venerdì 10 gennaio 2014

Il lago dei cigni: Ciaikovskij in Bignami.

Come avevo accennato altrove, quest'anno la Befana è stata molto attesa, e colei che era attesa non ha disatteso alle aspettative in lei riposte, portandoci in volo un libro di cui Mimi si era innamorata in libreria, ma che la madre aveva di soppiatto ricollocato sullo scaffale in maniera truffaldina senza acquistarlo. Alto tradimento.
La delusione di lei una volta rincasate è stata tale e tanta, e il senso di colpa così bruciante, che ha poi dovuto per forza di cose rimediare.

E così è arrivato questo libro:

Titolo: Il lago dei cigni

Autore: Lesley Simms

Illustratore: Anna Luraschi

Editore: Usborne

Età: da 2 anni

Voto: 7 1/2




Eh, sì: trattasi, ahimé, di libro sonoro.
Quindi si spiega in parte la mia recalcitranza a mettermi in casa il suddetto libretto, poiché è risaputo che pretendo di esercitare un'attenta selezione qualitativa e ideologica sui libri, e in parte sui giochi (e va be', anche sui film) che scelgo per Mimi. Ovvero, se per qualche legittima o illegittima ragione l'oggetto in questione non mi convince, lo censuro.
Nella fattispecie non amo i libri sonori. Mi sembra una violazione della natura stessa del concetto di libro: il suono è assolutamente superfluo, e distrae dalla lettura.
Senza contare che li trovo brutti, i libri con appendice elettronica, e difficili da riporre in libreria per via del formato e dell'ingombro della stessa, e il più delle volte finiscono scarichi e inutilizzabili, quindi inutilmente ingombranti. E in più inquinano.
Quindi per prima cosa mi sono premurata di controllare che l'alloggio delle batterie fosse accessibile per un eventuale cambio una volta esauste, onde evitare la somma bruttura di un libro elettronico definitivamente non funzionante. E ho chiuso un occhio sul resto.
In fondo in questo caso il fatto che il libro fosse l'adattamento di un'opera musicale giustifica in parte la presenza dell'aggeggino elettronico con pulsantiera, anche se avrei preferito un cd con le musiche, piuttosto che questi scampoli di brani musicali, ma... riconosco che per lei sono un divertimento.
Insomma: gli scampoli di brani del balletto originale, se non altro risultano digeribili per un pubblico di treenni, e inoltre aggiungono suggestione alla narrazione, per il resto abbastanza elementare.

Confesso di essere quasi del tutto digiuna di balletto, e questo fatto mi ha spinto a informarmi, per capire se e quanto questo adattamento si discostasse dall'originale. Ho chiesto al libraio se del Lago dei cigni avesse altre versioni, magari con cd allegato, ma quelle che mi ha mostrato non mi hanno convinto gran che (testo farraginoso una, edizione deluxe l'altra, più adatta a collezionisti appassionati che per bimbi); in fin dei conti ho giudicato questa la più chiara e comprensibile, le illustrazioni semplici e fruibili, fiabesche al punto giusto per una bambina incline ai romanticismi come la mia. Qui potete averne un'anteprima.

Ho apprezzato il fatto che nelle ultime due pagine venga riassunta brevemente la storia del balletto musicato da Ciajkovskij, e in generale la volontà di adesione filologica all'originale senza inutili addolcimenti.
Del resto la versione tragica della storia è estremamente più struggente e lirica di qualsiasi lieto fine (poiché del balletto, scopro, esistono diversi finali alternativi, e non tutti tragici).
Ad ogni modo lei al momento ne è completamente conquistata e presa. Mi chiede di leggerglielo dalle cinque alle dieci volte al giorno, adora le musiche e partecipa con grande impegno alla lettura della storia attivandole al momento opportuno.

Mi chiedo se questo rimbambimento da overdose di romanticismo a cui mia figlia è sovraesposta e a cui si sovraespone volontariamente non possa generare effetti irrimediabilmente dannosi sulla di lei personalità...
Tuttavia in questo momento ho deciso di mettere a tacere la mia parte più bacchettona e incline alla censura, e di lasciare che sperimenti da sola e che esplori quei generi narrativi che più l'affascinano, anche quando non proprio compatibili coi miei gusti. Verrà un giorno in cui anche lei sarà infine satura di storie di principi e principesse, amori impossibili e tragici, o lieti, nozze regali e simili, e si volgerà ad altro. Forse. Spero.
Dopo tutto per demolire un mito prima di tutto bisogna conoscerlo. Nel suo caso lo sta in pratica eviscerando, e intanto ci sguazza dentro mani e piedi.
Se però questa sua passione può essere declinata in una qualche direzione, trovo che non sia un male approfittarne per farle conoscere storie classiche e appartenenti a tradizioni diverse e varie e avvicinarla alla pluralità dei mezzi di espressione; come in questo caso è stato per il balletto.
E intanto colmo anche le mie lacune. Senza conoscere la triste sorte del principe Sigfrido e dell'infelice Odette non so come ho fatto a vivere fino a questo momento.

Con questo post partecipo oggi alla rubrica Venerdì del libro del blog di Homemademamma.

Ricordo le precedenti recensioni sul mio blog dei Libri di Mimi.

Potete consultare la nostra libreria completa su Anobii, qui.

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