venerdì 24 aprile 2015

Libri: io e l'altro. Che fatica!

Abbiamo per le mani due libri che ci piacciono un sacco, molto divertenti e alla portata di tutte le nostre età, ma che mi sono sembrati anche accomunati da un messaggio non tanto scontato né immediato, poiché affrontano in maniera brillante e scanzonata i temi dello stare insieme, dell'attenzione all'altro e della reciproca comprensione.

Eccoli:

Tartaruga in: I miei amici non mi lasciano dormire.Ovvero: meglio impopolari che insonni.




Titolo: Dormi dormi tartaruga.

Autore: Roberto Aliaga

Illustratore: Alessandra Cimatoribus

Editore: Logos

Età: dai 2 anni









C'era una volta una tartaruga (o "Tatta", per dirla come Rania) che era davvero molto stanca.


Il libro si apre così, con la tartaruga che si appresta a entrare in letargo, dopo aver espletato la routine serale di preparazione al sonno: aveva messo la camicia da notte a righe, si era lavata bene i denti, aveva sprimacciato il cuscino... cosa che ci permette, a me e alle bimbe, di ripetere ogni volta con lei i gesti rituali di quella discesa tranquilla e confortevole nel mondo dei sogni.
Se non che... TOC TOC TOC! Qualcuno bussa alla porta.
"Chi sarà mai a quest'ora?" si domanda la tartaruga, e benché fosse ormai proiettata nella prospettiva di un lungo sonno ristoratore, fa lo sforzo di alzarsi, lavarsi per bene faccia e carapace (ché in pigiama, per strada, non è il caso di andare) e di andare a vedere di chi si tratti.
Apre la porta e trova un pacchetto...

Tartaruga seccata


E' vero: gli amici della tartaruga sono davvero affettuosi e pieni di buone intenzioni, di pensieri amabili, come lei è solita affermare reiteratamente; infatti, dopo il primo pacchetto contenente una calda coperta per l'inverno, riceverà anche un berretto da notte di lana e un dolcetto alla ricotta con cui fare un ultimo spuntino prima di coricarsi.
A quanto pare la tartaruga ha amici affezionati e solleciti, e ne ha tanti! Cosa che da una parte la lusinga, dall'altra le impedisce di portare a termine l'unica cosa che davvero desidererebbe poter fare in quel momento: mettersi a dormire.
Trattasi di vera e propria aggressione affettiva, che la costringe a ripetute levatacce, ed a un ossessivo ripetersi dei suoi rituali della buonanotte e del risveglio, cui ogni volta si aggiunge un nuovo elemento:
Aveva sprimacciato il cuscino, si era infagottata ben bene nella coperta viola, aveva la pancia piena del dolcetto alla ricotta, aveva un berretto caldo sulla testa pelata, i suoi occhi si stavano chiudendo, quando...




Basta! La tartaruga inizia a non poterne più.
Anche l'affetto quando è troppo diventa molesto.
Di fronte all'imbarazzo del leone, che vorrebbe omaggiare la sua amica come già gli altri prima di lui, ma che non sa in che modo, visto che non sa cucire, né cucinare, né può permettersi di comperare regali costosi, la tartaruga porge all'amico la sua unica richiesta: 
Regalami il silenzio! Per me non ha prezzo!



Di cosa hanno veramente bisogno gli altri?
E' una domanda che ci poniamo prima di dannarci l'anima per l'ennesima tranche di regali di Natale da portare a termine?
Qual è il miglior modo per dimostrare a chi amiamo la nostra disponibilità nei suoi confronti e il nostro affetto?
Non sarebbe forse l'attenzione alle loro necessità prima che materiali, umane?
Non sarebbe meglio che ci offriamo a loro rispettando prima di tutto le loro esigenze più profonde, mettendo per un attimo da parte il narcisismo del farci latori di regalie tutto sommato superflue, e che impariamo anche, ogni tanto, a levarci di torno?

Insomma: una riflessione per la quale penso che questo librino sia degno di menzione, soprattutto perché sono stata anche io vittima in passato, come la tartaruga, di un eccesso di amore da parte di amici un po' troppo presenti, e tanto avrei desiderato che qualcuno a momenti fosse capace di intuire il mio bisogno di solitudine, di silenzio e di spazio.
Insomma, per farla breve, credo che anche le mie bimbe possano trarre da questa storia le conclusioni che voler bene a qualcuno a volte può voler dire anche saper rispettare i suoi off-limits.
E sapersi levare dai cabasisi all'occorrenza.
Perché l'affetto quando è sincero dovrebbe andare oltre certi convenevoli.

La pecora Hélène in: tutto sui miei amici.

(Ovvero: De gustibus imperscrutandum est)



Titolo: Gli invitati

Autore: Bernard Friot

Illustratore: Magalie Le Huche

Editore: Edizioni Clichy

Età: dai 2 anni







Un libro che potrei definire essenziale, se non proprio laconico.
E potrebbe anche apparire un puro divertimento degli autori, che qui si muovono necessariamente a braccetto, poiché l'illustrazione gioca un ruolo primario e fondamentale per la comprensione del testo, trattandosi quasi di un catalogo di interior design ad uso e consumo di un gruppo di ospiti quanto mai eterogeneo e vario.
Protagonista è la zelante Hélène (qui tradotto Elena), padrona di casa e ospite perfetta, esperta e appassionata di arredamento, così attenta ad interpretare e ad assecondare i gusti dei suoi amici, che stanno per arrivare in visita da lei, da rivoluzionare per l'occasione l'intero assetto interno della sua grande casa.
Protagonista, veramente, è più che altro la casa, la grande casa con le sue nove finestre che si aprono sulla facciata, da cui possiamo indovinare sin da subito l'abilità esercitata dalla proprietaria in fatto di restyling ad personam e la sua fantasiosa creatività.

Voltare pagina è ogni volta un gran divertimento, per noi lettori che ci lasciamo guidare di stanza in stanza dalla nostra instancabile ospite.
Così visitiamo la stanza destinata a Lucia, etoile della danza, luccicante di stelle e chiari di luna, svolazzante di veli e tendaggi impalpabili, quella di Ettore, campione di arti marziali, salda e spartana con ergonomico letto in laterizio; quella per Rosetta, dolcissima maialina, ridondante di cuori e romanticherie, e così via, con metodo e meticolosa attenzione ai particolari prosegue la nostra Hélène, pregustando tra sé la sorpresa e la commozione dei suoi amici, finché, finalmente, tutto è pronto: che entrino gli invitati!







Ma siamo proprio sicuri che ogni invitato saprà trovare e riconoscere da solo la camera a lui destinata?
Di sicuro ognuno di loro saprà trovare e riconoscere tra tutte quella che più gli piace, anche se non proprio secondo previsioni.

Mimi per esempio avrebbe scelto la stanza della sciantosa Isadora, anche se con fatica ha rinunciato alla prospettiva di poter sguazzare in una stanza-acquario.
Rania invece muore per quella di Rosetta. Ma farebbe un pensierino anche sul letto-su-ruote di Oscar, appassionato di macchine sportive.
Per quanto mi riguarda mi farei volentieri una pennica nella stanza chiaro-di-luna, poi passerei le giornate a leggere in poltrona nella stanza campestre di Ludovica, mucchina country.

Beh, che dire: ce n'è per tutti i gusti. Alla fine basta stare tutti insieme, no?


Libro divertentissimo, che ha appassionato le mie due donnine.
Poche semplici didascalie accompagnano le grandi illustrazioni, in fondo già di per sé abbastanza esplicative nell'economia di una storia che è tutta giocata sulle scelte estetiche visive e sulle variazioni di stile.
Quel che mi ha fatto sorridere e riflettere al tempo stesso, pur nella semplicità giocosa di questa scenetta, è la disarmante verità che mette in luce e che è sottesa a tutte le nostre relazioni col prossimo.
Anzi, le due disarmanti verità.

La prima: venire incontro e indovinare le preferenze e i gusti degli altri è la cosa più difficile di questo mondo.
Quante volte vostra madre vi ha preparato "la pasta coi piselli che ti piace tanto" pur dovendo sapere ormai che voi, i piselli, li avete sempre detestati? (La mia continua a chiedermi, dopo 33 anni, se gradisco dell'uva, frutto che aborro con tutta me stessa!)
Quanti regali "scelti proprio pensando a te", e "questo di sicuro piacerà a Tizio" si sono poi rivelati dei colossali fiaschi e, se è andata bene, convertiti in altro, se no riciclati malamente o rimasti a languire in qualche remoto scaffale?
Forse che a volte non abbiamo una leggera presunzione di sapere cosa per gli altri vada bene senza lasciar loro la possibilità di smentirci?

La seconda: lasciarsi sorprendere dagli altri, anche quando siamo straconvinti di conoscerli alla perfezione, è sempre positivo, arricchisce le situazioni, risveglia il nostro interesse, mette in discussione convinzioni e ruoli.
Del resto anche la nostra Hélène alla fine abbandona chignon, grembiule e camicetta, infila zeppe e parrucca e sfoggia un convintissimo disco style.
Chi l'avrebbe mai detto: una signora così posata!

Attenzione: questo libro può causare dipendenza!


Il post partecipa a : I Venerdì del libro.

E qui, per chi volesse:

11 commenti:

  1. Belli questi suggerimenti! Il secondo lo conosciamo bene, lo avevamo preso in biblioteca poco tempo fa e ci è piaciuto moltissimo (ne avevo parlato anche sul blog), il secondo invece ci è nuovo, lo segno fra quelli da leggere prossimamente!

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  2. grazie per i suggerimenti! Giovedì andrò in Friuli da mia figlia , dal suo pancione, ancora non tanto ...one, ma insomma e dal mio adorato Unai, che ha due anni e mezzo, stravivace ma che si riesce a dar stare tranquillo leggendogli libri. perciò grazie mille !! Emanuela

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  3. Ciao, anche noi siamo appassionate di libri e come età credo che siamo proprio a metà tra le tue. Volevo segnalarti alcuni titoli che abbiamo adorato, anche se forse li conosci già: tra i sei libri che prendiamo a settimana (in biblioteca naturalmente) in un anno questi sono stati i nostri preferiti:
    -piccole pesti, di Manuela olsen: perché ironizza sulle (presunte) differenze di genere, e lo fa in maniera esilarante
    -la bella griselda, di Isol: perché le fiabe crudeli di un tempo erano bellissime, e lo abbiamo dimenticato. Questa storia ha uno humour nero irresistibile.
    - lupo e lupetto, di Nadine Brun Cosme: perché narra con grazia di una strana amicizia, e della fatica di accettare qualcuno nel proprio mondo
    - nei guai, di Oliver jeffers: perché è semplicemente spassoso, e in un punto sono scoppiata a ridere anch'io
    - virginia wolf, la bambina con il lupo dentro, di Isabelle Arsenaut: perché ai bambini si può parlare con tutto, anche di depressione, e questo albo lo fa con molta grazia

    Alice

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    1. Ciao! Grazie per le segnalazioni. Apprezzo molto.
      Conosco Lupo Lupetto e Nei guaI.
      Gli altri li cercherò senz'altro.
      Solo che ne leggo solo 5...

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  4. bel duo di libri! Il secondo in particolare mi attira!

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    1. Ti assicuro che la tartaruga è spassosissimo, anche se dal confronto grafico esce un po' penalizzato perché risulta assai più cupo.
      L'altro è molto grazioso e divertente, soprattutto per noi adulti, credo, che abbiamo più dimestichezza con certe fisime legate all'arredamento... però è davvero molto elementare come sviluppo narrativo, forse forse si poteva fare qualcosa di più in quel senso.

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  5. Ciao, grazie per questi consigli, mi fa sempre piacere scoprire qualcosa di nuovo dalle altre mamme, così da poter prendere spunto su qualcosa da leggere(in questo caso) ai miei bimbi...Anche io vorrei lasciarvi 4 piccoli titoli che trovo molto carini. Il primo è "Io...jane",di Patrick McDonnel parla di una bimba e il suo orsacchiotto scimpanzè e di come i sogni possono diventare realtà!(adatto a tutte le età, calcola che piace un sacco ANCHE A ME!!);"piccolo"di Adam Stower sull'amicizia di una bambina e un orso (ai miei bambini fa ridere tantissimo!) Poi ho da poco scoperto una serie di libri macrojunior in cui vi sono fate come protagoniste e dei disegni molto colorati e bellissimi che hanno come tema delle qualità che arricchiscono la nostra vita, noi abbiamo "le fate ci insegnano la solidarietà" e "le fate ci insegnano la gratitudine" e al termine del libro ci sono molti approfondimenti, notizie e curiosità, sulla natura, i fiori, i frutti e il magico mondo delle fate!ma questo è per chi è un pochino più grandicello,tipo dai 6 anni..! Ciao a presto

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    1. Grazie delle tue segnalazioni!

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    2. Ciao! Ti ho nominato per il PREMIO LIEBSTER AWARDS 4.0 !Vieni a vedere nel mio blog! a presto

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  6. Il primo non lo conoscevo! Mentre invece il secondo sai che mi ha lasciato male sul finale. Mi sono detta: mmm e allora? :D Mi è sembrato un po' scontato, poco rivoluzionario... non so qualcosa non mi torna. Non che tutti i libri che leggo lo siano, ma forse da Friot mi aspettavo di più... Per il tuo spunto sulla cura, mi è piaciuto, come al solito.

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  7. Davvero? Grazie! Anche io in realtà l'ho trovato un po'...scarno, in generale. Ma sai che alle bimbe invece è piaciuto tantissimo? Allora ho smesso di aspettarmi chissà quali rivelazioni e colpi di scena e mi sono lasciata andare al puro divertimento. In effetti per come ero io da bambina, maniaca delle classificazioni e categorizzazioni, un libro del genere mi avrebbe regalato immense soddisfazioni estetiche e mentali.

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