giovedì 30 maggio 2013

Vi racconto una sedia...

Fuori misura

Un post da finire da un'infinità di tempo.
E allora perché oggi? Mah!
Sarà che faccio pulizia nella cartella "bozze".
Sarà che mi è tornata tra le mani questa foto qui sopra (la persona ritratta mi ha espressamente autorizzato alla pubblicazione della propria "effige". Securitalia invece no, ma...).
E per l'esattezza posso dire che rimuginavo su questa foto da circa un anno, da quando cioé, rimuginavo di recarmi a quest'appuntamento, proposito poi non mai esaudito.



Peccato: la stupida auto della sicurezza stradale notturna ha rovinato tutto l'effetto "Signora Minù" (ve la ricordate Minù Pepperpot?).
Comunque la foto rende abbastanza: qualcuno di noi due è fuori misura, cara la mia sedia!
Cosa accidenti ci fa una sedia di quelle dimensioni abbandonata in strada nel centro di Milano nel cuore della notte?
Cosa ci facevamo noi (io e la Signora Minù della foto, nel suo rosso cappottino) in centro Milano nel cuore della notte?
Chi ha lasciato quella sedia lì?
Cosa sta facendo la Signora Minù della foto? Si arrampica sulla gigantesca sedia o ne sta scendendo a fatica, dopo aver assistito a uno spettacolo di strada per giganti?
Mah!
Non son qui per dissipare i vostri dubbi.
Del resto potrebbe darsi benissimo che questa foto sia una messa in scena, sì, cioè, che la mia Signora Minù si sia messa in posa proprio per fare la foto, che la sedia in questione non fosse altro che una trovata pubblicitaria di Stokke o chessoìo (o una qualche forma di arte contemporanea di strada chessoìo) che l'auto di Securitalia abbia rallentato per capire cosa accidenti stessero tentando di fare alla Stokke quelle due girovaghe notturne per Milano...

Ma, per l'appunto, che ci facevamo?
Niente: vagavamo. Nell'attesa di poter prendere il treno per tornarcene a casa, dopo aver assistito a un concerto che era un regalo di compleanno. Quanto mi piaceva fare regali di compleanno a effetto, quando potevo permettermelo! Peccato che poi sceglievo le combinazioni data-location più infattibili e alla povera malcapitata di turno toccava fare i salti mortali per poterne usufruire...
E così siamo finite a vagare nottetempo per quelle strade, come uscite da un trip allucinogeno. Eppure ricordo pure che Vinicio lo disse, durante la presentazione di una delle ultime canzoni, che si scusava, ma oltre alle ombre cinesi non disponeva di pipe da oppio per ricreare il clima della fumeria di C'era una volta in America...
Niente oppio, dunque, ma quella nottata per strada a vagare e a fare incontri bizzarri la ricordo avvolta comunque da un'aura di delirio oppiaceo.
Tipo l'artista delle lampade che si trascinava dietro quel monoblocco di granito che era la sua ultima creazione artistica, creazione che voleva rifilarci alla modica cifra di qualche centinar d'euro... non che il prezzo fosse l'impedimento maggiore, quanto l'idea pazzesca di doverci a nostra volta incollare la granitica lampada artistica per le strade della città by night. Come se non fossimo già abbastanza derelitte così.
Tipo il venditore di fiori sordomuto che regalava rose alla mia amica Signora Minù, con la quale intavolava lunghissime conversazioni in una lingua dei segni improvvisata che io puntualmente fraintendevo.
E questa epifania improvvisa, della maxi-Stokke, o chessoìo, piantata nel bel mezzo del selciato, a emblema del generale clima di non-sense dell'intera nottata.

Ecco, se mi vien chiesto di raccontare una sedia, questa è la prima che mi viene in mente, anche se di lei, a dire il vero conosco assai poco, poiché ha finto col rappresentare in un'unica istantanea quella memorabile notte.

E per chi si stia chiedendo di che accidenti parla questo post rimando a Measachair, una delle idee più folli che mi sia capitato di trovare in rete:
Un blog, una pagina facebook, una raccolta iconografica: tutto ruota intorno ad un oggetto di uso comune – la sedia – oggetto fisico, simulacro, pretesto di dialogo. L’idea di fondo è l’espressione del valore individuale: ogni persona è speciale e ha qualcosa di interessante da raccontare.
Ecco riassunto il loro progetto nel blog di Stima.
Oppure su quello di Camilla, alias Ladoratrice.

E per finire, un invito al gioco per chi volesse dare il suo contributo e raccontare a sua volta, una sedia.

Per quanto mi riguarda, datosi che inauguro così l'etichetta (o "la letichetta" come direbbe Mimi) "sedie", immagino che potrei pubblicarne altre ancora... chissà.

Buone sedute a tutti!

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