lunedì 15 giugno 2015

Peter Pan, dove sei?


L'estate è il momento migliore per crescere. Sembrerebbe quasi sia fatta apposta.
Crescono in frondosità le chiome degli alberi e in intensità i verdi delle foglie.
Cresce l'erba nel vialetto di ingresso a casa e intorno alla rastrelliera delle biciclette, ché ogni volta sembra di andarla a ripescare dal profondo della steppa erbosa.
Crescono le giornate, cresce il caldo nelle ore di luce, cresce l'attesa e la stanchezza, l'euforia e l'impazienza di potersi finalmente fermare, in questa corsa frenetica lunga tre stagioni, quelle ordinarie, fatte di ordinario vivere.
Crescono le bambine, che, si sa, crescono sempre, come ti ricordano i conoscenti per strada quando ti fermi a salutarli, ché in una piccola città come questa in cui viviamo noi, per fortuna, ancora accade di incontrare strada facendo gente che conosci, anche più d'una volta al giorno, e ancora accade di fermarsi a scambiar reciproche osservazioni sul tempo che passa, misurato in centimetri sulla statura dei reciproci figli, o sulla loro verbosità, così che a volte finite per far parlare loro, levandovi dall'imbarazzo dei discorsi di circostanza. E allora aspettatevi di tutto, ché si può spaziare dall'astrofisica alle Winx nel giro di un unico periodo.


Crescono i bambini, è la loro attività principale.
Crescono le bambine, sono fatte apposta.
Crescono ed è bello e struggente insieme, in una maniera che non avresti mai immaginato prima.
In una maniera che non saresti mai riuscita a concepire prima; prima dei marsupi e delle laboriose fasciature etniche portaenfant, prima del primo giorno di nido, prima degli svezzamenti, delle pappine, delle decine di chili di vestitini di taglie assortite, delle infinite lavatrici prénatal, delle candeline sulle torte, delle dozzine di compleanni di amichetti affollate nel mese di maggio, prima delle altalene cantando Biancaneve, prima della collezione completa dei classici Disney in dvd, prima dei selfie col pancione postati su FB, prima di sentirmi due e poi tre, una e trina nei secoli dei secoli e così sia, mai più come prima, prima.
Crescono, da che mondo è mondo, e non ce n'è.
E tu rimani uguale e mai più la stessa.
Te lo dicevano. Non ci credevi?
Eccoti un tantino più sentimentale e malinconica, nostalgica e pronta alla lacrima ad ogni nuovo vestitino che passa di testimone alla più piccola, ad ogni saggio di ginnastica, ad ogni passo cruciale e mai più come prima.

E intanto crescono le tue competenze in campo di palinsesti televisivi su Rai-Yoyo, e cresce la mole dei disegni nella cartellina per i disegni acquistata a settembre, e quella degli abiti smessi che chissà, magari potrebbero servire ancora, una terza volta, mah, chi può dirlo, magari tra un po'.
Lo spazio però non cresce e allora prendi coraggio a piene mani ed eccoti lì a svuotare scatoloni e a tirar fuori minuscoli bodini rosa a fiorellini, e graziosissimi pagliaccetti coi volant, e col cuore sanguinante eccoti lì a imballare il tutto, ciò che rimane dei primi mesi di vita di tua figlia ormai cinquenne e scriverci sopra un nuovo indirizzo, per chi verrà. Due scatoloni di ricordi con su scritto "Mimi 0-3 estate", ma forse sarebbe stato più idoneo scriverci su:"Attenzione: non aprire. Pericolo sanguinamento cuore".

Crescono le dimensioni delle foto archiviate nel tuo hard disk e cresce il numero delle tue estati passate e ora capisci perché mai i Sioux conteggiassero gli anni proprio in estati.

L'estate in genere è il momento propizio per togliere il pannolino.
Pare vada così, e ci siamo adeguati. Del resto Rania non ha mai usato il vasino, fa la pipì nel water da mesi. Il pannolino era più vestigia dell'indolenza materna e baluardo contro la minaccia di una crescita affrettata.
Rania cresce a salti e balzelloni.
Non ha mai usato il biberon, del resto ha sempre avuto la tetta per addormentarsi.
Non ha mai dormito nel lettino con le sbarre, del resto ha sempre dormito con me, nel lettone.
E poi all'improvviso, una sera, eccola lì nel grande letto da grandi, il letto a scomparsa che vien fuori da sotto il letto di Mimi. Grandissimo, enorme letto ad una piazza, estraibile.
Anche il letti crescono, da noi.
Cresce lo spazio libero nel lettone.
Riappropriarci del nostro talamo e della nostra intimità di coppia è stato strano.
Confesso che lo è stato, un po' triste. L'assenza di quel corpicino rotondetto addosso al mio è stata una piccola fitta al cuore, uno spiffero gelido sul ventricolo sinistro.
Strano dopo mesi di corpo a corpo con due bambine, nell'intimità agrodolce della nostra solitudine di donne abbandonate dal maschio di casa lontano, ritrovarsi accanto il corpaccione di un uomo, un essere umano maschio, adulto, senza cosciotte morbide da palpeggiare, ma pieno di peli e barbe ispide, e odore di uomo. Son cose forti, destabilizzanti, eh!

Crescono i sonni e si fanno più sodi, più continui e profondi. Alleluja. Ecco la luce in fondo al tunnel che dicevano sarebbe arrivata.
Sei contenta? Mh... sì, certo.

Si evolvono i rituali al mattino. Mimi si alza all'alba ed apparecchia la tavola per la colazione per tutti: tazze, bicchieri, piattini, a ognuno il suo. Si dà un gran daffare e fa un gran casino, ma è molto tenera e se non fossi ancora in coma profondo apprezzerei senz'altro il gesto e l'iniziativa.
Preferibilmente ciò accade nel fine settimana, quando la colazione è già in tavola dalle sei del mattino ed io a quell'ora vengo svegliata amorevolmente con entusiastiche promesse di laute ricompense conviviali.

Crescono i desideri e si fanno più consapevoli e pilotati. Crescono nella mamma le necessità all'autodifesa pubblicitaria (quel gioco è una munnezza, Mimi, non è mica vero che fa davvero così. Non parla per davvero, è una voce registrata). Cresce l'ansia per un futuro imminente di aspettative che sarai costretta, spesso, non sempre, ma spesso, a disattendere.

Crescono le gambe di bambina che ora ti sembrano decisamente troppo lunghe rispetto al ragionevole, senza più neanche una piega sulle cosce.
Crescono i capelli che ora non vuole più a caschetto; "Mamma, voglio farmeli crescere fino alla luna".
Crescono i pensieri, che ora esigono chiarezza ed ambiti ben definiti.
Proprio lei che per prima mi ha insegnato e mostrato la realtà della fantasia, presentandomi i suoi numerosi e ingombranti amici immaginari, proprio lei che mi esortava a guardare non con gli occhi ma col pensiero, ora mi pugnala al cuore svelandomi che il Mostrone-di-ghiaccio in realtà non esisteva veramente."Era solo un'invenzione della mia fantasia, mamma. Adesso ho capito che non esiste per davvero".
E quindi, che dire, non so se verrà più a trovarci. Peccato. Mi ci ero affezionata.
Lei invece adesso vuol sapere di tutto se esiste nella realtà tangibile oppure no, e non si accontenta della filosofica risposta materna: "Certo che esiste l'Isola che non c'è, altrimenti come potremmo parlarne? Altrimenti come faremmo ad immaginarla?"
E mentre i confini del suo mondo fisico si definiscono in maniera più netta, io rimango orfana delle sue fantasticherie bambine, un po' più vecchia, forse, a terra nella grigia realtà, senza le sue ali.
E mentre rientriamo in macchina da un pomeriggio in spiaggia, Rania dice di aver visto Peter Pan in cielo, vicino all'insegna "Parco Acquatico", e lo dice con l'entusiasmo nella voce di chi l'ha visto proprio, davvero!
Forse era raffigurato sull'insegna del parco? Chissà. Non mi va di indagare. Preferisco pensare che lui fosse davvero lì. Solo che non ho fatto in tempo a voltare lo sguardo.



8 commenti:

  1. Occhi a cuoricino per tutti il post. Provo le stesse sensazioni (dimezzate perché di bimba ne ho una ma non diminuite), ma come le esprimi tu non ce n'è.

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    1. Allora un pochino mi consolo; non sono l'unica rimbambita... è una pandemia! ;-P
      Grazie, sei sempre presente, attenta e lusinghiera. Un saluto alla tua piccola grande donnina. <3

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  2. Post illegale alle 10.23 del mattino dopo che in macchina lui ha detto alla sorella che il lupo mannaro non esiste davvero, nella realtà, ma solo nel mondo dell'immaginazione. "Meno male, così non può fare male."
    5 anni, un pensiero, una conclusione, e passa la paura.
    Si rassicura da solo, e ne sono contenta.
    Però c'ho un po' di magone.

    Susibita

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    1. - Mamma, avevo detto che non volevo crescere invece sto crescendo: guarda come mi va corto questo vestito! Mi devi portare al pozzo dei desideri di Lari, perché devo esprimere il desiderio di restare sempre di 4 anni e mezzo, capito? Non voglio crescere e non voglio che tu diventi vecchia e muori!

      Più lucida di così!

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  3. magari siamo noi che non vediamo.
    Peter Pan c'era, sei tu che non hai fatto in tempo a vederlo.
    Quante cose non vediamo, noi mamme!
    Non le vediamo poi, però, ce le ritroviamo addosso, catapultate addosso.
    E ci facciamo i conti.
    Cero. La coscette morbide non le hai più addosso, nel lettone.
    Però fidati se ti dico che ti arriveranno altre mille e mille sorprese.
    Emanuela

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    1. Mi fido! Ma un po' di malinconia per quel che lascio indietro c'è sempre. Mannaggia! E' che quello che viene dopo spaventa sempre un po'.
      E' proprio vero che non appena impari le regole del gioco, il gioco cambia!

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  4. Era ancora li il pacco di body e vestitini...solo perché non avevo più visto la mia amica a cui era destinato....e invece quel terzo che avevamo sognato ma che non è ancora il momento....è arrivato....così dice il test...che gioia...che paura...i suoi fratelli crescono e ci regalano le prime notti tranquille...è così alla malinconia di vederli prendere il volo si uniscono nuove emozioni per ora anancora segrete...Ti leggo sempre...oggi commento per condividere qualcosa che fatica a rimanere in silenzio.... per ringraziarti perché sempre nelle tue parole trovo qualcosa che mi appartiene ma che non riesco ad esprimere. ..scusa per la confusione e per aver approfittato di uno spazio non mio..paola

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    1. Ma quali scuse! Grazie a te per questo "segreto " condiviso. È stupendo, davvero. Confesso che un poco della mia malinconia è dovuta anche a quel terzo che... Proprio non me la sento. Ma tanto la vita non guarda in faccia ai nostri programmi e ci sorprende sempre. In bocca al lupo e auguri per questa nuova avventura!

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