venerdì 10 agosto 2012

Fiabe anticonvenzionali: Emanulele Luzzati.

Le nostre vacanze con annesso com-pup-anno hanno fatto sì che la mole dei nostri libri under 2 montasse in maniera non più controllabile. Abbiamo un sacco di new-entry, gente!
Da che parte cominciare?
Siccome avrete tutti già letto il titolo del post, vi dico subito che cominceremo da questa chicca, regalo della nonna:



Titolo: I tre fratelli.
Autore: Emanuele Luzzati.
Editore: Gallucci.
Età indicata: dai 5 anni (ma secondo me anche da prima)


Voto: 10.

E tanto per cominciare vi dico che all'inizio ero un po' perplessa.
Non certo in merito alle qualità estetiche e artistiche del libro, quanto in merito al fatto che la pupa l'avrebbe capito/apprezzato. E questo non tanto per l'indicazione della fascia d'età presente in copertina (non so secondo quali criteri le stabiliscano, mah!), quanto perchè queste illustrazioni, espressione di una fantasia sfrenata, spia di una continua volontà di divertirsi e divertire con le immagini e con la storia, manifesto di di una totale libertà di tecnica espressiva, pensavo fossero un pochino troppo complicate e lambiccate per la capacità interpretativa e di lettura dell'immagine di lei.



Forse in realtà questa non-convenzionalità dell'immagine riesce un pochino faticosa da leggere più per chi, come un adulto, ha già pienamente compiuto il proprio processo di elaborazione mentale dello spazio e della visione, che per chi, come la pupa, sta ancora intraprendendo questo percorso, di formazione di una propria idea di canoni e di convenzioni spaziali, rappresentative e prospettiche.
Queste illustrazioni forse si avvicinano invece molto alla maniera di immaginare e di conoscere che hanno i bambini, per associazioni, per simboli, visioni della mente che si mischiano e a volte si sovrappongono ai dati della realtà puramente sensibile.
Così mi sono stupita a constatare come queste rappresentazioni così fantasiose, astratte, ridondanti, talvolta bizzarre e rococò, costruite per piani illogici e prospettive assurde, riuscissero immediatamente e intuitivamente comprensibili e assimilabili alla sua capacità immaginativa.
Questo credo sia un pregio dovuto al genio del maestro Luzzati, e alla sua capacità di creare mondi onirici e suggestivi, di unire l'incanto della fiaba e l'ironia sagace del racconto moderno.

Mi sono dilungata un tantino a parlare dell'aspetto "grafico" e ancora non ho preso in considerazione quello narrativo, ma per la verità la coesione dei due piani qui è talmente compenetrata da non poterne fare due discorsi separati: l'immagine e la narrazione sono parte integrante l'una dell'altra e insieme si definiscono definendo il tono generale della storia, tra il giocoso e il fiabesco.

La storia dei tre fratelli, che si chiamavano tutti e tre Tommaso, e che, guarda caso, si innamorano tutti della stessa donna, la bellissima figlia del sultano delle Puglie, ricalca in maniera attenta, ma originale gli schemi tipici della fiaba tradizionale, ma lo fa in chiave spiritosa e sopra le righe, prendendo allo stesso tempo le distanze dal racconto fiabesco, per stravolgerlo un po', e metterlo in discussione laddove esso riesce ormai inadatto e poco compatibile con la sensibilità moderna.
Così la ricerca del dono con cui conquistare il cuore della sposa, che condurrà i fratelli per luoghi meravigliosi: uno nel Paese della Scienza, uno in un bazar orientale stile Mille e una notte, il terzo in un Paese popolato di musicisti che sembrano usciti da un dipinto di Chagall.

Quindi la competizione tra i tre fratelli per aggiudicarsi la mano della bella principessa, si trasforma prima in unione di intenti e solidarietà per raggiungere uno scopo comune, che è quello di salvare prima di tutto la sposa in pericolo, poi, una volta appurato che il contributo di ciascuno si è dimostrato indispensabile a risolvere la situazione, la scelta di appellarsi alla decisione insindacabile di lei, e questa, a detta del narratore, non può che sembrare un'"idea pazza", chè tale sarebbe nel mondo delle fiabe classiche, dove da sempre è la principessa ad essere "scelta" per qualcun altro, o "da" qualcun altro, o al limite, è qualcun altro a scegliere "per" lei. Eppure, eppure... ci voleva così poco! "Caro re, se me lo chiedevi prima, evitavamo questa manfrina!"
Cosa aggiungere di fronte a questa deliziosa chiosa della disinibita e spensierata principessa?
Niente, che ho già detto troppo, e altro non aggiungerò per non fare anticipazioni sul finale.
I  nostri tre fratelli però sono eroi un po' tragicomici: intraprendenti e all'occorrenza determinati, ma un po' sfigati, e assai poco credibili nelle vesti di principi azzurri, ma non si daranno per vinti: il mondo, si sa, è pieno di principesse da sposare!

Insomma: il racconto è gustosissimo, e la lettura scorrevole, divertente, con una cadenza da filastrocca in versi molto liberi e rime sciolte, giochi di parole, assonanze e onomatopee, dove la parola stessa diventa oggetto di gioco e divertissement, proprio come nelle filastrocche di Rodari.

Non so: non condivido la dicitura "dai 5 anni", perché giurerei che la pupa, malgrado i suoi due appena compiuti, sia stata in grado di comprendere e cogliere il senso giocoso tanto della narrazione quanto dello stile, per quanto, non c'è dubbio che magari non avrà afferrato in pieno tutte le allusioni e una certa venatura ironica di fondo, la scelta di soluzioni anticonvenzionali che fanno sorridere noi adulti.
Ma di un'opera si possono comprendere e apprezzare, a seconda delle età, aspetti diversi, la si coglie per piani distinti, e credo sia questa adattabilità e poliedricità che è spia di un grande operare.

Siccome sono solita inserire alcuni estratti delle illustrazioni dei libri che presento, non posso tralasciare di farlo ora, anche se per la verità queste immagini sono talmente accattivanti da farmi correre il rischio di fotografare il libro intero.
Non lo farò. Voglio però mostrarmi i miei passaggi preferiti: la rappresentazione (geniale) del Paese della Scienza.


La principessa che guarisce e fa una piroetta, chè secondo me non v'è immagine plasticamente più esplicita e dimostrativa di questa a significare un'esplosione subitanea di salute psicofisica: la piroetta.


Invece alla pupa piace soprattutto: il bazar, con la sua varietà cromatica ed espositiva.


La sfilata degli strumenti musicali.


Il fatto che i tre fratelli avessero ognuno il naso di un colore diverso, cosa che la diverte all'inverosimile.




E poi c'è un certo personaggio dai biondi boccoli e dagli occhi cerulei, che lei dice sempre somigliarmi ("Tomiglia a Mamma!"), e questo, anche se non aggiunge nulla al libro, la dice lunga sull'immagine che lei ha di me: giovane, bella e dalla risolutiva presenza.

Meno male che esistono i figli!
Se questa recensione infinita non vi ha annoiato abbastanza, potete sempre andare a leggere quelle scritte dalla pupa qui, nella sua libreria aNobii.

Qui le precedenti recensioni de I libri di pupa.

Con questo post partecipo a: I venerdì del libro.

6 commenti:

  1. Che bella questa recensione. Grazie... :)

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  2. Mi hai fatto venir voglia di comprarlo! PS Mi diletto a disegnare illustrazioni di fiabe, mi piacerebbe inviarti uno dei miei disegni naif per la piccola ♥

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  3. La biblioteca di Camilla nutre profonda invidia per quella della pupa! Ruberemo dalle tue dritte Suster cara!

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  4. Bello bello, me lo segno per il mio pupo:-) A me piace già tantissimo:-)

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  5. Bene. Brave! Non ve ne pentirete! (Speriamo che quelli della Gallucci mi assumano come loro promoter. A dar retta ai commenti ai miei post gli sto incrementando le vendite di non pochi articoli!)

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