domenica 21 luglio 2013

Compleanno a luglio. Atto terzo.

Sopravvissuta. Anche se per un pelo. E siamo appena ai tre anni.
La vedo dura.
Non so poi perché uno debba complicarsi tanto la vita quando basterebbe fare tutto più semplice e stressarsi meno.
Naturalmente ho voluto fare la festa a Mimi, come al solito oscillando tra volontà e indecisione, bloccata dall'idea del caldo, dell'assenza di invitati, del ramadan del beduino e del chimmeloffare, ma alla fine mi son detta: basta, questo compleanno si ha da fare.

Malgrado miei errori organizzativi madornali, tutto sommato non è andata poi malissimo, se si eccettua:
  1. inspiegabile quanto imperdonabile assenza del genitore maschio dalla festa fino alle dieci di sera circa perché trovavasi in giro per l'Italia a contrattare camion e lamentava imponderabili ritardi ferroviari che gli hanno impedito il subitaneo ritorno.
  2. conseguente spiegabilissima e perdonabilissima incazzatura di genitore femmina.
  3. pessima scelta dei tempi di azione che han reso la festa una lunga agonia di adulti e bambini.
  4. pessima scelta della location.
  5. tentata fuga della festeggiata in tenuta da principessa rosa con diadema e bacchetta magica.
  6. distruzione psicofisica della mamma organizzante, nonché delle due figlie, partecipi e loro malgrado spettatrici attive delle tragicomiche vicende organizzativo-festaiole.
  7. esubero di regali.
Eccovi dunque qualche saggio e utile consiglio che, con il senno di poi, mi sento di dare a chi volesse, casomai, impelagarsi nel compito di organizzare nel cuore di un torrido luglio, la festa di compleanno per sua figlia treenne pur non avendo soldi per affittare un "bagno privato" al mare (non si intende come toilette, ma come porzione di spiaggia attrezzata) e pur non potendo vantare una grande disposizione e propensione personale per le public relations (ovvero proprio zero), né del sostegno pratico ed emotivo di un partner-padre dotato al contrario di grande disposizione e propensione per le stesse, ma inspiegabilmente assente.


Cibo fai da te. Sì. Se avete esperienza nel campo. Malgrado l'imponente mole di responsabilità e conseguente ansia da prestazione che in voi potrebbe comportare l'idea che un certo numero di persone dovrà cibarsi di ciò che avete cucinato voi e pure trovarvi un cero diletto (sempre, ahimè, nel cuore di un torrido luglio), vedrete che ne sarà valsa la pena, anche se più della metà delle pietanze preparate vi rimarrà nel frigo, perché un rapido calcolo delle proporzioni tra numero di invitati presenti e quantità del cibo non poteva che comportare queste ovvie conseguenze.
Cucinare di notte. Magari no. Ma in assenza di alternative anche sì. Ciò comporterà un aggravio delle vostre precarie condizioni emotive e di generale confusione mentale, in misura direttamente proporzionale all'ora notturna in cui avrete terminato il gravoso compito. Se non avete una neonata che si sveglia ogni mezz'ora imponendo il vostro pronto intervento di tetta, e costringendovi a lasciare in sospeso le vostre faccende gastronomiche, magari riuscirete a cavarvela prima delle 4 del mattino.


Festa in casa. Sì, se reputate di avere lo spazio sufficiente. Se no potreste chiedere come favore all'amica che abita due piani sotto al vostro, di mettervi a disposizione all'uopo il pezzo di terra che pertiene il suo appartamento, normalmente deputato al pascolo brado dei cani (due, di grandi dimensioni). Questo comporterà che voi dobbiate comunque provvedere ad un'accurata pulizia preventiva del luogo onde epurarlo dalla presenza di escrementi canini tutt'altro che eventuali.
La cosa potrebbe risultare difficoltosa qualora abbiate anche in contemporanea due bambine insonni da gestire mentre rastrellate il terreno sollevando nuvole di polvere raccattando cacche a non finire, ma lo farete, pregustando con febbrile entusiasmo il successone della fantastica piscina gonfiabile che pensate costituirà il momento clou della festa.
Terreno adatto al giuoco. Quel che non avevate previsto è che il terreno poteva non risultare troppo idoneo alla presenza di bambini molto piccoli. Addossando parte della responsabilità alle defezioni e parte al fatto che non mi sentivo pronta per riempirmi casa di mocciosi urlanti e dei genitori del nido, diremo che alla nostra festa c'era una sola invitata dell'età di Mimi, con al seguito una sorellina di un anno che non ha perso tempo per infilare mani e faccia nel terreno non molto pulito lordo. Ok, avete sbagliato: questa non è più una delle feste del vostro passato di studenti universitari (era meglio la terrazza, io te l'avevo detto! Ma in terrazzasi schianta dal caldo! Oh, allora fai come ti pare). L'unica mamma invitata difatti era piuttosto scocciata per l'inconveniente. La festa si trasferirà al più presto al piano di sopra, attrezzando in fretta e furia la terrazza di casa.
Tovaglia di Hello Kitty. Anche no. Se sapevo che era di Hello Kitty non la prendevo di certo. Ecco perché costava così tanto!
Borsa frigo per tenere in fresco le bibite. Ma non facevate prima a farla direttamente sul terrazzo di casa vostra 'sta cavolo di festa? Così le bibite le levavate direttamente dal frigo al momento e rimanevano più fresche, e soprattutto più accessibili. Ma tanto nessuno dei vostri invitati adulti avrà voglia di succo di frutta Bravo o altre bevande rigorosamente analcoliche.
Piscina gonfiabile. Andava bene pure più piccola a pensarci bene. E magari era meglio se non la riempivate fino all'orlo, che poi non si riusciva più nemmeno a svuotare tanto era il peso della massa d'acqua che le impediva pure di defluire dall'apposito tappo di scarico posto sul fondo. Ma va be', ci avete provato, non è andata.
Amici di sempre. Sì sì e sì. Se non fosse stato per loro, io starei ancora lì a piangere. A parte che se non ci fossero stati loro, la festa non sarebbe proprio stata, ché hanno fatto insieme da aiuto-organizzatori, manovalanza e da ospiti, riempiendo Mimi di doni anche un poco al di sopra delle necessità, e ciascuno secondo le proprie naturali inclinazioni, dal cavalletto dell'artista, all'aquilone da manovratore aereo, dalla cucina in miniatura al vestito da principessa, ma va bene, l'importante, e credo che anche per Mimi sia così, è che ci siano stati, anche chi è passato giusto un'oretta per salutare e poi è dovuto scappare a lavoro. Ché Mimi qui ci ha un sacco di zii e amici grandi acquisiti in eredità spirituale, e se da un lato questo fa sì che diventi destinataria di una quantità eccessiva di attenzioni e premure, è pur vero che ha sempre tre anni, e non c'è niente di male, io penso, a farle fare la principessa per un giorno, e ci sarà tempo per fare la festicciola con i compagni di classe, se mai mi dovesse smorcare la fantasia di fargliela fare (un giorno color arancio, chissà...)



 Regali. Hai un bel dire a tutti che vuoi limitare la mole dei regali, educare all'essenziale, non abituare all'eccesso, insegnare il valore dei gesti e non degli oggetti, emancipare dal materiale... i regali arriveranno.
E va be'. Fa' almeno che siano (anche) di tuo gradimento (ovvìa, chiudiamo un occhio sul vestito da principessa, che le è garbato così tanto...).
Ovvero: poco ingombranti che non ti riempiano casa (ci siamo riusciti secondo voi? Mah!), ragionevolmente sporchevoli e moderatamente futili.
Dicevo: poco ingombrantiiii!


Uff! che fatica farsi ascoltare! E poi alla fine passi per la madre bacchettona rompiballe, proprio tu che hai ordinato la bicicletta su quel sito di giocattoli all'ingrosso, coinvolgendo anche l'amica tua nel folle ordine di un mega pacco cumulativo di baloccaglia varia, però poi, temendo che non arrivasse in tempo per la data X, ti sei premurata di procurarti anche un secondo regalo di riserva.
E pensare che Mimi aveva espressamente avanzato due sole richieste: "un librino da leggere" e "l'ombrello delle principesse" (daje co'ste principesse!). Fatto. Fatto. Ci ha pensato mamma, ovviamente. Anche se lei si è dichiarata ormai stanca di scartare regali e si è concessa quell'ultima proroga giusto perché erano da parte mia. E comunque...
Una sorpresa al risveglio. Non ha prezzo!


 


Per dire: a lei bastavano pure i soli personaggi di Cenerentola e Biancaneba, giunti balzellon balzelloni da Roma impacchettati in fila indiana come i nani di ritorno dalla miniera di diamanti, per potersi ritenere pienamente soddisfatta del giorno del suo compleanno. Non si può rendere una bambina felice ancora più felice. Si rischia solo di sovraccaricarla. Ecco perché per il prossimo anno ci siamo imposte di comune accordo io e lei il limite massimo di due regali. L'ha deciso lei. E ho un anno intero per sceglierli con cura, senza sgarrare (stai a vedé).
Soffiare le candeline con un'amica. E' fondamentale ad una buona riuscita di un compleanno per il resto piuttosto disastroso. Ma in fondo: un giorno forse tutto questo dolore mi sarà utile. Mah!


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