venerdì 31 dicembre 2010

Incipit capodannesco

E così, siamo già al 31...
Mi accingo a passare questa prima notte di Capodanno con la pupetta: faremo scintille!

Già prevedo il nostro cenone con gli avanzi del pranzo di stamani, e, perchè no, anche della cena di ieri, io e mia mamma, con la pupa che si lamenta nell'ovetto finchè una di noi due non cederà e non la prenderà in braccio;
la conclusione della cena con lei sulle ginocchia che tenta con tutte le sue forze di tirarsi addosso il mio piatto mentre io tento con tutte le mie di sbucciarmi l'immancabile mela di fine pasto;
la serata a sballonzolare sul divano nel più volte frustrato tentativo di addormentarla, mentre in tv imperversa Frizzi, prima di lasciare il campo alle immancabili tristissime dirette tv di fine anno, o a qualche film in primissima visione tv (apprendo ora che daranno Herry Potter sulla RAI e Indipendence day su Mediaset: bene, mi sparerò una pera di Hogwarts e Voldemort, da preferirsi agli improbabili alieni che si fanno prendere a calci in faccia da uno Will Smith in versione Marines).

Poi: gli scoppi dei primi botti che echeggiano da fuori, qualche fuoco d'artificio in lontananza, qualche sms di amici inviato in anticipo per inviare auguri standard sempre più fantasiosi e arzigogolati, e anche un po' demenziali (ci sono 10 angioletti che giocano felici sulla loro nuvoletta....) evitando l'intasamento delle linee della mezzanotte, mia mamma che si appisola sul divano mentre l'innocuo topo Crosta si rivela essere il perfido seguace di Tu-sai-chi (questo Harry Potter è davvero avvincente!), io che resisto contro la palpebra calante dopo aver messo a letto la pupa, orecchio teso a cogliere eventuali segnali sonori di risveglio che immancabilmente si fanno sentire ogni 20 minuti, per le prime 2 ore dalla messa a letto, e che mi costringono infine  a rimanere in camera accanto a lei in modo da poter intervenire tempestivamente a tappare sul nascere con un ciuccio ogni dolente ritorno alla veglia della mia bella addormentata, e precludendomi così la possibilità di vedere per l'ennesima volta la conclusione di Potter.

Questa è a grandi linee la descrizione di queste mie ultime notti ordinarie trascorse nella casa materna, con poche varianti poco significative a seconda: variabilità del numero di fratelli di volta in volta presenti (presumo che stasera avranno entrambi di meglio da fare, trattandosi della notte di San Silvestro, e trovandosi ciascuno a festeggiare l'anno incipiente con i rispettivi amici); variabilità della programmazione televisiva (manco a dirlo, mi sono sparata una settimana di film di Sergio Leone senza averne visto nemmeno uno fino alla fine); variabilità del numero di risvegli della pupa e dell'ora del definitivo crollo della suddetta pupa; variabilità della mia resistenza al sonno, nella fattispecie durante la fase in cui mi sdraio sul letto della mia giovinezza, con lei che ronfa accanto nella carrozzina, per monitorare suoi eventuali risvegli repentini e lacrimosi: durante questa fase infatti può capitare di chiudere gli occhi e di riaprirli alle 4 di notte, ritrovandomi tutta vestita giacente supina con i piedi ove usualmente andrebbe la testa, e il capo viceversa dalla parte destinata ad accogliere i piedi, e tutta infreddolita spogliarmi al buio, invertire la posizione delle mie membra, e ficcarmi sotto i molteplici strati di coperte del letto.
In tutto ciò non può mancare la telefonata serale di rito di Hasuna, che in genere arriva dopo la mezzanotte, sempre se mi trova ancora sveglia, e a cui rispondo con voce pastosa emergendo dai miei torpori acciaccata e sonnolenta.

Ma stasera una novità sì che ci sarà... rullo di tamburi!
Niente telefonata: i'babbo ci raggiunge a Roma! Hip-hip, hurrà!
Certo hasuna come suo solito si organizza viaggi non proprio riposanti, che rasentano l'assurdo, partendo alle 9 di sera dopo aver chiuso il negozio, giungendo a Termini nel bel mezzo dei festeggiamenti per il nuovo decennio, dovendo prendere la metro sicuramente stracolma di gente urlante e ubriaca per arrivare fino a Rebibbia, dove probabilmente andrò a riceverlo.

Glie l'ho detto: Parti sabato mattina, che è meglio, come diceva puffo Quattrocchi.
Ma lui niente: Non me ne frega del Capodanno, io volio venire dalla mia molie e dalla mia filia (Hasuna parla un po' come Helmer di Futurama).
Allora, di fronte a cotanto traboccante amore, che gli vuoi dì?

Sono anni ormai che non entro più in fibrillazione fin da un mese prima per decidere cosa-fare-a-Capodanno, anni che non improvviso una partenza notturna il 31 dicembre per andare a festeggiare nella piazza di qualche città scelta un po' a caso fino all'una massimo, per poi vagare a vanvera per le strade ingombre di vetri rotti e di reduci barcollanti dei festeggiamenti, schiattando di freddo mentre aspettiamo che riapra la stazione, anni che ho disertato i ritrovi in casa di qualcuno a mangiare fino alla vergogna, perdere i pochi spiccioli che ho appresso in qualche gioco d'azzardo festivo, sparare il tappo dello spumante in testa a qualcuno allo scoccar della mezzanotte e accendere quattro candele romane e tre bengala tutti esaltati nello scambiarsi vicendevoli auguri di rito.

Non è che io sia contraria al divertimento altrui in queste situazioni.
E' solo che io fortunatamente mi sento ormai fuori dal tunnel del divertimento, tanto per inserire una citazione colta, e felice di poter considerare questa notte come una tra le tante notti dell'anno, a parte il suo implicito valore simbolico, e di poter dormire sonni tranquilli anche quando semplicemente me ne sto a casa con la mia bambina a vedere, o a non vedere Harry Potter.

Se poi mi raggiunge il mio uomo che non vedo da una settimana, beh, allora posso proprio dire di essere soddisfatta di come comincia questo nuovo anno, con tutta insieme riunita la nostra bella piccola familia.
Che volere di più?

A voi quindi i meno 10, 9, 8, i trenini conga, il mio amico Charlie Brown, i megaconcerti di fine anno, le mangiate a non poterne più, le magafeste a seguire e ballare fino all'alba, gli chalet in affitto per gli amanti della vacanza chic, i locali fighetti con consumazione a parte, gli strass e le paillettes, i baci collettivi, i maxischermi in piazza, le mutande rosse, mettersi in tiro anche se siamo sempre i soliti 4-5 amici, i torroni e i pandori dopo il brindisi, il burraco e il settemmezzo.
Buon divertimento a tutti.
Gli auguri ve li ho già fatti, ma visto che siamo arrivati fino in fondo, in questo ultimo post datato 2010, ve li rinnovo qui e tante belle cose:

3 commenti:

  1. Tantissimi auguri cara! Un bacio alla pupetta! ;)

    RispondiElimina
  2. Eppure io, ho un pò nostalgia di una bella nottata passata a ballare fino a tardi (chissà se riuscirei a reggerla!)
    Ma non dispero... tra qualche giorno comincerà la babydance :(

    RispondiElimina
  3. Io no, cara Tri, io no. Ah, che liberazione potersi non-divertire!

    RispondiElimina

Che tu sia un lettore assiduo o un passante occasionale del web, ricevere un commento mi fa sempre piacere, purché inerente e garbato.
Grazie a chi avrà la pazienza e la gentilezza di lasciarmi un segno del suo passaggio.