mercoledì 25 aprile 2012

Lui, lei... e io!

Lei e lui ora dormono, insieme, sullo stesso grande letto. Materasso ortopedico, rete con doghe in legno... mica robetta! (Ci abbiamo messo nove anni, eh, partendo dalla piazza singola condivisa, ma infine abbiamo assemblato un Signor Letto!).
Lui russa forte, si sente anche da dietro la porta chiusa. Lei russa pure, un poco, e ci va di tosse a momenti. Lui col suo peso fa almeno sei volte lei, ma lei non si fa intimidire, a suon di calci e pedate ben piazzate, si conquista la sua meritata porzione di materasso, relegandolo nell'estremo limbo marginale, laddove lenzuola e coperte finiscono per scoprire porzioni considerevoli di membra, perennemente desiderose di calore.
Lui mi ha detto: "La posso addormentare io, la bambola?"
Io ho lasciato fare, imponendomi un atteggiamento possibilista e genitorialmente equilibrato.
Il fatto è che lo sapevo, in realtà, che non sarebbe stata cosa.
Però li lascio, chiudo l'uscio, raccolgo da terra pupazzi sparsi, sollevo la coperta-tappeto e la piego via, metto a posto libri cartonati ed enormi rilegati illustrati con copertina rigida, mentre sento di là un chicchericcio intermittente, risate soffocate e brandelli di parole non si sa bene in che lingua: "Naso dibabbo!" "Buia!" "Babb..ahahahaha! Buia!" -interferenza- "Pinocchiooo".
Poi un cellulare che suona e una manina che bussa alla porta piano. Allora entro in scena.
Va be', mi trattengo (lo sapevo): "Hasuna la vuoi togliere la suoneria al cellulare se devi addormentarla?"
Comunque mi unisco a loro, sul lettone, e dieci minuti dopo, a furia di "Pinocchi", dormono entrambi.

Lo so che forse a volte dovrei lasciare che lui provi, senza intervenire alla prima difficoltà, ma è infinitamente più facile subentrare con la prassi collaudata, che lasciare terreno a nuove sperimentazioni.
Sì che li apprezzo i suoi slanci di paternità improvvisi e i suoi sforzi per essere più presente.
Ma mi rendo anche conto che in questi quasi due anni ho dovuto imparare a gestire quasi da sola quel mondo, la nanna, la pappa, i risvegli, i giochi, e che adesso inserire il terzo elemento attivo nel nostro tandem sarà un'operazione lunga e delicata.
Però non dispero: a poco a poco, si fa.
E non nego le mie responsabilità: è vero, troppo spesso sbrigarmela da sola è stato più pratico che riuscire a coinvolgerlo come avrei voluto nell'amministrazione delle faccende genitoriali, mediare senza cadere nella polemica, chiedere aiuto senza recriminare, comunicare nozioni senza dare l'impressione di dover impartire una lezione, senza far sentire comunque la mia ingombrante presenza.
Magari se dall'altra parte avessi avvertito una maggior disponibilità all'ascolto, una maggior attenzione a quelle che io ritenevo tappe importanti (ci vieni al corso pre-parto? All'incontro con le maestre? Ai giardini? Ma che. Lui sa già tutto: figuriamoci! Guarda che io ho cresciuto i miei fratelli piccoli, qui vi fate tante seghe mentali e che ci vuole a crescere un bambino?)...

La verità è che ci sono stati giorni, momenti in cui avrei avuto bisogno che fossimo in due, e non l'ho trovato. E ci sono stati momenti in cui mi sarebbe piaciuto che ci fosse anche lui, e lui non c'era, se non fisicamente, di certo con la testa non era lì. E poi ci sono stati momenti in cui ho capito che ce la potevo fare, anche accontentandomi del suo contributo minimo, e allora ho fatto da sola, e andava bene anche così: la cosa ha avuto i suoi lati positivi, niente discussioni sul come e sul perchè.
E poi c'era una cosa che mi faceva incazzare: che la colpa era sempre mia. Se lui non era abbastanza presente, era perché io non lo coinvolgevo abbastanza. Se sua figlia non lo cercava era perché la mia presenza era totalizzante. Se non partecipava alle faccende pratiche di gestione pupesca, era perché io ero troppo attaccata alla bambina e non gli lasciavo fare niente.
Gli amici senza nulla sapere della nostra vita domestica e vedendolo baloccare la pupa per dieci minuti in loro presenza, avanzavano sempre questi argomenti e non si spiegavano come io non volessi ammettere che fosse un "padre eccezionale".
Ecco, forse c'è anche questo subdolo argomento che generalmente viene utilizzato per giustificare un certo tipo di disinteresse paterno, con l'aggravante di generare (oltre al mazzo che una si fa) il senso di colpa materno.
No, no e poi no: mi ribello.
Che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Se tu non ci sei abbastanza la colpa non è certo mia. Io ho dovuto imparare a sopravvivere, mio caro, e non posso sobbarcarmi anche il peso della tua genitorialità inespressa.
Ecco. Così press'a poco è stato il nostro approccio ai ruoli genitoriali. Molto scoraggiante.
Tutt'altro che moderno (cosa ti aspettavi da uno che viene da un Pese deve le donne girano a capo coperto? Eh, te la sei cercata!)

Ma poi è vero che lui a un certo punto si è accorto che si stava perdendo qualcosa, e che, malgrado le proteste, non poteva certo dare la colpa a me, né tantomeno... a lei!
Qualcosa è cambiato.
Tornato a casa dopo una lunga assenza si è sentito "tagliato fuori".
Si è lamentato: l'ho mandato a cagare.

E poi l'ho sentito parlare con alcuni nostri amici, e fare sua una frase che era stata mia (quale gaudio!), rivolta a lui, quando si era lamentato dell'assenza di rapporto con sua figlia (non mi vede da più di un mese e invece di salutarmi mi manda via!), e ammettere con quella frase tante cose: "Stiamo iniziando a costruire un rapporto. Dobbiamo lavorarci".
Allora ho capito che ci teneva. Allora ho capito che mi ascoltava (Hasuna, ma non puoi pretendere che un rapporto nasca dal nulla: ci devi lavorare. Un rapporto va costruito!), e soprattutto ho capito che voleva provarci.

E l'ho visto provarci.
Mi tengo un po' in disparte, per quanto ancora la tentazione di intervenire spesso ci sia, e ancora ogni tanto ci casco ("Aspetta, vuole questo" "No, devi fare così").
Ma è bello vedere come inizino a ritagliarsi momenti per loro due: quando lei, la sera, lo cerca, va da lui, che mangia, gli siede sulle ginocchia, aspettando di ricevere qualche boccone dal suo piatto, di quella cena "da adulti" (lei ha mangiato già da qualche ora, perchè il padre continua a rincasare piuttosto tardino da lavoro), e poi guardano insieme la tv "della Libia", e cantano la canzone della Libia nella lingua "di babbo".
Quando sente l'esigenza di tradurre le parole: "Balena! ...Huta!" e di puntualizzare poi:"dice babbo".
Quando vuole mangiare il pollo impugnando il cosciotto con le mani, dall'osso, "come babbo" senza farselo sminuzzare nel piatto.
Quando quel mattino si è svegliata alle cinque dopo una notte tormentata (l'avevo messa a letto prima che il padre tornasse, perché era molto stanca) e quando lo ha visto, che dormiva lì accanto mi ha sorpreso con una serie di entusiastici: "C'è Babbo! Babbo! Bello bellittimo! Ha'vitto? C'è babbo! Bellittimo babbo! Bellittimo!" e ha iniziato a stuzzicarlo (naso di babbo...) finché non è riuscita a svegliare anche lui. Di dormire non se n'è parlato più, ma credo che per lui sia stato un bellissimo risveglio, anzi: "Bellittimo!"
Quando li ho seguiti dalla terrazza fare il giro della casa, giù nel giardino, piegati a guardare insetti e raccogliere rametti e sassolini che "sembravano tatta'ughe" o "lucettole", lui che fischia come un merlo e che conosce e comprende la natura perché sa osservarla e ha la pazienza di farlo, non certo perché l'abbia studiata sui libri, che certo saprà spiegargliela meglio di quanto non sappia fare io, che le insegno i nomi del glicine e della gazza, della cornacchia e dell'alloro...

E così, stupita, lo vedo tornare a casa sempre un po' prima, sperando di trovarla ancora sveglia, e quando posso, cerco di farmi da parte.


(Anche Zorro vuole partecipare al rapporto padre-figlia!)


Questo post partecipa al blogstorming

23 commenti:

  1. Il Babbo è prezioso, eccome se lo è.
    Ma ho visto anche IlMioAmore diventare più partecipe da pochi mesi, dopo l'anno della Purulla. E la cosa mi riempie il cuore, oltre a lasciarmi un po' di tempo libero dalla Purulla-sempre-appiccicata. Credo che ai maschi ci voglia un po' più di tempo, come per tutto il resto :)

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    1. Oppure semplicemente iniziano a diventare più partecipi solo quando la cosa inizia a farsi più divertente... :(

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    2. Spesso è così. Certe cose non posso scriverle sul blog perché ormai mi legge chiunque, ma lui non rinuncia a nulla della sua vita "di prima". Nulla di terribile, altrimenti non me lo sarei sposato, però...

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    3. Capisco l'imbarazzo di chi scrive sapendo di essere letto da conoscenti!

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    4. Del resto non possiamo autocensurarci del tutto: in fondo non facciamo che raccontare le cose così come sono, così come le abbiamo vissute... certo, a volte può suonare come uno sputtanamento gratuito del "maschio dominante", ma è pur sempre il nostro sacrosanto spazio!

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  2. E' anche vero che con la mamma i bebè sono tutt'uno, almeno i primi tempi. Piace anche a me vedere il mio piccoletto correre tra le braccia del papà quando rientra a casa e chiedere di lui al mattino quando si sveglia...

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    1. Forse allora è normale che sia così... Ci sono stati giorni però in cui mi sono sentita disperatamente sola, quando invece mi sarei aspettata una maggior presenza. Forse ero io a non essere pronta?

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  3. I miei figli la sera sono appannaggio del papà, lui li prepara per la nanna, lui gli legge le favole, lui, con me, guida le preghierine prima di dormire e loro sono molto contenti del loro papà così presente...che poi è stato da subito un papà presente e per quanto anche io spesse volte ho la tentazione di "fare io" lascio fare a lui perchè mi rendo conto che per lui, ma soprattutto per loro è molto importante! Un bacione cara Suster...è sempre un vero piacere leggerti...

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    1. Per quanto riguarda le preghiere, anche io cedo gli appalti al padre! per il resto no: la nanna è un rituale nostro, che spesso mi vede crollare tra le bracci di quel bell'uomo di Morfeo assai prima di lei!

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  4. Post profondo, e in cui si rispecchia gran parte della mia esperienza.
    Anche io ho sentito questa fatica nel "farsi da parte" dopo aver fatto tanto quasi da sola.
    Dopo qualche battibecco con lui ho deciso di lasciar correre, e ho capito che ognuno ha il suo stile genitoriale... ma qualche volta ancora mi mordo la lingua. Ma è bellissimo osservare come si evolva il loro rapporto senza bisogno della mia intermediazione!

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    1. Il fatto di non esser stata la sola a provare questi sentimenti mi rincuora molto. Sono felice di ricevere testimonianze di esperienze affini alla mia! (del resto il blogstorming serve a questo...)

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  5. A me è successo il contrario. Anzi sta succedendo ora. Non nego che fatico a parlarne, anzi proprio non ce la faccio.
    Ti dico solo che ora lui rincasa sempre più tardi invece e quando in casa c'è è come se non ci fosse.
    Se se ne parla la colpa ovviamente è mia.

    Facciamo come i gamberi si vede, invece di avanzare retrocediamo.

    Mio malgrado in questi 2 mesi ho imparato a cavarmela abbastanza bene da sola. talmente bene che penso sarebbe meglio strae da sola.

    Grazie Sus, se no avessi scritto questo post non avrei potuto sfogarmi almeno un po'.

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    1. Neanche per me è stato facile parlarne qui, e a lungo ho sentito questo squilibrio di forze come una sconfitta e una cosa di cui, un po', mi vergognavo. Mi sono anche quasi pentita di aver scritto un po' troppo pane al pane in questo post, soprattutto considerando che molte persone che ci conoscono forse lo leggeranno. Ma ora che leggo il tuo commento mi sento un po' rinfrancata, e non mi pento di essere stata fin troppo sincera: ora mi sento molto più leggera e sono felice che qualcuno si ritrovi nella mia esperienza.

      Non credo che si tratti di retrocessione o avanzamenti: forse è solo che state attraversando un periodo eccezionalmente faticoso da diversi punti di vista, e così anche la vita di coppia e la collaborazione diventano più difficili.
      Purtroppo ne so qualcosa: qui non ne ho parlato, ma l'anno appena trascorso è stato particolarmente duro per me e anche per lui, che era completamente assorbito dalle vicende politiche della Libia, ed io lo sentivo troppo lontano, assente, distante...

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  6. Mi hai fatto commuovere, sai?
    Io invece, malgrado i post stupidi che scrivo che mi servono per sfogarmi un po' (c'è modo e modo), sto attraversando un periodo un po' difficile e mi sento un po' abbandonata a me stessa. Passerà, forse è colpa mia perchè mi chiudo a riccio e non parlo...

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  7. Io quando non mi sento di umore troppo positivo scrivo di preferenza post stupidi... Per quelli più seri c'è bisogno di una serenità di base, o rischiano di diventare catastrofici.
    Forse quando ci accolliamo la colpa per il fatto di non saper chiedere aiuto, dovremmo essere un pochino più indulgenti con nooi stesse(/i): forse da parte altrui non abbiamo ricevuto messaggi rassicuranti circa la disponibilità a riceverne...
    Sii indulgente con te stessa: è il primo passo.

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  8. Molto molto tenero il Babbo, rapito dalla Mimmi! Mi chiedevo se ci sono aspettative diverse rispetto a questo ruolo nelle due diverse culture... anche se, come leggo nei commenti e come testimonio anch'io, alle mamme spettano i compiti più impegnativi, spesso in solitudine- anche se ci sono i nonni vicini ma sempre meno disponibili a svolgere il ruolo di welfare familiare che la nostra tradizione assegna loro ...

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    1. Nel mio caso non c'erano nonni vicini, nè zii nè altro. Quindi forse la differenza sostanziale tra le due "culture" è proprio questa: lì ancora una struttura familiare estesa e salda, consente alla donna di non essere MAI sola nella gestione dei bebé, anche se il ruolo dei mariti è ESTREMAMENTE marginale, e nessuno se ne fa un cruccio...

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  9. E' proprio bello vederli "crescere" insieme..

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  10. Lo ammetto, mi hai davvero commossa.
    E' un bellissimo modo di essere famiglia il vostro.
    Giuppy

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  11. ma che è bello che hai voluto condividere questi sentimenti. E ti capisco quando dici che a volte è più facile fare da sola perchè più pratico. A volte pure io faccio lo stesso errore anche se cerco sempre di trattenermi.
    bello, mi è piaciuto davvero tanto!

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  12. Questo post è un esempio di cosa significhi dare DAVVERO qualcosa di sè agli altri. Commovente...

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  13. Grazie a tutti. Sto combattendo col browser perchè l'ho aggiornato e non funziona più come dovrebbe, e fatico a rispondere uno per uno. ma non mi aspettavo tanto entusiasmo per questo mio coming-out...

    @Giuppy: famiglia? Noi? Questo termine ancora non lo sento completamente mio, ma farò bene ad abituarmici, un po' come al "signora" ormai! Del resto me la sono cercata...

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