sabato 12 maggio 2012

Riflessione del sabato (e i consigli di Tata Lucia)


Avevo preparato il post scherzoso. Avevo iniziato a scriverlo, senza terminarlo, e mi riproponevo di farlo oggi.
Oggi non ce la faccio.
Spossata dall'ennesima sfuriata nata dal nulla e nel nulla conclusasi, sento invece il bisogno di fermarmi a buttar giù nervosismi ed esasperazioni.
Poco male: è sabato, faranno almeno 35 gradi, fuori c'è un sole che spacca e tutti voi sarete al mare, o in giro, non certo a leggere queste mie sbrodolate.

Succede che lei esploda, così, di punto in bianco, senza un motivo apparente, come una bomba di rabbia. Manco a dire che tutta questa furia nasca da qualcosa, a volte non riesco neppure a capire cos'è che l'ha contrariata.
Ricordo che qualche tempo fa su Genitoricrescono fu lanciato come tema del mese proprio questo: la rabbia, e la difficoltà di arginarla. Non scrissi niente, ma mi ritrovai in molte delle cose che lessi a proposito.
Diciamo che la pupa è stata fin da neonata soggetta a enormi esplosioni di furia devastatrice, capace di disintegrare completamente il mio sistema nervoso e di farmi sentire in completa balìa dei suoi umori, perché incapace di controllarli, incapace di prevederli, e quindi anche di prevenirli, incapace di fronteggiarli e incapace infine anche di controllare le mie reazioni alle sue sfuriate. Che molto spesso non mi hanno lasciata contenta di me.
Quale deve essere il compito di un genitore in questi casi? Soprintendere alla rabbia del piccolo indemoniato che ancora non è in grado di gestirla, per una naturale immaturità emotiva.
Io invece esplodo a mia volta.
Non c'è niente come le urla isteriche, la crisi di pianto che degenera in accessi di vomito, capace di farmi saltare del tutto i nervi, e allora esplodo anch'io.

Sono consapevole che il mio alzare la voce all'improvviso, quando il vaso è colmo, al di sopra del volume della sua, i miei scatti di ira repentini, il mio improvviso allontanarla da me in malo modo, molto spesso perché sento che mi verrebbe voglia di prenderla a schiaffi, e me la voglio togliere di torno, non sono né educativi né contribuiscono in alcun modo a finalizzare il mio obiettivo principe: che lei smetta di frignare, e in questo modo permettere anche a me di recuperare il controllo di me.
E' uno spaventoso turbine di crescente vento di rabbia che si trasmette da lei a me e poi ancora a lei che in finale mi fa ritrovare sconfitta.
Con l'infittirsi dei capricci nell'ultimo periodo, con la sua presa di coscienza di poter determinare ciò che accade intorno a lei e la sua resistenza ad accettare che non sempre tutto può essere come vuole lei, è un continuo logorio dei nervi, ma è anche vero che ora mi ritrovo davanti una bambina capace di intendere in parte le ragioni della controparte, se non proprio di accettarle.

E poi provi con le buone (cosa c'è che non va, Mimi, perché sei arrabbiata? Dimmelo senza piangere, così capisco), provi con gli avvertimenti (ora basta frignare, ché non c'è proprio motivo. Se non mi spieghi cosa vuoi ti lascio qui e me ne vado), provi a fare come se nulla fosse, cambi argomento, continui a fare quello che stavi facendo prima ma lei si oppone con tutte le forze, inizia a buttare all'aria ogni cosa, sbraita più forte. Sei sicura che ha già dimenticato il motivo per cui piangeva, che oltretutto non vale l'entità della sfuriata.
Alla fine ci provi, ad ignorarla fino in fondo, finché non smette, e intanto ti senti salire la rabbia pure dentro, e sai che ti devi allontanare da lì, se no esplodi anche tu, e addio pace domestica.

Me ne sono andata, l'ho lasciata piangente sul letto, nuda, i capelli ancora bagnati, col fon in mano, spento, ché era quello il momento in cui la furia l'aveva colta. Ho iniziato a fare le mie cose, ho messo la musica, alta, che mi coprisse le urla. Piano piano la rabbia mi sbolliva, anche se la sentivo ancora, nelle pause musicali, urlare più forte per farsi sentire, e dire qualcosa tipo "Anco'a!" che non aveva senso perché io ho smesso di asciugarle i capelli solo dopo che la sua crisi isterica mi aveva reso impossibile quel lavoro, e quindi non era certo legata a quello, l'origine della sua rabbia. Ma così, forse la difficoltà stessa di spiegare il suo malessere, il suo desiderio frustrato alimentano quella rabbia, come ora il mio disinteressarmene.
Ma non cedo, scavo nei miei ricordi a quando ancora ero solita istruirmi dei saggi insegnamenti di SOS Tata, quando ancora non ne avevo mai avuto bisogno, e credevo ancora che un metodo bastasse a risolvere i problemi. Non è così semplice: ciò che il metodo non contempla sono le tue reazioni emotive, le tue contraddizioni interiori.

Dunque, prima di poter insegnare alla pupa l'autocontrollo, devo imparare io a dominarmi, a non farmi toccare da quegli eccessi di rabbia contagiosi, ad agire anche in quei frangenti da benevola educatrice, benevola e comprensiva, che sa come deve comportarsi. E lo fa.
Invece, poi, quando la rabbia ti passa e la senti ancora frignare, ti chiedi: ma sarà poi giusto lasciare che si sbudelli così le corde vocali? E sono già trenta minuti buoni che lei urla. Smette a tratti, poi ti vede passare, che rimetti in ordine gli oggetti che ti sono serviti per il bagnetto, e ricomincia a urlare, come per dirti "Ehi, ma che ti sei scordata di me? Guarda che io stavo piangendo: quando vieni a consolarmi?"
E ti chiedi anche se non suona anche quello come un ricatto, come quelle madri che dicono: "Se fai i capricci mamma non ti vuole più bene", perché in fondo è quello che le sto dicendo con l'atteggiamento: se rompi i coglioni, mamma non ne vuole sapere più nulla di te, e farà come se tu non esistessi.
Ma forse, dice l'altra me stessa, è giusto invece che lei capisca che quello che io non considero non è il suo dolore, quanto il suo atteggiamento sbagliato, non è lei, è il suo capriccio. Che è sbagliato lo sa, glie l'ho detto decine di volte  che le cose le deve dire senza urlare.
E poi magari ora ha semplicemente voglia di urlare, come te quando qualcosa dentro ti agita e vuoi buttarla fuori, e allora lasciamola scaricare.
Solo che questa è peggio del panda della Duracel, dura di più, MOLTO di più...

Alla fine se ne stava seduta sul letto, nuda, come l'avevo mollata, con un'espressione sfinita e sguardo assente. Io ho finito di lavarmi e preparare il pranzo, mentre piangeva, senza dire niente mi sono avvicinata e ho iniziato a vestirla. Le ho detto: "Allora, dove eravamo rimaste? Stavi togliendo le mollettine dalla custodia?"
Lei ha ricominciato a togliere le mollettine dalla custodia, come se in mezzo non ci fosse stato niente.
Me le passava una per una e io dicevo grazie, e lei diceva prego.
"Ora ti asciugo i capelli. Va bene?"
Come un pupazzo rotto si è fatta finire di asciugare e vestire.
"Lo sai che quando urli mamma non capisce cosa vuoi. Quando Mimi vuole qualcosa, deve dirlo a mamma, non urlare".
E chissà se faccio bene a tornare sull'argomento, ora che tutto è passato, farei meglio a lasciar perdere? E anche se non risponde e anche se probabilmente non posso aspettarmi che memorizzi e metta in pratica il saggio precetto, sento di dover giustificare il mio disinteresse. "Quando urli, mamma si allontana, poi aspetta che Mimi ha finito di urlare, e poi torna. Mamma non ti lascia mai mai..."
"Non ti lascia mai mai.."
E' questo il nostro codice, quel "mai mai" messo a punto durante le pedalate verso il nido, che rassicura come una formula magica.

Mi chiedo se sia possibile eliminare del tutto dal processo educativo verso un figlio la violenza, in qualsiasi forma essa si manifesti. Non è forse una forma di violenza ignorare deliberatamente una richiesta di intervento fino a che non ottieni quello che desideri (la sua resa)? Io faccio violenza a me stessa, e alla fine mi sento spossata.
Che poi lo so che lei avrebbe smesso di piangere anche se io fossi andata a consolarla, a un certo punto, prima che fosse sfinita fino alla fine, che il suo pianto a una certa s'è trasformato da sfogo di rabbia in richiesta di armistizio: "Mamma, vieni da me, se mi consoli smetterò di piangere".
Allora, chi è che ricatta chi?
E' tutto un equilibrio delicato tra amor proprio e bisogno dell'altro, e bisogna imparare anche che gli altri non saranno sempre disposti a stare ai tuoi tempi, cara pupa, e che reagiscono esattamente come te di fronte alle frustrazioni, e che a volte dovrai essere tu la prima a cedere.

Detta da una che nella vita ha abbozzato quasi sempre, è una conquista!

PS.
Sulla rabbia infantile ho visto in libreria questo libro, molto carino, e un pensierino me lo sono fatto di prenderglielo...


24 commenti:

  1. Il primo istinto è di provare a darti consigli.
    Non testati, puntualmente disattesi da me stessa, già falliti. Quindi, inutili.
    Il secondo è di provare a ragionare su cosa fa stare male te quando vedi tua figlia così. Perchè ti sembra qualcosa da affrontare, per cui cercare strategie, da arginare in qualche modo?
    So che mi prenderai per matta, ma spesso la risposta è lì dentro, in quello che noi non tolleriamo e consideriamo "troppo".
    La personalità dei nostri figli si esprime anche con eccessi che sembrano ingestibili, perchè tutti siamo un pò così anche da adulti. Impariamo a prendere coscienza di parti di noi e a "metterle a posto", spesso dopo aver ampiamente testato la capacità distruttiva delle nostre abilità negative.
    Io detesto la lentezza di Elisabetta perchè ho sempre collegato la lentezza all'insicurezza e alla lentezza mentale. Faccio degli sforzi incredibili e la sgrido comunque, perchè è sempre troppo lenta per il mio canone interiore di intelligenza infantile. Tutto ciò è , ma inevitabile....
    So che probabilmente non ti ho aiutata, anzi... Ma credo che stai facendo un buon lavoro con quel "mai mai", deve essere quella la strada giusta.
    giuppy

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    1. Mi intrometto, perdonami, ma è una cosa recente e magari può aiutarti come sta aiutato me!

      "un quarto della popolazione mondiale è flemmatica, è un dato di fatto e non possiamo farci niente! Queste persone hanno altri tipi di capacità (osservazione, profondità...) e coi loro tempi e modi, nel tempo, arrivano agli stessi risultati ottenuti dagli altri. Usare termini come il comune "sbrigati" è controproducente in quanto li facciamo sentire inadeguati e accresciamo il loro senso di insicurezza! Se il problema è l'arrivare tardi a scuola, si punta la sveglia un quarto d'ora prima e, se non basta, ancora prima... è concesso anticipare fino alle cinque del mattino!" :(
      Questo è quello che un gruppo di mamme si é sentito rispondere da una guru dell'educazione, e puoi immaginarti la mia faccia (io sono un tipo da "ancora cinque minuti a letto") a queste sue affermazioni! Di certo questo mi ha aiutato a capire (ancora una volta) qualcosa di più su queste "piccole persone in crescita" e a limitare i miei nervosismi, in vista di una sicurezza che baratterò volentieri con l'attuale lentezza! Beh... qualche "muoviti" mi scappa ancora .... ;P

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    2. Tri mamma grazie!!sembra banale ma per me è davvero difficile da gestire!!! Srigati, muoviti, forza elisabetta, su elisabetta.... ci proverò a darti retta, davvero!!

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  2. Manca un pezzetto lì sopra: Tutto ciò è.... mettici quello che vuoi: stupido, ottuso, assurdo...

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  3. Ciò che sento come "troppo" è legato alla mia (scarsa) capacità di resistere a questi explois prima di exploidere anch'io!
    Cioè, mi includo io stessa nella strategia: come devo fronteggiare questi episodi senza rischiare di avere reazioni di cui un secondo dopo mi sarò pentita?
    Tuttavia, ho capito quel che dici. Forse io non dovrei considerare le intemperanze di mia figlia come un problema, ma solo come una delle tante manifestazioni del suo carattere, che in altre circostanze le permette di manifestare capacità che io apprezzo e delle quali sono anche un po' orgogliosa (pure se raramente lo ammetto). tutto ciò è molto... bello! Grazie.

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  4. Sono andata indietro nel tempo.... Non so quanti anni avessi...forse ero più grande di Mimi: piangevo inizialmente per qualche torto subito, poi perchè non mi sentivo considerata...poi piangevo perchè sapevo che piangendo avrei dato fastidio. Le mie sorelle più grandi mi esasperavano provocandomi.- piangi più forte perchè così ti si sente meglio-.e io raccoglievo la sfida e piangevo più forte. Una volta penso di aver pianto per un'intera giornata, o forse due,o forse più,sono stata una Guiness ignota del pianto. .Uscivo fuori da queste battaglie distrutta. Che dire ? ci deve essere stata tanta tanta rabbia dietro,tanto bisogno di essere riconosciuta,di esistere. Non so' come sia passata questa fase, ricordo che da un certo momento in poi non piangevo più su me stessa,piangevo invece ,da sola, quando pensavo che avrei potuto perdere mia madre, e con lei la mia sicurezza. Alla rabbia era subentrata la consapevolezza di essere amata e l'angoscia di poter perdere quest'amore. Quanto a Mimi passerà. Passerà anche questa fase: ciò che conta è ciò che già fai,rassicurarla sul tuo, sul vostro amore per lei,senza riserve, in fondo non ha neppure due anni, è ancora molto piccola e non si può pretendere che controlli certi impulsi distruttivi che esistono in lei come in ogni creatura umana.

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    1. IO non pretendo che lei si controlli. Vorrei solo capire come fronteggiare questi episodi, se sbaglio io qualcosa o se è normale... (certo, se glie le dai tutte vinte! mi sembra già di sentire il commento di hasuna...)

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  5. Ti dico quello che hanno detto a me (che nno risolve, ma mette tutto in un'ottica un po' diversa)
    Lei sta testando. testa le sue possibilità di ingerenza sulla propria vita, la sua capacità di influenzare. E testa i tuoi limiti, fin dove può spingersi con te.
    A me è servito rigirarmi queste parole in testa quando mi sentivo assediata. Perchè una parte di me a questi eccessi di rabbia si sente soffocare, vorrebbe farli smettere e più non ce la fa più alimenta la rabbia di entrambi... Alla fine io esplodo, proprio come te e poi mi rifaccio il discorso dei limit e bla bla bla. Così mi autorizzo senza sensi di colpa inutili a imporre il mio limite. Da lì in poi non tollero. E ora a distanza di un po' di tempo ho visto che funziona. Lui sa quando sta arrivando al mio limite di sopportazione e si calma. Se vuole veramente una cosa tenta con il ragionamento. Se l'esplosione era fine a se stessa si fa finta che non sia esistita.

    Spero di esserti stata un pochino utile, comprendo bene il tuo stato d'animo.

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    1. Sì, il discorso dei limiti... ne ho sentito parlare anch'io. Loro hanno bisogno di capire quali sono i loro limiti, giusto? Loro hanno bisogno di essere contenuti. Dura però la lotta per stabilirli!

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  6. Post chiama post... quel post che non ho mai trovato modo/coraggio di scrivere! La "nostra" rabbia metteva in dubbio persino l'amore che provavo per mia figlia... ed è durata a lungo e aveva mille interferenze.
    Da tate, libri, incontri, due cose mi sono rimaste impresse (troppo tardi per la prima figlia). La prima è che nella loro mente fantasiosa, quando siamo arrabbiati o li contraddiciamo, ci trasformiamo in orchi malvagi; "VAI VIA" (tu non sei la mia mamma!). La seconda è il cercare di non farne una battaglia alla pari. Col tempo ho imparato ad usare quelle "moine" che NON SOPPORTAVO in mia suocera, accusandola di dare segno di debolezza e di viziare i MIEI figli!
    Come è andata a finire, non lo so nemmeno io... tante cose di quel periodo forse nemmeno le ricordo (tanto andava in tilt il mio cervello) e Aisha è una bambina molto serena e intelligente, anche se particolarmente appiccicosa. Vuole continuamente conferme e forse le voleva anche allora ed io, ciecamente, andavo dalla parte opposta!
    Un bacio alla tua piccola peste!

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  7. Ragazze, grazie... oggi la giornata si è conclusa mediamente bene, e anche nell'immediato dopo-sfuriata la situazione era rientrata. Il post l'ho voluto scrivere comunque, perchè anche io, come Tri, tante volte ho tentennato e poi rinunciato, soprattutto perchè scrivi pubblicamente certe cose e poi temi di passare per il genitore violento privo di autocontrollo...
    Ma lo so che capita a tutti prima o poi.
    @tri, io penso di essere una mamma molto affettuosa, invece, e il nostro affetto è reciproco: anche lei manifesta spessissimo il suo affetto verso di me. Ecco, io non credo che lei abbia ancora bisogno di conferme da me, visto che è anche una bambina molto sicura e serena nel rapportarsi con gli altri, adulti e coetanei che siano. le moine per fare pace io le ho sempre utilizzate, ma forse sbagliando? Non so. Credo che il messaggio che deve passare non sia: mamma è pentita per averti sgridato, ma "Ok, ora che ti sei sfogata, andiamo avanti, mamma ti vuole bene lo stesso, anche quando si arrabbia".
    Rigfuardo invece al diventare orchi.. ma lo sai che a me non è mai successo che lei mi dica "Via". sono anzi rimasta molto colpita una volta quando io, in un giorno di terribili e continue sfuriate, esasperata a un certo punto (e dopo aver variamente manifestato lamia esasperazione con urla e gesti minacce e parole che sarebbe meglio non ripetere) l'ho presa di peso e portata in un'altra camera, mollandola lì da sola. Lei ha iniziato a chiamarmi a gran voce, implorante, con la voce rotta dai singhiozzi: "Maaaaa-mm-mmaaaaa!" e io mi son detta: guarda, io mi sono trasformata in un mostro ai suoi occhi e lei è terrorizzata solo del fatto che io possa abbandonarla. è una cosa molto destabilizzante quando scopri di rappresentare tutto il mondo di un'altra persone, quando sai che lei è in tua completa balìa, e sei tu, in quel contesto, quella che non può permettersi di perdere le staffe, perchè lei di fronte a te è completamente indifesa e sguarnita in fondo...

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  8. Ciao cara: so di non poterti aiutare, mancando di esperienza. Ma ricordo che il libro che segnalavi era stato recensito un venerdì, e ne parlavano molto bene.

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    1. Grazie! L'ho sfogliato, in effetti è molto ben fatto, e simpatico.
      sembra banale, ma questi libri fatti per insegnare qualcosa ai bambini, più sono semplici e chiari come messaggio meglio raggiungono il loro risultato. Ma tu ogni settimana ti leggi TUTTE le recensioni del venerdì del libro??? °_°

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  9. Ciao anch'io sono un pò nella tua situazione. La mia bimba ha in alcuni momenti sfuriate e capricci enormi e io alcune volte raggiungo il limite e alzo troppo la voce. Ultimamente ho visto una puntata di sos tata...che non ho mai reputato attendibile, però dicevano di avvertire il bimbo che solo quando si calmava si poteva riprendere un discorso e spiegargli cosa non andava e soprattutto dargli la soluzione sul comportamento appropriato...poi avvertirlo che ci si allontavava attendendo un suo "miglioramento" di comportamento e di scuse, tornare dopo 10 minuti per chiedere se si era pronti a parlarne e andarsene ancora rispiegando tutto prima....
    Beh insomma ci ho provato 4-5 volte e devo dire che i miglioramenti ci son stati eccome, la mia bimba ha capito come funziona, credo che l'aiuti anche la spiegazione e credo che il fatto di tornare ogni tot minuti chiedendo se è pronta a riparlarne è una cosa che aiuta sia lei che me...io mi prendo quei 2 minuti per rimettere ordine ai miei pensieri e ai miei atteggiamenti e razionalizzarmi un pò, lei si sfoga e pensa su quello che ha fatto e sul suo comportamento, poi torno e sa che ha la possibilità di un ravvicinamento e di potersi confrontare su quello che è successo. Adesso alcune cose non le fa più o comunque le gestisce meglio. E quando ancora non va sa come funziona e si calma più velocemente. Ho visto che anche la domanda "vuoi fare arrabbiare la mamma? Allora non fare in questo modo" ora mi dice di no e pian piano modifica il suo comportamento o il suo capriccio. Insomma spero che non sia una cosa transitoria ma mi sto trovando bene. Un abbraccio, la vita delle mamme è tosta

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    1. Si vede che non ho seguito troppo attentamente i consigli che dava tata Lucia, e ne ho omesso una parte molto cospicua e significativa... del resto all'epoca non ne avevo bisogno urgente! (ma lo fanno ancora SOS Tata? Presto: dimmi dove e quando!!!)

      Molto sensato questo iter, cercherò di metterlo in pratica. In fondo l'ho già fatto un poco anche io, perchè una o due volte, che lei si era zittita ho provato ad avvicinarmi e a parlarle, ma poi è ripartita la sirena e addio...
      Solo un dubbio: ma tutto quel discorso sull'attesa del comportamento appropriato glie lo devo fare a un volume di voce più alto delle sue grida, perchè possa sentirlo?

      °_°

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    2. Ma neanch'io vedo sos Tata, solo qualche volta per puro caso facendo zapping...e questa è stata una di quelle e mi è rimasta impressa per la situazione di non saper come reagire alle sfuriate della mia duenne. Io ti posso dire che questa tecnica l'ho fatta avendo come rinforzo anche mio marito che ha detto "proviamo pure questa"...perchè ti assicuro che ci metteva in situazioni veramente ingestibili, una volta abbiamo dovuto interrompere una cena in giardino e scappare via da dei nostri amici perchè stava svegliando tutto il possibile vicinato e non avevamo trovato nessun modo per farla calmare nè avevamo capito cosa fosse successo...mah!
      Insomma le prime due volte sembrava che la situazione peggiorasse invece che migliorare, ma alla 3° magicamente ha dato segni di collaborazione. Credo che preferisca vederci felici piuttosto che arrabbiati e ora credo che abbia capito che molto dipende dal suo modo di fare e di reagire. Fatto sta che da un mesetto non siamo stati più di fronte a pianti "isterici" infiniti, ma a pianti sì ancora inizialmente forti, ma più brevemente risolvibili...e soprattutto vedere che pian piano la spiegazione che le diamo viene assorbita e accettata ci tranquillizza tutti. Per la spiegazione le prime volte gliela facevo mentre era in totale crisi, quindi facevo un bel respiro per ritrovare un pò di lucidità, cercavo di usare un tono dolce anche se sobbollivo, le prendevo le manine, mi abbassavo al suo livello e le dicevo "adesso guarda bene la mamma e ascolta bene che ti spiego una cosa..." aspettavo poi a iniziare fin tanto che mi guardava veramente e poi iniziavo. Adesso noto che si calma quasi subito quando inizio così, credo che abbia capito che trova una spiegazione al suo pianto o non so qualcosa che la aiuta. Poi magari appena finito, se si rifiuta di cambiare atteggiamento ricomincia a piangere ma in modo meno deciso...non so sarà un caso ma io incrocio le dita che continui a funzionare!

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    3. NO, ma non farci caso alle scemenza che scrivo. Io sono convinta che possa funzionare, e sono anche convinta che loro ci stiano ad ascoltare anche quando non sembrerebbe proprio. però io questa difficoltà di far sentire la mia voce al di sopra della sua ce l'ho, perchè il mio tono di voce è piuttosto basso e per superare le frequenze dei suoi acuti deve servirsi di volumi alti.
      Comunque anche io ho notato che dopo la spiegazione della prima, le volte successive una situazione analoga si presenta più gestibile.
      Ieri mega scenata perchè voleva attraversare la strada "da tola" (UFF!), e allora lì mi sono ricordata anche io di quella cosa di mettersi al loro livello visivo, e le ho spiegato che nei giardini poteva andare da sola dove le pareva, ma la strada mai-mai, sempre con la mano a mamma, che tutti i bambini devo sempre dare la mano a mamma e bla bla bla.
      Sì però intanto prima l'avevo alzata di peso e trasportata urlante e divincolante sull'opposto marciapiede!

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  10. Per ora consigli non ne ho, mi sono trovata anch'io nella tua stessa situazione... Dovrei scrivere un papiro, e forse ripeterei le parole di chi mi ha preceduta.
    Io credo che questo periodo (i cosidetti terrible two) siano un modo per evolvere nel rapporto, non più solo di cura ma di scambio (quasi) alla pari.

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    1. Un'interpretazione poetica e in qualche modo confortante...
      E' vero! ecco che lei si sottrae spesso e volentieri alle mie "cure" materne, ogni volta che pretende, urlando, di fare da sola, che si tratti di scarpe, fon, scendere o salire da una sedia o dalla bicicletta... aspetto solo il momento in cui deciderà anche di volersi ADDORMENTARE da sola! :D

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  11. Bel post, Suster, bello sincero e dritto al punto!
    Io di consigli non ne posso dare vista la limitata esperienza, ma gia mi dibatto anch'io tra l'ignorare i pianti e l'esserci sempre, tra tante altre mamme che mi circondano che 'ah loro i pupi non li lasciano piangere neanche un secondo' e mia mamma e altre donne della sua generazione che 'ah ma lasciala sfgogare che le fa bene, non vedi che cosi la vizi'
    Che poi, a che eta' si puo' dire che un bambino capisce abbastanza per essere 'viziato'? A volte mi dico che G e' troppo piccola per parlare di vizi, ma a volte mi sembra gia' che sia perfettamente in grado di manipolare le mie reazioni...
    Comunque penso che i limiti si possano stabilire sia con una sgridata che con un ignorare il pianto. Dipende cos'e' piu nelle tue corde. Le mie mi dicono di ignorare, perche' io sono cosi, ignoro piuttosto che buttare altra carne al fuoco.
    E poi, credo che se anche lei e' troppo picola per capire il motivo del tuo ignorare, di sicuro capisce il tuo esserci dopo, e il non lasciarla mai mai!!

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    1. Cara Sfolli, secondo l'esimio dottor Z (nostro pediatra di fiducia) i capricci prima dei due anni e mezzo NON ESISTONO, e se esistono, non è di capricci che si deve parlare, ma di bisogno (BISOGNO e non richiesta di attenzioni più o meno legittima) di rassicurazione, contatto e , in definitiva, di affetto.
      Che dire? Sono d'accordo? Non sono d'accordo?
      Nel dubbio noi ci atteniamo sempre al "giusto mezzo "(in medias res stat virtus!) o per dirla in altre parole: facciamo un po' come cxxxo ci pare! ;D

      Grazie a tutte. siete state davvero, DAVVERO preziose, e perdonate le risposte minchione (oggi me lo posso permettere!)

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  12. hahahah anche noi improvvisiamo, cosi in piu le diamo anche dei messaggi contradditori e le roviniamo i connotati per sempre. Evvai ;-))

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  13. Premesso che secondo me sei molto brava nel tuo approccio alla rabbia della pupa, non colpevolizzarti se a volte perdi la pazienza: a parte che sei umana ;) secondo me tra le varie lezioni che la pupa deve imparare c'è anche quella legata alle possibili reazioni alla sua ira. Magari, facendo sforzi sovrumani, potresti anche riuscire a reagire sempre "da manuale" ma gli altri adulti (per non parlare dei bambini) che la pupa incontrerà non faranno certo altrettanto.
    Non ti posso dare consigli concreti, in quanto non mamma, ma quello che ho imparato con l'esperienza e che cerco (spesso invano ^^') di tenere sempre a mente in qualsiasi situazione "educativa" è di seguire più l'istinto che i manuali: troverai esperti che ti diranno tutto e il contrario di tutto, ma solo tu sei calata nella situazione specifica, conosci la pupa e te stessa.

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    1. Grazie cara... in effetti è ciò che con molta disinvoltura dico sempre quando si tratta di dare consigli ad altre (i figli altrui sono sempre più facili da gestire!).
      Hai ragione in tutto: neanche io ho una fede assoluta nei manuali e nei metodi.
      Solo un appunto: i capricci che deve sopportare un genitore non pensare che siano gli stessi inflitti per esempio a una maestra di asilo. parole di una maestra della pupa (spettatrice di una sua esplosione di rabbia perchè avevo osato slegarle un laccetto della scarpa che a sentir lei era "SUO!"):
      -è normale che facciano così COI GENITORI...
      -perchè, con voi non lo fanno? (chiede Suster)
      - Con noi??? MAI.

      Capito? Purtroppo siamo noi che dobbiamo fare da indice di misura del loro rapporto col resto del mondo, almeno fino a... non so: La maggiore età? (spero di no! :D)

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