domenica 17 agosto 2014

Tipologie di automobilisti in cui potreste imbattervi a Roma.

Nella mia città natia trascorriamo la restante parte dell'estate.
Mi era rimasta nell'immaginario l'idea di una Capitale deserta in agosto, quando i frutti dell'esodo vacanziero sono ormai maturi e pronti per il raccolto, un silenzio irreale rotto solo dal ciarlar delle cicale sui frassini ai lati delle grandi strade di percorrenza veloce, l'asfalto bollente che ti si squaglia sotto i piedi, semafori che reiterano i loro oziosi intervalli, e tu che segui in lontananza con gli occhi l'allontanarsi dell'ultima autovettura accompagnata dal rombo del suo motore che va perdendosi nell'etere prima che un'altra possa entrare nel tuo campo visivo e uditivo.

Niente di tutto ciò, neanche qui in periferia.
Un agosto piacevolmente fresco senza esagerare è seguito ai nubifragi di luglio, con solo qualche giorno di afa luciferina, e anche per strada una certa vita, traffico giusto un'anticchia meno che nella restante parte dell'anno (anche se forse parlo così per aver perso la dimestichezza con gli interminabili intasamenti pomeridiani delle vie consolari e delle altre grandi arterie dell'Urbe).
Niente di strano che il livello di stress automobilistico in questa città sia alto, e lo si deduce facilmente per una forestiera come me, per quanto cittadina di ritorno.



Comunque essendomi io dovuta spostare abbastanza spesso da un quartiere all'altro della città in questi giorni sono riuscita a individuare alcune tipologie di individui che contribuiscono non poco a mio parere ad aggravare il livello di sollecitazione emotiva dell'automobilista medio.

Ed eccoli dunque:
I superatori da destra: noti al grande pubblico, non hanno bisogno di troppe presentazioni. Hanno in genere l'alzata di ingegno di tentare l'innocente effrazione a pochi metri da un restringimento improvviso di carreggiata per lavori, o dal punto in cui dovranno svoltare a sinistra, cosa che li obbligherà a tagliarvi la strada senza troppe cerimonie. Come biasimare la loro gioconda impertinenza, dopotutto so'ragazzi. Ad essi fanno da contrapposto:
Gli oltranzisti della corsia di sinistra: hasta la victoria, siempre a la izquierda, preferibilmente con un'andatura che si aggiri al di sotto dei 30 orari. A loro discolpa possiamo ipotizzare una possibile origine anglosassone, che li abbia tarati nella forma mentis stradale, costringendoli ad una guida oltremodo compassata, se pur dal lato sbagliato;
I kamikaze dello svincolo: prodotto tipico di queste parti, li si vede aggirare soprattutto nei pressi del GRA, anello autostradale che essi prediligono tra tutte le strade possibili e futuribili, al punto che sospetto non facciano altro che percorrerlo nell'infinita declinazione delle sue uscite. Costoro sono soliti immettersi nella corsia centrale provenendo da uno svincolo laterale privo di alcuna rilevanza, e forse per rivalsa sociale date le loro umili provenienze stradali, ostentando arroganza, accampano diritti di precedenza e di pieno possesso della carreggiata, mentre tu viaggi tranquillo a 90 Kmh, e per evitarli finisci quasi contro l'auto alla tua sinistra, e vieni aspramente strombazzato da entrambi per il fatto di esistere, e di occupare spazio vitale.
I forzatori di incroci: sono personaggi buffi, che bazzicano i grandi incroci cittadini; entrano in azione allo scader del segnale di giallo, che li sorprende sul limitare dell'incrocio, che non hanno ahimé fatto in tempo ad attraversare causa maxi intasamento dello stesso, ostruito di auto che passano inspiegabilmente in tutte le direzioni. Loro allora che fanno? Si scoraggiano forse? Si rassegnano ad aspettare la prossima tornata di verde? Macché. Fanno i vaghi, e con eleganza e nonchalance avanzano tranquilli, lemme lemme, in coda alla fila di macchine che già intasa l'incrocio, fino a trovarvisi proprio nel mezzo, quando già da un pezzo per loro è scattato il rosso. Ma ormai sono lì, vuoi non farli passare? Principali responsabili di megaintasamenti da incrocio semaforico urbano;
I furboni della coda lenta: per qualche inspiegabile motivo sono persuasi di guadagnare tempo prezioso se passano continuamente da una coda all'altra durante un lento scorrimento di auto in fila. Ogni distrazione è pagata cara: non appena vedono un varco, vi si infilano, in genere per finire nella fila di macchine che scorrerà più lentamente. Sono dei pessimi indovini. E comunque come diceva Murpy, la fila più veloce è sempre l'altra.
Gli indecisi della corsia di svolta: generalmente femmina, sui sessanta, preferibilmente a bordo di Fiat Panda di colore bianco o azzurro. Variabile meno nota dei furboni di cui sopra, a differenza dei quali però, bisogna riconoscere l'assenza di intenzione fraudolenta nel loro continuo oscillare tra le corsie di destra e sinistra. Vivono nel continuo terrore all'idea di finire imbottigliati nella corsia di svolta obbligatoria a destra, e loro magari devono proseguire dritti. Vi finiscono poi inevitabilmente, e faranno di tutto per uscirne, con improbabili manovre nello spazio vitale dei dieci centimetri interposti tra auto e auto in coda al semaforo;
I burloni della freccia fantasma: ulteriore variante della categoria degli ondeggiatori folli, dei trasformisti stradali che non prendono mai una posizione decisa tra destra e sinistra, questi soggetti tendono ad azionare la freccia segnaletica di svolta in prossimità di qualsiasi incrocio, tanto per non sbagliarsi. Che abbiano realmente intenzione di svoltare è fuori discussione, loro intanto mettono le mani avanti, non sia mai gli dovesse smorcare il ghiribizzo all'ultimo momento, e che poi non si dica che non vi avevano avvertito! In caso contrario la freccia viene semplicemente messa a tacere, anche se in alcuni casi si è riscontrato di individui che girano perennemente con la freccia inserita nell'una o nell'altra direzione. Il perché è ancora ignoto agli studiosi del fenomeno.
I geni del parcheggio impossibile: affetti da disturbi di percezione di sé, sono convinti di guidare una Smart, invece hanno un Range Rover. Che non sanno manovrare. Questo aggrava la situazione quando inopinatamente decidono di bloccare per un quarto d'ora entrambe le corsie di scorrimento nel tentativo di infilare l'auto nei 120 cm di marciapiede compresi tra un cassonetto e la transenna di un cantiere stradale, a spina di pesce per ovviare alla presenza di una quercia secolare nel mezzo.
I claxonisti più veloci del west: sono quelli dell'auto dietro la tua ferma al semaforo. Aspettano pazienti che scatti il verde con il palmo della mano in posizione schiaffo del soldato, pronti a dar giù di claxon alle prime avvisaglie di via libera. Il bello è che quando ti ritrovi con un claxonista alle calcagna, in genere hai dimenticato di scalare la marcia, riparti in terza e ti si spegne il motore; hanno questo potere i claxonisti di gettarti in totale confusione mentale e meccanica;
I narcolettici del semaforo: in genere fanno coppia con i claxonisti più veloci del west. Se dietro hai un claxonista, quasi sicuramente davanti a te in fila al semaforo c'è un narcolettico. Sono soliti sfruttare i tempi di attesa agli incroci semaforici per schiacciare una pennica. Se si ha la pazienza di attendere i loro tempi di reazione allo scoccar della luce verde di via libera, si rischia di rimaner fermi per tutta la durata di tale lasso di tempo. Se invece incalzati da un claxonista folle, si scusano amabilmente con cortese gesto della mano dal finestrino, tolgono il freno a mano, inseriscono la marcia, danno di acceleratore, rallentano leggermente, si guardano a destra e a sinistra, danno un'occhiatina al retrovisore, e infine passano, circospetti, l'incrocio. Quando tocca a te, sta scattando di nuovo il rosso.
I pedoni con aspirazioni suicide: sbucano da ogni dove, preferibilmente dopo una curva a gomito da dietro una fila di auto parcheggiate su un'isola di traffico dove sembrerebbe inattuabile qualsiasi passaggio pedonale. I pedoni aspiranti suicidi dell'Urbe sono una categoria infestante, sputano davvero come funghi costringendo gli automobilisti a mirabolanti slaloom e principi di infarto. Evitano accuratamente marciapiedi, strisce e semafori pedonali, strumenti che essi reputano deputati all'imbrigliamento della libera espressione dello spirito del Pedone nel suo naturale processo di camminamento sul suolo civico.
I competitivi frustrati dell'onda rossa: amano più di tutto l'adrenalina che ti dà superare in strada altri veicoli. A volte faticano tanto per recuperare terreno dopo una fermata forzata, ché in città non si sa mai, ma alla fine, soddisfatti, riescono a riprenderti, magari mentre ti infili in galleria o procedi circospetto su tratto di strada minato da pericolosi pedoni suicidi, ed eccoli sfreciarti accanto a velocità supersoniche, a bordo di auto dalle linee aggressive e lucide di carrozzeria, che la tua a confronto farebbe bene ad andarsi a sotterrare; ed è fatta: superato. Ah! Se sono soddisfazioni! Le endorfine di questi soggetti folleggiano quando ciò avviene. Ma ecco la tremenda frustrazione: nemmeno poche centinaia di metri il superatore te lo ritrovi là, fermo all'incrocio successivo; gli passi accanto per andarti a posizionare composto nella tua fila di auto, e te lo lasci indietro. Quando scatta il verde sei di nuovo avanti tu, e lui farà di tutto, ancora, per poterti superare.
I multitasking al volante: specialisti dello whatsApp al semaforo, detentori del record di selfies dallo specchietto retrovisore, indefessi parlatori auricolaremuniti, hanno una gran cura nell'offrire di sé un'immagine estremamente impegnata. Guai a non mettere a frutto ogni più piccolo instante di ozio alla guida infilando un tweet o uno status.
Pare abbiano fatto già fuori un discreto numero di pedoni aspiranti suicidi, ma non se ne sono accorti, perché in quel momento mandavano sms dal contenuto testuale: "sto guidando, richiamami più tardi".

Se girate in città per un tempo superiore ai venti minuti la probabilità di imbattervi in un buon numero degli esemplari qui elencati è alta.
Io li ho beccati tutti in un colpo solo, una volta.
Vediamo se indovinate quali di questi sono stata, occasionalmente, io stessa.

Automobilista alle prese con pedoni suicidi nostrani.

4 commenti:

  1. Sicuramente una multitasking al volante. Noi donne siamo geneticamente predisposte.:)

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    1. È successo, lo ammetto. Ma non ho accoppato nessun pedone! (Non che io sappia, almeno...)

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  2. Negli ormai rari viaggi a Milano sono un'indecisa della corsia di svolta, seriamente terrorizzata dall'imbottigliamento inopportuno .... cosa tra l'altro capitata diverse volte, anche grazie ai fantastici cartelli di indicazione stradale !!!
    Credo che tu sia stata, almeno occasionalmente, una burlona della freccia fantasma, una maga del parcheggio impossibile e una claxonista molto veloce :)

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    1. Claxonista proprio no! È una categoria che detesto! Io non uso praticamente il claxon, neppure quando mi speronano. Catalettica se mai occasionalmente ...
      Freccia fantasma può darsi, e maga del parcheggio solo in caso di necessità ( tipo alla spiaggetta in Sardegna) ma mai bloccando per mezz'ora lo scorrimento in entrambi i sensi di marcia.
      Indecisa invece molto, come te, pur non corrispondendo del tutto all'identikit da me fornito. Ma forse è solo questione di tempo...

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