lunedì 29 giugno 2015

Dire, fare, forse baciare...


Le bimbe certi giorni mi stremano emotivamente.
Però, anche, mi colmano a livello affettivo; riempiono ed esauriscono il mio universo emozionale in un continuo interscambio di feedback, violenti e tenerissimi, e confesso che, almeno in questa fase della mia vita, non riuscirei, nemmeno se fossi disposta ad investirvi molto più di quanto non faccia in termini di tempo, energie e attenzione, non riuscirei a dirigere altrove da loro un equivalente di quella affettività. Un pochino è anche una questione di sopravvivenza, di respiro quasi, ché siamo la risultante di un equilibrio di elementi differenti, di cui quello affettivo è senza dubbio fondamentale, ma non l'unico.

Affettivamente sono un mezzo disastro, lo ammetto.

domenica 21 giugno 2015

La vita degli altri.


All'ora in cui normalmente sto ancora portando le mie figlie a scuola,sono già seduta, gambe conserte, se così si può dire, sui cuscini del sofà nell'ampio luminoso, ma ora in penombra da tapparelle abbassate, soggiorno.
La casa è grande, moderna, arredata, si direbbe, "con stile".
Ma chi sia il responsabile dell'arredamento, questo lo riesco ad immaginare, o meglio a presumere, con una punta di malignità: non certo i padroni di casa. Questa casa perfetta è talmente pensata che non ammette nulla di personale, di vissuto o di reale, al di là degli oggetti dell'ordinario vivere, al di là delle fotografie alle pareti, per quanto anche quelle disposte secondo una logica estetica che sa di studiato e posticcio.
Qui c'è lo zampino di qualche arredatore interior designer o vattelapesca.

lunedì 15 giugno 2015

Peter Pan, dove sei?


L'estate è il momento migliore per crescere. Sembrerebbe quasi sia fatta apposta.
Crescono in frondosità le chiome degli alberi e in intensità i verdi delle foglie.
Cresce l'erba nel vialetto di ingresso a casa e intorno alla rastrelliera delle biciclette, ché ogni volta sembra di andarla a ripescare dal profondo della steppa erbosa.
Crescono le giornate, cresce il caldo nelle ore di luce, cresce l'attesa e la stanchezza, l'euforia e l'impazienza di potersi finalmente fermare, in questa corsa frenetica lunga tre stagioni, quelle ordinarie, fatte di ordinario vivere.
Crescono le bambine, che, si sa, crescono sempre, come ti ricordano i conoscenti per strada quando ti fermi a salutarli, ché in una piccola città come questa in cui viviamo noi, per fortuna, ancora accade di incontrare strada facendo gente che conosci, anche più d'una volta al giorno, e ancora accade di fermarsi a scambiar reciproche osservazioni sul tempo che passa, misurato in centimetri sulla statura dei reciproci figli, o sulla loro verbosità, così che a volte finite per far parlare loro, levandovi dall'imbarazzo dei discorsi di circostanza. E allora aspettatevi di tutto, ché si può spaziare dall'astrofisica alle Winx nel giro di un unico periodo.

lunedì 8 giugno 2015

Contemplando l'estate incipiente.


E' arrivato prepotente giugno, e all'improvviso è già tutto un finire, un chiudere, un concludere, un'affrettata corsa verso il dopo.
Mi costringo alla scrivania a scrivere un post che inizio nella maniera più banale possibile, parlando del tempo. Il tempo che passa e le stagioni che si avvicendano.
E' la maniera più semplice e anche la più sicura quando ti assenti per tanto tempo e non sai nemmeno il perché.
E il perché è sempre quello: il tempo.
Il tempo che manca, che manca sempre, che non basta mai a fare tutto quello che vorresti, come vorresti, e ti senti sempre un pochino insoddisfatta.