venerdì 13 aprile 2012

...ma solo se siete disposti ad abbandonarvi al delirio!

Tanto per.
Se non tenessi il passo alle rubriche settimanali probabilmente non riuscirei a scrivere nulla di nulla sul blog, ultimamente.
Quindi, eccomi all'appello del venerdì del libro (un po' tardiva, come sempre).

Non avendo preparato nessun libro di pupa, e visto che ho da poco fatto fuori questo, ecco che lo ripropino a voi!
Sperando che non seguiate il mio consiglio, e non vi ritroviate a maledirmi dicendovi: "Ma che caspita vuol dire 'sta roba? Mai più ascoltare un consiglio di Suster!"


Titolo: Il cardillo addolorato

Autore: Anna Maria Ortese

Editore: Adelphi, 1997





In effetti ho letto in giro tali e tanti commenti negativi, stroncature, recensioni incazzose e acidelle, che mi sono quasi chiesta se per caso non fossi io un pochino strana, o malata, fate voi,  a farmi piacere questa roba.


Succede che uno vaga a casaccio per la propria città e che per caso, una mattina come un'altra, che si è liberato del fardello della dolce frugoletta, mollandola al nido, entri in libreria, e che poi, sbirciando tra l'usato senza niente cercare e anzi con l'imperativo morale di NON comprare NIENTE, si ritrovi per le mani un libro di cui si fa una certa idea, scorrendone sommariamente le prime pagine, e che invece poi si riveli essere tutt'altra cosa, ma che lo stesso si ritrovi poi, una volta concluso, nell'impossibilità di iniziare qualsiasi altro libro in suo possesso, perché ancora immerso in questo inquietante universo, un po' onirico e un po' fiabesco, in cui la narrazione ondeggia tra la critica distaccata e sardonica al genere umano e la più profonda disperazione, in cui inizi leggendo di principi artisti e mercanti in viaggio di piacere in un'allettante cornice di una Napoli di fine Settecento e ti ritrovi a leggere di folletti e spiriti, duchi negromanti e uccelli del malaugurio, in cui la prosa oscilla tra la divertita parodia di arzigogolate atmosfere neoclassiche e la maestosità drammatica della tragedia greca.

E in fondo ti accorgi che a volerlo riassumere non saresti proprio in grado, e per la verità continui a non capirci molto, nella storia.
Però ti è piaciuto, e inizi a cercare spasmodicamente altri libri della stessa autrice, anche se sai che stai per entrare in un tunnel senza ritorno.
E poi ti ritrovi in biblioteca per la prima volta in vita tua, illuminata dalla scoperta che a pensarci bene non è mica detto che tu debba acquistare e possedere tutti i libri che hai voglia di leggere, e ciò è bene.
E allora perché non condividerlo con qualcun altro, che magari apro a qualcuno una possibile strada per l'illuminazione?

Lo so che non dico molto di questo libro, e le indicazioni che dò ad eventuali aspiranti lettori non son molte, ma ho già elargito sproloqui altrove e non vorrei ricominciare qui.
La Ortese è grande narratrice dell'inespresso e dell'inesprimibile, di quello che cova sotto le sembianze della normalità, delle ambivalenze dell'animo umano e dei drammi individuali.

Diciamo per sommi capi: un libro enigmatico, che non dà troppe risposte e che comunque non quelle che uno si aspetta all'inizio; un libro che ti porta altrove da dove ti aveva fatto credere in partenza; che si preannuncia lieto e si rivela tragico, dove la Storia si mescola all'illusione e alla leggenda, e la luce diurna si fa visione sotterranea e dove ti sembra di perdere continuamente il filo.

E ora che lo metto nero su bianco, magari mi riesce di archiviarlo, finalmente!

15 commenti:

  1. Insomma mi hai messo una grande curiosità su questo libro, sia perchè è strano e folle e questo mi attira, sia perchè non piace molto in giro. Anche a me succede spesso di non ritrovarmi nei gusti comuni e sentirmi strana o controcorrente......ad esempio ieri sera ho finito di leggere I pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca e leggo solo recensioni positive e entusiaste, mentre a me non ha colpito molto, niente di che......mentre un altro libro semplice e insignificante per i più magari mi emoziona e mi fa sognare!Adoro anche le storie fiabesche con personaggi enigmatici e folletti, quindi mi segno questo tuo libro nella lista dei desideri e chissà!
    Grazie del consiglio originale, un bacio e buon weekend!

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    1. Neanche a me fa impazzire Erri De Luca, ma lo conosco poco, avendo letto solo due suoi romanzi che non mi hanno coinvolto troppo.
      Non mi piace quando leggo recensioni presuntuose di chi stronca capolavori della letteratura liquidandolo con "non ci ho capito niente" o "quante seghe mentali" o ancora "avrei tagliato i tre quarti del libro". Insomma: uno è libero dio non farsi piacere un autore, eh! Non sono d'accordo con la sacralità del classico, ma bisogna anche ammettere i propri limiti e riconoscere i meriti, pure quando un libro non è nelle nostre corde.
      BVasta la prosa di questo romanzo per farti capire che ci troviamo di fronte a una grandissima autrice, e mi meraviglio che in Italia la Ortese si conosca così poco (parlo includendo me stessa).
      Ecco, quindi le volevo un poco rendere giustizia di tutte le cattiverie che ho letto in giro, perchè a me ha fatto provare forti emozioni questo libro, e al di là della trama, si sente che ci sono dei contenuti sotto, una partecipazione emotiva intensa dell'autrice, che nella vita si è sempre sentita un'esclusa e ha sempre fatto i conti con un suo profondo dolore esistenziale.
      Ecco, forse bastava che scrivessi questo nel post, ma la recensione che ho postato su anobii mi ha sfiancato e faticavo a mettere ordine alle idee! Spero comunque di avere incuriosito.

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  2. grazie per la recensione :)
    In effetti, sommersa di libri nostri e dei pupi, ci sto pensando anch'io, alla biblioteca.
    Buon fine settimana!

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    1. Grazie a te!
      Ora mi sono autoimposta, dietro esempiod i un'amica, di non comprare più un libro, se riesco a reperirlo altrove.
      A me è sempre piaciuto "possedere" i libri che leggo, ma ora mi rendo conto che è un possesso effimero, quello del libro materiale, e che forse dovremmo iniziare a cambiare approccio mentale alla cultura, e alle risorse in genere: non come qualcosa da incamerare e acccumulare, ma come un patrimonio comune, al quale tutti abbiamo la possibilità di attingere in egual misura,e tanto più vasto quanto più lo si utilizza, non certo perchè rimanga a prender polvere in cima a uno scaffale.

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  3. Oh ma cara Suster io l'ho letto questo libro e mi è pure piaciuto tantissimo. Un bel po' di tempo fa in effetti. Potrei pure riprenderlo in mano.
    Ricordo che non riuscivo a staccarmene. Di lei però non ho più letto nulla. Chissà perchè.

    Grazie per avermelo ricordato!

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    1. E in effetti c'è qualcosa di profondamente spirituale ma sibillinop che uin poco mi fa venire in mente certi tuoi post... ;-D

      Io ora ho preso in biblioteca "Il porto di Toledo".
      Ecco l'incipit:
      "Sono figlia di nessuno. Nel senso che la società, quando io nacqui, non c'era, o non c'era per tutti i figli dell'uomo. E nascendo senza società o bontà io stessa, in certo senso non nacqui nemmeno, tutto ciò che vidi e seppi fu illusorio, come i sogni della notte che all'alba svaniscono, e così fu per quelli che mi stavano intorno."

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  4. Molto incuriosita. La Ortese è uno di quegli autori che mi riprometto sempre di approfondire, cosa che poi non faccio mai.

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    1. Sono felice di averti incuriosito (ma un pochino temo il tuo giudizio competente!)

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  5. Cara, l'ho letto anch'io. Confermo esattamente quanto esposto da te! Aggiungo solo che chi è abituato ai romanzi contemporanei (fissi sulla trama e lo stile asciutto, epurato di avverbi e aggettivi) non potrebbe trovare questo romanzo interessante, al contrario, lo troverebbe un vero orrore.
    Ma per fortuna esiste anche chi apprezza il gusto della parola e l'introspezione psicologica che sembra contraddirsi ad ogni capitolo... un po' come nei romanzi di McGrath dove non sai più se un personaggio è buono o cattivo e non sai da che parte stare. Un abbraccio.

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    1. Questo è ciò che distoglie molti lettori della Ortese. Io non ho potuto non amarla. E comunque trovo il suo stile di scrittura estremamente moderno e innovativo, malgrado l'impostazione classicheggiante. Lo stile è una delle cose che ma l'ha fatta amare subito.
      Almeno quanto detesto la prosa balorda di un Baricco!

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    2. Anch'io non sopporto Baricco!!! Ma pensa!!! :-D

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  6. Io invece adoro Baricco!!! però non ho letto nulla della Ortese...chissà, magari mi avete dato uno spunto!

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  7. Saltello dal venerdì del libro e ben felice giungo qui. Io il consiglio che sconsigli lo seguirò...mi hai incuriosita. Grazie!

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    1. Incrocerò le dita... che il vostro incontro sia lieto!

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  8. Devo dire che mi hai messo addosso una gran curiosità!!!

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