite che riceviamo, e lo dimostra sfoderando enormi sorrisi agli eventuali ospiti... sempre che non le girino le palle proprio quel giorno, perchè allora non ci sono santi: gli ospiti scapperanno a gambe levate dopo essersi sorbiti un'ora di pianti disperati e dopo aver tentato invano di dar sfoggio delle loro capacità di ammaliare la pupa, agitato insistentemente pupazzi e sonagli sulla faccia di mia figlia, con l'unico risultato di innervosirla ancora di più, e intensificare la qualità e la quantità delle urla.
Che poi ci siamo ormai adagiate in questa routine casalinga, scandita da poppate e sonnellini, pianti e programmazione televisiva, bagnetti e rari momenti di serena giocosità, tutto filerebbe a meraviglia se non fosse che da settembre siamo assediati da rivoluzioni edilizie che ci coinvolgono in maniera più o meno diretta: una volta ci si affacciano operai alla finestra del bagno mentre siamo intenti ad espletare le nostre funzioni corporali; un'altra volta veniamo svegliati all'alba da vibrazioni non molto ignorabili di martello pneumatico che sembrano provenire da sotto il tuo cuscino, tanto ti scuotono le budella e ti sconquassano il crevello; un'altra ancora torniamo a casa e ci troviamo una rete che chiude l'ingresso alle scale di accesso e scopriamo così che d'ora in avanti per entrare in casa nostra saremo costretti a passare da un corridoio laterale che ci fa prima inoltrare sotto una fitta cortina di frasche, poi transitare proprio sotto la finestra dell'inquilina del piano terra, la mia temuta vicina di casa Lia, che non perdeva occasione già prima per intercettarmi ogni volta che esco o rientro in casa e fermarmi a conversare con lei, interessandosi soprattutto a tutto ciò che riguarda il mio modo di crescere mia figlia, e riuscendo ogni volta a dimostrare che tutto ciò che faccio potrebbe essere fatto, meglio, in un altro modo. Se prima mi era possibile evitarla tenendomi tatticamente alla larga dalla sua finestra e fingendo di non udire i suoi richiami mentre mi allontanavo di corsa a testa bassa, ora mi sarà assolutamente impossibile. Ma , va be', ci si abituerà anche a questo.
Spero solo che i trivellamenti e le martellate pomeridiane e mattutine, che puntualmente arrivano a sorpresa non appena ho finito di mettere a nanna la pupa, finiscano presto. Anche perchè lei si è oramai quasi del tutto assuefatta a tali rumori e riesce a dormire anche in condizioni acustiche estreme, ma io inizio a dubitare che questa situazione non le faccia bene, e forse mi spiego in questo modo il fatto che, dopo una giornata piovosa passata chiusa in casa con il trapano nelle orecchie, la sera la mia frugoletta sia un tantino isterica!

2 commenti:

  1. Gentile Suster, ho letto attentamente le tue riflessioni e mi sono ritrovata in parecchie delle tue situazioni, ad esempio se ti può consolare io abito al quinto piano senza ascensore, ti chiedo di avere un pensiero per me soprattutto il sabato quando porto su le buste della spesa;passiamo agli operai , sono ormai cinque anni che proprio di fronte alla mia casa sono cominciati i lavori di costruzione del nuovo tribunale ,da come vanno le cose penso che ne passeranno altri dieci prima del collaudo finale, come se non bastasse proprio a fianco al tribunale è sorta una chiesa isola felice dei catecumeni che la frequentano, alla fine delle loro riunioni ( h.24,00)con i loro figli urlano e tante volte giocano a pallone per un'altra mezzora, tu mi chiederai ma non hai mai protestato? Eccome mi è stato risposto che i bambini devono giocare e mi è stato consigliato di trovarmi una casa isolata.Spero di aver sollevato un pochino il tuo umore e auguro a te e alla tua bimba tanta felicità
    con simpatia Elettra

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  2. Povera!Beh, sono contenta di essere in buona compagnia allora! Grazie per avermi letta: sei una delle prime visitatrici di questo blog!

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