venerdì 29 agosto 2014

Approdo.

Sembra incredibile, ma: sono qui.
Qui che scrivo malgrado l'ora e la stanchezza del viaggio, delle valigie da disfare, delle euforie delle bimbe e dei litigi prima dopo e durante l'arrivo, il bagno, la cena e gli intermezzi vari ed eventuali.
Ho sgridato Mimi per mezz'ora perché sua sorella aveva strappato un bellissimo e raffinato libro pop-up donatole per il compleanno, così, oltre al danno ricevuto, è stata pure cazziata lei al posto della vandala. Ma avrebbe dovuto metterlo a posto, invece di asciarlo alla di lei mercé. Ah, le ingiustizie genitoriali!
Ma non divaghiamo, ché mi ero riproposta post breve e incisivo, e già sul breve avrei i miei dubbi.

Dicevo, da non crederci, riessere qui, a calcare il suolo patrio (di casa), dopo aver girovagato per suoli e case altrui, un po' in prestito, un po' ospiti e un po' senza fissa dimora.
Partimmo come Colombo verso ovest e siamo tornati da est.
Potremmo dire di aver fatto un piccolo giro del mondo a modo nostro, in più tappe e diversi mezzi, più che come Colombo, che malgrado le ottime intenzioni, non ci arrivò, direi come Phileas Fogg, o forse sarebbe più corretto come Magellano?
Sottigliezze.

L'importante è che, credo, ci si muova all'interno del proprio orizzonte, ché ognuno ha un orizzonte più o meno delimitato, di credenze, e abitudini, e limiti autoimposti, e che si possa osare di reinventarselo ogni tanto, in relazione ai propri mezzi e al momento e all'estro.
Rimetto piede in casa mia dopo più di un mese di peregrinazioni, portando in giro bambine su seggiolini e gatti in trasportini, in un tetris di bagagli inflilati sotto e sopra i sedili.
Ho smontato, rimontato, smembrato e riassemblato, varie volte la congerie composita del nostro improbabile arsenale di viaggio.
Canotti e piscine gonfiabili, lettiere e borse frigo.
Lo spazzolino finito nell'astuccio dei pennarelli.
Il gatto Amleto è stato disperso nei dintorni del lago Trasimeno, con grave danno emotivo per la sua padrona, e anche per la sua mamma.
La principessa Belle, invece, non si è ancora ben capito in quale punto del nostro peregrinare si sia dissociata dall'allegra combriccola, lasciando una Cenerentola orfana di amichette.
Ed è ancora un mistero come si siano volatilizzate nel nulla le quattro carte mancanti del memory di Hello Kitty. Mah.
Meglio non indagare troppo.

Partenze e arrivi. Il viaggio come un intermezzo di sospensione, in cui non sei fisicamente in nessun posto, ma sei nel movimento, e vai verso l'altrove e ti lasci indietro il noto.
Cambi contesto e ti adatti.
Saluti l'alba nel grigio cielo fumoso del porto di Livorno e ti accolgono le azzurre marine sarde.
Vivi per un po' di acqua e salsedine e corpo a corpo con la folla dei bagnanti e poco più.
Poi rientri in Capitale, sempre faticosi e annoiati. Pigri pomeriggi a gironzolare per cortili e parchetti, ripercorrendo con Mimi le strade del mio vecchio quartiere, un tempo brulicante di bambini e oggi stanco di vecchiaia. Compleanni, ricorrenze, zii, cuginetti, scambio di doni, ancora partenze e ancora arrivi, e amiche ritrovate e subito di nuovo lasciate.

I campi di girasoli a destra e a sinistra, ossessivi col loro rincorrere le giornate, seguendo con la testa l'eterno giro del sole.
Città arroccate dietro mura di pietra, campanili svettanti negli scorci di straduzze, eremi sprofondati sul fondo di gole torrentizie, colossali abbazie e torri superstiti del tempo e fiere del glorioso passato.
Angoli di verde e riflessi sul lago.
La strada che sale e che scende.
La strada che, infine, ci riconduce al nostro noto quotidiano.
Più ricchi, forse, più navigati, più coraggiosi, e con tanti chilometri in più dietro alle spalle, gli occhi ancora pieni del mondo che è corso dietro ai nostri finestrini.


2 commenti:

  1. Bentornate!
    Sicuramente è stata un'impresa faticosa e bella allo stesso tempo, come lo sono tutti i viaggi per un motivo o l'altro.
    Sono sicura che le bambine custodiranno dei ricordi fantastici di quest'esperienza pronte ad affrontare il loro piccolo quotidiano... dai che si ricomincia :-)

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    Risposte
    1. Grazie per il bentornate, cara.
      Faticosa e bella, sì, ma non più faticosa della quotidianità... ;-)
      Il nuovo ti imprime una gran carica.
      Le bimbe, loro... vivono più che altro nel presente, siamo noi che indugiamo e cincischiamo nei ricordi. Ma forse rimarrà loro più che un ricordo, un'impronta nel quasi-cosciente, una traccia, un'idea...

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