mercoledì 10 agosto 2011

Luoghi della memoria: la casa-mulino.

Parlando sempre di estate, e di vacanze... che sembra di essere al TG1 con i suoi ciclici servizi stagionali su esodo e calura! Eh, ma dai, per una volta che cavalco l'onda!
Dunque dicevo: in questi giorni che ci prepariamo ad una nuova partenza per soggiorno bisettimanale con nonna, rimembro ancor i giorni allucinanti trascorsi un anno fa in altra bizzarra casa, tanto bizzarra che merita che io la ricordi qui, lei che ospitò la prima villeggiatura di una pupa neonata e della sua mamma esaurita.
Ecco qua.

Calci, la casa-mulino

La casa è questa, che da fuori non si presenta neanche tanto male. Saremmo quasi tentati anzi di dire che è proprio una delizia!
Scovata ravanando su Homelidays, sito di annunci immobiliari per villeggianti, in un pomeriggio di fine maggio, perché noi ci muoviamo sempre di anticipo, l'andiamo a vedere e ci piace.

Trattasi di originalissimo adattamento a scopi abitativi di antico mulino ad acqua: la struttura infatti sorge proprio a ridosso di un ombroso ruscello montano, sito sul versante nord della catena di monti che sovrastano la graziosa Calci, a metà strada tra la monumentale Certosa di Pisa, e l'arroccato Montemagno, un addossarsi di viuzze accidentate in pendenza in cui è altamente sconsigliato avventurarsi in auto, a meno che non si sia pratici del luogo e delle sue strette stradine scoscese.
Questa la location, ad un'altitudine sufficiente perché faccia fresco anche in pieno agosto, senza contare che la presenza del ruscello, che praticamente passava raso raso alla casa, contribuiva a "rinfrescare" ulteriormente la situazione, ruscello che il padrone di casa ci preannunciò con dispiacere in estate essere abitualmente secco.
Il caso volle che quello fosse un agosto particolarmente piovoso e "fresco", che il ruscello proprio quell'anno continuasse la sua allegra e mormorante scorribanda diurna e notturna per l'intera estate, e che la temperatura interna della casa-mulino sfiorasse perennemente i 10 gradi centigradi, forse, aiutata dal fatto che nella detta casa-mulino, contrariamente a ciò che accadeva sul regno del Re-Sole, il sole non batteva mai.
A questo curioso accidente credo contribuissero le concomitanti combinate circostanze che la casa-mulino disponesse di un'unica fila di finestre su un solo lato della casa (quello settentrionale per l'esattezza), e che inoltre verso meridione fosse addossata al versante montano, su cui si apriva solo al secondo piano, con mirabile terrazza, che schiudeva allo sguardo un lussureggiante habitat boscoso da foresta pluviale, popolato da enormi insetti dalle parvenze sub-equatoriali.

Quello laggiù è un meditabondo zio Ergino.

La casa mulino non era stata pensata originariamente come abitazione, ma come luogo di lavoro, e i suoi ambienti quindi non contemplavano la necessità né di climatizzazione, né di praticità.
Ma comunque, disagi termici a parte, anche al suo interno la casa mulino offriva all'occhio curioso una miriade di spunti caratteristici sui quali soffermarsi godurioso e divertito.
Dalla ridondanza delle suppellettili piuttosto superflue, se si confronta con la penuria di oggetti di prima necessità (un esempio elettrodomestico: niente lavatrice né stendini ma sì lavastoviglie), e dalla qualità discutibile degli oggetti decorativi che ricoprivano ogni centimetro quadro di superficie orizzontale o verticale, quando non si sapeva dove appoggiare il giornale o la borsa della spesa, si poteva arguire che anche l'arredamento non era stato proprio pensato in virtù di una sua vivibilità quanto per l'apprezzamento di eventuali villeggianti nordeuropei in visita, più avvezzi ai rigori del clima, e desiderosi di girare la campagna toscana più che di permanere lungamente in casa.

Casa-mulino. Interno al top della sua luminosità.
 

Oggettistica indispensabile della casa-mulino.
Scoprimmo troppo tardi l'esistenza dissimulata di un armadietto dei liquori (probabile ristoro serale dei villeggianti alemanni che ci eravamo convinti fossero abituali frequentatori della stessa casa-mulino), imboscato in un meccanismo occulto all'interno della pittoresca botte, da me opportunamente spostata nell'angolo del salone poiché al nostro arrivo troneggiava in maniera curiosamente scomoda e ingombrante nel bel mezzo dell'ingresso.


Ma comunque devo dire che, a parte la bislacca disposizione degli ambienti, l'interno casa-mulino sapeva offrire graditi scorci assolutamente particolari e suggestivi.

 Con frequenti interscambi di inquilini coabitanti in assortimenti inusuali e nelle più svariate faccende affaccendati.

E a dispetto della mia macchina fotografica che in quei giorni e in quella penuria di luce faticava a restituire immagini nitide.


Offriva anche alla sottoscritta, costretta suo malgrado al ruolo di puerpera allattante, un comodo loculo antro il quale espletare le sue mansioni di nutrice.


Ma di questo ebbi già modo di parlare altrove.

Per il resto il mio tempo nella casa-mulino era scandito da gradevoli passeggiate a scapicollo lungo l'unica strada (sdirupata), che conduceva verso valle, prima tappa la maestosa Certosa, un paio di chilometri e un centinaio di scossoni di passeggino più in basso, seconda tappa il paese, che raramente raggiungevamo, costretti alla resa quasi sempre prima di arrivarvi dalle violente crisi di pianto della piccola.
Ricordo tutto ciò con un misto di intontimento e malessere; in effetti, faticavo a mettere a fuoco l'intera situazione, e prima di tutto me stessa.
A quanto pare non ero l'unica (a non riuscire a mettermi a fuoco).


Il babbo-beduino, che non si accordò mai una pausa lavorativa estiva, usufruiva del suo tempo residuo da lavoro concedendosi sessioni di meritato riposo ristoratore sugli improbabili giacigli che la casa-mulino offriva alle sue stanche membra.


E anche Zorro quando capitava.


Il quale Zorro aveva intanto intavolato una guerriglia domestica con il cane della casa antistante la casa-mulino, un invadente e sovrappeso beagle da scorta (nel senso che ci scortava in tutti i nostri movimenti, compreso montare la guardia alla porta di casa), di nome Ettore, che non perdeva occasione per fulminee incursioni in casa-mulino con devastanti conseguenze, quali pisciatine a tutto spiano negli angoli di casa-mulino e razzia di generi alimentari gatteschi, inclusa ciotola che puntualmente spariva dalla circolazione e veniva con altrettanto doviziosa puntualità rinvenuta nei pressi del giaciglio dello stesso Ettore.


Ettore riceve le meritate gratifiche per i suoi indispensabili "servigi".

Panzumen per la maggior parte del tempo non si rendeva reperibile, salvo sul finire del nostro soggiorno inerpicarsi in cima ad un'acacia spinosa che sorgeva a strapiombo sul ciglio del nostro ruscello, e non riuscire a scendere nel corso di un'intera mattinata di miagolii accorati e tentativi, falliti, di salvataggio.

Ma tornando alla nostra casa-mulino...

La macina del mulino con ingranaggi.

No perché il mulino c'era ancora tutto, nei suoi ingranaggi originali e nelle sue vasche di raccolta e macina, ché era stato restaurato dai nonni degli attuali proprietari con grande cura e rispetto dei materiali e degli ambienti, che era una bellezza.


Ciò ci consentì anche di installare sulla struttura portante dei suoi meccanismi, una provvisoria e casereccia sedia a dondolo per neonati, che favorisse i sonni tormentati della neo-pupa.
Funzionò abbastanza...


In caso contrario la zio si ritrovò spesso e volentieri a voler strangolare la disturbante nipotina.

Un memoriale della casa-mulino, per quello che riesco a ricordare di quella confusa e stramba estate, tanto per non dimenticare proprio del tutto.



E chissà che una volta non mi venga la voglia di ritornarci... e magari anche a voi di visitarla!

Faccio ammenda: le foto sono di pessima qualità, ne sono consapevole eh, ma è quel che ho.
E confesso anche che del territorio non so dirvi molto di più dei pochi cenni qui inseriti, perché, malgrado le mie buonissime intenzioni di partenza, non siamo riusciti a incastrarci gite turistiche con pupa a seguito nemmeno volendo, tolto che la sottoscritta non ne aveva proprio la forza.
Quindi chissà, aggiornerò in futuro.
Vedremo se quest'anno riusciremo a concludere qualcosa di più, con una pupa un poco più partecipe e gestibile. Intanto parto avvantaggiata rispetto a un anno fa, perché ora so cosa devo e posso aspettarmi da lei e da me.

Vi è piaciuta la casa-mulino?

Con questo post volevo partecipare alla rubrica del mercoledì di Stima di danno: (Al) post(o), ma mi sa che il mio proverbiale tempismo ha colpito ancora, poiché credo che lei sia in vacanza, e non pubblicherà questa settimana.
Pazienza, vorrà dire che ho perso l'opportunità! Intanto ve la segnalo, così ci date un occhiata, ché è una rubrichetta proprio gustosa.
E rilancio: il tema è "case delle vacanze strambe". Chi ne ha da raccontare?

5 commenti:

  1. Ecco!ora io voglio andare a visitare la casa mulino ^-^ + cosi' carina!!!!!e vorrei anche conoscere Ettore!!

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  2. Sus... io vivo in una casa mulino O_O
    Devo dire che alcune amenità le condivido con la tua casa della memoria.. diciamo che sono ambienti... freschi :-DDDD

    Dentro da noi però non c'è più nulla, la macina è fuori che campeggia all'entrata, vicina al cancello.
    Giù al posto dei salti e del ruscello (che hanno spostato di lato) ci sono le taverne.... unica nota.. se le pompe idrauliche smettono di funzionare per 2 minuti ci si allagano... fico eh!

    Pensavo di scriverci anch'io un post sulla nostra casa... odio e amore insieme... magari colgo l'occasione e partecipo alla rubrica di Stima finalmente... quando torno però... ora non voglio pensare all'umido di casa!

    Un bacio

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  3. Mi hai fatto venir voglia di andarci :)

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  4. Nota per chi desideri conoscere la casa mulino di persona: sarò lieta di mettervi privatamente in contatto con i proprietari per un'eventuale futura villeggiatura, che sono stati molti carini e disponibili. Se poi vogliamo parlare dei prezzi, abbiamo speso meno della metà rispetto alla casa di quest'anno (Sovana, GR). Contattatemi nel caso foste davvero interessate (Ettore però non è incluso, era il cane della vicina dalla rossa chioma, che aveva rosso anche l'intonaco della casa, il gatto e il cane).

    Owl: ma davvero! io mi sbalordisco e mi chiedo come farai a viverci tutto l'anno. Pittoresco sì, ma decisamente fresco, molto fresco, pure troppo. però sono curiosa e aspetto il tuo resoconto casa-mulino, per vedere se sarà all'altezza della mia! ;)

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