martedì 25 febbraio 2014

Abbastanza vecchia.

Andare a prendere Mimi a scuola con la piccola nel passeggino, in una giornata di inatteso bel tempo, e, tanto per cambiare, essermi dimenticata il cellulare a casa, mi ha fatto una strana impressione.
Ritornavamo in tre, a passo di bambina, fermandoci di continuo a raccogliere fiori da cespugli e marciapiedi, stupendoci per i disegni delle nuvole e salutando la gru del cantiere, e nemmeno una foto da poter scattare col telefono da condividere con qualche ignoto di passaggio, nemmeno una sbirciata per vedere se mi fosse arrivato un messaggio da qualche amica per organizzare il pomeriggio, neppure una chiamata non risposta.

Eppure non ritengo di essere una tipa particolarmente telefonica e neppure particolarmente "social", possibile che davvero avvertissi tale senso di mancanza?
Mi è parso anche che infinitamente più concentrate sul presente e rilassate dovessero essere le giornate di una qualsiasi donna della mia età che andasse a recuperare la figlia di tre anni alla materna una trentina di anni fa, diciamo pure quando alla materna ci andavo io.
Quando tutto ciò era ben lungi dall'esistere o dall'essere anche solo immaginato in un qualche film su un futuro futuribile.
La cosa mi ha fatto sentire sufficientemente vecchia.

lunedì 24 febbraio 2014

Quel ca@@@ di riposino pomeridiano.

Eccoci lì, ancora e ancora e ancora, come tutti i pomeriggi.
L'ora del sonnellino della piccola, che non è un'ora precisa per la verità, ma che si colloca approssimativamente nel primo pomeriggio dopo pranzo.
A far dormire la grande ci ho ormai rinunciato.
Lei si è emancipata gradualmente da questa dipendenza, apparentemente tanto comoda per una madre, agli effetti distruttiva.

I nostri menage a trois prevedevano una prima fase in cui la piccola veniva prima sedata a suon di tetta (non è che la tramortivo dandogliela sulla testa, è lei che quotidianamente tramortisce me prosciugando ogni mia linfa vitale avendo mantenuto l'abitudine della poppata della buonanotte, conciliatrice di sonno e risucchiatrice di energie materne), e una seconda di "placcaggio stretto" o di corpo a corpo con la grande, in cui la mamma stringeva la figlia treenne in un abbraccio a tenaglia, di fatto impegnando con lei una lotta all'ultimo sangue, una morsa da boa constrictor che impegnava gambe e braccia e che alla fine non lasciava altro scampo alla vittima designata se non la resa, accompagnandola in un dolcissimo sonno coatto.

venerdì 21 febbraio 2014

Di libri, mostri e paure.

Dopo una retata in biblioteca, siamo praticamente sommerse da letture che ultimamente stentiamo a "consumare". La piccola fatina ha un approccio alla lettura, o piuttosto all'oggetto-libro, che scoraggia ogni altro componente della famiglia a tentare in sua presenza qualsiasi pacifica interazione uomo-libro, e ogni nostro (mio e di Mimi) tentativo in tal senso si è spesso trasformato in una lotta all'ultimo sangue per preservare l'integrità dei libri coinvolti e la fruibilità delle storie dall'inizio alla fine.

Quindi la povera primogenita aspetta invano il momento in cui la sorella viene messa a letto per presentare la sua pila di arretrati con tanto di interessi alle mie dovute letture serali, ma si trova immancabilmente davanti una non ben intendente mamma-zombie a cui si impastano le parole in bocca alla prima pagina prima di sprofondare in un osceno sonno bavoso, a cui provvidenziali ali di copertine rigide cartonate fanno da pietoso velo.

Intanto si avvicina il termine per la restituzione dei prestiti, quindi ne approfitto per segnalare qui, dell'ultima vagonata di libri, quelli che ritengo degni di menzione, se ci riesco e un po' per volta.

Iniziamo:


Titolo: Il mostro del sonno.

Autore: Maria Vago

Illustratore: Anna Laura Cantone

Editore: Edizioni Arka

Età di lettura: 4-5 anni

Voto: 8


giovedì 20 febbraio 2014

...E mentre lei dorme, noi... (suggerimenti utilissimi per svernare in casa con due bimbe)

Mi sento sempre un po' in soggezione a fare la parte di quella che dispensa suggerimenti sul web.
Comunque lo faccio, senza esagerare, ma mi capita, talvolta, di farlo. E volete proprio sapere il perché?
Perché a volte, anzi, più che a volte, cose che potrebbero suonare scontate non lo sono affatto. A volte le soluzioni più semplici per risolverti un pomeriggio o una mattina in casa, con una bambina piccola che ti dorme ancora quelle due volte al giorno, e una grande che qualcosa, poraccia, dovrà pur fare, le soluzioni più semplici, dico, sono quelle che si rivelano più azzeccate, e indolori, e che alla fine ti lasciano soddisfatta e convintissima di aver svolto un perfetto lavoro pedagogico, e lasciano lei soddisfatta e convintissima di aver svolto un perfetto lavoro di precisione e abilità. Sono quelle furbate che alla fine non ti costano niente, e lasciano tutti più felici, accrescendo a dismisura i livelli di autostima individuale all'interno del nucleo familiare.

Un pochino ci vuole che qualcuno ti dia la pista, ché se no capace che da sola non ci arriverai mai, se non hai mai letto la Montessori e nessun altro manuale ad hoc, e però vanti una discreta dimestichezza con un certo numero di blog scritti da persone come te, che ti dimostrano come a volte sprechiamo tante energie a fare e a combattere con loro che ci "impediscono" di fare, quando basterebbe, tanto semplicemente "lasciarli fare", offrire loro il beneficio del cimento, e tamponare il tamponabile, che al limite si risolve con una passata di straccio e via.
Detto questo, ecco due utilissimi suggerimenti su come intrattenere la figlia grande quando la piccola dorme, e tu, magari, nel frattempo ti attrezzi la cena, o il pranzo, o ti guardi tutti i contenuti speciali in inglese de La bella addormentata senza che lei ti assilli con cose tipo "Mamma, lo vedi che non si capisce cosa dicono, spegni! Mamma, è noioso questo Waldisne."

venerdì 14 febbraio 2014

Quando lei dorme.

Quando lei dorme la casa finalmente tace.
I gatti si stiracchiano in una macchia di sole sotto la finestra, il frigo ronza e niente più.

Quando lei dorme il pavimento è un campo di battaglia da cui raccogliere mori e feriti. Si ricompone un puzzle lasciato incautamente da una sorella maggiore che ora è a scuola, si infilano nello scaffale una decina di libri cartonati sparsi qua e là, si spazzano via brandelli minuscoli di scottex mezzi ciancicati, e anche i pippoli della pianta grassa in terrazza, prima che il padre scopra lo scempio scellerato.

Quando lei dorme una parte di te dice "No, lascia stare! Prendi piuttosto il libro che hai iniziato qualche giorno fa e vatti a sedere sul primo gradino, finché dura questo bel solicello, ché tanto la casa resta qui buona buona e aspetta che tu la riordini, solo per poi poter essere nuovamente rovesciata su se stessa", l'altra parte di te risponde: "Senz'altro, farò come tu saggiamente suggerisci, dò solo un colpo di scopa. E poi lasciami finire di sciacquare questi due piatti rimasti dal pranzo, e finché dura questo bel solicello, permettimi di stendere questi quattro pannetti che ho lasciato nel lavandino da lavare ieri sera." Lo sai che faresti bene ad ascoltarla, ma ogni volta ci ricaschi, perché quando lei dorme, non si sa come ti convinci che debba durare in eterno.

martedì 11 febbraio 2014

Manuale d'istruzioni per auto (quasi) d'epoca. Ovvero: la nostra Fiesta non deve finire.

Da quasi due anni possediamo una splendida Ford Fiesta Color verde-acqua marina, colore che a Mimi piace molto, e anche a me, non proprio di seconda mano, stando al libretto di proprietà, quanto piuttosto di sesta, anno di immatricolazione 1994, e per quanto riguarda il prezzo di acquisto, diciamo che l'ultimo proprietario aveva urgenza di svuotarsi la rimessa ove tale gioiello giaceva da alcuni anni pressoché inutilizzato.
Potremmo anche dire che, se non ci ha pagato perché ce la portassimo via, poco ci è mancato. Ad ogni modo possiamo ancora dire che l'autoradio che il Beduino ha avuto premura di installarvi prima ancora di fare il passaggio di proprietà, sopravanza il valore dell'intero veicolo all'infinito, se la matematica non è un'opinione, e se è vero dunque che zero per tutti è sempre zero.

Diciamo ancora una volta che in pratica abbiamo acquistato lo stereo per l'auto, e in seguito, ci siamo procurati un'auto in cui installarla.
Ma bando alle smancerie.

lunedì 10 febbraio 2014

Piccole innocenti scappatelle.

Pioggia pioggia e pioggia.
E' la stagione. Pazienza.
Un'insperata domenica di luce abbacinante e cielo cristallino, spazzato da un discretamente freddo vento di libeccio, mi spinge a portare fuori le bimbe, approfittando della pausa tra i giorni che ho sentito chiamare "vagoni" di un infinito treno di perturbazioni oceaniche.
Per altro posso dire che NON è stata una domenica pomeriggio rilassante, frustata in faccia dal vento a spezzarmi la schiena con la piccola fatina appollaiata sul fianco, a spingere Mimi in altalena, "più forte, non così forte! Più piano!! Non di lato! Davanti!!! Più in alto! NO, mi spingo da sola! Non sederti! Non vedi che vado troppo piano!!!"

Comunque sulla via del ritorno (per fortuna che sono uscita in macchina!), quella piccola è crollata in un subitaneo sonno da seggiolino-auto.

giovedì 6 febbraio 2014

Mimi e le piccole cose. Ovvero: la felicità è un pezzo di carta da imballaggio da scoppiare.

Pensavo a questa cosa, al fatto che parlo spesso degli aspetti "faticosi" del carattere di Mimi, che è testarda, incline alla drammatizzazione esasperata delle emozioni, lunatica, scontrosa, preda di soventi e devastanti escandescenze, ma... devo anche rendere onore agli aspetti invece che più apprezzo e che più mi inorgogliscono di lei, per quanto non possa certo arrogarmene il merito, se non entro certi circoscritti limiti.

Dunque, qualche tempo fa mi è capitato di assistere ad una scena ai miei occhi sorprendente e ai limiti della farsa. In effetti per qualche frazione di secondo ho avuto la sensazione di trovarmi davanti a uno spettacolo inscenato per registrare le reazioni degli astanti, tipo una candid camera.

mercoledì 5 febbraio 2014

Associazione Genitori Anonimi.



Ciao, sono Suster ("Ciao, Suster!") e sono genitore da tre anni.
Tre anni e mezzo per l'esattezza. Tre anni, sei mesi, due settimane e quattro giorni.
Sì, va bene: conto ancora i giorni da quando è nata, lo ammetto.
Sempre meglio di quelli che continuano a oltranza a conteggiare l'età dei propri figli in mesi, anche quando quelli vanno già alle elementari a momenti, non so se mi spiego.
Quanto ha il bambino? Quarantasei mesi! Ah, bene, auguri alla puerpera!
Sì, insomma, non sono proprio un veterana, ma nemmeno una novellina, direi, e posso aggiungere con orgoglio che ne sono quasi fuori.
Intanto non mi faccio più venire i patemi d'animo a ogni nuovo appropinquarsi del compleanno di lei, non scrivo più cose melense col groppo alla gola, e ho smesso da tempo di celebrare ogni suo nuovo complimese annotando con dovizia di particolari i progressi compiuti.