venerdì 23 gennaio 2015

Come nascondere un leone (non è un tutorial).

Immagino che molti di noi si siano trovati almeno una volta nella vita a dover fronteggiare un'emergenza simile.
E' per questa ragione che oggi vorrei presentarvi un librino molto carino preso in biblioteca oramai più di un mesetto fa (ma aspetto a restituirlo perché vorrei poterlo presentare ai bimbi del nido quando finalmente partiranno i laboratori di lettura) che, senza tante particolari pretese, ha conquistato entrambe le mie piccole lettrici, a dispetto del divario di età che le separa.

La prima a cedere al fascino dell'immagine di copertina è stata Rania:

Titolo: Come nascondere un leone
Età di lettura: per tutti.

Non so voi, ma io da bambina avrei dato in pegno mio fratello minore per avere un leone come animale domestico: un leone è come un gatto esponenziale, è enorme e in più ha la criniera, non immaginavo niente di più desiderabile che poter grattare le orecchie a un micio di quelle proporzioni, che forse fa pure la fusa, oltre a farti anche da divano, volendo.
Quindi posso dire che mi identifico perfettamente con Iris, la piccola protagonista di questo breve racconto di amicizia.
Inizia con un leone che si reca in città per cercare un cappello. E già dal non-sense dell'incipit, io questo libro l'ho amato.
Siccome gli abitanti del villaggio hanno paura e inseguono il leone per cacciarlo via o catturarlo, il povero felino così ben intenzionato finisce sotto l'ala protettiva di questa bimba, la cui premura sarà da quel momento in poi quella di nascondere il grosso peloso amico.

Ci sono un sacco di motivi per cui consiglio la lettura di questo libro, e ora ve li illustro:


1. L'espressione del leone quando il papà di Iris entra in camera e rischia di sorprenderlo.

2. Iris e il leone che saltano sul letto in cameretta



3. La mamma che si lava i denti ignara del fatto che sua figlia stia nascondendo Leone nella vasca da bagno di casa sua.


4. La frase: "Comunque i leoni spesso si svegliano se una mamma urla"... quale più inconfutabile verità!


5. Il pathos provocato dalla fuga del leone nella notte buia (bellissima scena di notturno tra l'altro). Rania partecipa con grande struggimento all'episodio, con tanto di "Oh, no! Nenonne!" (trad. leone)


6. Comunque alla fine... arriva il lieto fine. Avevate qualche dubbio?


Insomma, vi ho convinto?
Le motivazioni per leggerlo mi pare si sprechino.
Ma se ciò non bastasse e uno volesse anche trovarci dentro il messaggio educativo, allora:
Un invito all'accoglienza.
Un racconto divertente e surreale, ironico quanto basta, ma anche tenerissimo, di affetto e buoni sentimenti.
Una dimostrazione di come il pregiudizio e la paura di quel che non si conosce può spesso essere fuorviante, e di come invece valga la pena lasciare agli altri l'opportunità di stupirci, e di offrirci il lato migliore di sé, mettendoli nella condizione di sentirsi accettati e amati, sì, anche malgrado le zanne e gli artigli affilati, anche quando farli entrare nella nostra vita può risultare a dir poco scomodo, o ingombrante...

E ora, vi ho convinto?


Con questo post partecipo alla rubrica settimanale Il venerdì del libro.

Qui la pagina con i link agli altri post dei nostri libri (vedi anche tag "libri di pupa").

Qui e qui le nostre rispettive librerie virtuali (delle bimbe e mia).


Buone letture e più leoni per tutti!

3 commenti:

  1. Sembra veramente carinissimo e le illustrazioni mi piacciono, (cosa non da poco per me). Mi piace il leone che salta sul letto!

    RispondiElimina
  2. Accattivante! stavo leggendo il post e le mie birbe saltellanti si sono fermate conquistate dalle immagini, lo cercherò!

    RispondiElimina
  3. Bellissimo post e sicuramente un gran bel libro. Mi hai convinta sì! Qui stiamo uscendo da questa fase ma un salto sul letto è irresistibile! Magari alla prossima visita in biblioteca me lo cerco per me e lo sfogliano insieme :-)

    RispondiElimina

Che tu sia un lettore assiduo o un passante occasionale del web, ricevere un commento mi fa sempre piacere, purché inerente e garbato.
Grazie a chi avrà la pazienza e la gentilezza di lasciarmi un segno del suo passaggio.