domenica 30 marzo 2014

Cose che non saprei se avessi avuto figli maschi.

  1. I nomi delle fatine amiche di Trilli.
  2. Quanto costano i collant per bambina.
  3. Del prepotente ritorno editoriale delle storie di principesse in tutte le salse.
  4. Fare la treccia.
  5. La sterminata varietà di specie floreali che popola il mio quotidiano, o che può popolare il margine di un marciapiede cittadino.
  6. La trama de Il lago dei cigni.

mercoledì 26 marzo 2014

Conflitti interiori.

C'è una me che quando esce di casa la mattina, con una pupa a mo' di koala sul fianco e un'altra attaccata al braccio che si ferma a ogni gradino per costringerla ad ammirare i fiori bianchi del susino, c'è una me che maledice quelle dannate scale, e desidererebbe tanto abitare in una casa normale, in un condominio, magari, con atrio e tutto il resto, e ascensore, e magari anche pagare la pulizia delle scale, al limite, ma poter lasciare il passeggino nell'androne, invece che nella rimessina del sottoscala a portata di muffe e pioggia.

C'è una me che quando cammina per strada a volte sbircia nei giardini altrui, indugia sulle facciate delle villette bifamiliari, immagina vite al di là delle finestre con le serrande abbassate, protette da grate e sbarre che lasciano intuire un'urgenza di privacy legittima e motivata probabilmente dal possesso di beni sudati in anni di onesto e integerrimo lavoro ben retribuito, contributi pagati, contratti sicuri, entrate adeguiate al proprio tenore di vita.

lunedì 24 marzo 2014

La mia Primavera.

Inaspettatamente, il freddo è tornato, a tradimento, e così le nuvole, la pioggia, il vento, l'uggia e un po' di malinconia.
Primavera ufficiale, e io, ormai, la associo a te.
A te che sei arrivata assieme a lei, un anno fa, ed è già passato un anno...


E già passato un anno, e io, come al solito, mi sento un po' inebetita, un po' commossa, un po' agitata all'idea, e non so spiegarmelo proprio del tutto, questo mio stato d'animo, ma un pochino ci ero preparata, perché ricordo che già una volta è stato così.

venerdì 21 marzo 2014

Libri e malintesi. Il potenziale dell'equivoco.

Tra i libri presi in biblioteca questo mese per Mimi, ce n'è uno che a lei è piaciuto particolarmente, cosa che mi ha spinto a rinnovare il prestito per un altro mese, anche perché non ho proprio avuto il tempo di "esplorare" nuove proposte, in questi giorni.

Eccolo:


Titolo: Mr Peek e i malintesi allo zoo

Autore: Kevin Waldron

Editore: Campanila

Età di lettura: 4-5 anni

Voto: 7 1/2



giovedì 13 marzo 2014

A chi non piacciono le principezze?


Foto di gruppo.

Sì, lo so che vi ho già scassato abbastanza i cabasisi con questa storia delle principesse.
Figuratevi io che ci convivo ogni santissimo giorno.
Pensavo fosse "solo una fase", pensavo di riuscire, prima o poi, a saturarla, a sviarla, a distrarla, pensavo.
No, non è che io sia contraria alle principessa a priori, sia chiaro.
E' solo che... che due palle!

mercoledì 12 marzo 2014

Panni stesi: storia di un'ossessione.

Panni stesi in Libia
Ognuno, si sa, ha le proprie. Ossessioni, intendo. E chi non le ha se le va a cercare, perché senza ossessioni ci sentiamo forse quasi privati di un leitmotiv, di un filo conduttore a cui attenerci, che caratterizzi le nostre preferenze, le nostre scelte.
Quando ce ne accorgiamo, e la cosa si fa consapevole, invece che troncarla lì, come magari sarebbe il caso di fare, per non finire come quegli americani mangiatori di carta igienica e gommapiuma su cui hanno fatto addirittura un programma, la prima reazione è quella di portarla fino in fondo, l'ossessione.
C'è per esempio quella mia amica che collezionava maiali... Non ho mai saputo che fine abbia fatto fare a quel suo arsenale suino.
Per farla breve la mia ossessione, o una delle, sono i panni stesi.
Non sono una cleptomane specializzata in biancheria altrui, mi limito a rubarne l'immagine.

lunedì 10 marzo 2014

Domande a una commessa.


Anche Suster ogni tanto indulge alla debolezza dello shopping, questo Suster deve ammetterlo.
Anche Suster ogni tanto ha bisogno di vestirsi con indumenti che non superino la somma delle età delle sue figlie, e che immancabilmente non corrispondono più alla taglia che lei attualmente calza (perché, questo Suster deve rivelarvelo) oggi Suster è decisamente più slim di quanto non fosse 4 o 5 anni fa, oppure semplicemente sono i vestiti ad esser diventati più larghi, misteri della fibra di cotone.

A questo proposito ci sono cose che Suster non riuscirà mai a spiegarsi da sola, e per le quali ha sempre desiderato un giorno poter avere a disposizione una commessa di abbigliamento a cui spiattellare in faccia tutti i suoi amletici dubbi, e sentirsi per una volta rispondere la verità definitiva sull'argomento.
Chissà se mi sarà un giorno concesso di penetrare quei misteri occulti del customer-counselling che solo a pochi/e eletti/e è dato di conoscere.

venerdì 7 marzo 2014

Poesie di parole e immagini.

Rimango sempre incantata e stupita dal modo in cui i bambini riescano a recepire in maniera più che intuitiva, direi quasi istintuale, la poesia, e anzi a farne un loro naturale e innato codice espressivo, e per contro rimango sempre affascinata dalla capacità della poesia di comunicare loro in maniera tanto immediata e naturale, senza bisogno del tramite esplicativo di un adulto che interpreti per loro immagini e metafore, e ne disveli significati. In fondo è attraverso immagini e metafore che loro accolgono e si spiegano il mondo nel loro processo di acquisizione della realtà.

I bambini sono capaci di poesia, la creano ogni giorno e quindi niente di più naturale che la comprendano e siano capaci di penetrarne il senso senza intermediari.
La poesia è in fondo una capacità bambina, che normalmente negli adulti si affievolisce, o nel peggiore dei casi, si spegne, o si perde.

mercoledì 5 marzo 2014

Asparagus. La vera storia di un'angiosperma monocotiledone.


Dice il saggio: nella vita l'importante è lasciare sempre aperta la porta a nuove esperienze, ché per imparare qualcosa di nuovo non è mai tardi.

Prendete me, per esempio: fino a qualche anno fa non avevo mai comprato né cucinato degli asparagi.

Poi ho scoperto che potevo imparare a farli, e l'ho fatto, in un sacco di varianti.
Però non sapevo ancora che razza di pianta fosse l'asparago, anche se sapevo declinarne il nome al singolare, né dove crescesse né come si presentasse a un ipotetico cercatore di asparagi che andasse per campi a farne scorta.
Detto tra noi non immaginavo neppure che si potesse andare a raccoglierli per campi, o se, magari, non bisognasse coltivarli nell'orto, come, per esempio, i pomodori o le melanzane.
Insomma, sono queste aberrazioni dei tempi in cui viviamo, in cui cresci accompagnando tua madre al supermercato, e alla fine ti convinci che il cibo venga da lì, dal supermercato, dove a seconda dei reparti cresce di tutto, verdura, frutta, carne, pesce, panificati...

lunedì 3 marzo 2014

Pisa maremmonti*.

* (Da non confondersi con:"Pissa maremmonti":  tipica richiesta di un turista nordeuropeo intenzionato a violentare un'incolpevole pizza con l'orrido mix di vongole e funghi. N. d. R.)


Una delle cose che, l'avrò ripetuto fino alla nausea, perdonatemi, mi piace di più di questa città, è il fatto che, naturalisticamente, offra tanto, e tanta varietà. Di paesaggi, di altitudini, di colori e profumi, e tutto senza doverti spingere troppo lontano, così anche chi non è proprio abituato, come noi, a pianificare e programmare gite e passeggiate fuori porta, può permettersi il lusso dell'improvvisare.
E questo è tanto più vero quanto capitano stagioni bizzarre e imprevedibili come questo scorcio d'inverno, quando ti pronosticano tre giorni di pioggia ininterrotta, e invece ti accoglie la giornata più tersa e luminosa che mai ti saresti aspettato.

E allora non hai che da scegliere: mare, o monti?
Sono lì, li vedi dalla terrazza di casa, dietro i tetti delle case, fanno capolino ammiccanti e così nitidi da sembrarti ancor più vicini. Allora tu non hai che da prendere e andare.
Sì, va bene, dopo aver fatto mangiare la piccola, e vestito la grande, e infilato una dozzina di oggetti potenzialmente utili in borsa.
Alla fine vi muovete sempre molto più tardi di quanto vorreste, ma l'importante è che si vada.