giovedì 13 settembre 2012

Vento di settembre.

E insomma ci sono cascata.
E pensare che ho passato un anno a "non voler cantar vittoria" anche quando le crisi di abbandono al nido sembravano finalmente superate e puntualmente ci ricadevamo.
Poi me ne esco con quel "buon inizio"! Ma quale buon inizio!
Cioè: se ci dobbiamo riferire al nido, non si può dire che sia andato tutto liscio, per il resto, saluto festosa questo settembre che prelude già a un autunno come si deve, ché era proprio ora: via il caldo e l'afa, tra ieri e oggi raffiche di vento furibonde hanno definitivamente spazzato via quel residuo di cappa che faceva impallidire il cielo di un bianco lattiginoso e ora un sole schietto fa capolino di quando in quando tra un inseguirsi di nuvolazze e un azzurro sparato. Ma basta previsioni meteo ('azz! Ci casco sempre!)
Più facile così recuperare, almeno in parte, l'energia per fare (e per pensare? Uh, che spot era mai questo? Pane e Nutella mi sa... si può dire? No, non prendo soldi dalla Ferrero. Ah, allora ok).
Insomma, il primo giorno al nido era andato liscio, il secondo invece abbiamo lottato come belve feroci sul pavimento di casa con lei che schiumava rabbia e lacrime, si strappava i capelli in preda a una delle sue migliori crisi isteriche, mi faceva ostruzionismo in tutto, dall'infilarle le mutandine allo strigliarle i capelli (un'unica matassa infeltrita) e si spalmava moccio sulla faccia dandosi anche vigorosi schiaffi da isterica autolesionista.
Mia figlia sa essere una bambina dolcissima. Chi non la conosce bene però non può immaginare gli estremi di manifestazioni di rabbia fino ai quali è capace di spingersi.
Toh, ha perso la pazienza persino il padre, che si è affacciato serafico dalla porta del bagno mezz'ora dopo volendo fare il padre splendido che interviene laddove la mamma non sa più che pesci pescare.
Alla fine acchiappata di peso e caricata in bici ha dovuto calmarsi per forza di cose.
Cedere mi era venuta pure la tentazione, tanto più che le sue scenate mi hanno fatto arrivare in ritardo di un buon venti minuti. Ma cedere non sarebbe stata una mossa furba, e la scenata isterica sarebbe diventata la prassi. Ormai lo so.
Ma non è stato affatto bello, no.
Lo so io come mi si è stretto il cuore a vederla terrorizzata dalle nostre rispettive sfuriate e sola in un angolo, abbandonata come un pupazzo che ripeteva come un disco rotto: "Lasciami in pace Buia, io tto male!" Perchè continuano a colpirmi le sue dimostrazioni di autoconsapevolezza, la facilità con cui è in grado di esprimere e comunicare i propri stati d'animo, lei così piccola.
Ma via, voltiamo pagina.

All'uscita eccola lì, che gioca con il garage del nido ostentando indifferenza per il mio arrivo e salutandomi con un "Mamma! Ciao! Ti appettavo!", che mi fa sempre ridere. Che mi racconta di aver fatto pipì nel vadino due volte e che si precipita alla porta appendendosi al maniglione antipanico della scuola.
Poi è andata meglio.
Stamani mentre ero intenta a pittarmi gli occhi davanti allo specchio del bagno (non fateci l'abitudine, è che ogni tanto sento l'esigenza di vedermi un po' "sistemata") la sento che dice a Zorro: "Un piccione è entrato nella mia cada!" (Sì, va be', ma senti quante ne inventa. Penso io.)
Lei se ne viene e mi fa: "Mamma, vieni a vedere, che bellittimo il piccione che è entrato nella mia cada!"
Insomma, era proprio entrato un piccione in casa, accidenti! (Che fantasia questi bambini!)

Va be', ma potrei continuare a citare aneddoti sulla pupa, su tutto quel che inventa, racconta, esprime, comunica. E' che ancora non me ne capacito. Questo insieme di euforia per tutto ciò che le accade intorno, questo stupirsi di tutto, e di apparente noncuranza per i fatti strani del quotidiano, chè ti viene a dire che è entrato un piccione in casa come ti direbbe che le susine cadono dall'albero, anzi, pure con meno enfasi. "Mamma, ti dico una cosa impottante: le tudine cadono dall'albero!" Che va avanti da due mesi ormai co' sta storia delle susine che cadono. Dev'essere stata una rivelazione per lei. Magari le ha viste cadere dall'albero e ha intuito qualcosa di fondamentale per la comprensione di questo nostro mondo: che quelle susine che abbiamo in casa e che mangiamo sono quelle stesse che lei ha visto nascere e maturare sull'albero sotto casa. O magari ha intuito la legge della gravità, in anticipo sui tempi, almeno per età anagrafica, rispetto a quel geniaccio di Newton!
Chissà chissà.

Lei parla, indaga il mondo, si pone domande e si dà risposte, espone teorie, inventa relazioni, lavora sulle "s" e sulle "r", mi dice "Mamma, non mi chiamo più Yamin, mi chiamo Pincipessssa Yasss-min!", e anche: "I bambini chescono chescono e diventano GRRRAAANDI!" arrotondando quella "a" e arrotolando quella "r" come le pronuncerebbe un francese che dicesse, per l'appunto, la parola "grande".

E io nel frattempo macino ancora l'ennesimo post sul nido, sulle sfuriate isteriche e sulle parole della pupa, come se non ne avessimo già tutti abbastanza, e invece avrei da parlare di tante altre cose, e continuo a rimandare.
Eh, intanto devo presentarvi, a chi fosse curioso, la futura nuova inquilina della casa, cui avevo accennato avrei riservato una presentazione coi fiocchi.
E poi devo parlare anche di un'altra cosa, ma c'è tempo.

Mi godo settembre, le chiacchere della pupa, il rientro, burrascoso o no, al nido, il vento, il mal di testa (eh, quando c'è tanto vento mi viene) e le mie mattinate libere, che continuano a non bastarmi mai per fare tutte le cose che mi ero riproposta e che continuavo a rimandare a settembre, come gli scolari impreparati, tanto più che il nido è ancora aperto a orario ridotto, ed entro mezzogiorno mi tocca preparare il pranzo e andarla a riprendere affamata.
Ma paziento.
Però ho fatto la marmellata di tudine, approfittando del tempaccio di ieri pomeriggio, che ci ha impedito di uscire, e ho fatto una torta, mentre Mimi impastava farina e acqua, e faceva palline con il didò, e poi le infilava di soppiatto nell'impasto della torta (fortuna che me ne sono accorta in tempo), e faceva pure lei una torta con il didò e poi ci metteva le candeline e soffiava prima per se stessa, poi per mamma, cosa che mi ha fatto pensare che, ahimè, tra un po' ci risiamo pure. Ma va bene, quest'anno, mi sento pronta, a incignare come si dice qui, la trentina.

E poi ho preso una collana e un bracciale con il quadrante di un orologio a forma di cuore, per lei, che ama i gioielli e la ritrovo sempre adorna come un abete quando la vado a riprendere dal nido, e ho pensato che a casa non ha niente con cui farsi bella, e così ho anche riesumato due scatoline di cartone che mi ragalarono quando lei nacque, e che misi via infastidita dicendo, ma che cavolo ci dovrei fare? E invece ecco: i suoi primi portagioie. Lei che è così civettuola, a volte, e femminile, e vezzosa. Non io.
I figli, si sa, non fate l'errore di considerarli dei doppi dei genitori.









10 commenti:

  1. ti leggo sempre con molto interesse,anche se non commento mai.
    Io ho ormai i figli grandi ma i loro epici capricci ancora me li ricordo.Mi lasciavano senza fiato.Ma tu non cedere,il capriccio è loro e si debbono calmare da soli.
    La liberta' che ho avuto quando sono andati all'asilo è stata bellissima.Uscivano alle 16,mio marito non veniva a casa a mangiare ed io mi sono goduta la mia bellissima citta' girandola in lungo e in largo.
    Ciao giovane mammina e bacioni alla tua bellissima bimba.
    Paola

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    1. Grazie mille Paola. E' sempre rassicurante ricevere il parere di una mamma più navigata.
      E' vero quanto dici: il capriccio è un problema loro. Il mio problema però è non riuscire a mantenere la calma sufficiente per affrontarlo, così che spesso mi lasci andare a sfuriate che in quanto ad isteria possono tranquillamente competere con le sue... solo che io non ho due anni! E la cos ami lascia molto scontenta di me. In fondo penso anche che il mio comportamento può in parte influenzare il suo modo di rapportarsi e comunicare i suoi stati d'animo (se mi vede urlare come una pazza per manifestare rabbia, non potrà che fare lo stesso). Un circolo vizioso che bisognerà spezzare prima o poi!

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  2. Oggi il cielo era veramente stupendo e mi sono pure messa a piangere leggendo il post! Cosa c'entra? Non so... sono un pò indebolita da questa mezza febbriciattola che mi ha portato la piccola (portatrice sana) dall'asilo! Anche lei dice di non volerci andare ma poi ci va senza troppe crisi... sto riscuotendo gli interessi attivi dell'investimento fatto l'anno scorso (non so dove l'ho già detto!).
    Invece la tua Mimi mi ricorda in tutto e per tutto la mia grande, alla sua età (o forse più) chiacchierona, e se non parlava cantava, intelligente, vanitosa come io non sono e testona da prenderci a cornate tutte le volte, con lei, con la nonna che la proteggeva e con la mia rabbia repressa. Le lacrime sono i sensi di colpa che vengono a galla per non averla saputa riconoscere, amare e conquistare come avrei dovuto. Ma ne è passata di acqua sotto i ponti!

    Spero che il peggio sia passato e che, se non ti tira giù dal letto per chiederti di portarla al nido, almeno sia un pò più serena che certe prove sono davvero dure da superare, per madri e figlie!
    Baci aggiungo anche da qui!

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    1. MI spiace averti fatta piangere, ecco...
      Descrivi mimi alla perfezione e con pochi tratti, assai più incisivamente di quanto so fare io del resto!
      Noi madri si sbaglia sempre e non si sbaglia mai. Del resto il primo figlio ha un po' un ruolo educativo per noi, e ne paga in parte lo scotto, ma anche ne gode i benefici(maggiori riguardi, maggior attenzione a , più tempo tutto per loro).
      La pupa ha sempre fatto il suo bravo piantino del distacco, al momento di lasciarla al nido, è stato così giorno all'ultimo giorno dell'anno. Non so da cosa dipenda, ma ti assicuro che il nido le piace davvero, mi racconta un sacco di cose che fa, mi ripete alla nausea i nomi delle maestre e degli amichetti (ormai conosco pure quelli delle altre sezioni!)e mi insegna le canzoncine. E'solo che vorrebbe che io rimanessi con lei. Mammona? Troppo abituata alla mia presenza? MOlto emotiva? Non saprei da cosa dipende. L'importante è che io la vedo una bambina serena e tranquilla.... ehm... va be', leviamo il tranquilla!

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  3. Oh, oh, noi cominceremo lunedì l'inserimento. Non ci posso pensare.
    Raffaella

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    1. Coraggio, non è detto che sia una tragedia per tutti... ma in ogni caso, sono fasi che passano, e che alcuni dicono anche necessarie... io non so, ma per quel che vale posso dire che è importante sentirsi e dimostrarsi sicuri di quanto si fa, e consapevoli che sia la cosa giusta. Se esiti è la fine! (oh, se poi uno non è convinto e si accorge che non va, si lascia stare: non sarà la fine del mondo!)

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  4. Anch'io rimango sempre stordita quando Di mi si avvicina e dice "Sono molto ttiste" Serio serio, per niente vittimista, consapevole di ciò che sente come neanche le persone adulte riescono ad essere!

    Noi si comincia il 20 come ti dicevo di là. Materna. Tremo e nel frattempo non vedo l'ora!

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    1. Un sentimento comprensibile e noto, questo misto di impazienza e paura. Siamo creature contraddittorie noi madri!
      (Anche per noi adulti non sempre è facile riuscire a definire i nostri stati d'animo, quindi immagino che gran lavoro di autocoscienza sia per loro!)

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  5. Quanto mi piace leggere il tuo tempo. L'argomento bimbi è molto lontano da me, ormai sono trascorsi più di tre decenni (sono un po' attempata) ma ascoltare come racconti il tuo quotidiano è sempre un arricchimento. Ad esempio, la scena che hai descritto della tua bimba in un angolo è stata molto reale come le sensazioni che ne sono scaturite. Ciao cara, hai una gran dote.

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